Per questo mese di Novembre 2019 vi proponiamo le 5 letture che più ci hanno colpito.
Ecco allora i nostri consigli su alcuni libri interessanti e ricordatevi sempre che “Leggere fa bene all’anima” e che “Un uomo che legge ne vale due”.
«Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro.» Umberto Eco
1. "La misura del tempo" di Gianrico Carofiglio
Un romanzo magistrale. Una scrittura inesorabile e piena di compassione, in equilibrio fra il racconto giudiziario - distillato purissimo della vicenda umana - e le note dolenti del tempo che trascorre e si consuma.
«Se non fosse colpevole di quell'omicidio, e non riesco a immaginare come sia possibile, sarebbe un tale concorso di circostanze sfortunate da mettere i brividi»
Tanti anni prima Lorenza era una ragazza bella e insopportabile, dal fascino abbagliante. La donna che un pomeriggio di fine inverno Guido Guerrieri si trova di fronte nello studio non le assomiglia.
Non ha nulla della lucentezza di allora, è diventata una donna opaca. Gli anni hanno infierito su di lei e, come se non bastasse, il figlio Iacopo è in carcere per omicidio volontario.
Guido è tutt'altro che convinto, ma accetta lo stesso il caso; forse anche per rendere un malinconico omaggio ai fantasmi, ai privilegi perduti della giovinezza.
Comincia cosí, quasi controvoglia, una sfida processuale ricca di colpi di scena, un appassionante viaggio nei meandri della giustizia, insidiosi e a volte letali.
Magistrato dal 1986, Gianrico Carofiglio ha lavorato come pretore a Prato, Pubblico Ministero a Foggia e come Sostituto procuratore alla Direzione distrettuale antimafia di Bari.
È stato eletto senatore per il Partito Democratico nel 2008. Il suo primo romanzo è del 2002, Testimone inconsapevole, edito da Sellerio.
Con quest'opera Carofiglio ha inaugurato il legal thriller italiano. Il romanzo, che introduce il personaggio dell'avvocato Guido Guerrieri, ottiene vari riconoscimenti riservati alle opere prime, tra cui il Premio del Giovedì "Marisa Rusconi", il premio Rhegium Iulii, il premio Città di Cuneo e il Premio Città di Chiavari.
Sempre con protagonista Guerrieri, da Sellerio seguono nel 2003 Ad occhi chiusi (premio Lido di Camaiore, premio delle Biblioteche di Roma e "miglior noir internazionale dell'anno" 2007 in Germania secondo una giuria di librai e giornalisti) e nel 2006 Ragionevoli dubbi, premio Fregene e premio Viadana nel 2007, premio Tropea nel 2008.
Tra i suoi numerosi libri ricordiamo Il passato è una terra straniera (Rizzoli, 2004), premio Bancarella 2005, da cui è tratto l'omonimo film prodotto da Fandango nel 2008; con il fratello Francesco la graphic novel Cacciatori nelle tenebre (Rizzoli 2007), premio Martoglio; L'arte del dubbio (Sellerio 2007); Né qui né altrove (Laterza 2008); Il paradosso del poliziotto (Nottetempo 2009); Le perfezioni provvisorie (Sellerio 2010); Il silenzio dell'onda (Rizzoli 2011), Il bordo vertiginoso delle cose (Rizzoli 2013), La casa nel bosco (scritto con il fratello Francesco, 2014).
Tra le più recenti pubblicazioni Einaudi si ricordano: Una mutevole verità (2014) e la nuova indagine di Guido Guerrieri La regola dell'equilibrio, Passeggeri notturni e L'estate fredda (2016); Alle tre del mattino (2017) e La misura del tempo (2019).
Premio Speciale alla carriera della XXVII edizione del premio letterario Castelfiorentino di Poesia e Narrativa 2016.
2. "I vagabondi" di Olga Tokarczuk
Finalista Premio Gregor von Rezzori Città di Firenze 2019
Vincitore dell'International Man Booker Prize 2018
A Olga Tokarczuk è stato assegnato il Premio Nobel per la Letteratura 2018.
