Succede in meno di 20 centesimi di secondo: questo, secondo gli scienziati dell’Università di Syracuse (Stato di New York, USA), è il tempo in cui avviene l’innamoramento improvviso, ciò che chiamiamo “colpo di fulmine”.
Gli antichi Romani lo attribuivano al dio dell’amore Cupido, raffigurato come un giovane fanciullo alato che scaglia le sue frecce d’amore verso gli umani, facendoli innamorare perdutamente.
La scienza moderna ci rivela che in quella frazione di secondo si attiva il rilascio nel corpo di tre ormoni – ossitocina, adrenalina e dopamina – che generano un senso di eccitazione e felicità simile a quello di una droga.
L’attrazione per l’altra persona è fulminea, fatale e senza scampo. Vediamo insieme tutti i dettagli.
1. Può colpire tutti
Non essendo una caratteristica di genere, il “colpo di fulmine” può scoccare indifferentemente e con le stesse modalità sia fra un uomo e una donna sia fra due persone dello stesso sesso.
Colpisce in percentuale maggiore gli uomini poiché, rispetto alle donne, vivono di più sulla percezione visiva.
Il colpo di fulmine è un innamoramento a prima vista che coinvolge tutta la sfera dell’individuo, con un trasporto emozionale irresistibile verso l’altra persona.
Non va quindi confuso né con l’attrazione sessuale né con l’eccitazione genitale immediata.
Anche se l’attrazione sessuale gioca certamente la sua parte, i sintomi tipici del colpo di fulmine sono ben più profondi e coinvolgono la mente e i comportamenti: senso di appagamento, desiderio irrefrenabile di rivedere la persona, di ascoltarla per ore e, addirittura, di passare con lei il resto della vita, convinti che sia colei o colui in grado di completarci per l’intera esistenza.
A livello fisico, “farfalle nello stomaco”, aumento della frequenza respiratoria e cardiaca causato dalle forti emozioni, eccitazione globale (non solo nelle parti basse) e insonnia legata agli ormoni in circolo.
Altra caratteristica peculiare del colpo di fulmine sono gli aspetti dispercettivi, cioè la distorsione nel modo di vedere la persona oggetto del desiderio.
Questa viene idealizzata nell’aspetto fisico, caratteriale e comportamentale e non si è più in grado di coglierne i difetti con tutte le conseguenze del caso.
Può capitare così sia con perfetti sconosciuti sia con persone già incontrate e magari passate inosservate in prima battuta. Riviste dopo un lungo lasso di tempo, fanno invece scoccare la scintilla.
2. Questione di chimica
Molti esperti concordano pienamente con lo studio dell’Università di Syracuse:
«Il colpo di fulmine è un processo biochimico a tutti gli effetti, che può effettivamente attivarsi in meno di 20 centesimi di secondo: il rilascio di ossitocina, adrenalina e dopamina, ormoni della felicità e del benessere, dà un senso di euforia immediato e di attrazione fatale.
L’ossitocina, prodotta dai nuclei ipotalamici, ha a che fare con i legami, la fiducia, l’intimità e la costruzione di una relazione; non per nulla gioca un ruolo fondamentale nella maternità rafforzando la relazione intima fra mamma e bambino.
L’adrenalina, liberata a livello del surrene e del sistema nervoso centrale, dà all’organismo la classica ‘botta’ in caso di emozioni forti o quando viviamo degli eventi che ci esaltano.
Infine la dopamina, neurormone rilasciato dall’ipotalamo, ci spinge verso un obiettivo dandoci la carica per raggiungere un risultato, che si tratti di vincere una gara o di conquistare la persona amata».
Al di là delle spiegazioni scientifiche, il colpo di fulmine presenta degli aspetti subliminali che nessuno studio è mai riuscito a sondare. Darwin parlerebbe di un incastro perfetto fra la chimica di due persone.
Immaginiamo che Cupido ci scagli contro la sua freccia mentre entriamo al bar, ferendoci di un’attrazione magica per un uomo o una donna che sta bevendo un caffè. Quel che è certo è che il colpo di fulmine si gioca molto sul visivo.
Tuttavia, la scienza non è ancora riuscita a spiegare l’attrazione magica, quasi poetica, dell’innamoramento all’istante, lasciando campo aperto alle ipotesi più bizzarre e fantasiose.
C’è chi ipotizza non meglio precisati “incastri cromosomici” e chi tira in ballo la teoria della reincarnazione, secondo cui l’oggetto del colpo di fulmine sarebbe stato il nostro partner in una vita precedente.
3. Non c’è rimedio
Chi viene colpito resta rapito, catatonico, come drogato e ogni suo comportamento ne rivela l’infatuazione.
