Nella borsa, sulla scrivania o in auto non possiamo più fare a meno della bottiglia d’acqua se cerchiamo di berne i due litri giornalieri che ci raccomandano.
Se gli esami del sangue dicono che siamo carenti di ferro, corriamo ai ripari mangiando grandi piatti di spinaci.
Beviamo più latte se compaiono macchioline bianche sulle nostre unghie perché temiamo una carenza di calcio nelle ossa.
E alzi la mano la mamma che non abbia mai detto al bimbo piagnucolante, in cerca di un cerotto da mettere su una ferita, che sarebbe meglio evitarlo per “farla respirare”.
Tutto da rifare. La scienza medica oggi smentisce molte comuni credenze sulla salute radicate nella nostra cultura. Ecco le più diffuse.
1. Gli esami del sangue vanno fatti a digiuno e i farmaci assunti in supposta sono più efficaci
- Gli esami del sangue vanno fatti a digiuno
Non è sempre necessario.
Ci raccomandano di non fare colazione prima di un prelievo di sangue, ma i globuli rossi, il ferro, il colesterolo, l’acido urico e molti altri composti del sangue o la percentuale di zuccheri e proteine nelle urine non cambiano dopo un pasto.
Variano invece i livelli di zuccheri nel sangue (la glicemia) e quelli dei trigliceridi che sono i più comuni grassi alimentari introdotti con il cibo: se nelle analisi che ci prescrive il medico sono inclusi questi parametri, il digiuno va rispettato.
- I farmaci assunti in supposta sono più efficaci
È vero il contrario.
A parità di principio attivo, i farmaci somministrati con le supposte vengono assorbiti più lentamente e in misura minore dall’organismo rispetto a quelli presi per bocca, perché la zona rettale è ricca di vasi sanguigni ma è meno estesa di quella di stomaco e intestino.
Per questo il dosaggio di farmaci nelle supposte è spesso più alto rispetto a quello di compresse e sciroppi.
2. Le macchie bianche sulle unghie indicano carenza di calcio e il cioccolato fa venire i brufoli
- Le macchie bianche sulle unghie indicano carenza di calcio
In genere, le macchioline bianche che compaiono sulle unghie sono dovute a bolle d’aria penetrate tra le cellule della lamina dell’unghia a causa di piccoli traumi.
La carenza di calcio non c’entra. Il fenomeno, che si chiama leuconichia dal greco leukòs bianco e ónyx unghia, solo raramente è dovuto a infezioni da batteri o funghi, mentre è accentuato dall’uso frequente di smalti e acetone che indeboliscono la consistenza delle unghie rendendole più vulnerabili.
Invece di aumentare l’apporto di latticini per assumere più calcio, bisognerebbe mangiare alimenti come il pesce o la carne rossa, ricchi di zinco che rafforza le unghie.
- Il cioccolato fa venire i brufoli
È falso, secondo gli esperti dell’Associazione dermatologi ospedalieri italiani (Adoi).
Uno studio italiano pubblicato sul Journal of the American Academy of Dermatology ha esaminato 205 pazienti dai 10 ai 24 anni e ha concluso che non c’è alcuna associazione tra il consumo di cioccolato e l’acne.
Sotto accusa sarebbero, invece, gli alimenti ad alto indice glicemico come i dolci, alcuni carboidrati e le bevande zuccherate che aumentano velocemente la concentrazione di zucchero nel sangue (glicemia).
Infatti, quanto più aumenta la glicemia, tanto più il pancreas secerne insulina che stimola la produzione di grasso nelle ghiandole sebacee della pelle.
Sorvegliati speciali anche il lattosio e le proteine del latte che possono aumentare i livelli di insulina.
3. Bere due litri d’acqua al giorno e le ferite non coperte cicatrizzano prima
- Bere due litri d’acqua al giorno
È l’equivalente di otto bicchieri. Premesso che idratare il corpo è molto importante perché quello di un adulto contiene circa il 65 per cento di acqua (che arriva quasi al 90 per cento nel neonato), non è chiaro da dove derivi la raccomandazione di berne così tanta ogni giorno.
