Francis Drake fu un navigatore eccellente e di gran carattere.
Durante la sua circumnavigazione del globo, alla ricerca del fantomatico passaggio a Nordovest che avrebbe dovuto unire Atlantico e Pacifico, raggiunse il confine fra gli attuali Canada e Stati Uniti.
Approdò anche in California e, forse, nell’Oregon, battezzando quelle terre Nuova Albione. Quasi tutti i grandi eroi nazionali nascondono qualche lato oscuro.
Nel caso di Francis Drake, però, luci e ombre si alternano in modo così tumultuoso da farci chiedere: era un coraggioso avventuriero o soltanto un’avidissima canaglia? Scopriamolo insieme!
1. Un uomo poliedrico
Esploratore e negriero, pirata e corsaro, commerciante e uomo d’armi, perfino politico.
L’inglese Francis Drake (anzi, sir Francis Drake, dopo che la regina Elisabetta I lo fece cavaliere) nella seconda metà del Cinquecento è protagonista di una straordinaria ascesa sociale ed economica.
Una carriera straordinaria, che lo vede riscattare il ruolo storico della pirateria, fino ad allora esecrata in pubblico e tollerata, se non finanziata, dagli Stati nelle segrete stanze.
La sua nomina a baronetto squarcia il velo di ipocrisia che oscura il rapporto tra il potere e la ciurmaglia terrore dei mari, da tempo capace di coniugare il proprio tornaconto con il bene supremo dell’Inghilterra. Sir Francis Drake ne diventa l’emblema.
Schiacciata dalla potenza economica spagnola che ha trovato nelle Americhe un pozzo senza fondo di ricchezze, dilaniata dai conflitti di religione, assisa su un trono scricchiolante privo di finanze e senza flotta, la regina Elisabetta intuisce l’importanza di assecondare la sete di avventura e conquista di questi valenti uomini di mare.
Ma ha l’idea di indirizzarne la furia verso un solo obiettivo: navi e colonie di Spagna. I pirati diventano così, sia pure ufficiosamente, soldati del regno, senza che la Corona debba però sporcarsi le mani direttamente con le discutibili imprese di questi liberi professionisti della razzia.
Francis Drake nasce nel Devon, in Inghilterra, nel 1540, in una famiglia contadina di rigida fede anglicana, presto costretta dalla fazione cattolica a prendere le proprie cose e trasferirsi in fretta e furia a Guilligham, nel Kent.
Il piccolo Francis cresce così nell’odio verso i cattolici e i papisti. Cugino di John e Williams Hawkins, tra i più importanti corsari inglesi del secolo, ha il mare nel destino, un orizzonte infinito che nel Cinquecento profuma di ricchezze, avventura, scoperte. Ha solo 13 anni quando sale a bordo della sua prima nave, e a 20 è già capitano.
2. L’oceano nelle vene
Svolge il suo apprendistato nel Mare del Nord, e nel 1566 (sotto le vele di famiglia dei cugini, tra i primi a salpare dal regno con l’intenzione di commerciare con i coloni spagnoli) affronta il viaggio verso il Nuovo mondo.
La prima tappa è africana: in Guinea imbarcano schiavi da rivendere nelle Americhe, dove le nuove miniere necessitano di manodopera a costo zero.
Lungo il tragitto, gli inglesi, per non perdere le buone abitudini, catturano un cargo portoghese.
A Santo Domingo (con la complicità interessata del comandante della guarnigione, che pure era stato spedito sull’isola dagli spagnoli per impedire l’approdo dei pirati), Drake e compagni organizzano l’asta degli schiavi e riempiono le stive di merce ricchissima.
Guadagni vertiginosi, che fanno diventare il cugino Hawkins il commerciante più ricco di Plymouth e ingrossano la fila di investitori disposti a rischiare i propri denari sul prossimo viaggio.
