È ora di pappa e il nostro amico attende con ansia la sua razione.
Eccola. Il cane si getta sul cibo con la consueta voracità, segno di buona salute.
Mentre sta mangiando, ci avviciniamo per rinnovargli la provvista d’acqua nella ciotola apposita lì accanto.
Improvvisamente, un ringhio ben determinato ci blocca: è il nostro cane che ci minaccia e a nulla valgono i tentativi di tranquillizzarlo finché non ci allontaniamo, dopo di che riprende a mangiare come se nulla fosse.
Cos’è successo? Semplice, è scattato un meccanismo istintivo, definito “difesa del cibo”. Già, ma la “fonte” del cibo, la famosa “mano che lo nutre”, siamo noi.
E allora, perché il nostro cane ringhia come se volessimo appropriarci della sua cena? Dobbiamo preoccuparci oppure possiamo risolvere la cosa facilmente?
Prima di tutto, iniziamo a capire cosa succede e perché, poi vedremo come agire.
1. Domestico ma selvaggio
Trentamila anni di convivenza con noi hanno modificato il cane, anche dal punto di vista psicologico, ma ci sono cose che non possono cambiare.
Una di queste è il valore che il cibo riveste per la maggior parte dei nostri amici.
Salvo casi particolari, spesso determinati da abitudini errate come lasciare la ciotola sempre piena, il cibo è vita, agli occhi dei nostri cani.
Perché la cultura che appartiene loro è sempre quella del predatore, cioè di un animale che non ha mai la certezza di riuscire a procurarsi da mangiare.
In natura, per il lupo (foto sotto), in media solo una battuta di caccia su quattro va a buon fine, dunque la certezza di trovare da mangiare e quindi sopravvivere non esiste.
Il nostro cane, per quanto nutrito regolarmente da noi, conserva molto spesso la medesima visione: “La mia ciotola si è riempita stamattina ma...si riempirà anche stasera?”, questo gli dice la sua eredità culturale, assai antica e radicata.
E questo spiega perché non di rado tenda a difendere la sua ciotola da chiunque, compresi coloro che la riempiono regolarmente due volte al giorno.
2. Le regole contano
Per comodità o per mancanza di informazioni, ci sono proprietari che lasciano regolarmente piena la ciotola del loro amico.
Si tratta di una scelta errata da ogni punto di vista.
In termini di sana alimentazione, il cane non si regola affatto da solo, come alcuni credono, ma tende inizialmente a mangiare finché è pieno da scoppiare perché per lui ... “del doman non v’è certezza”, come spiegato poc’anzi.
Ciò induce facilmente sovrappeso, cattiva digestione e disturbi gastrointestinali, oltre a rappresentare un pericolo mortale per via della cosiddetta “torsione gastrica” che colpisce sovente molte razze e tipologie di cani quando ingurgitano troppo cibo in una sola razione.
Dal punto di vista etologico, invece, questa scelta toglie valore al cibo, non rispetta la cultura e la natura del cane e ci priva dello strumento di gratificazione più efficace e potente nell’ambito dell’educazione e dell’addestramento.
Un errore da evitare assolutamente, quindi.
3. Sfide senza senso
Al naturale e istintivo comportamento di difesa della principale risorsa vitale si somma a volte anche un atteggiamento umano incomprensibile: dimostrare a noi stessi di avere il potere di sottrarre la ciotola al cane che sta mangiando.
La causa di questa scelta insensata risiede in una visione arcaica ed errata del rapporto con il cane, che suggerisce quanto segue: “Poiché sono io, l’umano, il leader del branco, devo poter aver accesso anche al cibo del cane, se così mi va, per dimostrargli chi comanda”...
Peccato che in natura le cose non vadano affatto in questo modo. Se vi è abbondanza di cibo, per esempio, tra i lupi non si verificano lotte per mangiare.
Tutti hanno accesso alla preda, che tra l’altro viene abbattuta grazie all’azione collettiva del branco e perciò a tutti ne spetta una parte.
Certo, la coppia “dominante”, per semplificare, avrà le parti migliori e più nutrienti, ma la ragione è che la femmina alfa del branco deve mangiare meglio e più di tutti perché avrà i cuccioli e dovrà essere in forma perfetta per farli crescere sani e forti. Il maschio alfa ha meno privilegi di lei in tal senso, tanto per dirne una.
Se invece il cibo scarseggia, allora sì che potranno verificarsi baruffe, molto scenografiche e poco fisiche, per non ferirsi e non indebolire il branco.