Alla base di tutto, sembra esserci una direttiva del Consiglio nazionale delle ricerche statunitense che nel 1945 prescriveva quotidianamente un millilitro di acqua per ogni caloria di cibo ingerito: 2 litri e mezzo per gli uomini e 2 per le donne.
Oggi, però, molti medici nutrizionisti fanno notare che assumiamo acqua anche attraverso gli alimenti (frutta, verdura, pasta e riso, carne...) e quindi, a meno di non sentirne la necessità, non serve berne così tanta.
- Le ferite non coperte cicatrizzano prima
Al contrario, secondo le ultime ricerche un ambiente umido come quello che si crea coprendo le ferite con un cerotto o un bendaggio, impedendo che si formi la crosta, favorisce la loro guarigione e riduce le cicatrici.
Non lasciare le ferite all’aria evita inoltre che la pelle, più delicata per la lesione subita, sia danneggiata dai raggi solari.
Oggi i cerotti tradizionali possono essere sostituiti anche da gel cicatrizzanti come quello sperimentato da David Becker della Nanyang Technological University di Singapore, capace di bloccare il gene che attiva la connessina 43, una proteina che dilata i vasi sanguigni, stimola i processi infiammatori e impedisce la migrazione delle cellule per chiudere la ferita.
«Se si disattiva la connessina 43, l’infiammazione si riduce, le cellule riparatrici della lesione migrano sulla ferita e la guarigione è più veloce», spiega Becker.
4. Gli spinaci sono ricchi di ferro
Ne contengono buone quantità (3,4 milligrammi per etto), ma meno di altri ortaggi come le lenticchie (9 milligrammi) o i ceci (6,7).
Non solo. Alcune sostanze presenti negli spinaci, come l’acido fitico e l’acido ossalico, formano con il ferro dei sali che lo rendono più difficile da assorbire per il nostro corpo.
La convinzione secondo cui mangiare molti spinaci combatta la carenza di ferro è sbagliata e pare derivi da un errore di battitura che alcuni nutrizionisti statunitensi fecero su un’etichetta nel 1890: anziché 3,4 milligrammi per 100 grammi scrissero 34, dieci volte di più!
Decenni dopo l’errore fu scoperto ma nel frattempo il falso mito fu rafforzato dal successo del personaggio di Braccio di Ferro che lo impose a generazioni di mamme e di bambini cresciuti mangiando, spesso malvolentieri, dei piatti abbondanti di spinaci nell’illusione di diventare forzuti come l’eroe dei fumetti.
5. Andare di corpo ogni giorno indica buona salute e scrocchiare le dita può provocare l’artrite
- Andare di corpo ogni giorno indica buona salute
Non c’è nessuna relazione tra la salute dell’organismo e la capacità del corpo di eliminare le feci ogni giorno.
I gastroenterologi spiegano che una persona può defecare due o tre volte al giorno senza avvertire disagio, un’altra solo una volta ogni due o tre giorni a intervalli regolari senza alcun problema.
L’importante è che “andare di corpo” sia uno stimolo spontaneo, che non richieda grandi sforzi e che le feci non siano dure perché sarebbe indice di stitichezza, spesso accompagnata da dolori addominali durante la giornata.
Per prevenirla, i medici consigliano di introdurre una quantità sufficiente di liquidi e di fibre nella dieta quotidiana.
- Scrocchiare le dita può provocare l’artrite
«Al massimo si possono allungare i legamenti, ma questo non causa l’artrite», afferma il reumatologo Jonathan Kay dell’UMass Memorial Medical Center di Worcester nel Massachusetts (Usa).
Il suono che sentiamo quando scrocchiamo le dita è dovuto a una sostanza appiccicosa chiamata liquido sinoviale che ricopre la cartilagine per proteggerla.
Quando scrocchiamo le dita, variamo la pressione creata dal liquido sinoviale nelle giunture e produciamo il caratteristico rumore di scoppio.
Servono circa 20 minuti per riportare la situazione all’origine e riuscire a scrocchiarle di nuovo.