Ci mette del suo anche la regina, che offre ai pirati una nave. Sotto banco, naturalmente. All’ombra del parente famoso, Drake si ritaglia la sua fetta di gloria, fino a diventare braccio destro del cugino e comandante lui stesso di una nave della flotta corsara.
Non sempre, però, le colonie spagnole si dimostrano concilianti: a volte gli inglesi devono dismettere i panni dei commercianti e tornare a vestire la grinta minacciosa dei pirati per ottenere dalle autorità locali la possibilità di concludere i loro sporchi ma redditizi affari.
Succede in Venezuela, durante il trionfale secondo viaggio, e ancora di più durante la terza e sfortunata avventura nelle Americhe, in cui gli inglesi devono affidarsi a spingarde e cannoni.
Respinti dal governatore di Cartagena, cercano fortuna vicino a Veracruz, nel Golfo del Messico, dove intercettano una nave spagnola che trasporta il tributo annuale d’argento dalle colonie alla madrepatria. Nella foto sotto, Francis Drake nel monumento a Plymouth.
3. Due terribili cugini
I cugini mettono le mani su una fortuna colossale e rapiscono il nuovo viceré del Messico, che stava andando a prendere possesso del suo ufficio.
Dalla terraferma, il viceré uscente organizza un assalto e, nella successiva battaglia, entrambe le flotte rimangono seriamente danneggiate.
Si salvano soltanto le navi agli ordini di Hawkins e Drake: tocca rientrare in patria alla chetichella, senza gloria né ricchezze. Drake ha imparato abbastanza sotto l’ala protettrice del cugino: ormai possiede tutte le competenze del grande navigatore e una sete di vendetta contro gli spagnoli che lo spinge a mettersi in proprio.
E pazienza se dovrà salpare senza la “copertura” reale, privo della “lettera di corsa” con cui la Corona autorizza a predare i galeoni nemici. Da corsaro ritorna pirata. A partire dal 1572, nelle Antille, si concentra sulle navi spagnole.
Ha però in testa un progetto ambizioso: intercettare la “flotta dell’argento”, il convoglio che, attraverso l’istmo di Panama, trasporta metalli preziosi dall’America del Sud.
L’impresa fallisce per via sia marittima che terrestre: a Nombre de Dios, Drake conosce la sconfitta contro gli spagnoli e perde in battaglia il fratello John, comandante della seconda nave della flotta, e un altro fratello, Joseph, ucciso dalla febbre gialla.
Alleandosi con alcuni francesi ugonotti, prova di nuovo a mettere le mani sull’argento del Perù presso il Camino de Cruces, un sentiero di pietre costruito dagli spagnoli nel 1519 con l’obiettivo di collegare l’Atlantico al Pacifico, e trasportare le merci da Panama fino al corso del fiume Chagres, per poi risalirlo fino a Nombre de Dios.
La razzia riesce: parte del tesoro conquistato è caricato a bordo, ma il grosso viene nascosto in un posto sicuro. Peccato che uno dei francesi venga catturato e sveli agli spagnoli il nascondiglio, vanificando il blitz inglese.
Tornato a Plymouth nel 1573, Drake lavora per quattro anni alla sua impresa più grande, quella che gli varrà il titolo di baronetto e la gloria di primo inglese e secondo navigatore della Storia ad aver circumnavigato il globo, 58 anni dopo Magellano.
Coperto stavolta dalla patente reale per la guerra di corsa, il 13 dicembre 1577 Drake salpa al comando di una flotta di cinque navi. In realtà, tempo prima, Inghilterra e Spagna avevano firmato un trattato di pace che avrebbe dovuto impedire alla regina Elisabetta di sguinzagliare il suo corsaro di fiducia.
Ma la sovrana è spregiudicata e ha lo sguardo lungo: nel 1585, infatti, scoppia una nuova guerra con Madrid, e a quel punto l’azione di Francis Drake diventa perfettamente coerente con l’obiettivo che la stessa Elisabetta gli confessa in privato alla vigilia della partenza: «Saremmo lieti di vendicarci del re di Spagna per varie offese che abbiamo ricevuto».
