È l’evento che riassume in sé la violenza, i contrasti insanabili, le ambizioni e i fallimenti di un’intera epoca.
E rappresenta la scena madre di tutta la letteratura, scritta e cinematografica, ispirata all’epopea della Frontiera americana.
Il duello è l’atto estremo di una rivalità, di una sfida, di interessi inconciliabili, come quelli che dividono diritto e illegalità.
Una soluzione spesso senza ritorno, che il luogo comune vuole avvenisse con i due contendenti in piedi uno di fronte all’altro, magari a breve distanza, in mezzo alla strada polverosa di una cittadina e con addosso gli occhi di un’intera comunità. La realtà era più prosaica e meno nobile di come siamo soliti immaginare, sull’onda delle suggestioni esercitate dal cinema.
Certo, nei decenni di fine Ottocento non sono mancati duelli “classici”, ma il più delle volte gli scambi di colpi d’arma da fuoco avvenivano all’improvviso, sull’onda dell’odio, di un’eccitazione improvvisa o dei fumi dell’alcol, fra più di due persone e con un grande dispendio di colpi – non tutti erano pistoleri provetti, al contrario – che andavano a mietere anche vittime casuali.
In queste occasioni si sfidarono famosi tutori della legge come Wyatt Earp, banditi incalliti come quelli di Dodge City, tiratori leggendari come Wild Bill Hickok. Tutti, da vittime o da vincitori, legarono indissolubilmente il proprio nome a scontri sanguinosi, che si consumavano in una manciata di secondi e poi riempivano per mesi le pagine delle cronache locali.
Nel Far West, di fatto, il confine tra bene e male era assai labile: molti sceriffi e i loro vice erano corrotti e si dimostravano spietati ben al di là dei limiti fissati dalle leggi che erano chiamati a far rispettare.
Agli stessi criminali, del resto, le autorità affidavano a volte il compito di rimettere ordine nelle città e di proteggerne gli abitanti, con mandati a breve termine che facevano leva sulla spregiudicatezza e l’abilità nel maneggiare le armi di chi accettava.
A prevalere non era certo lo spirito di giustizia: piuttosto, l’interesse personale, la sete di potere, l’occasione di guadagnarci anche in termini di reputazione.
E se il prezzo da pagare per tutto questo era impugnare una pistola o un fucile ed eliminare chi si metteva di mezzo, non era certo un problema. Sangue freddo, rapidità e precisione erano l’arma in più per uscirne vivi. E vincitori.
Oggi vi raccontiamo i cinque duelli che hanno fatto la storia del Far West.
1. LA NASCITA DI UN MITO, Springfield, 21 luglio 1865
James Butler Hickok (1837-1876, foto a sinistra), per tutti Wild Bill Hickok, è una leggenda del West. Già conduttore di carri e pony express, durante la guerra di secessione aveva militato nell’esercito dell’Unione.
Diventerà poi sceriffo e giocatore d’azzardo, rendendo personalmente omaggio al Selvaggio Ovest nel celebre spettacolo di Buffalo Bill.
Per tutti era il “principe dei pistoleri”, appellativo che si guadagnò dopo il duello con Dave Tutt, avvenuto nella piazza principale di Springfield (Missouri) il 21 luglio del 1865.
Uno scontro come si vede nei film (al cinema hanno prestato il proprio volto a Hickok star come Gary Cooper, Charles Bronson e Jeff Bridges), con i due contendenti che si affrontano in pieno giorno, pistola in pugno, in un luogo aperto, tra due ali di folla.
Non è mai stato chiarito con certezza che cosa spinse Hickok e Tutt a quella sfida all’ultimo sangue. Di certo, la recente guerra civile aveva alimentato ruggini tra i due: a differenza di Hickok, Tutt aveva combattuto tra le file confederate.
A porli uno contro l’altro, però, sarebbe stato un orologio: per la precisione, il Waltham da tasca di Hickok. Un oggetto di grande valore, che Tutt aveva soffiato a Wild Bill durante una disputa in un saloon per un debito di gioco.
Hickok non voleva saperne di pagare e l’avversario si era ritenuto soddisfatto solo dopo essersi impossessato di quell’oggetto. Poi, però, Dave Tutt aveva voluto strafare: si era vantato davanti a tutti che lo avrebbe sfoggiato in pubblico.
Un affronto per il quale Hickok non intendeva fargliela passare liscia. L’indomani, i due si diedero appuntamento alle sei del pomeriggio in Market Square. A dividerli c’era un centinaio di metri. Hickok e Tutt cominciarono a camminare l’uno incontro all’altro.
