Gli animali che vivono negli ambienti freddi si devono adattare a condizioni dette «estreme», lontane dalle temperature fisiologiche per gli esseri umani.
Durante i mesi invernali noi potremmo semplicemente accoccolarci sotto un piumone, ma questi animali si sono adattati a far fronte alle gelide temperature in modi piuttosto singolari.
Ecco 5 animali che sanno come sopravvivere al freddo intenso!
1. SCOIATTOLO ROSSO
Gli scoiattoli rossi fanno scorta di enormi quantità di cibo. Lasciano i loro rifugi e si dirigono verso le loro dispense invernali.
Sebbene solamente uno scoiattolo rosso su quattro sopravviva il primo anno a causa degli uccelli rapaci, questi animali si sono adattati bene per sopportare il periodo più freddo dell’anno.
Non solo sviluppano una folta e più lunga pelliccia invernale già intorno al mese di settembre, per poi cambiarla solo con l’arrivo della primavera, ma tendono anche ad essere maggiormente attivi durante le ore centrali delle giornate, le più calde d’inverno.
Il resto del tempo gli scoiattoli lo trascorrono in tane ricavate all’interno delle cavità degli alberi, in cui spesso si accoccolano con altri scoiattoli per scaldarsi a vicenda.
Poiché durante l’inverno non vanno in letargo, in autunno mettono su peso e si assicurano di avere sempre una scorta di cibo a disposizione.
Gli scoiattoli rossi immagazzinano grandi quantità di pigne di pino, larice e abete rosso, frutta a guscio duro e funghi in cunicoli poco profondi, oppure nelle cavità degli alberi e per recuperare le loro scorte usano una combinazione di riferimenti, marcature odorose, buona visione e olfatto spiccato.
Per questo devono scavare profondi tunnel nella neve con i loro artigli affilati, ma poiché sono accumulatori compulsivi mettono tutte le loro provviste in pochi depositi segreti, piuttosto che disperderle in giro.
Questo stratagemma permette loro di raggiungere velocemente il tesoro essenziale per la sopravvivenza, per poi affrettarsi verso la tana.
SCOIATTOLO ROSSO
Sciurus vulgaris
Classe: Mammiferi
Areale: Europa e parte del Asia settentrionale
Alimentazione: Ghiande, semi, corteccia, funghi e tessuto linfatico di vegetali
Vita media: 3 anni
Peso da adulto: 340 g
Livello di rischio estinzione: Specie a basso rischio
2. STERNA ARTICA
Nel corso della sua vita trentennale, una sterna artica percorre l’equivalente di tre volte la distanza tra la Terra e la Luna.
Le sterne artiche potranno anche avere una apertura alare di soli 85 centimetri, ma volano su distanze considerevoli due volte all’anno per trascorrere la vita in un’estate perenne.
Viaggiando da un Polo all’altro, in agosto si dirigono in Antartide partendo dai loro territori di cova situati in Groenlandia, per poi tornare indietro nel giugno successivo.
Questo viaggio di circa 70.000 chilometri fa sì che questi animali vedano più giorni di luce rispetto a qualsiasi altro animale del pianeta e permette loro di beneficiare anche della crescita delle piante erbacee.
La sterna artica lascia il suo territorio di cova e procede a zig-zag verso sud poiché evita di volare contro corrente. Il suo viaggio di ritorno è portato a termine ad una velocità doppia attraverso l’Oceano Atlantico.
Naturalmente, le aree verso cui migrano sono ancora molto fredde per cui questi uccelli devono nutrirsi di cibo ad alto contenuto energetico che consenta loro di generare un sufficiente calore corporeo.
Fanno una sosta di rifornimento nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico settentrionale per nutrirsi di pesce e anche assicurarsi che ci sia abbastanza cibo facilmente reperibile quando fanno la muta verso gennaio e febbraio.
Durante questo periodo non sono in grado di volare in modo efficiente, per cui trascorrono molto del loro tempo riposando sul ghiaccio.
STERNA ARTICA
Sterna paradisaea
Classe: Uccelli
Areale: Regioni artiche e subartiche di Europa, Asia e America settentrionale Alimentazione Piccoli pesci, insetti e crostacei
Vita media: 30 anni
Peso da adulto: 127g
Livello di rischio estinzione: Specie a basso rischio
3. MACACO GIAPPONESE
I macachi giapponesi si tuffano in acque calde e invitanti.