Giunto in Brasile dopo una navigazione lenta ed estenuante, in cui fondali bassi, nebbie e forti venti da terra fanno perdere il contatto tra le navi, Drake fa tappa a Puerto San Julian, lo stesso dove anche Magellano aveva svernato. Qui la flotta si ricompone, ma la sosta è tutt’altro che una vacanza.
Drake fa impiccare per insubordinazione il suo secondo, Doughty, e in seguito striglia e catechizza l’intero equipaggio per averlo definitivamente in pugno, sollecitando non soltanto la
brama di ricchezza ma anche un non facile spirito di corpo, merce davvero rara nell’universo piratesco.
D’altronde, ciurma e comandante non si erano dati un obiettivo da poco: occorreva arrivare dall’altra parte del mondo, nel Pacifico, attraversando quella lingua di mare stretta tra la Terra del Fuoco, con i suoi vulcani e ghiacci, e la cinta di rocce posta all’estremo sud del continente americano.
Drake giunge al fatidico appuntamento con la sola Pelican, l’ammiraglia: la Marigold si è inabissata con l’intero equipaggio e la Elizabeth ha preferito fare ritorno in Inghilterra.
Nella foto sotto, l’Armada spagnola devastata dalle fiamme nel 1588. Fu Drake a organizzare l’attacco incendiario che disperse parte della flotta che avrebbe dovuto invadere l’Inghilterra.
4. In rotta verso l’ignoto
Costretto a una navigazione a vista, spesso facendosi precedere da lance per scovare gli scogli affioranti, Drake impiega 16 giorni per raggiungere il Pacifico.
Nel frattempo, al passaggio della Terra del Fuoco la Pelican è diventata Golden Hind (“cerva d’oro”), così ribattezzata in onore di sir Christopher Hatton, il cui emblema di famiglia sfoggia, appunto, una cerva dorata.
Hatton è stato uno dei principali sponsor di Drake per il suo viaggio intorno al mondo. Al di là dello Stretto di Magellano gli impavidi corsari non trovano il paradiso, ma un’infida zona di mare con scogli affioranti e tempeste impreviste.
Drake decide allora di girare al largo e tornare vicino alla costa a Valparaiso, in Cile, per cominciare quella guerra antispagnola che rimane il vero obiettivo del viaggio, al di là delle scoperte e dei primati di esplorazione geografica.
La regina gli ha raccomandato: colpire il nemico e rimpinguare le esangui casse della Corona. Una dopo l’altra, risalendo la costa pacifica, Drake abborda e rapina tre navi cariche di oro, argenti e preziosi, nonché sete, porcellane cinesi, smeraldi.
Superata Acapulco, che sa ben difesa, il corsaro getta le ancore in California, in una baia la cui esatta ubicazione è ancora oggi oggetto di discussione tra gli storici, terra che Drake ribattezza immediatamente Nuova Albione, dal nome latino dell’Inghilterra. La nave ha bisogno di lavori urgenti, la ciurma di tirare il fiato, lui stesso non ha ancora deciso come continuare.
Consapevole che un ritorno attraverso lo Stretto di Magellano può esporlo al rischio di incontrare la flotta spagnola, dirige la prua verso Oriente e completa la circumnavigazione del pianeta. Toccando Molucche, Filippine, coste dell’India e dell’Africa, la Golden Hind, zavorrata da un’immensa ricchezza, approda in patria il 26 settembre 1580.
Gli utili, pare, ammontano a 50 volte il costo dell’impresa: sembra più la vincita di una lotteria che un normale investimento. Elisabetta incassa la sua parte, qualcosa come il corrispondente di un anno di cespiti fiscali (una finanziaria, diremmo oggi) e, dopo un primo momento di freddezza, per salvare le apparenze, sale a bordo dell’ammiraglia e concede a Drake il titolo di baronetto.