L’atteggiamento va dalla gentilezza all’imbranataggine; se il soggetto sa dominarsi può far emergere la sua parte galante; altrimenti, cade in confusione totale.
Purtroppo, il colpo di fulmine è raramente corrisposto e, a quel punto, l’altra persona non tarda ad esprimere il suo rifiuto, vuoi a parole, vuoi con il linguaggio del corpo.
Tuttavia, il colpo di fulmine va al di là della razionalità, al punto da obnubilare la coscienza.
L’impulso di rivedere la persona che interessa è come una droga, condito dal proposito irrazionale di fare di tutto perché questa, qualora fosse legata sentimentalmente, lasci il coniuge e i figli.
Il consiglio più sensato è di mollare subito la preda e sparire dalla circolazione in quanto la situazione non porterà nulla di buono.
Ciò richiede molto animo e coraggio, poiché la frustrazione del rifiuto è proporzionale alla forza e all’impeto che ha in sé il colpo di fulmine.
E se il colpo di fulmine fosse consensuale? La base di partenza sarebbe ottima, con tutto ciò che ci si potrebbe aspettare nella fase di innamoramento: dedizione totale, altruismo, affetto, dichiarazioni d’amore, dolcezza, disponibilità.
L’unico svantaggio è che nel colpo di fulmine la proiezione dei propri bisogni è forte e quanto si proietta sull’altro può non corrispondere alla realtà.
In altre parole, esaurita la fase del colpo di fulmine e dell’innamoramento, è probabile che la persona amata venga fuori per quello che è.
4. Si può indurre il colpo di fulmine?
C’è chi ha pensato di poter indurre il colpo di fulmine giocando su particolari mix di sostanze chimiche – per lo più essenze floreali – che simulerebbero l’azione dei ferormoni, secrezioni biochimiche dell’organismo a basse concentrazioni che inviano segnali di ricettività sessuale agli individui della stessa specie.
La pozione magica per divenire oggetto di colpo di fulmine non esiste.
Innanzitutto, contrariamente a ciò che avviene negli animali, negli esseri umani i ferormoni sono molto deboli, alla pari della nostra ricettività olfattiva; non mi accorgerò mai se una donna è disponibile dai ferormoni perché noi umani abbiamo comportamenti più evoluti.
Inoltre, non esistono ferormoni sintetici. I cosiddetti “profumi ai ferormoni” sono in realtà mix di fragranze vegetali (a base di sandalo, gelsomino, rosa, vaniglia) che l’olfatto non codifica come ferormoni.
Si tratta di profumi che stimolano parti dell’ipotalamo molto vicine o connesse alla funzione sessuale, ma che non ce la fanno ad attivarla.
È lo stesso discorso del peperoncino piccante spacciato per induttore dell’erezione, fenomeno vascolare; il peperoncino è certamente un vasodilatatore, ma è insufficiente a indurre un’erezione.
Nessuna pianta può riprodurre l’odore di una secrezione ghiandolare umana che, per inciso, nel caso dei ferormoni ad alta concentrazione sarebbe tutt’altro che gradevole.
5. Quando il fuoco si spegne
Nel momento in cui le proiezioni non corrispondono più, la maggior parte delle persone si giustifica con la classica frase “è stato un colpo di fulmine” e con la stessa velocità con la quale si era innamorata, si ritira.
Il vantaggio è che il ritiro dal colpo di fulmine è molto meno doloroso rispetto all’innamoramento, poiché per quest’ultimo l’investimento è sempre molto maggiore; è quindi logico che sia maggiore anche lo strascico di sofferenza.
A prescindere da quanto la persona si riveli diversa da come si pensava, nel momento in cui si aprono gli occhi il ritiro dal colpo di fulmine è rapido come lo era stato l’esordio.
Curiosità: Capita anche il colpo di fulmine per un animale!
Capita che, recandoci a un canile per scegliere un compagno a quattro zampe, sentiamo un forte trasporto verso un certo cane, che scegliamo immediatamente fra molti altri senza spiegazioni razionali. L’animale ci ricambia quasi sempre.
Si tratta di un sesto senso che fa presagire vicendevolmente la soddisfazione dei propri bisogni ad esempio quello di ricevere amore del cane e quello di darlo del padrone.
Altre volte un cane piccolo e spaventato può suscitare istinti materni.
Il cane percepisce l’essenza della persona, mentre l’essere umano è condizionato dai filtri della razionalità. Può darsi quindi che, a sua insaputa, selezioni l’animale per taglia, colore, o in base al ricordo d’infanzia di un cane simile.
Di certo l’istintività dell’animale è più affidabile e genuina rispetto a quella umana, filtrata dall’evoluzione e dalla ragione.