E in entrambi i casi, nessun lupo tenterà mai di appropriarsi di ciò che un altro sta mangiando: semplicemente, questo non è previsto nel codice comportamentale dei predatori sociali quali sono i lupi. I cani non sono diversi da loro nemmeno in questo.
4. Risolviamo il problema: servono soltanto 2 ciotole
Comprese le possibili cause del comportamento di difesa della ciotola, che può essere anche dovuto a esperienze di abbandono, malnutrizione o randagismo, perciò di “fame” vera e propria, la soluzione è semplice e prevede soltanto l’utilizzo di due ciotole. Ecco come fare:
- Iniziamo col suddividere la razione giornaliera del cane in due pasti, se già non lo facciamo, per attenuare il forte desiderio di cibo che facilmente si sviluppa nei soggetti nutriti solo ogni 24 ore.
Il ciclo digestivo dei cani sani è di circa 8 ore, per cui mangiando solo una volta al giorno si ritrovano a stomaco vuoto per ben 16 ore prima del prossimo pasto...altro che “fame da lupi”!
- Al momento della pappa presentiamoci con due ciotole, una piena (che resterà assolutamente fuori portata per il cane) e una vuota, che gli offriremo con la massima naturalezza.
Allo sconcerto del cane di fronte al nostro incomprensibile “scherzo”, dovremo assumere un’aria del tutto innocente e disinteressata, e prelevare una cucchiaiata di cibo dalla ciotola piena per depositarla in quella vuota, senza spostarla da dove si trova.
- Terminata la piccola porzione, il cane ci rivolgerà uno sguardo deluso e noi gli concederemo una seconda cucchiaiata.
L’operazione proseguirà fino al termine della razione e verrà ripetuta a ogni pasto per alcuni giorni, cioè fino a quando il nostro amico comincerà a considerare l’avvicinarsi della nostra mano alla ciotola come qualcosa di positivo e non come una possibile minaccia al suo pranzo.
- La volta successiva offriremo la ciotola contenente circa un terzo della razione completa.
Non appena il cane avrà terminato, invece di aggiungere cibo con il cucchiaio dalla ciotola piena a quella svuotata, preleveremo quest’ultima, la porteremo vicino alla riserva di pappa e ne aggiungeremo un altro terzo, per poi restituirla al nostro sempre più stupefatto amico; identica operazione ripeteremo per la porzione finale, che concluderà il pasto.
- Dopo qualche giorno, potremo passare a una suddivisione della porzione in due parti, sempre con la medesima procedura, per poi tornare alla normalità.
Nel caso in cui l’alimentazione del cane fosse affidata a turno più membri della famiglia, è fondamentale che tutti partecipino alla procedura descritta, per scongiurare il rischio che il cane associ la positività della sottrazione della ciotola a un solo membro del gruppo, continuando a considerare gli altri come possibili concorrenti a livello alimentare.
5. Il caso opposto. Un cane inappetente
Non è tanto frequente ma neppure rarissimo che un cane si dimostri poco interessato al cibo.
Per prima cosa, è necessario stabilire che non abbia problemi di salute.
Poi, possono esserci periodi in cui un cane non mangia volentieri, per esempio alcune femmine durante il calore o maschi che sentano la vicinanza di una femmina in quello stato e altre situazioni di effettivo disagio.
Se la cosa è occasionale, non è il caso di preoccuparsi. Ma se non ci sono motivazioni reali, allora, probabilmente, abbiamo semplicemente esagerato nelle dosi e il cane... è più che sazio. Una soluzione spesso efficace è la seguente.
Dividiamo la razione quotidiana in due parti uguali da somministrare a distanza di dodici ore circa.
La ciotola deve rimanere a disposizione per un periodo di tempo limitato, massimo dieci minuti, ma deve essere assolutamente tolta e non più ridata se il cane si allontana.
Pesiamo quello che ha avanzato nei due pasti della giornata e sottraiamolo alla razione del giorno dopo. Continuiamo a sottrarre quello che avanza fino a quando il cane non mangia tutta la razione del giorno, mattina e sera.
A questo punto, se il cibo fosse diventato troppo poco per le esigenze del cane, possiamo cominciare ad aumentare la dose gradatamente fino a raggiungere la quantità ottimale, ma restiamo pronti a ridurla ancora se ricominciasse a “fare i capricci”. In genere, questo metodo funziona.