Diventare mamma è senza dubbio un’esperienza unica nella vita, anche per cani e gatti.
Il coinvolgimento pratico ed emotivo di un simile evento, tuttavia, riguarda in questo caso non soltanto gli animali ma anche i membri della famiglia che li ha adottati.
La gravidanza e il parto sono due momenti particolarmente delicati per le nostre amiche a quattro zampe: se si desidera far nascere dei cuccioli, è bene programmarli in maniera responsabile e coscienziosa, in modo che non sorgano problemi per nessuno.
L’errore più grossolano che si può commettere in simili circostanze è quello di far seguire alla natura il proprio corso.
Una scelta che può generare una serie di guai, primo tra tutti il rischio d’incrementare il triste fenomeno dell’abbandono.
Se, dunque, non si è in grado di gestire con attenzione tutte le fasi che portano dall’accoppiamento alla nascita dei cuccioli è meglio rinunciare, optando invece per la sterilizzazione chirurgica.
La gravidanza è molto importante e delicata anche per le nostre amiche con la coda.
Ecco come programmarla, come aiutarle e tutte le considerazioni del caso sull’evento.
1. Programmiamo con cura e troviamo i futuri padroni prima della nascita
I futuri genitori vanno scelti con attenzione, tenendo conto di alcuni aspetti fondamentali. Innanzitutto, devono essere giovani.
Questo vale soprattutto per la femmina, che non dovrebbe avere più di sette anni di vita, specie se si tratta della sua prima esperienza come mamma; anche il maschio, però, non dovrebbe superare gli otto o nove anni di età.
In secondo luogo, entrambi devono essere sani, sotto il profilo sia fisico sia psichico: in particolare, è importante che non siano portatori di problemi che possono essere trasmessi alla discendenza, per esempio le displasie scheletriche (gomito, anca, ginocchio), il criptorchidismo, l’emofilia, l’epilessia e altre patologie.
Non bisogna dimenticare che i due partner devono appartenere alla medesima razza e possedere tutti i certificati necessari per garantire ai futuri cuccioli il possesso di un pedigree che ne qualifichi il valore.
Nel decidere di far accoppiare il proprio amico a quattro zampe, infine, è assolutamente necessario provvedere in anticipo alla sistemazione dei cagnolini e dei gattini.
E' meglio evitare, per esempio, di far coincidere la nascita e lo svezzamento dei piccoli con la stagione estiva, quando tutti vanno in vacanza, programmando invece il lieto evento in autunno o inverno.
Si deve inoltre spargere per tempo la voce tra amici e conoscenti, per poter trovare una casa ai nuovi nati, avendo sempre a disposizione un numero superiore di persone disponibili all’adozione, perché molti tendono poi a tirarsi indietro all’ultimo momento...
2. L’accoppiamento: prima facciamoli conoscere
Prima dell’accoppiamento vero e proprio, maschio e femmina dovrebbero già avere fatto conoscenza l’uno dell’altra.
E' quindi opportuno, prima della data stabilita, farli incontrare in territorio neutrale, in modo che possano fare le reciproche presentazioni e trascorrere un po’ di tempo insieme.
Nel momento in cui si ha la certezza che i due animali vanno d’amore e d’accordo (capita, infatti, che anche cani e gatti abbiano le proprie simpatie e antipatie, spesso apparentemente ingiustificate ai nostri occhi presuntuosi...), si può procedere a fissare, in occasione del momento fertile della femmina più propizio per tutti, la data indicativa per l’accoppiamento.
Quando la femmina è nella fase estrale, deve essere lasciata sola con il maschio per qualche giorno, meglio se nel proprio territorio.
Durante questa sorta di “luna di miele”, i due devono approfondire il rapporto e fare il loro dovere più volte, a loro piacimento.
Se, a questo punto, tutto è andato a buon fine, ha inizio la gestazione. Ma può anche succedere, e succede, che lei o lui non vogliano saperne di accoppiarsi.
Può essere dovuto a mille motivi, non ultimo che uno dei due non si senta psicologicamente all’altezza di procreare, oppure che qualcosa nel comportamento del partner non ispiri sufficiente fiducia, e di solito sono le femmine a cogliere questi dettagli nei maschi.
In qualsiasi caso, è bene non forzare alcuno perché anche la Natura e la personalità dei nostri amici devono essere rispettate, soprattutto in un frangente simile.
3. Confermare la gravidanza e tutti gli esami da eseguire
Per confermare la gravidanza, è necessario sentire il parere di un veterinario.
