Il suo nome, anche grazie al cinema e alla televisione, è indissolubilmente legato a quello di Wyatt Earp.
Ma la vita di John “Doc” Holliday fu piuttosto una lunga fuga davanti alla morte, che gli tese mille agguati.
Da dentista a pistolero il passo non è breve, ma può diventarlo se in mezzo ci si mettono il caso o il destino.
Fu infatti la sorte a cambiare radicalmente la vita di John Henry Holliday, stimato dentista di Dallas, e a trasformarlo in uno dei più celebri e singolari pistoleri della storia del West.
Ma chi era veramente John “Doc” Holliday? Scopriamolo insieme.
Nella foto sopra, Dennis Quaid veste i panni di Holliday in Wyatt Earp, diretto da Lawrence Kasdan nel 1994.
1. Da dentista a pistolero
Da dentista a pistolero il passo non è breve, ma può diventarlo se in mezzo ci si mettono il caso o il destino.
Fu infatti la sorte a cambiare radicalmente la vita di John Henry Holliday, stimato dentista di Dallas, e a trasformarlo in uno dei più celebri e singolari pistoleri della storia del West.
Quando morì, a Glenwood Springs, in Colorado, località famosa per le sue acque curative, l’uomo che sarebbe stato ricordato con l’appellativo di “Doc” aveva solo 36 anni, gli ultimi dieci trascorsi fra tavoli da gioco, locali equivoci e sparatorie.
Prima di tirare le cuoia in un’anonima stanza d’albergo (come tutte quelle che aveva frequentato per lunga parte della sua vita), “Doc” chiese un bicchiere di whisky, ma l’infermiera che lo assisteva glielo negò.
Allora si guardò i piedi e si accorse di essere scalzo. John, che aveva sempre sperato di morire con gli stivali addosso, capì di essere arrivato alla fine della storia. Senza stivali.
“Doc” era nato a Griffin, in Georgia, il 14 agosto 1851. I suoi genitori erano di origini britanniche e il padre, Henry Burroughs Holliday, prima della sua nascita aveva partecipato alla guerra fra Messico e Stati Uniti del 1846-1848.
Quando il piccolo John Henry aveva solo 12 anni, la famiglia si trasferì a Valdosta, sempre in Georgia: una cittadina decisamente più grande della nativa Griffin, dove il ragazzo ebbe modo di compiere studi regolari, che gli permisero di acquisire un’educazione decisamente inusuale per l’epoca.
Imparò matematica, storia, grammatica, francese, latino e anche un po’ di greco. Gli anni dello studio, però, furono anche drammaticamente segnati dalla morte della madre, malata di tubercolosi.
2. Lo stimato dentista
Compiuti 19 anni, il ragazzo si trasferì a Filadelfia, dove, nel marzo del 1872, si laureò in Chirurgia dentale.
Cominciò subito a lavorare in diversi studi dentistici, prima a Saint Louis, nel Missouri, poi ad Atlanta, in Georgia.
Sembrava avviato a una brillante carriera medica, se non fosse che, secondo alcune fonti, già in quel periodo John cominciò a essere coinvolto in sparatorie.
La prima di cui si abbia notizia (ne parla Bat Masterson in uno dei suoi libri) si sarebbe svolta in Georgia, lungo il corso del Withlacoochee. Alcuni ragazzi di colore erano andati a fare il bagno in un’ansa del fiume che John e alcuni amici avevano ripulito per farne una specie di piscina privata.
La cosa animò una discussione che presto degenerò. John estrasse una pistola (o una doppietta), fece fuoco e uccise due degli intrusi. La notizia è dubbia, ma illuminante circa la personalità del ragazzo: all’apparenza flemmatico, ma sempre pronto a prendere fuoco.
Nello stesso periodo, a John fu diagnosticata la tubercolosi, ereditata probabilmente dalla madre. I medici gli dissero che aveva poco da vivere e che avrebbe avuto giovamento solo se si fosse trasferito in un luogo più asciutto. Fu così che partì per il Texas, diretto a Dallas, la maggiore città ai confini della Frontiera.