L’eroe del mare si compra casa, l’Abbazia di Buckland, diventa primo cittadino di Plymouth e sbarca in Parlamento. Il terribile pirata ora veste i panni dell’agiato borghese e dell’eroe nazionale, ma i comfort della vita sulla terraferma non possono cancellare l’irresistibile malia dell’avventura, la scarica di adrenalina della battaglia.
Inoltre, il regno ha bisogno del suo pirata per assestare altri colpi all’odiata Spagna, contro la quale, dal 1585, si trova di nuovo in guerra. Così, Drake torna a far vela verso le Americhe con una flotta di 21 navi e l’esplicita benedizione della regina. Saccheggia Santo Domingo e Cartagena, facendo incetta di ducati, oro, schiavi, gioielli e pezzi d’artiglieria.
Nella foto sotto, il percorso di Drake nel suo periplo del globo (1577-1580). Mappe accurate gli permisero di “seminare” gli spagnoli che gli davano la caccia.
5. Il fiasco dell’ultima impresa
In Florida, distrugge il porto di San Agustin, non prima di aver minacciato l’Havana, giudicata però troppo ben protetta per tentare l’attacco.
Torna in Inghilterra nel gennaio del 1586, giusto in tempo per entrare da protagonista nella guerra con Madrid con i gradi di viceammiraglio e, l’anno dopo, per costringere Filippo II di Spagna a rimandare la progettata invasione dell’Inghilterra tramite un vittorioso blitz nel porto di Cadice: Drake occupa per tre giorni la città e distrugge 26 navi nemiche.
Nello stesso anno, la decapitazione della papista Maria Stuarda da parte di Elisabetta, avvenuta il 28 febbraio, indigna i cattolici europei: Filippo ottiene l’autorizzazione di papa Sisto V a spodestare la scomunicata regina Elisabetta.
Con l’obiettivo di infliggere più danni possibili alla Spagna, e soprattutto di intercettare la flotta con i tesori delle Americhe, Drake e il cugino John Hawkins riprendono la rotta del Nuovo Mondo nel settembre del 1595, al comando di una flotta di 27 navi, delle quali 6 regie e le restanti armate dai soliti mercanti in cerca di proficui guadagni.
C’è anche un contingente di truppe terrestri, guidate da sir Thomas Baskerville. Sarà l’ultima impresa dei due cugini. Tentano senza successo di impadronirsi delle Canarie, perdendo così la possibilità di attaccare la Flota de Indias, composta da 30 navi cariche di oro e argento.
Il vento ormai è cambiato e le precedenti scorrerie dei pirati hanno convinto Madrid a fortificare le colonie: al loro arrivo, gli inglesi trovano San Juan così ben munita da risultare inespugnabile.
A novembre, Hawkins, già malato, muore e viene sepolto in mare. Il comando passa interamente nelle mani di Drake, che tenta ancora di entrare a Panama.
Mentre il comandante risale il rio Chagres, 750 soldati britannici al comando di Baskerville fanno lo stesso via terra, lungo il Camino de Cruces, con l’intento di prendere la città tra due fuochi. Ma il contingente terrestre viene sbaragliato dagli spagnoli e gli inglesi lasciano sul campo 500 uomini. Drake è costretto a fare marcia indietro.
L’ex pirata, ormai divenuto ammiraglio e baronetto, è già malato di febbre gialla (piaga assai diffusa ai tempi) quando punta su Portobelo, dove muore il 28 gennaio 1596. Viene sepolto con tutti gli onori in una bara di zinco, fatta scivolare in mare.
In pochi mesi, la regina ha perso entrambi i suoi “mastini del mare”. Ma l’Inghilterra ha gettato il seme di una Marina che costituirà uno dei maggiori punti di forza della sua potenza futura.
Nella foto sotto, un bassorilievo del monumento a Drake di Tavistoke. Lo ritrae mentre viene informato del sopraggiungere dell’Armada spagnola.