Quando furono a 50 metri di distanza, Tutt sparò per primo, seguito subito dal colpo di Hickok. Mentre Tutt mancò il bersaglio, Wild Bill non sbagliò mira. Anzi: fece un centro perfetto, colpendo l’avversario dritto al cuore e uccidendolo così all’istante.
A rendere più difficile la sua impresa, oltre alla distanza, c’era il fatto che il bersaglio era in movimento e gli sparava contro. È probabile che l’arma di Hickok fosse una Colt Navy cal. 36 con il calcio d’avorio, infilata in una fondina appesa a un cinturone militare.
Arrestato e finito sotto processo, Wild Bill Hickok fu prosciolto, nonostante il giudice avesse spiegato alla giuria che non aveva agito per legittima difesa, dal momento che aveva detto apertamente di voler sfidare Dave Tutt a duello. Le polemiche sollevate dalla stampa sul verdetto non fecero che alimentare il mito del “principe dei pistoleri”.
Nella foto sotto, una scena del film La conquista del West (1936) con Gary Cooper (in nero) che interpreta Wild Bill.
- L'ARMA: WILD COLT NAVY CAL. 36 O COLT MOD. 1851
È l'arma usata da Hickok nel duello contro Dave Tutt. In una fotografia dell’epoca, “Wild Bill” si fece ritrarre con due pistole come questa con il calcio rivolto all’esterno e le fondine appese a un cinturone militare. Conosciuta anche come Colt mod. 1851, dall'anno in cui venne distribuita sul mercato, è una pistola ad avancarica del tamburo; lunga 35,5 centimetri e pesante 1,2 chilogrammi, ne furono prodotti 250mila esemplari.
2. SPARATORIA IN CINQUE SECONDI, El Paso, 14 aprile 1881
Quattro morti in pochissimo tempo. Vittime: ladri di bestiame, uomini di legge e un passante estraneo ai fatti.
Solo una di queste uccisioni si può definire legittima: negli altri casi, ad armare la mano di chi sparò furono, di volta in volta, la sete di vendetta, il caso e persino un tragico equivoco.
Ha davvero dell’incredibile quanto accadde a El Paso la mattina del 14 aprile 1881.
La puntigliosa ricostruzione della rapidissima sequenza di duelli più o meno improvvisati si deve alle cronache dell’epoca, che battezzarono l’episodio “la sparatoria in cinque secondi”.
Tutto ebbe inizio con il furto di alcuni capi di bestiame in Messico a opera dei fratelli Manning. Jim, Frank e Felix detto “Doc“ portarono quei bovini, in tutto trenta, al di là del Rio Grande, in Texas.
Dopo che due rancheri che si erano messi sulle loro tracce furono trovati ammazzati, numerosi messicani si presentarono dal capo della polizia di El Paso, il conestabile Gus Krempkau, per reclamare giustizia.
Krempkau sapeva bene che dietro quegli omicidi, come pure a capo degli autori del furto della mandria, c’era un noto ladro di bestiame della zona, John Hale, che spedì dritto davanti al giudice. All’approssimarsi di mezzogiorno, il processo fu sospeso, anche per permettere ai messicani di riportare in patria i corpi dei compagni uccisi.
Fu allora che gli eventi precipitarono. Il conestabile, che si era recato nel saloon dove teneva le sue armi per prenderle, incontrò l’ex sceriffo della città, George W. Campbell, che lo accusò di essere un po’ troppo accondiscendente con i messicani anziché difendere gli interessi dei suoi concittadini.
Krempkau preferì non reagire e uscì dal locale, ma si imbatté in Hale, che, ansioso di vendicarsi, gli sparò un colpo di pistola, ferendolo gravemente.
Sul posto accorse lo sceriffo di El Paso, Dallas Stoudenmire, che sparò in direzione di Hale, ma prima colpì a morte un messicano che non c’entrava nulla e solo al secondo colpo fulminò Hale.
Anche Campbell si precipitò in strada con la pistola in pugno, gridando: “Non c’entro nulla, questo non è il mio combattimento”.
Ma Krempkau, che forse l’aveva scambiato per il suo assassino, raccolse le sue ultime forze e riuscì a sparare un colpo nella sua direzione, facendogli cadere la pistola; quando Campbell la raccolse, Stoudenmire, credendo che stesse per fare fuoco, gli sparò due volte, colpendolo in pieno.