«Muoviti, vai, beato è colui che parte.»
«Una scrittrice magnifica» – Svjatlana Aleksievič
«Un gabinetto delle curiosità, un libro sovrastorico e transnazionale, che va avanti e indietro nel tempo, tra finzione e fatto. Nel viaggio della narratrice è sparsa una costellazione di storie discrete che condividono motivi ritmici e giri di frase» – The New York Times
«Echi di W.G. Sebald, Kundera, Kiš. Non c'è miglior compagno di viaggio in questi tempi di tumultuoso fatalismo» – The Guardian
«L'interesse per ciò che connette l'anima al corpo è un "leitmotiv" che nonostante l'apparente assenza di trama intreccia stretti i fili diversi del testo – fiction, memoir, saggio – facendone una sola» – The Spectator
La narratrice che ci accoglie all'inizio di questo romanzo confida che fin da piccola, quando osservava lo scorrere dell'Oder, desiderava una cosa sola: essere una barca su quel fiume, essere eterno movimento.
È questo spirito-guida che ci conduce attraverso le esistenze fluide di uomini e donne fuori dell'ordinario, come la sorella di Chopin, che porta il cuore del musicista da Parigi a Varsavia, per seppellirlo a casa; come l'anatomista olandese scopritore del tendine di Achille che usa il proprio corpo come terreno di ricerca; come Soliman, rapito bambino dalla Nigeria e portato alla corte d'Austria come mascotte, infine, alla morte, impagliato e messo in mostra; e un popolo di nomadi slavi, i bieguni, i vagabondi del titolo, che conducono una vita itinerante, contando sulla gentilezza altrui.
Come tanti affluenti, queste esistenze si raccolgono in una corrente, una prosa che procede secondo un andamento talvolta guizzante, come le rapide, talvolta più lento, come se attraversasse le vaste pianure dell'est, per raccontarci chi siamo stati, chi siamo e forse chi saremo: individui capaci di raccogliere il richiamo al nomadismo che fa parte di noi, ci rende vivi e ci trasforma, perché «il cambiamento è sempre più nobile della stabilità».
Premio Nobel per la Letteratura 2018 "per un immaginario narrativo che con passione enciclopedica, Olga Tokarczuk rappresenta l'attraversamento dei confini come forma di vita".
Insignita di numerosi premi letterari, tradotta in diciannove lingue e vincitrice per ben tre volte del Premio letterario Nike, Olga Tokarczuk ha ottenuto, coi i suoi romanzi, un enorme successo sia in Polonia che all’estero.
È una delle autrici più popolari in Polonia, per tre anni di fila i suoi libri sono stati votati come i più amati dal pubblico di lettori.
In Italia ha pubblicato, tra gli altri: Dio, il tempo, gli uomini e gli angeli (E/O 1999); Che Guevara e altri racconti (Forum 2006); Guida il tuo carro sulle ossa dei morti (Nottetempo 2012); Nella quiete del tempo (Nottetempo 2013); Casa di giorno, casa di notte (Fahrenheit 451 2015); L' anima smarrita, con Joanna Concejo (TopiPittori 2018); I vagabondi (Bompiani 2019).
3. "Cercami" di André Aciman
Con la magistrale sensibilità che ha dimostrato nel raccontare i sentimenti, André Aciman riannoda i destini dei protagonisti di Chiamami col tuo nome, in un romanzo che si interroga e ci interroga sulla durata dell’amore, al di là del tempo e delle distanze.
«Semplice e perfetto» – Il Venerdì
«Bellissimo, sentimentale, spiazzante, profetico, leggete Aciman» – La Lettura
«Questo romanzo dimostra, ancora una volta, come André Aciman sappia fondere l’aspetto sensuale e quello intellettuale in storie capaci di arrivare al cuore.» - Publishers Weekly
Sono passati parecchi anni da quell’estate in Riviera: Elio, in piena confusione adolescenziale, aveva scoperto la forza travolgente del primo amore grazie a Oliver, lo studente americano ospite del padre nella casa di famiglia.
