Ecco una notizia che non mancherà di interessare quasi la metà di noi italiani adulti.
Nel febbraio del 2017, un’équipe di ricercatori americani, coordinati da Ido Weinberg del Massachussets General Hospital di Boston (Usa), ha misurato la pressione a 3.390 uomini e donne di mezza età, e ha trovato che nel 10 per cento dei casi esiste una differenza tra i valori del braccio destro e quelli del sinistro.
Quando la differenza di pressione tra le due braccia risulta maggiore di 10 mm, si alzano notevolmente i rischi di sviluppare una malattia cardiovascolare.
Per questa ragione, i ricercatori consigliano agli ipertesi di farsi misurare la pressione su entrambe le braccia in modo da avere una diagnosi più accurata della propria situazione e dei rischi connessi. E avere una diagnosi chiara è importante. Anzi è essenziale.
In Italia, ogni anno 26.800 persone muoiono a causa della pressione troppo alta; nel mondo, secondo i più recenti dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), le vittime assommano a 9,4 milioni di persone.
Come è possibile che l’ipertensione uccida così tanto? Ecco le regole salvavita.
1. Il male silenzioso
In Italia si stima che almeno 15 milioni di persone abbiano una pressione arteriosa maggiore di 160 mmHg; di questi alcuni sono in trattamento anti-ipertensivo, molti altri no.
Sono malati, ma non si curano. Com’è possibile? Poiché l’aumento della pressione arteriosa normalmente non si percepisce e l’iperteso si sente benissimo, chi ne soffre spesso non sa di soffrirne e quindi non fa nulla per curarsi.
Eppure dovrebbe perché l’ipertensione aumenta considerevolmente i rischi di ictus cerebrale; inoltre, le arterie, sottoposte a una pressione elevata, si ispessiscono e s’induriscono (arteriosclerosi), predisponendo a malattie coronariche, angina pectoris e infarto.
L’ipertensione è uno dei principali fattori di rischio delle malattie cardiovascolari e sappiamo che le malattie ischemiche del cuore sono la prima causa di morte in Italia e al mondo.
E non è tutto: secondo l’Istituto Superiore di Sanità, l’ipertensione è anche il fattore di rischio più importante per l’insufficienza renale cronica e la retinopatia.
È facile capire, di conseguenza, perché gli americani l’abbiano battezzata “the silent killer” (l’assassina silenziosa): uccide, ma a differenza di altre malattie, non dà preavviso né sintomi chiari ed evidenti.
Conoscere il propri valori di pressione è dunque il primo passo per mantenersi in salute. Mantenere bassa o abbassare la pressione è il secondo.
Bastano 10 mmHg in meno di pressione massima o 5 mmHg in meno di pressione minima per ridurre il rischio di ictus del 40 per cento e di infarto del 25.
2. Buone abitudini e terapie
Che cosa possiamo fare per prevenire l’ipertensione o per curarla? Molto.
Se è vero che l’ipertensione ha una base genetica (dipende cioè dai geni ereditati dai nostri genitori), è anche vero che ciascuno di noi può ritardare l’insorgenza di questa condizione patologica e poi contenerla entro limiti accettabili, adottando un sano stile di vita.
Le misure di prevenzione e di cura sono poche, facili ed efficaci. Le ultime ricerca fissano a 7 le principali regole salvavita.
Chi ha genitori ipertesi, inoltre, e presenta altri fattori di rischio (come colesterolo alto, sovrappeso od obesità, fumo, elevato consumo di alcolici, vita sedentaria, diabete) dovrebbe controllarsi la pressione una volta al mese, in farmacia o dal medico di base; chi ha un po’ di pressione alta, senza altri fattori di rischio, è bene che la monitori una volta ogni 3 mesi.
In genere gli ipertesi gravi sono sottoposti a terapie farmacologiche per mantenere la pressione entro limiti accettabili; i farmaci, ovviamente, vanno assunti solo dietro prescrizione medica. Oltre al medico di base, sempre utile, lo specialista di riferimento è il cardiologo.
Negli ultimi tempi sono state messe a punto nuove e più avanzate terapie farmacologiche: basta rivolgersi a un cardiologo o a uno dei numerosi Ambulatori dell’ipertensione, presenti presso molti ospedali cittadini.