Prima di spirare, Campbell sussurrò allo sceriffo: “Mi hai assassinato”. In effetti, lo sventurato ex sceriffo non aveva alcuna colpa, ma cadde vittima della confusione in cui si succedettero gli eventi. Nella foto sotto, El Paso nel 1880.
- L'ARMA: COLT MODELLO 1862 POLICE CON CANNA RIDOTTA A 2 POLLICI (5 CM)
La usava lo sceriffo Dallas Stoudenmire. Tagliando la canna, l’arma poteva essere celata comodamente sotto una giacca o un cappotto, in tasche interne o in apposite fondine, anziché essere portata in vista. In questo modo, chi la usava poteva colpire l’avversario a sorpresa.
3. AGGUATO MORTALE, Fort Sumner, 13 luglio 1881
Più che un duello, fu un’esecuzione. Che pose fine alla sfida più popolare della storia del West: quella tra Pat Garrett e Billy The Kid.
La loro storia comune, sospesa tra (poca) cronaca e (molte) leggende, fu un lungo confronto a distanza, una caccia all’uomo e una continua fuga.
Garrett era ansioso di accreditarsi come irreprensibile uomo di legge e di costruirsi come tale una carriera, dopo i “peccati” di gioventù; per il “Kid”, sfuggirgli significava salvarsi la vita. Ogni volta che Pat e Billy si incontrarono, ci scappò il morto.
Amici da giovani, i due si erano presto ritrovati dalle parti opposte di quella sottile linea di confine che allora separava legge e fuorilegge. Billy, che in realtà si chiamava Henry McCarty, proveniva dai quartieri più poveri di New York e conosceva una sola legge: quella della strada.
Gli ingredienti della sua breve vita furono da subito, e fino alla fine, furti e omicidi, carcere ed evasioni. Lavorando come cowboy approdò a New Mexico, dove prese parte alla sanguinosa faida tra due ricchi possidenti.
Poi si mise “in proprio”: formò una banda e si dedicò al furto di cavalli su ampia scala. Il suo covo era un vecchio forte trasformato in un villaggio, Fort Sumner. Accusato di oltre venti omicidi, ne avrebbe commessi in tutto cinque.
Fra i tanti che gli davano la caccia c’era un suo vecchio compagno al tempo della faida, Pat Garrett, che venne poi nominato sceriffo con il compito preciso di eliminare proprio lui, “il Kid”, come lo chiamavano tutti.
Patrick Floyd Jarvis Garrett aveva dieci anni in più e una famiglia da mantenere, con ben nove figli. Il suo primo tentativo di catturare Billy si risolse in una sparatoria, nella quale morì un complice del Kid. Quando Pat finalmente lo arrestò, Billy evase, uccidendo due guardie.
Rimessosi sulle sue tracce, l’instancabile sceriffo lo ritrovò nel suo solito rifugio, Fort Sumner, protetto dai messicani che vi abitavano. Invaghitosi di una ragazza, il Kid venne tradito da suo fratello, che ne segnalò la presenza a uno degli uomini di Garrett.
La sera del 13 luglio 1881 lo sceriffo si recò al vecchio forte con due compagni. Individuato il bersaglio, decise di tendergli una trappola: andò a casa dell’uomo che ospitava Billy, Pete Maxwell, e lo costrinse a fare da esca.
Quando il Kid rincasò dopo una serata trascorsa a bere, a ballare e forse in compagnia di qualche ragazza, incrociò i compagni di Pat, che non l’avevano mai visto e dunque non lo riconobbero. Il Kid però si mise in allarme e corse nella camera di Maxwell, dov’era nascosto Garrett.
Billy si accorse che c’era qualcun altro e chiese in spagnolo: “Pete, chi c’è?”. Allora Garrett, impugnata la pistola, sparò due colpi, uno dei quali centrò il Kid al petto, uccidendolo all’istante. Aveva poco più di vent’anni. Il modo di agire dello sceriffo fu assai spregiudicato.
Anziché arrestare il suo nemico, gli aveva sparato a morte, anche se era disarmato. Garrett non ricevette mai la taglia posta sulla testa del ricercato e nel 1908 perì più o meno allo stesso modo, colpito alle spalle da un cowboy, mentre era a cavallo. Alla fine il destino li aveva uniti.
Nella foto sotto, da sinistra: un quadro moderno raffigura Billy the Kid con il suo amico Dick Brewer a cavallo; Pat Garrett, sceriffo della contea di Lincoln; ritratto di Billy the Kid. Quando morì per mano di Garrett era già un mito e aveva appena 22 anni.