Nella metropoli texana, “Doc” cominciò a collaborare con il dottor Seegar, amico del padre (assieme al quale vinse anche alcuni premi a una fiera per apparecchiature odontoiatriche), dopodiché aprì un suo studio; ma le violente crisi di tosse provocate dalla tubercolosi cominciarono a spaventare i pazienti.
Così si trasferì a Denison, sempre in Texas, e iniziò a dedicarsi assiduamente al gioco d’azzardo, per il quale scoprì di avere un certo talento.
Presto il gioco divenne la sua prima fonte di guadagno, ma quando venne coinvolto in una sparatoria con un certo Charles Austin e poi multato per gioco illegale, capì che era arrivato il momento di lasciare lo Stato.
“Doc” si spostò a Denver, in Colorado. All’epoca, a causa dei suoi precedenti, si faceva chiamare Tom Markey. Anche a Denver ebbe una discussione con un giocatore, che finì a coltellate.
Il suo contendente rimase gravemente ferito e “Doc” dovette fare nuovamente i bagagli, spostandosi questa volta a Cheyenne, nel Wyoming, dove intanto era stato scoperto l’oro. Anche lì prese a lavorare ai tavoli da gioco.
Quando il titolare della bisca si spostò a Deadwood, seguendo la strada dei cercatori d’oro, “Doc” lo seguì. Era il 1876; l’anno seguente ritornò in Texas, a Breckenridge, dove ebbe a che fare con un certo Henry Kahn, sempre per ragioni di gioco.
“Doc” lo prese a bastonate, convinto che la cosa sarebbe finita lì, ma Kahn non la pensava allo stesso modo: tese un agguato a Holliday e lo ferì a pistolettate.
John venne dato per morto, invece si riprese e si spostò a Fort Griffin, dove allacciò una relazione con Mary Katherine Horony-Cummings, meglio nota come “Big Nose”, ballerina e prostituta del luogo.
Nella foto sotto, una foto di gruppo degli anni Ottanta dell’Ottocento: in piedi, da sinistra a destra, “Big Nose” Kate e il suo amante “Doc” Holliday, Wilhelmina Horony (sorella di Kate), Crawley P. Dake (U.S. marshal dell’Arizona); seduti, Wyatt e Alvira Earp (moglie di Virgil).
3. Un incontro fatale
Nell’ottobre del 1877, a Fort Griffin fece la sua comparsa Wyatt Earp.
Il celebre uomo di legge era alla caccia di Dave Rudabaugh che, dopo aver compiuto una rapina in Kansas, si era dato alla fuga verso il Sud.
Il proprietario del Bee Hive Saloon di Fort Griffin, amico di Earp, disse a quest’ultimo che il bandito era passato di lì, ma che non sapeva dove fosse diretto; gli consigliò di chiedere a “Doc”, che aveva giocato con il fuggitivo e forse ne conosceva i piani.
Da quell’incontro nacque la lunga amicizia fra Wyatt e “Doc”. Earp tornò in Kansas, per trasferirsi poco dopo a Dodge City. Nell’estate del 1878, Holliday lo raggiunse assieme a “Big Nose” e cercò di riprendere la sua attività di dentista.
Continuava comunque a giocare d’azzardo. Un giorno, mentre si trovava al Long Branch Saloon, un gruppo di malviventi entrò in città creando scompiglio. Earp, che era uno dei vice marshal, li affrontò immediatamente. I banditi entrarono nel saloon devastandolo.
Quando Earp accorse, lo circondarono e minacciarono di ucciderlo. A salvarlo fu “Doc”, che uscì dal retro del locale, dove stava giocando a carte, e puntò la rivoltella alla testa dei fuorilegge, costringendoli ad andarsene.