Erano stati giorni unici, in grado di segnare le loro vite con la forza di un desiderio incancellabile, nonostante ciascuno abbia poi proseguito per una strada diversa.
Il nuovo romanzo di André Aciman si apre con l’incontro casuale su un treno tra un professore di mezza età e una giovane donna: lui è Samuel, il padre di Elio, sta andando a Roma per tenere una conferenza ed è ansioso di cogliere l’occasione per rivedere suo figlio, pianista affermato ma molto inquieto nelle questioni sentimentali; lei è una fotografa, carattere ribelle e refrattaria alle relazioni stabili, e in quell’uomo più maturo scopre la persona che avrebbe voluto conoscere da sempre.
Tra i due nasce un’attrazione fortissima, che li porterà a mettere in discussione tutte le loro certezze. Anche per Elio il destino ha in serbo un incontro inaspettato a Parigi, che potrebbe assumere i contorni di un legame importante.
Ma nulla può far sbiadire in lui il ricordo di Oliver, che vive a New York una vita apparentemente serena, è sposato e ha due figli adolescenti, eppure… Una parola, solo una parola, potrebbe bastare a riaprire una porta che in fondo non si è mai chiusa."
André Aciman ha vissuto e studiato prima ad Alessandria d'Egitto, poi a Roma e infine a New York.
Insegna letteratura comparata alla City University di New York e vive con la famiglia a Manhattan.
È autore tra l'altro di False Papers (2000), Chiamami col tuo nome (Call me by your name - Guanda 2008), Ultima notte ad Alessandria (Guanda 2009) e curatore di The Proust Project (2004). Nel 2011 pubblica Notti bianche. Del 2013 è Città d'ombra, del 2017 Chiamami col tuo nome e Variazioni su un tema originale, tutti editi da Guanda.
4. "Prima che tu venga al mondo" di Massimo Gramellini
Il nuovo libro di Massimo Gramellini è il racconto di una trasformazione e di un’attesa. Nove capitoli, uno per ogni mese di «gravidanza», che compongono una lunga lettera, emozionante e ironica, destinata a un bambino che non c’è ancora.
«La vita è un gioco e vince chi ritorna bambino. Ma, per riuscirci, dovevo prima diventare adulto.»
Quando è stata l’ultima volta che avete fatto qualcosa per la prima volta? Che avete scoperto qualcosa di inaspettato e avete provato un’emozione nuova?
Immaginate un uomo che, superata la soglia dei cinquant’anni, diventa padre quando ormai, in famiglia e sul lavoro, si era adagiato su una perfetta vita da figlio.
Che cosa può rompersi o scatenarsi all’improvviso? Il nuovo libro di Massimo Gramellini è il racconto di una trasformazione e di un’attesa.
Nove capitoli, uno per ogni mese di «gravidanza», che compongono una lunga lettera, emozionante e ironica, destinata a un bambino che non c’è ancora mentre si fanno i conti con un padre che non c’è più.
Una storia d’amore e di rinascita che ci ricorda come attraverso gli altri possiamo ritrovare in noi stessi infinite risorse e comprendere ciò che conta davvero. Se «la vita è un gioco e vince chi ritorna bambino», per riuscirci bisogna prima diventare adulti.
Torinese di sangue romagnolo, Massimo Gramellini è giornalista e vicedirettore de La Stampa.
Da anni scrive quotidianamente un corsivo sulla prima pagina in taglio basso, intitolato "Buongiorno", dove commenta uno dei fatti principali della giornata.
Inoltre gestisce la rubrica della Posta del cuore sull'inserto settimanale Specchio.
Collabora con la trasmissione televisiva di Rai Tre Che tempo che fa.
Ha pubblicato, tra l'altro: Colpo Grosso (con Curzio Maltese e Pino Corrias), 1994; Compagni d’Italia, 1996; Buongiorno, 2002; Granata da legare, 2006; Cuori allo specchio, 2008; L'ultima riga delle favole, 2010; Fai bei sogni, 2012; La magia di un buongiorno, 2014 e Avrò cura di te (con Chiara Gamberale), 2014.