Oltre alla visita che, grazie alla palpazione addominale, può consentire di identificare, in certi casi anche solo dopo una quindicina di giorni, la presenza dell’utero già aumentato di volume, per maggiore sicurezza si consiglia di eseguire una serie di analisi diagnostiche.
Per cani e gatti non esistono test di gravidanza simili a quelli utilizzati per la specie umana, grazie ai quali si può accertare, attraverso un semplice campione di urina, una precoce positività.
L’esame da eseguire sui nostri amici per avere una risposta più precoce possibile è quello ecografico che, grazie all’impiego degli ultrasuoni, permette il riconoscimento dei nascituri già a tre-quattro settimane di gestazione.
Una seconda ecografia dovrebbe essere effettuata poi verso la quinta-settima settimana dopo l’avvenuto accoppiamento: in questa fase è possibile osservare in maniera molto chiara i feti e rendersi conto delle loro dimensioni e dell’attività cardiaca di ciascuno.
Alla scadenza dell’ottava settimana, quando ormai il parto si avvicina, è molto utile eseguire anche una radiografia.
Questo esame risulta particolarmente importante in quanto fornisce ulteriori informazioni sullo stato di salute dei nascituri e, soprattutto, sul loro numero, che nei cani e nei gatti può anche essere elevato.
I dati che si ottengono da questi esami specialistici sono davvero indispensabili per seguire con maggiore serenità il momento del parto, senza correre il rischio di dover affrontare impreparati situazioni difficili. Dunque, ne vale la pena.
4. E' un momento molto delicato
Talvolta può capitare che, dopo l’accoppiamento, non abbia luogo la gravidanza.
I problemi di sterilità esistono anche nelle specie canina e felina e possono dipendere sia dal maschio sia dalla femmina.
In questi casi è opportuno fare in futuro ulteriori tentativi, eventualmente anche con partner diversi, per appurare di chi sia la responsabilità dell’insuccesso.
In altri casi, poi, possono avere luogo riassorbimenti embrionali e aborti, tutt’altro che infrequenti sia nella specie canina sia in quella felina.
Tra le principali cause di simili problemi vanno ricordati lo stress (psichico e fisico), traumi di diverso genere, determinati trattamenti farmacologici e alcune malattie infettive.
Per quest’ultimo caso, vale la pena ricordare che è disponibile in Italia un vaccino contro l’herpesvirosi canina, vivamente consigliato per le femmine a cui desideriamo far avere una cucciolata.
Durante le nove settimane di gravidanza è opportuno far condurre alla futura mamma una vita tranquilla e registrare l’eventuale presenza di sintomi anomali, per esempio perdite vulvari, mancanza di appetito, diminuzione della vivacità e così via, ed effettuare i controlli necessari.
Di fronte ad accoppiamenti o gravidanze indesiderati, invece, è importante interrompere tempestivamente la gestazione, intervenendo con trattamenti farmacologici specifici o con un’operazione chirurgica.
5. La gestazione si divide in due periodi
La gravidanza di cagne e gatte ha una durata di circa nove settimane, che possono essere grosso modo divise in due periodi distinti.
Nella prima parte, che corrisponde ai trenta giorni iniziali, in genere non si verificano mutamenti particolari: alcuni soggetti possono manifestare alterazioni di comportamento o appetito capriccioso, ma ciò non rappresenta una regola fissa.
Invece nella seconda parte, che corrisponde alle quattro-cinque settimane finali, nella maggior parte dei casi si possono apprezzare cambiamenti esterni e di comportamento: l’addome lievita in maniera sensibile e continuativa, l’appetito diventa sempre maggiore e le mammelle si inturgidiscono.
Tutti “sintomi” che ci accomunano in quanto tipici dei mammiferi. Nella maggior parte dei casi il parto si svolge spontaneamente senza problemi di sorta, seguendo il corso naturale degli eventi.
Nei giorni che lo precedono la futura mamma può apparire più nervosa e agitata del solito, cercare insistentemente l’attenzione del proprietario e preparare una sorta di tana in un luogo appartato (nel quale spesso accumula materiali morbidi raccolti per casa) o grattando con le zampe sul pavimento.
Un altro segno premonitore è l’improvvisa mancanza di appetito: alcune femmine cessano di colpo di alimentarsi, dimostrando un disinteresse assoluto nei confronti del cibo.
Nel momento in cui il travaglio ha inizio, è indispensabile rimanere con l’animale per offrirgli il proprio appoggio e per tenere sotto controllo la situazione: in certi casi, infatti, possono presentarsi dei problemi, in seguito ai quali è necessario l’intervento dei familiari o quello del medico veterinario di fiducia.