Earp gli sarebbe stato sempre grato per avergli salvato la vita e più volte si sarebbe fatto in quattro per tirare fuori l’amico dai guai. Seguirono altre sparatorie: prima con un barista, poi con un soldato, che rimase ucciso.
Alla fine Holliday e la sua donna si trasferirono a Las Vegas, nel Nuovo Messico. La zona era ricca di acque termali che giovarono alla salute di “Doc”, che intanto aveva aperto un nuovo ambulatorio dentistico.
Gli affari, però, andarono male, tanto che la coppia tornò a Dodge, dove Holliday si unì a un gruppo di pistoleri al servizio della legge, capitanati da Bat Masterson.
Dovevano impedire che due compagnie ferroviarie dessero avvio a una “guerra” per ottenere il passaggio più favorevole attraverso le Montagne Rocciose. Invece che con le armi, la questione si risolse con la corruzione: una tangente di 10 mila dollari, della quale anche “Doc” ottenne una fetta.
Con quei soldi, Holliday poté tornare a Las Vegas e mettere in piedi un saloon di sua proprietà. Venne più volte multato per gioco d’azzardo e pare abbia anche ucciso un uomo, un certo Gordon, per difendere una delle ragazze che si prostituivano in un locale cittadino.
Poco dopo, comunque, invitato da Earp, “Doc” si trasferì con lui a Tombstone, in Arizona. Era il 1880.
4. Wyatt e “Doc”
In quella città spadroneggiava la banda dei Cowboy, con cui i fratelli Earp (Wyatt, Virgil, Morgan e James) entrarono presto in conflitto, sia per questioni d’affari che per ragioni politiche (gli Earp erano repubblicani, i Cowboy democratici).
Lo screzio portò alla famosa sparatoria all’O.K. Corral, ma prima “Doc” ebbe il tempo di essere accusato ingiustamente per la rapina a una diligenza in cui erano rimasti uccisi due uomini.
Ad accusarlo, su istigazione dei Cowboy, fu la stessa “Big Nose”, con cui Holliday era entrato in contrasto per ragioni d’affari e di gelosia. La cosa si risolse in un nulla di fatto (il giudice decise che le accuse erano ridicole e infondate), ma la donna lasciò sia “Doc” che la città.
Si arrivò così al famigerato 26 ottobre 1881, quando uno scambio di pistolettate a distanza ravvicinata (durato forse una trentina di secondi, ma passato alla Storia come una dei più leggendari duelli del West, quello dell’O.K. Corral) costò la vita a tre dei nemici degli Earp.
Uno dei protagonisti del conflitto a fuoco fu proprio “Doc”, che uccise almeno un uomo. Lui e gli Earp erano comunque dalla parte della legge e non subirono incriminazioni. Ne nacque, tuttavia, un’inevitabile faida.
Virgil Earp venne ferito qualche giorno dopo e perse una mano, mentre suo fratello Morgan fu ucciso in un agguato. Ne seguirono diverse sparatorie e anche qualche morto, fino a quando gli Earp e Holliday furono costretti a lasciare la zona per spostarsi verso il Nuovo Messico, dove non potevano essere perseguiti dalla legge.
Earp si mise al servizio di un importante uomo d’affari, Henry N. Jaffa, di famiglia ebraica. Un giorno, mentre mangiavano in un ristorante, Holliday disse all’amico che stava diventando anche lui «un maledetto ebreo».
Fu la fine della loro amicizia, anche se i due non si persero completamente di vista. “Doc” si trasferì in Colorado, dove fu accusato dell’omicidio di Frank Stilwell (coinvolto nella vecchia faida con i Cow-boy), ma ne uscì grazie all’intervento di Bat Masterson, che conosceva i giudici del luogo.
Era il maggio del 1882. Nel luglio dello stesso anno, uno dei nemici giurati di Holliday, Johnny Ringo, fu trovato morto sotto un albero in mezzo al deserto con una pallottola conficcata nel cranio.
