Per questo mese di Settembre 2019 vi proponiamo le 5 letture che più ci hanno colpito.
Ecco allora i nostri consigli su alcuni libri interessanti e ricordatevi sempre che “Leggere fa bene all’anima” e che “Un uomo che legge ne vale due”.
“I libri, loro non ti abbandonano mai. Tu sicuramente li abbandoni di tanto in tanto, i libri, magari li tradisci anche, loro invece non ti voltano mai le spalle: nel più completo silenzio e con immensa umiltà, loro ti aspettano sullo scaffale”. (Amos Oz)
1. "The chain" di Adrian McKinty
Una scrittura travolgente, un meccanismo narrativo perfetto che ha conquistato gli autori di crime fiction più importanti al mondo.
«Spaventoso, travolgente, originale. Una storia che non riuscirete a togliervi dalla testa per moltissimo tempo.» - Stephen King
«Fenomenale. Scritto in stato di grazia. Un capolavoro di suspense. Mi ha terrorizzato, ma dovevo andare fino in fondo. Un romanzo che entra a far parte di quell’élite di thriller amati in tutto il mondo come L’amore bugiardo e Il silenzio degli innocenti.» - Don Winslow
«Se fossi bloccato su un’isola deserta mi assicurerei di avere con me un libro di McKinty.» - Ian Rankin
«L'unico modo per riavere tuo figlio è rapire il figlio di un altro»
"Mi chiamo Rachel Klein e fino a pochi minuti fa ero una madre qualunque, una donna qualunque. Ma adesso sono una vittima. Una criminale. Una rapitrice. È bastato un attimo: una telefonata, un numero occultato, poche parole.
Abbiamo rapito tua figlia Kylie. Segui le istruzioni. E non spezzare la Catena, oppure tua figlia morirà. La voce di questa donna che non conosco mi dice che Kylie è sulla sua macchina, legata e imbavagliata, e per riaverla non sarà sufficiente pagare un riscatto.
Non è così che funziona la Catena. Devo anche trovare un altro bambino da rapire. Come ha fatto lei, la donna con cui sto parlando: una madre disperata, come me. Ha rapito Kylie per salvare suo figlio. E se io non obbedisco agli ordini, suo figlio morirà.
Ho solo ventiquattro ore di tempo per fare l’impensabile. Per fare a qualcun altro ciò che è stato fatto a me: togliermi il bene più prezioso, farmi precipitare in un abisso di angoscia, un labirinto di terrore da cui uscirò soltanto compiendo qualcosa di efferato. Io non sono così, non ho mai fatto niente di male nella mia vita. Ma non ho scelta. Se voglio salvare Kylie, devo perdere me stessa".
Adrian McKinty è nato e cresciuto a Belfast, Irlanda del Nord, negli anni del conflitto nordirlandese. Suo padre era un costruttore di caldaie e ingegnere navale, sua madre una segretaria.
Dopo aver studiato Filosofia a Oxford con una borsa di studio, si trasferì negli Stati Uniti per insegnare inglese alle scuole superiori. Il suo primo romanzo thriller Dead I Well May Be è stato selezionato per il Dagger Award 2004 ed è stato opzionato da Universal Pictures. I suoi libri hanno vinto l’Edgar Award, il Ned Kelly Award, l’Anthony Award, il Barry Award e sono stati tradotti in oltre 20 lingue.
McKinty è recensore e critico per The Sidney Morning Herald, The Irish Times e The Guardian. The Chain (Longanesi, 2019) è il suo primo romanzo tradotto in Italia.
2. "Dodici rose a Settembre" di Maurizio De Giovanni
Il nuovo personaggio di Maurizio de Giovanni è già apparso in due raccolte di racconti a tema di questa casa editrice e si è fatto già notare, per la sua simpatia e credibilità, per come affronta il suo lavoro a Napoli, in un territorio in cui gli assistenti sociali sono visti come il fumo negli occhi e sono sempre troppo pochi.
Gelsomina – detta Mina – Settembre è una borghese napoletana in «trasferta» nei Quartieri Spagnoli; in possesso di una non comune sensibilità sociale, determinata a proteggere i deboli dalle prevaricazioni, anche a dispetto delle regole, Mina è guardata con sospetto dove lavora, perché è pur sempre una «signora».
Le sue contraddizioni sembrano riflettersi sul suo corpo; 42 anni ben portati, aggraziata, ma con un fisico prosperoso che non accetta e che cerca di nascondere con maglioni sformati che le attirano pesanti reprimende dall’acida madre, con cui è tornata ad abitare suo malgrado dopo la separazione, e non la preservano dalle volgari attenzioni di Rudy, portinaio anziano ma tutt’altro che rassegnato all’età.