Curiosità: La pressione è più alta se la misura il medico, meglio l’infermiera.
Molti pazienti mostrano valori di pressione discordanti a seconda che a condurre la misurazione sia il medico in camice o l’infermiera in abiti normali, secondo il recente studio condotto nel 2018 da ricercatori della Scuola Medica dell’Università di Exeter, in Gran Bretagna: quando è il dottore a misurare la pressione, questa sale in media di 7 mm! Il fenomeno, noto come “sindrome da camice bianco”, è correlato all’ansia e all’agitazione dei pazienti di fronte al medico: in alcune persone, la reazione emotiva può tradursi in una lieve tachicardia (crescita dei battiti del cuore) e nel conseguente aumento di pressione.
3. 7 regole per abbassare la pressione
1 Fare sport con regolarità
Per le persone sane: abbinare un’attività aerobica (corsa, bici, nuoto, camminata di buon passo) a esercizi muscolari.
Per stare meglio e tenere sotto controllo la pressione basterebbe mezz’ora al giorno di attività aerobica per 5 giorni alla settimana. Per le persone ipertese: dedicarsi a un’attività aerobica moderata (cyclette, nuoto, camminata veloce). Gonfiare i muscoli tende ad alzare la pressione: pesi sì, quindi, ma non troppo perché con il body building si rischia l’effetto opposto.
2 Mantenere il peso forma
Quando si aumenta di peso, il cuore è costretto a pompare con più energia per mandare il sangue in tutti i tessuti. Di conseguenza l’aumento di peso comporta un aumento della pressione sanguigna.
3 Non fumare sigarette
A ogni boccata di sigaretta, i vasi sanguigni si restringono causando un aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca (la nicotina provoca tachicardia).
Inoltre, il monossido di carbonio assorbito col fumo riduce l’apporto di ossigeno alle pareti interne delle arterie, favorendo i depositi arteriosclerotici, aumentando i rischi di trombosi e con gravi conseguenze, tra cui angina pectoris, ictus cerebrale od occlusione di arterie delle gambe. I fumatori rischiano l’infarto cardiaco quattro volte più di un non-fumatore.
4 Ridurre il consumo di alcol
L’ideale è concedersi 3 o 4 bicchieri alla settimana, e non più di 1 o 2 bicchieri al giorno; parliamo ovviamente di un buon vino, preferibilmente rosso, perché ricchi di sostanze antiossidanti che proteggono dall’infarto.
Dosi maggiori possono alzare la pressione sanguigna. I superalcolici non hanno alcun effetto benefico sulla salute e vanno eliminati.
5 Imparare a rilassarsi
Un recente studio scientifico ha dimostrato che l’esercizio costante di Hatha yoga, Tai chi o Qi gong migliora la nostra resistenza di fronte a stimoli esterni negativi (difficoltà sul lavoro, problemi familiari o di salute) e quindi aiuta a gestire lo stress, fonte di pressione alta.
6 Mangiare meglio
È importante seguire un’alimentazione varia, ricca di fibre, frutta, verdura, legumi, cereali soprattutto integrali e di pesce, povera di grassi saturi (quelli di origine animale, carni rosse, salumi, formaggi) e non troppo calorica.
La verdura e la frutta contengono vitamine e sali minerali come il potassio, importante per mantenere la pressione arteriosa entro la norma. Alcuni studi hanno dimostrato il ruolo benefico sulla pressione sanguigna di un giusto apporto di calcio, vitamina D e magnesio.
7 Ridurre il consumo di sale
Numerosi studi hanno dimostrato che vi è uno stretto legame tra la quantità di sale assunta con la dieta e la pressione arteriosa.
Ridurre il consumo di sale a meno di 5 g al giorno; questa riduzione può abbassare la pressione di circa 5 mm, migliorando la funzionalità di cuore, vasi sanguigni e reni.
4. 5 miti sfatati sulla pressione alta o bassa
- Di notte la pressione si abbassa naturalmente
VERO La pressione segue un ritmo circadiano, cioè ha un ciclo della durata di 24 ore circa; durante il sonno notturno, scende del 10 per cento almeno, pari a circa 10 millimetri di mercurio per la cosiddetta “massima” e 5 mm per la “minima”.