Vivono più a nord di qualsiasi altro primate e tollerano temperature molto fredde.
Gli inverni giapponesi possono essere implacabili, con temperature che scendono a picco a -20°C in varie località. I macachi giapponesi tuttavia gestiscono queste condizioni rigide senza problemi.
Queste scimmie della neve si riforniscono di frutta e noccioline e immagazzinano il grasso per prepararsi all’inverno.
Traggono beneficio anche dalla loro fitta pelliccia isolante che le aiuta a mantenere la temperatura corporea e, dormendo rannicchiate in gruppi, si mantengono al caldo anche di notte. Ma i macachi che vivono nel Jigokudani Monkey Park hanno un altro asso nella manica.
Dal momento che la neve ricopre il terreno per un terzo dell’anno, si immergono nelle acque calde e fumanti di sorgenti termali dette “onsen”, che regalano loro una tregua al freddo.
L’organizzazione gerarchica dei macachi comporta che gli individui di rango inferiore siano spesso lasciati fuori dalle sorgenti, tuttavia questo comportamento colpisce.
È una caratteristica della vita dei macachi dal 1963, quando un gruppo di ricercatori fece conoscere loro le acque a 42°C.
MACACO GIAPPONESE
Macaca fuscata
Classe: Mammiferi
Areale: Giappone
Alimentazione: Frutta, noccioline, piante, insetti, corteccia, funghi e lettiera
Vita media: 6 anni
Peso da adulto: 11 kg
Livello di rischio estinzione: Specie a basso rischio
4. RANA DEL LEGNO
Le rane del legno sono in grado di congelare per sopravvivere.
Hanno un incredibile livello di tolleranza al congelamento che permette loro di sopravvivere ad inverni rigidi.
Quando sopraggiunge il gelo invernale le rane del legno si fanno forza e lasciano che due terzi della loro acqua corporea ghiacci.
È un’abilità notevole, che essenzialmente congela vive queste creature, bloccando il loro battito cardiaco e la loro respirazione polmonare. Poiché gli anfibi riposano sotto le foglie in prossimità della superficie, vanno incontro a cicli di gelo e disgelo.
Cessano di svolgere le normali funzioni corporee e il loro metabolismo quasi si ferma; ciò nonostante possono sopravvivere al processo più e più volte.
Ciò è dovuto all’urea - una sostanza che si trova nell’urina – che si accumula nei loro tessuti man mano che l’inverno si avvicina, oltre alla conversione del glicogeno in glucosio, che agisce come un crioprotettore mantenendo l’acqua all’interno delle cellule.
Gli studi hanno dimostrato che le rane del legno possono congelare di notte e scongelare di giorno, fino a quando la temperatura diventa così bassa che diventano solide per periodi molto più lunghi, fino a sette mesi.
Una volta scongelate, il glucosio si converte nuovamente in glicogeno e il resto viene espulso come rifiuto.
RANA DEL LEGNO
Lithobates sylvaticus
Classe: Anfibio
Arenale: Canada e negli stati nord-occidentali degli USA
Alimentazione: insetti, vermi, moscerini, larve e piccoli pesci
Peso: 7,8 g
Vita media: 1,5 - 2 anni
Livello di rischio estinzione: Specie a basso rischio
5. PINGUINO IMPERATORE
I pinguini imperatore si raccolgono a ranghi serrati per difendersi dal gelo.
Questi pinguini trascorrono la loro intera esistenza sul ghiaccio e nelle acque dell’Antartide, sferzato dai venti.
Per far fronte a tali condizioni, i pinguini sono dotati di forti artigli che fanno presa sul ghiaccio mentre camminano e di grandi riserve di grasso.
Le piume sono molto fitte, rigide e corte, con uno spazio d’aria tra la pelle e le piume che isola il corpo.
Anche internamente i pinguini si sono bene adattati al freddo: l’aria inalata si mescola in una camera con l’aria espirata, un sistema che la riscalda.
Contemporaneamente, la vicinanza tra vene e arterie fa sì che il sangue, tornando al cuore, si riscaldi.
Inoltre i pinguini si riuniscono in grandi colonie e se ne stanno a ranghi serrati.
PINGUINO IMPERATORE
Aptenodytes forsteri
Classe: Uccelli
Areale: Antarctico
Alimentazione: Pesci, crostacei e cefalopodi
Vita media: 20 anni
Peso da adulto: 45 kg
Livello di rischio estinzione: Specie a rischio