Il gatto sta guardando fuori da una finestra e vede il micio del vicino nel cortile.
Lo vorrebbe raggiungere ma non può, quindi, si sente frustrato e altamente stimolato.
Poi, per caso, il suo coinquilino felino sta camminando proprio lì vicino, ignaro di cosa stia accadendo e il gatto, eccitato, si gira e si scaglia contro il suo amico, con cui vive in armonia da anni.
Questo è lo scenario più comune, ma può accadere anche con l’umano o con il cane.
Si chiama “aggressione rediretta o reindirizzata” e il gatto scarica frustrazione, paura e aggressività verso chi gli è più vicino in quell’istante. Cerchiamo di capire meglio cos’è e come si può affrontare al meglio.
1. Cosa sta davvero accadendo?
Si chiama “aggressività rediretta o reindirizzata”, è una delle forme più comuni di aggressione tra i gatti che vivono nella stessa casa e può essere, oltretutto, un problema difficile da risolvere.
Il gatto vede o percepisce qualcosa che considera una minaccia o è iperstimolato da qualcosa, ma non è in grado di rispondere direttamente.
L’aggressività reindirizzata si ha, quindi, quando un gatto sperimenta qualcosa che infonde paura, o è troppo stimolante o molto eccitante, e reindirizza la frustrazione, l’aggressività o la paura verso chi gli è più vicino in quel momento.
Succede anche a noi, quando siamo arrabbiati col nostro capo, ma non possiamo dirgli nulla e ci sfoghiamo a casa con un familiare.
È la stessa cosa. Il problema che si sviluppa è che, dopo questo episodio, ogni volta che il “gatto aggressore” vedrà il “gatto vittima”, si ricorderà lo stato di eccitazione che aveva provato in precedenza e attaccherà nuovamente, lasciando in questo modo la vittima estremamente confusa e timorosa.
Non sempre, però, si conosce lo stimolo reale che ha causato l’aggressione reindirizzata, a meno che i proprietari non abbiano assistito alla scena.
Ma la maggior parte delle volte sembra che questo tipo di aggressione avvenga completamente in modo inaspettato.
Se i tuoi gatti che andavano d’accordo stanno vivendo una situazione di aggressione improvvisa, che non sembra avere un senso, è più che probabile che ti trovi di fronte a un’aggressione reindirizzata.
2. Ma cos'è l'aggressività?
L’aggressività è il secondo problema di comportamento felino più osservato.
Anche se, a volte, viene presa meno sul serio dell’aggressività dei cani - forse perché i gatti sono più piccoli e si crede non possano fare seriamente male - i felini aggressivi possono essere davvero feroci.
Rispetto al cane, il gatto ha cinque potenziali armi di attacco: oltre ai denti, anche le unghie affilate delle quattro zampe possono mordere e infliggere gravi ferite, che sono dolorose e possono facilmente infettarsi.
L’aggressività è un comportamento minaccioso o dannoso diretto verso una persona, un altro gatto o altri animali. Un gatto può mostrare aggressività per proteggere il suo territorio, per difendere la prole e per proteggersi se minacciato.
Non è, quindi, qualcosa da affrontare con superficialità. L’aggressione reindirizzata non dovrebbe, in ogni caso, mai essere presa alla leggera.
Quando questi casi non vengono trattati in tempo e ai gatti è permesso di “risolverli” tra loro, spesso si sviluppano altre problematiche come l’eliminazione inappropriata o l’anoressia, perché ora il micio vittima non è più in grado di raggiungere facilmente il cibo, l’acqua o la cassettina e inizia a urinare e defecare in altri luoghi della casa e a non mangiare per la paura.
3. Cosa fare?
La soluzione chiave sta nell’individuare la fonte dell’eccitazione e limitarla.
1. SEPARARLI SUBITO PER DUE GIORNI
Se si verificano aggressioni redirette senza un motivo apparente la prima cosa da fare è, innanzitutto, quella di separare completamente i gatti per un paio di giorni.