- L'ARMA: COLT FRONTIER
Una delle pistole usate da Pat Garrett nella sua carriera era una Colt Frontier ad azione singola (senza l’armamento automatico del cane alla pressione del grilletto) a sei colpi calibro 40-44, in acciaio azzurrato e con la canna lunga 19 centimetri. La produzione di quest’arma, iniziata nel 1873, è proseguita fino a oggi, con ovvie modifiche e aggiornamenti, da parte di molte case: in Italia, la producono la Beretta e la Uberti di Gardone Val Trompia.
4. SFIDA ALL’O.K. CORRAL, Tombstone, 26 ottobre 1881
Il duello più famoso nella storia del Far West avvenne il 26 ottobre 1881 all’O.K. Corral, nella città di Tombstone (Arizona), meta di delinquenti e giocatori d’azzardo.
Da una parte c’erano i tutori della legge in città, schierati con il partito repubblicano: lo sceriffo Virgil Earp, spalleggiato dai fratelli Wyatt e Morgan, suoi vice, e da Doc Holliday, un dentista assai abile con la pistola; dall’altra, i fratelli Frank e Tom McLaury, Billy Claiborne e i fratelli Clanton, Billy e Ike, detti “i cowboy”, sostenitori del partito democratico e protetti dal corrotto sceriffo della contea, Johnny Behan.
Il motivo della contesa era il controllo di Tombstone, dove negli ultimi mesi si erano verificati alcuni assalti, anche mortali, alle diligenze che trasportavano argento. I due gruppi – di fatto, formati entrambi da poco di buono e veri e propri fuorilegge – si rimpallavano la responsabilità di quegli assalti, che avvenivano con ogni evidenza in base a precise “imbeccate” sui trasporti più preziosi. Sotto, l’abitato di Tombstone all’epoca dei fatti.
A dare fuoco alle polveri fu Ike Clanton che, dopo un’abbondante bevuta, annunciò pubblicamente l’intenzione di togliere di mezzo una volta per tutte gli Earp. Insieme al fratello e ai suoi tre compagni, che facevano parte di un ampio clan di loro accoliti, Ike fece provvista di munizioni e si recò alla stalla di Behan.
Questi avvisò gli Earp e volle sapere che intenzioni avevano. “Andiamo a prenderli”, gli rispose Virgil, che chiese a Behan di unirsi a loro. “Non è un mio problema”, replicò lo sceriffo della contea, “tocca a te disarmarli”.
Gli Earp e Holliday, armati fino ai denti, si diressero al recinto dell’O.K. Corral, dove li attendevano i “cowboy”. Behan fece ancora qualche tentativo di dissuadere i contendenti dal confrontarsi armi alla mano, ma invano.
I due gruppi si trovarono uno di fronte all’altro, a pochi metri di distanza. Virgil Earp, nella veste di sceriffo, ordinò ai Clanton e agli altri di deporre le armi. Frank McLaury lo mandò a quel paese nello stesso istante in cui estrasse la pistola.
Da quel momento si scatenò l’inferno. Il primo a essere colpito fu proprio Frank, che cadde a terra ferito gravemente. Il fratello Tom mirò contro Morgan Earp, ferendolo a una spalla. Morgan e il fratello Virgil colpirono Billy Clanton; il fratello di questi, Ike, che aveva perso tutta la baldanza ostentata in precedenza, se la filò, insieme a Claiborne.
Tom McLaury puntò la pistola contro Wyatt Earp, ma fu abbattuto da questi e da Holliday, che impugnava una doppietta, al pari di Virgil. Subito dopo, Holliday e Morgan diedero il colpo di grazia a Frank che, nonostante le ferite, aveva trovato la forza di sparare ancora.
L’ultimo che resisteva era Billy Clanton, che ferì Virgil a una gamba prima di essere nuovamente colpito da Wyatt; tentò quindi di colpire quest’ultimo, ma esalò l’ultimo respiro senza riuscirci. Come ebbe a raccontare Wyatt Earp, l’intera sparatoria non durò più di 30 secondi.
Tre “cowboy” erano stati uccisi e gli altri due erano fuggiti, mentre nessuno dei tutori della legge era caduto. Gli Earp dovettero rispondere due volte alle autorità del loro operato, ma furono prosciolti, anche grazie alla protezione dello sceriffo federale, loro amico.
Nella foto sotto, le salme di Tom McLaury, Frank McLaury e Billy Clanton.