L’abbassamento di pressione non si verifica o si verifica in forma ridotta nelle persone che soffrono di apnee notturne, nei diabetici e negli ipertesi, soprattutto se gravi.
- L’aglio contiene sostanze che aiutano la pressione a scendere
VERO I benefici dell’aglio sull’ipertensione sono stati scientificamente dimostrati da tempo.
Secondo l’ultimo studio, condotto nel 2008 dall’Università di Adelaide (Australia) e coordinato da Karin Ried, le persone sane che consumano una quantità di aglio di circa 600-900 mg al giorno dopo 3-4 mesi mostrano una diminuzione della pressione sistolica (massima) di circa 4,6 mm, mentre gli ipertesi hanno una diminuzione di ben 8,4 mm.
- Il caffè fa aumentare la pressione
FALSO Un gruppo di ricercatori arabi, guidati da Amani Shafeek Awaad, ha avviato nel 2010 un esperimento su 400 volontari, metà donne e metà uomini, metà con valori di pressione nella norma e metà con un’ipertensione moderata.
Ciascun volontario ha bevuto 250 ml di vari tipi di caffè (arabo, all’americana, turco, istantaneo) contenenti dosi diverse di caffeina; tutti i volontari sono stati poi monitorati per verificare gli effetti del caffè sulla pressione.
In tutti i volontari, un’ora dopo aver bevuto i vari caffè, la pressione arteriosa massima e minima sono scese, e l’effetto è stato più consistente negli ipertesi.
Uno studio francese presentato nel 2018 ha mostrato che il caffè esercita un effetto simile anche a lungo termine: chi per anni beve quattro o più tazze al giorno di caffè o tè nero ha una pressione arteriosa e una frequenza cardiaca più basse rispetto agli altri.
- Con il caldo la pressione cala e con il freddo si alza
VERO Il freddo, soprattutto se intenso, ha un effetto vasocostrittore, alza la pressione sanguigna e aggrava l’ipertensione, mentre il caldo, soprattutto se afoso, ha un effetto vasodilatatore e può provocare un brusco abbassamento di pressione.
- Prendere il sole in spiaggia non incide sulla pressione
FALSO Un’esposizione di almeno 30 minuti ai raggi solari abbassa la pressione: è il risultato di uno studio inglese coordinato da Martin Feelisch dell’Università di Southampton.
Per gli ipertesi gravi è meglio passare le vacanze al mare piuttosto che in montagna, tanto più che non dovrebbero salire sopra i tremila metri di quota.
5. I valori ideali e occhio al sale nascosto nei cibi
I valori ideali
- È considerata normale una pressione massima inferiore a 120 mmHg e una pressione minima inferiore a 80 mmHg.
- È considerata pre-ipertensione una pressione massima compresa fra 120 e 140 mmHg o una pressione minima compresa fra 80 e 90 mmHg.
- Si parla di ipertensione quando i valori della massima superano i 140 mmHg o quelli della minima i 90 mmHg.
Occhio al sale nascosto nei cibi
Il sale è uno dei fattori all’origine della pressione alta. A giudizio dell’Organizzazione mondiale della sanità e della Commissione europea, il sale presente nei cibi già pronti o precotti costituisce il 75-80 per cento di quello che consumiamo. Il consumo giornaliero è sotto i 5 g al giorno.
Il cuore pompa 6 litri di sangue al minuto
Il cuore funziona come una pompa che riceve il sangue dalla periferia e lo spinge in circolo contraendosi e rilassandosi. In media, un cuore umano pompa da 5 a 6 litri di sangue al minuto e batte a riposo 60-80 volte al minuto.
La parte destra pompa sangue povero di ossigeno (in blu) nella circolazione polmonare, la parte sinistra pompa sangue ricco d’ossigeno (in rosso) nella grande circolazione.
La pressione arteriosa è la forza esercitata dal sangue contro la parete delle arterie.
Quando il cuore rilassato si riempie di sangue, la pressione arteriosa è bassa: si parla allora di pressione minima o diastolica; quando il cuore si contrae e pompa il sangue nelle arterie, la pressione si alza: si parla quindi di pressione massima o sistolica.