Il coroner disse che si era trattato di suicidio, ma in molti accusarono “Doc”, anche in base a una testimonianza (da molti ritenuta oggi fasulla) della moglie di Earp. In ogni caso, il pasticcio non venne mai chiarito.
Intanto, le condizioni di salute di Holliday peggioravano sempre di più. Erano passati oltre dieci anni da quando gli era stata diagnosticata la tubercolosi. John avrebbe già dovuto essere morto da tempo, invece si reggeva ancora in piedi, sebbene a fatica e ridotto quasi a uno scheletro.
Gli ultimi anni li spese fra il gioco e il consumo di alcol e laudano (un derivato dell’oppio), nel tentativo di alleviare i dolori lancinanti che lo opprimevano.
Il suo ultimo scontro a fuoco si consumò nel 1885, quando incrociò la strada di un certo Billy Allen a causa di un debito di gioco di soli 5 dollari. “Doc” sparò all’uomo e lo ferì a un braccio, ma i giudici stabilirono che si era trattato di legittima difesa.
Nella foto sotto, la doppietta a canne mozze che John Holliday portava sotto la giacca quando ebbe luogo lo scontro all’O.K. Corral.
5. Sul letto di morte e che cosa dicevano di lui
- Sul letto di morte
Nel 1887, Holliday si trasferì a Glenwood Springs, in Colorado, dove esisteva un celebre stabilimento termale, ma senza giovamento.
“Big Nose”, con cui si era rappacificato, lo assistette fino agli ultimi giorni. Ormai era magrissimo e le gambe non lo reggevano più.
Costretto a letto, si spense l’8 novembre 1887, alle 10 del mattino. Aveva sempre pensato che sarebbe morto con gli stivali ai piedi.
Invece era disteso, a piedi nudi. Se li guardò e rise, esclamando: «This is funny!» (“Che buffo!”). Pare siano state le sue ultime parole. John “Doc” Holliday trovò sepoltura nel cimitero locale. Una volta, un giornalista gli aveva chiesto se avesse mai avuto problemi di coscienza. «No» era stata la risposta, «l’ho sputata fuori dai polmoni molti anni fa».
Nella foto sotto, “Doc” in una foto dei suoi ultimi mesi di vita.
- Che cosa dicevano di lui
Come molti protagonisti della storia del West, anche “Doc” Holliday venne visto in modo diverso, e spesso contraddittorio, da coloro che ebbero la sorte di conoscerlo da vicino.
Virgil Earp, per esempio, lo descrive in questo modo: «C’era qualcosa di molto particolare in lui. Era un gentiluomo, un buon dentista, un uomo amichevole; eppure, al di fuori di noi, che facevamo parte del suo gruppo, non credo avesse mai avuto un vero amico. Si diceva che avesse ucciso uomini in diverse parti del Paese e che avesse commesso rapine e altri reati; eppure, quando i presunti testimoni venivano interrogati su come lo sapessero, potevano solo ammettere di averlo sentito dire».
Forse meno lusinghiero, ma altrettanto realistico, il ricordo di Bat Masterson: «Era un personaggio molto pittoresco del West, in quei giorni in cui era la pistola, invece della legge, a risolvere i problemi. Era irascibile, e sotto l’effetto dell’alcol diventava pericoloso. Fisicamente era così debole che non avrebbe potuto fare a botte nemmeno con un quindicenne».
Per finire, il ricordo dell’amico Wyatt Earp: «Era un gentiluomo che la tisi aveva trasformato in vagabondo; un filosofo che la vita aveva reso arguto e caustico; un tipo lungo, magro, biondo, quasi morto per la consunzione, ma che era, al contempo, il più abile giocatore d’azzardo e l’uomo più veloce e mortale con una pistola a sei colpi che abbia mai conosciuto».
Nella foto sotto, il Glenwood Hotel, dove Holliday si spense nel novembre del 1887, minato dalla tisi.