Anche la sua vita sentimentale è una contraddizione vivente, sospesa com’è tra Claudio, ex marito magistrato, protettivo e un po’ grigio, ancora innamorato di lei, e Domenico, ginecologo imbranato e inconsapevole che lavora nel suo stesso consultorio.
In uno strano mese di settembre in una Napoli luminosa e disperata Mina è alle prese con una penosa situazione di degrado sociale, innocenti da sottrarre alla prevaricazione di un delinquente protetto dalla solita falla legislativa; e una tempesta sentimentale da fronteggiare, con il bel Domenico che non si decide a corteggiarla e la madre, determinata a renderle la vita un vero inferno.
Nel frattempo l’ex marito magistrato porta avanti con assoluta riservatezza un’indagine sull’Assassino delle Rose, un pazzo che ammazza gente senza un criterio dopo avergli fatto trovare in casa o sul posto di lavoro una rosa. Quello che Claudio non sa è che anche Mina riceve ogni giorno una rosa. Rossa, come il sangue.
Nato nel 1958 a Napoli, dove vive e lavora, Maurizio De Giovanni è autore della fortunata serie di romanzi con protagonista il commissario Ricciardi, attivo nella Napoli degli anni Trenta, su cui è incentrato un ciclo di romanzi, tutti pubblicati da Einaudi, che comprende finora: Il senso del dolore (2007), La condanna del sangue (2008), Il posto di ognuno (2009), Il giorno dei morti (2010), Per mano mia (Einaudi, 2011), Vipera (2012, Premio Viareggio, Premio Camaiore), Anime di vetro (2015) Serenata senza nome (2016), Rondini d'inverno (2017) e Il purgatorio dell'angelo (2018).
Insieme a Sergio Brancato ha pubblicato due graphic novel sulle inagini del commissario Ricciardi: Il senso del dolore. Le stagioni del commissario Ricciardi (Sergio Bonelli 2017) e La condanna del sangue. Le stagioni del commissario Ricciardi (Sergio Bonelli 2018).
È anche autore di: Storie azzurre (Cento Autori, 2010), una raccolta di quattro racconti lunghi dedicati al Napoli, la sua squadra del cuore; Il metodo del Coccodrillo (Mondadori, 2012, Einaudi 2016; Premio Scerbanenco).
Con I bastardi di Pizzofalcone (Einaudi 2013) ha inaugurato un nuovo ciclo contemporaneo, sempre pubblicato da Einaudi, continuato con Buio per i Bastardi di Pizzofalcone (2013), Gelo per i bastardi di Pizzofalcone (2014), Cuccioli per i bastardi di Pizzofalcone (2015), Pane per i bastardi di Pizzofalcone (2016), Souvenir per i bastardi di Pizzofalcone (2017) che vede protagonista la squadra investigativa di un commissariato partenopeo.
Il suo racconto Un giorno di Settembre a Natale è incluso nella raccolta Regalo di Natale edita da Sellerio nel 2013. È uscita nel 2014 un'altra raccolta di racconti gialli dal titolo Giochi criminali dove il suo testo Febbre appare accanto a quelli di De Cataldo, De Silva e Lucarelli. Inoltre, il suo racconto Un telegramma da settembre è incluso nell'antologia Sellerio La scuola in giallo, del 2014. Nel 2015 pubblica Il resto della settimana (Rizzoli)e Skira Una domenica con il commissario Ricciardi (Skira).
Nel 2017 partecipa con un suo contributo alla raccolta di saggi Attenti al Sud, edito da Piemme, e con Rizzoli pubblica I Guardiani.
Del 2018 è Sara al tramonto (Rizzoli), Sbirre (Rizzoli), scritto in collaborazione con Massimo Carlotto e Giancarlo De Cataldo.
3. "Presenza oscura" di Dorn Wulf
Il mio nome è Nikka. Mi hanno uccisa. Ma questo è solo l'inizio.
Quando Nikka, sedici anni, si risveglia dal coma in ospedale fatica a ricordare cosa sia successo. Era a una festa, questo lo ricorda, insieme alla sua amica Zoe. Ma poi?
Poi, improvvisamente un blackout. Nikka ha provato l’esperienza della morte: per ventuno terribili minuti il suo cuore ha cessato di battere, ma il suo cervello ha continuato a funzionare.
