Basta col tornare sempre negli stessi posti come si faceva una volta. Questo tipo di turismo è ormai superato.
È vero che quella al mare resta sempre la vacanza più gettonata nel nostro Paese, contando 116 milioni di presenze (dati Istat 2015).
Ma vanno bene anche le città d’arte e il turismo culturale (107 milioni di presenze), l’escursionismo in montagna (48 milioni), i soggiorni termali (12 milioni) e agrituristici (11 milioni) e ancora altre formule insolite e meno “convenzionali”.
Nell’insieme i turismi “diversi” raggiungono numeri significativi anche se non sempre quantificabili precisamente.
Un dato è certo: non c’è limite alla fantasia. Esistono veramente viaggi di tutti i tipi, con scopi e modalità differenti, decisamente insoliti e… originali. Eccone alcuni.
1. Tra chiese e monasteri per ritemprare l’anima
C’è chi va a Lourdes (Francia), chi in Terra Santa (Israele), chi a Pietrelcina (Benevento) per commemorare Padre Pio, chi affronta il cammino di Santiago di Compostela (Spagna).
Da soli, con tour operator ad hoc o la parrocchia.
E c’è addirittura chi si spinge a veri e propri raduni di massa, tipici delle religioni orientali: come il Kumbh Mela, in India, il pellegrinaggio Hindu nel quale milioni di fedeli si ritrovano per immergersi nel fiume sacro.
Il turismo religioso rappresenta una delle forme più antiche di viaggio: in Occidente ha origine intorno al 300 d.C. quando si fecero i primi pellegrinaggi, che continuarono nel Medio Evo in Terra Santa.
Oggi, secondo i dati di World Trade Organization (Organizzazione mondiale del commercio), il turismo religioso globale vale oltre 18 miliardi di euro e riguarda 300-330 milioni di persone.
In ambito cattolico le destinazioni che vanno per la maggiore sono: in Spagna Fatima, Santiago de Compostela e Caravaca de La Cruz, in Francia Lourdes, in Polonia Czstochowa, in Bosnia-Erzegovina Medjugorje, per proseguire in Terra Santa e a Gerusalemme (Israele), fino a Guadalupe in Messico e al Santuario della Madonna di Aparecida do Norte, in Brasile.
L’Italia è una delle destinazioni principali dei flussi turistici religiosi cattolici sia per la presenza del Vaticano e di Roma sia per altri luoghi ad alto significato spirituale come Assisi, Padova, San Giovanni Rotondo, Loreto.
Dati alla mano, il nostro Paese conta circa 1.500 santuari, 30.000 chiese, 700 musei diocesani, oltre a svariati monasteri e conventi. La basilica di San Pietro è tra i 25 luoghi più visitati del mondo.
Secondo una ricerca dell’Isnart, l’Istituto nazionale ricerche turistiche, nel nostro Paese quello religioso rappresenta l’1,5 per cento del totale dei flussi turistici e conta 5,6 milioni di presenze, di cui 3,3 milioni di stranieri e 2,3 di italiani.
I turisti stranieri costituiscono il 60 per cento del comparto: per il 45,3 per cento provengono dall’Europa. Viaggiano principalmente in bassa stagione e spendono 51 euro al giorno contro i 59 degli italiani.
Per il 42,4 per cento di loro sulla scelta di una meta religiosa italiana incide anche la possibilità di abbinarvi visite a siti di interesse artistico e storico.
Un ulteriore 26,3 per cento esprime il desiderio di conoscere nuovi luoghi, mentre il 21,1 è attratto dagli usi e costumi della popolazione locale.
2. Morbosamente attratti dall’orrore
Anche se è difficile quantificarli in maniera precisa, i “turisti dell’orrore” sono tantissimi.
Vanno in cerca di cimiteri, luoghi di tortura e sedi di disastri ambientali.
Per esempio, la prigione militare di Karosta, nei pressi di Liepaja, in Lettonia, come segnala National Geographic che ha selezionato i luoghi più macabri del mondo, attira ogni anno un alto numero di visitatori.
Utilizzata dalle forze militari naziste e sovietiche nel XX secolo, fu convertita in un museo dove chi vuole può ripercorrere le tragedie avvenute in quel luogo e anche trascorrervi la notte.
Un’altra destinazione molto apprezzata è l’impianto di Chernobyl, nell’Unione Sovietica (oggi Ucraina), sede del peggior disastro nucleare della storia.
Oggi i turisti possono visitare persino la zona off limits e le aree abbandonate intorno al reattore, nonostante alcuni siti, come la città fantasma di Pripyat, in Ucraina, siano stati dichiarati insicuri per l’uomo per i prossimi 24.000 anni.
In Italia, invece, la villetta di Cogne (Aosta), nella foto in alto a sinistra, è uno dei luoghi più frequentati dai turisti dell’orrore.
Lì, il 30 gennaio 2002 fu assassinato Samuele Lorenzi, 3 anni: ne fu ritenuta responsabile la mamma Annamaria Franzoni, condannata a 16 anni di carcere nel 2008.
Ma come si spiega l’attrazione per i luoghi macabri? L’uomo vuole confrontarsi con ciò che gli fa paura. È una sfida e un tentativo di spiegare e reagire alla paura.