5. "La vita gioca con me" di David Grossman
Con La vita gioca con me David Grossman ci ricorda che scegliere significa escludere e vivere è un continuo, maldestro tentativo di ricomporre. Un romanzo di intensità straordinaria, dove ogni pagina è grande letteratura.
«Con voce femminile, Grossman riflette l’immaginario e i sogni degli israeliani oggi.» – Robinson
«Ciò che è stato è stato. E bisogna accettarlo.»
"Tuvia era mio nonno. Vera è mia nonna. Rafael, Rafi, mio padre, e Nina… Nina non c'è. Nina non è qui. È sempre stato questo il suo contributo particolare alla famiglia", annota Ghili nel suo quaderno.
Ma per la festa dei novant'anni di Vera, Nina è tornata; ha preso tre aerei che dall'Artico l'hanno portata al kibbutz, tra l'euforia di sua madre, la rabbia di sua figlia Ghili, e la venerazione immutata di Rafi, l'uomo che ancora, nonostante tutto, quando la vede perde ogni difesa. E questa volta sembra che Nina non abbia intenzione di fuggire via; ha una cosa urgente da comunicare. E una da sapere.
Vuole che sua madre le racconti finalmente cosa è successo in Iugoslavia, nella "prima parte" della sua vita, quando, giovane ebrea croata, si è caparbiamente innamorata di MiloŠ, figlio di contadini serbi senza terra. E di quando MiloŠ è stato sbattuto in prigione con l'accusa di essere una spia stalinista.
Vuole sapere perché Vera è stata deportata nel campo di rieducazione sull'isola di Goli Otok, abbandonandola all'età di sei anni e mezzo.
Di più, Nina suggerisce di partire alla volta del luogo dell'orrore che ha risucchiato Vera per tre anni e che ha segnato il suo destino e poi quello della giovane Ghili.
Il viaggio di Vera, Nina, Ghili e Rafi a Goli Otok finisce per trasformarsi in una drammatica resa dei conti e rompe il silenzio, risvegliando sentimenti ed emozioni con la violenza della tempesta che si abbatte sulle scogliere dell'isola.
Un viaggio catartico affidato alle riprese di una videocamera, dove memoria e oblio si confondono in un'unica testimonianza imperfetta.
David Grossman è un autore israeliano di romanzi, saggi e letteratura per bambini, ragazzi e adulti, i cui libri sono stati tradotti in numerose lingue.
Ha cominciato la sua carriera lavorando in una radio israeliana come corrispondente di un programma per ragazzi.
Il suo stile è stato definito «semplice e avvincente»: scrittore impegnato politicamente per trovare una soluzione al conflitto tra arabi e israeliani, è noto in tutto il mondo per i suoi scritti, editi in Italia da Mondadori (se non diversamente specificato).
Tra le sue molte opere, ricordiamo i romanzi Vedi alla voce: amore (1998, ripubblicato da Einaudi l'anno successivo), Ci sono bambini a zig-zag (1998), Il libro della grammatica interiore (1999), Che tu sia per me il coltello (2000), Qualcuno con cui correre (2002), Col corpo capisco (2005), A un cerbiatto somiglia il mio nome (2008), Caduto fuori dal tempo (2012, ispiratogli dalla morte del figlio Uri, di leva nell'esercito israeliano e ucciso durante la guerra lampo con Hezbollah in Libia, nel 2006), e Applausi a scena vuota (2014).
Tra i suoi saggi sulla questione israeliana e mediorientale citiamo La guerra che non si può vincere (2005), Con gli occhi del nemico (2008), On combat. Psicologia e fisiologia del combattimento in guerra e in pace (Libreria Militare Editrice, 2009) e On killing. Il costo psicologico di imparare ad uccidere (2015). Vincitore del prestigioso Man Booker International Prize nel 2017.
Nel 2019 pubblica per Mondadori La vita gioca con me.