E Nikka ricorda un tunnel buio in cui si intravedeva una luce e ricorda che anche Zoe era con lei. E quindi rimane scioccata alla notizia che Zoe è scomparsa proprio durante la festa e che da allora manca da casa.
Che sia stata uccisa? Nikka è convinta di no e appena riesce incomincia a cercarla… Ma fin dove sarà disposta a spingersi per salvare la sua migliore amica?
L'autore del libro Dorn Wulf ha studiato lingue e per anni ha lavorato come logopedista per la riabilitazione del linguaggio in pazienti psichiatrici.
La psichiatra (Corbaccio 2010) è il suo primo romanzo ed è diventato un successo grazie al passaparola dei lettori.
Tra gli altri suoi libri Il superstite (2011), Follia profonda (2012), Il mio cuore cattivo (2013), Phobia (2014), tutti pubblicati da Corbaccio.
4. "Il filo infinito" di Paolo Rumiz
Dopo Appia e Come cavalli che dormono in piedi, un nuovo grande viaggio. Da Norcia e ritorno, attraverso l’Europa dei monasteri, alla riscoperta dei nostri valori fondanti.
«È un filo che si tesse e si spezza a seconda degli incontri: dentro ci si capisce al volo anche con alfabeti diversi, fuori basta una testa calda per riportarci al tempo del "Prima noi!"» - Raffaele Oriani, Il Venerdì
“Oggi la vera terra di missione non è l’Africa ma quest’Europa che perde la bussola, riduce la fede a estetica, gioca con miasmi di morte, e dove i paesi che hanno voluto l’Unione sembrano i primi a volerla distruggere.”
«Che uomini erano quelli. Riuscirono a salvare l'Europa con la sola forza della fede. Con l'efficacia di una formula semplicissima, "ora et labora".
Lo fecero nel momento peggiore, negli anni di violenza e anarchia che seguirono la caduta dell'Impero romano, quando le invasioni erano una cosa seria, non una migrazione di diseredati.
Ondate violente, spietate, pagane. Unni, Vandali, Visigoti, Longobardi, Slavi e i ferocissimi Ungari. Li cristianizzarono e li resero europei con la sola forza dell'esempio.
Salvarono una cultura millenaria, rimisero in ordine un territorio devastato e in preda all'abbandono. Costruirono, con i monasteri, dei formidabili presidi di resistenza alla dissoluzione. Sono i discepoli di Benedetto
da Norcia, il santo protettore d'Europa. Li ho cercati nelle loro abbazie, dall'Atlantico fino alle sponde del Danubio. Luoghi più forti delle invasioni e delle guerre.
Gli uomini che le abitano vivono secondo una 'regola' più che mai valida oggi, in un momento in cui i seminatori di zizzania cercano di fare a pezzi l'utopia dei loro padri: quelle nere tonache monacali ci dicono che l'Europa è, prima di tutto, uno spazio millenario di migrazioni.
Una terra 'lavorata', dove - a differenza dell'Asia o dell'Africa - è quasi impossibile distinguere fra l'opera della natura e quella dell'uomo. Un paradiso che è insensato blindare con reticolati.
Da dove se non dall'Appennino, un mondo duro, abituato da millenni a risorgere dopo ogni terremoto, poteva venire questa formidabile spinta alla ricostruzione dell'Europa?
Quanto è conscia l'Italia di questa sua centralità se, per la prima volta dopo secoli, lascia in macerie le terre pastorali da dove venne il segno della rinascita di un intero continente?
Quanto c'è ancora di autenticamente cristiano in un Occidente travolto dal materialismo? Sapremo risollevarci senza bisogno di altre guerre e catastrofi?».
All'urgenza di questi interrogativi Paolo Rumiz cerca una risposta nei fortini dove resistono i valori perduti, in un viaggio che è prima di tutto una navigazione interiore. I guardiani dell'arca costituisce, insieme al canto epico «Evropa», un dittico dedicato all'Europa, alle sue origini, al suo futuro.
Paolo Rumiz è scrittore e giornalista triestino, inviato speciale del «Piccolo» di Trieste ed editorialista de «La Repubblica».
Esperto del tema delle Heimat e delle identità in Italia e in Europa, dal 1986 segue gli eventi dell’area balcanico-danubiana. Nel 2001 invece segue, prima da Islamabad e poi da Kabul, l'attacco statunitense all'Afghanistan.
Vince il premio Hemingway nel 1993 per i suoi servizi dalla Bosnia e il premio Max David nel 1994 come migliore inviato italiano dell’anno.