- L'ARMA: DOPPIETTA A CANNA CORTA
Era lunga in tutto 52 centimetri e mezzo. Fu utilizzata da Doc Holliday nella celeberrima sparatoria all’O.K. Corral. L’accorciamento della canna non serviva ad aumentare la precisione del colpo o la velocità del proiettile (che, al contrario, nelle armi a polvere nera dell’epoca diminuiva), ma rendeva l’arma più maneggiabile e dunque più letale in uno scambio di colpi ravvicinato, come fu quello di Tombstone tra i fratelli Earp e i fratelli Clanton.
5. STOP ALLA “PROTEZIONE”, Fort Worth, 8 febbraio 1887
Luke Short era uno di quei tipi dai quali è bene stare alla larga.
Abilissimo pistolero, amico personale di personaggi celebri e rispettati come Wyatt Earp e Bat Masterson, girava con la Colt e il bastone da passeggio, inconfondibile con il suo vistoso cilindro in testa.
Nella vita aveva fatto tutto quello che nel West poteva procurargli denaro: il cowboy e il giocatore d’azzardo, il trafficante di alcolici con le tribù indiane e lo scout dell’esercito. Infine, era stato il gestore di saloon con tanto di giochi e prostitute, in barba alle ordinanze comunali.
Ne aveva aperto uno anche a Fort Worth, il White Elephant, in società con l’amico Jake Johnson. Quando gli si presentò un suo vecchio amico, Timothy Isaiah Courtright, per chiedergli di pagare la “protezione” (ossia una tangente), Short capì che, per non farlo, aveva una sola strada: farlo fuori.
Nella foto sotto, l’interno di un saloon in Kansas, tra il 1870 e il 1885. In questi locali si accendevano spesso dispute che sfociavano in duelli e sparatorie.
Soprannominato “Long haired Jim”, Courtright era un personaggio assai discusso fin dalla sua prima comparsa nelle cronache. Dietro l’apparenza dell’uomo di legge – carriera culminata con la nomina a sceriffo di Fort Worth, dov’era stato il primo a mantenerla per più di tre mesi di fila – celava l’animo dell’arrivista e del delinquente.
La stessa agenzia di investigazioni che aveva fondato, altro non era che una copertura per racimolare le “protezioni” versate da tutti i locali della caotica cittadina texana. La morte violenta di due allevatori portò al suo arresto, ma Courtright riuscì a fuggire: tirò fuori due pistole da sotto il tavolo del ristorante dove stava mangiando sotto scorta e si allontanò senza che nessuno tentasse di fermarlo.
L’ex sceriffo si tenne nascosto, pare a New York, fino a quando non fu prosciolto da ogni accusa. Tornato a Fort Worth, riprese le sue vecchie attività da titolare della “T.I.C. Detective Agency”(T.I.C. sono le iniziali del suo nome) come se nulla fosse accaduto.
Le cose, però, in città non erano più le stesse dopo l’arrivo di Luke Short. Incurante della fama e delle amicizie di questi, “Long haired Jim” lo trattò come qualsiasi altro titolare di un locale pubblico. Luke gli rispose che “poteva andarsene anche all’inferno”.
I due si ritrovarono così a risolvere la questione in strada, revolver in pugno, a poco più di un metro di distanza l’uno dall’altro. Era la sera dell’8 febbraio 1887. Per far credere a Courtright di non essere armato, Short sollevò il proprio panciotto dicendo: “Non hai bisogno di tirare fuori la pistola, Jim”.
Questi invece la estrasse, ma Short, che in realtà teneva l’arma ben nascosta, fu più veloce e ferì l’ex sceriffo a una mano. Courtright tentò allora di impugnare la pistola con l’altra mano, ma Short lo colpì nuovamente, uccidendolo sul colpo.
Secondo un’altra ricostruzione, la Colt di “Long haired Jim” si inceppò e Short sparò all’ex amico cinque colpi, quattro dei quali quando Courtrigh era già a terra. Arrestato, Luke Short fu condannato a pagare una multa di duemila dollari e poi venne rilasciato.
Nella foto sotto, a sinistra, Luke Short. Indossava sempre un caratteristico cilindro. A destra, Timothy Courtright.
- L'ARMA: COLT ARMY 1860
Prodotta da tale anno fino al 1873, fu una delle armi più vendute negli USA: ne furono prodotti ben 200 mila esemplari. Usava proiettili calibro 44, pesava 1,2 chilogrammi e aveva una lunghezza totale di 35,5 centimetri con una canna di 20 centimetri; il raggio di utilizzo era compreso tra 45 e meno di 70 metri.