È possibile alternare il micio che rimane confinato in modo che nessuno si senta punito, ma è importante non permettere che si vedano.
Secondo diversi consigli di esperti sul comportamento dei felini, "prima si separano i gatti, più sarà facile rimetterli insieme".
2. RICORRERE AL RINFORZO POSITIVO
A questo punto usare il rinforzo positivo associando i pochi minuti trascorsi insieme a qualcosa di motivante e appagante, come un cibo speciale (a debita distanza, però) o un giocattolo preferito (separatamente, però, non farli giocare insieme) e poi separali di nuovo.
La cosa migliore è separare i gatti immediatamente, perché più esperienze negative si verificano, più diventa complessa la situazione e avrai bisogno di un esperto.
Se dopo alcuni giorni la reintroduzione e il rinforzo positivo non hanno esito positivo, è meglio contattare il veterinario o un consulente comportamentale certificato. Non è sempre facile risolverli ed è necessaria tanta pazienza e un percorso rieducativo ben preciso che andrà seguito alla lettera.
4. Possibili stimoli
• INTRUSO DALLA FINESTRA
Il gatto vede o percepisce un micio intruso nel cortile attraverso la finestra.
Il micio in casa si agita, volendo difendere il suo territorio, ma non è in grado di raggiungerlo. Incapace di affrontare direttamente l’intruso, il micio attacca, invece, chi è più vicino, di solito il proprietario o un coinquilino felino o canino.
• SPAVENTO
Qualcosa spaventa seriamente il gatto. Potrebbe essere un suono forte, un urlo proveniente dal film in tv, qualcosa che gli cade vicino, o qualsiasi altra cosa che sia improvvisa e allarmante.
• PREDE DALLA FINESTRA
Il gatto vede dalla finestra delle potenziali prede, ma non è in grado di seguirle.
• PAURA DEL CANE
Il gatto potrebbe essere spaventato dal cane, al quale magari non è ben abituato, ma non avendo abbastanza coraggio di attaccarlo, va a cercare uno dei suoi coinquilini felini.
• DOLORE
Anche il dolore può causare un’aggressione reindirizzata. I gatti, a volte, associano il dolore che provano a un animale o a una persona nelle vicinanze.
• ODORE DI UN ALTRO GATTO
Annusare l’odore di un altro gatto su un membro della famiglia, su un visitatore o sui vestiti/oggetti. La vista e l’odore di qualcosa di sconosciuto possono facilmente iper stimolare il gatto.
• DURANTE UNA LITE
L’intervento di una persona in una lite tra gatti, ma anche in un incontro tra mici non familiari.
• NOVITÀ INASPETTATA
Trovarsi in una nuova situazione o ambiente.
5. Comunicazione felina
Comprendere cosa il gatto sta comunicando attraverso il suo linguaggio corporeo è essenziale.
Ci consente di “leggere” più accuratamente i suoi messaggi e di capire i suoi reali sentimenti e motivazioni, nonché anche di rispondere in modo più efficace a problemi comportamentali, come, appunto, l’aggressività rediretta.
Il linguaggio del corpo è costituito dalle posture, dalle espressioni facciali e dalla posizione di alcune parti del corpo stesso, come orecchie, coda e persino i baffi.
Il linguaggio del corpo del gatto è più difficile da interpretare di quello del cane. Minacce e aggressioni possono essere offensive o difensive.
Un gatto aggressivo cerca di sembrare più grande e più intimidatorio, mentre un micio sulla difensiva adotta una postura autoprotettiva e cerca di sembrare più piccolo.
Una regola generale è quella di non toccare, tentare di rassicurare o punire i gatti che mostrano queste posizioni!
Un felino impaurito mostrerà una combinazione di segnali difensivi (come accovacciarsi, appiattire le orecchie, piegare la coda, piegarsi o rotolarsi sul lato e dilatazione delle pupille) e segnali aggressivi (come sibilare e sputare, piloerezione, ringhiare, mordere e graffiare).
Spesso il modo migliore per affrontare un gatto aggressivo è semplicemente evitarlo, finché non si calma.