Ha pubblicato, tra l’altro, Danubio. Storie di una nuova Europa (1990), Vento di terra (1994), Maschere per un massacro (1996), La linea dei mirtilli (1993), La secessione leggera (2001), È Oriente (2003), Gerusalemme perduta (2005), La leggenda dei monti naviganti (2007), Annibale.
Un viaggio (2008), L'italia in seconda classe, con i disegni di Altan e una Premessa del misterioso 740 (2009), La cotogna di Istanbul (2010), Il bene ostinato (2011), A piedi (2012), Trans Europa Express (2012), Morimondo (2013), Maledetta Cina (2012), Il cappottone di Antonio Pitacco (2012), Come cavalli che dormoni in piedi Ambra sulla corrente (2014), Appia (2016), Dal libro dell'esodo (con Cécile Kyenge) e Il filo infinito (2019).
Quasi tutti i titoli di Paolo Rumiz sono pubblicati in Italia da Feltrinelli.
5. "Possiamo salvare il mondo, prima di cena. Perché il clima siamo noi" di Jonathan Safran Foer
Il tema dell'emergenza climatica affrontato in un libro unico, che ha l'urgenza di un pamphlet e il fascino di un romanzo.
«Capitoli brevi e incisivi sono incastonati dentro un’argomentazione stringente ottenendo l’effetto di storie emozionanti ed efficaci» – La Lettura
Nessuno se non noi distruggerà la terra
e nessuno se non noi la salverà...
Noi siamo il diluvio, noi siamo l'arca.
Qualcuno si ostina a liquidare i cambiamenti climatici come fake news, ma la gran parte di noi è ben consapevole che se non modifichiamo radicalmente le nostre abitudini l'umanità andrà incontro al rischio dell'estinzione di massa.
Lo sappiamo, eppure non riusciamo a crederci. E di conseguenza non riusciamo ad agire. Il problema è che l'emergenza ambientale non è una storia facile da raccontare e, soprattutto, non è una buona storia: non spaventa, non affascina, non coinvolge abbastanza da indurci a cambiare la nostra vita.
Per questo rimaniamo indifferenti, o paralizzati: la stessa reazione che suscitò Jan Karsky, il «testimone inascoltato», quando cercò di svelare l'orrore dell'Olocausto e non fu creduto. In tempo di guerra, veniva chiesto ai cittadini di contribuire allo sforzo bellico: ma qual è il confine tra rinuncia e sacrificio, quando in gioco c'è la nostra sopravvivenza, o la sopravvivenza dei nostri figli?
E quali sono le rinunce necessarie, adesso, per salvare un mondo ormai trasformato in una immensa fattoria a cielo aperto?
Nel suo nuovo libro, Jonathan Safran Foer mette in campo tutte le sue risorse di scrittore per raccontare, con straordinario impatto emotivo, la crisi climatica che è anche «crisi della nostra capacità di credere», mescolando in modo originalissimo storie di famiglia, ricordi personali, episodi biblici, dati scientifici rigorosi e suggestioni futuristiche.
Un libro unico, che parte dalla volontà di «convincere degli sconosciuti a fare qualcosa» e termina con un messaggio rivolto ai figli, ai quali ciascun genitore – non solo a parole, ma con le proprie scelte – spera di riuscire a insegnare «la differenza tra correre verso la morte, correre per sfuggire alla morte e correre verso la vita».
Jonathan Safran Foer (Washington 1977) è un narratore statunitense. Nel 1999 si è recato in Ucraina per condurre ricerche sulla vita del nonno ebreo.
Da quel viaggio è nato Ogni cosa è illuminata (Everything is illuminated, 2002), romanzo rappresentativo, tra humour e disincanto, del muto dolore di tante storie di emigrazione, vincitore del National Jewish Book Award e del Guardian First Book Award.
Un altro dramma sommesso della memoria è Molto forte, incredibilmente vicino (Extremely loud & incredibly close, 2005), divagazione di un ragazzo alle prese, tra foto di famiglia e altre reliquie, col ricordo del padre, vittima dell’attacco alle Torri Gemelle.
Nel saggio Se niente importa. Perché mangiamo gli animali? (Eating animals, 2009) ha raccontato le motivazioni della propria scelta vegetariana. Da entrambi i romanzi sono stati tratti film.
Nel 2007 è stato incluso nel Granta's Best of Young American Novelists. I libri di Jonathan Safran Foer sono pubblicati in Italia da Guanda.