Ma c’è anche una componente morbosa dell’animo umano che va in cerca delle emozioni forti derivanti dalla visione dei drammi che l’esistenza talvolta riserva.
3. Chi non vorrebbe una foto con George Clooney?
La villa di George Clooney sul Lago di Como, la spiaggia più “in” della Costa Azzurra o anche la location di un film: anche queste sono mete turistiche e c’è chi le sceglie.
Si vanno a visitare i luoghi prediletti da attori e Vip, ci si apposta e se si è fortunati si riesce persino a portare a casa una foto con loro.
Altrimenti va bene anche il selfie vicino alla loro residenza estiva o alla loro auto. L’obiettivo finale è quello di postare sui social le immagini scattate. Il senso è quello dell’esserci.
E, aggiungiamo noi, anche del venire apprezzati e invidiati dagli amici. Per rimanere in tema tecnologico, esistono app che censiscono i luoghi famosi dei film.
Sei a Parigi? Per entrare nei set cinematografici dei film ambientati nella capitale francese, basta scaricare Cinemacity.
Anche in alcune città italiane è possibile immergersi nell’atmosfera cinematografica: per esempio con FVG Film Locations, app che consente di rintracciare i set più belli ambientati in Friuli Venezia Giulia.
Allo stesso modo NapoliMovieTour è utile per riscoprire i film che hanno fatto la storia del capoluogo campano.
Sono più di 60, per esempio, le location dei film dello scomparso attore napoletano Massimo Troisi e di altri grandissimi che hanno raccontato questa città unica.
4. Gli affascinanti paesaggi sotterranei e alla ricerca delle proprie origini
- Gli affascinanti paesaggi sotterranei che valgono un viaggio
Esistono specifiche guide turistiche per scoprire l’Italia sotto terra.
C’è tanto da vedere: dai rifugi sotterranei risalenti alla Seconda Guerra mondiale a resti di antiche strade romane, come a Milano, dove basta scendere 4 metri sotto il sagrato del Duomo per visitare il complesso archeologico più antico della città.
Ci sono poi le grotte, apprezzate particolarmente dagli stranieri.
Secondo l’Associazione Grotte Turistiche Italiane (AGTI), il turismo speleologico attira oltre 1 milione e 500 mila visitatori all’anno e genera un fatturato, tra indotto e diretto, di circa 25 milioni di euro.
In Italia sono 52 le grotte più frequentate, diffuse in maniera omogenea su tutto il territorio (1 in Valle d’Aosta, 3 in Piemonte, 3 in Lombardia, 2 in Veneto, 6 in Friuli Venezia Giulia, 2 in Liguria, 4 in Toscana, 1 nelle Marche, 4 in Lazio, 2 in Abruzzo, 3 in Campania, 5 in Puglia, 1 in Basilicata, 2 in Calabria, 1 in Sicilia).
La massima concentrazione è in Sardegna, ricca di ben 12 siti.
- Alla ricerca delle proprie origini
Rintracciare le proprie origini è affascinante ed esercita un richiamo fortissimo.
Per questo sono nate agenzie di viaggio specializzate in tour genealogici su misura.
L’inglese Ancestral Footsteps promette di seguire le tracce dei propri avi fino in capo al mondo. Il costo varia in base alle difficoltà della ricerca e a quanto indietro nel tempo ci si vuole spingere.
Anche la polacca Ancestral Attic propone tour guidati per singoli e gruppi familiari.
Ma il luogo in cui questi tour sono un vero e proprio business è la Scozia: qui Ancestral Scotland organizza viaggi alla ricerca delle proprie origini tra castelli diroccati, piccoli borghi e musei etnografici.
In Italia, invece, il settore è ancora agli albori: un ottimo riferimento è il Portale degli antenati che permette interessanti ricerche anche ai connazionali residenti all’estero.
5. Si viaggia anche per curarsi
Che si tratti di viaggi della speranza o alla ricerca dell’intervento di chirurgia plastica a basso costo, il dato di fatto è che il turismo medicale è nettamente in crescita.
Complici anche i costi sempre minori del trasporto aereo, vale già 47 miliardi di euro solamente all’interno dell’Unione Europea.
A livello mondiale le cifre sono da capogiro perché questo settore muove tra i 100 e i 150 miliardi di dollari all’anno.
E l’Italia è una tra le destinazioni d’eccellenza perché il nostro sistema sanitario è tra i più avanzati del mondo.
Così da noi arrivano circa 5mila pazienti all’anno, per la maggior parte dai Paesi arabi (Emirati, Arabia Saudita e Kuwait), Russia, Svizzera e Balcani in cerca di cure d’eccellenza in ambito oncologico, cardiologico, ortopedico e neurologico.
La spesa media è compresa tra i 20 e i 70mila euro pro capite e il fatturato nel complesso si aggira intorno ai 2 miliardi. La destinazione prediletta è la Lombardia che attira il 70 per cento degli arrivi.
E gli italiani all’estero? Sono 340mila ogni anno. Le mete predilette sono Croazia (16,7 per cento), Ungheria (14,6) e Romania (13) e le richieste riguardano soprattutto la chirurgia estetica e l’odontoiatria, che hanno prezzi decisamente più accessibili rispetto ai nostri. Anche se a volte la qualità lascia a desiderare e i rischi sono significativi.