Se la “Megxit” ha fatto scalpore, complice l’annuncio dato su Instagram e la grande risonanza mediatica, non si può dire che abbandonare titoli e palazzi reali sia una novità.
Lo hanno fatto anche molti altri regnanti, come il sovrano inglese Edoardo VIII, Juan Carlos di Spagna, Beatrice d’Olanda.
Scopriamoli insieme.
1. Harry e Meghan: via dalla soffocante corte d’Inghilterra
Vivranno tra Regno Unito e Canada, Harry, figlio cadetto di Carlo d’Inghilterra e della principessa Diana, e sua moglie Meghan Markle.
L’annuncio dell’allontanamento dalla corte è stato dato via Instagram: Harry è il nipote prediletto della regina Elisabetta II ed è anche “il principe del popolo”, amato persino dagli anti-monarchici.
Meghan, icona di stile, attira la simpatia dei “progressisti”, ma viene etichettata come “un’arrampicatrice sociale” dai suoi detrattori. Da quando due anni fa annunciò il matrimonio con Harry, è apparsa come una donna forte, seppure sia cresciuta in un tessuto familiare di grande fragilità.
Nata dal secondo matrimonio di Thomas Markle, ex direttore televisivo della fotografia, con Doria Ragland, ex truccatrice e istruttrice di yoga afroamericana, ha vissuto un’infanzia e un’adolescenza tumultuose, divisa tra i i genitori divorziati.
Tra le ragioni ipotizzate della cosiddetta Megxit, c’è la pressione mediatica, le incomprensioni con William e Kate, l’intermediazione del padre Carlo per ridurre le braccia dell’albero genealogico e il desiderio di vivere lontano dai riflettori.
Harry, che resta principe in quanto titolo ereditario, non trasmetterà tale titolo a suo figlio, che quindi resta “solo” Archie Mountbatten-Windsor.
Giuridicamente, con le dimissioni reali si rinuncia allo status di senior, titolo che posseggono i nobili più prossimi alla regina, cioè il duca d’Edimburgo e i principi Carlo, William, Harry e Andrea, che fungono anche da consiglieri di stato e sono tutti insigniti dalla regina di cariche ducali.
La regina infatti può assegnare (e sottrarre) i titoli di duca, marchese, conte, visconte e barone, trasmissibili agli eredi. Quando un membro della famiglia reale si sposa, gli viene assegnato un ducato, esteso anche al/alla consorte.
Il ducato riservato a Harry e Meghan è quello di Sussex, nell’Inghilterra meridionale. Questo titolo li obbliga innanzitutto ad abitare nel Regno Unito. Infatti manterranno una base anche qui, nel Frogmore Cottage, contea del Berkshire.
E, pur prendendo le distanze dalla famiglia reale, non minacceranno la solidità della corona. Hanno infatti affermato che continueranno a servire la monarchia e il Commonwealth.
I Sussex rinunceranno al Sovereign Grant, un pagamento versato annualmente al sovrano e ai suoi parenti più prossimi dal governo. Esso costituisce però solo il 5 per cento delle loro entrate.
Secondo Forbes, Harry avrebbe un ingente patrimonio, in gran parte ereditato della madre Diana. Sin dai 25 anni di età, sia William sia Harry hanno ricevuto dividendi annuali dei fondi materni pari a 450mila dollari l’anno; ai 30 anni è stata loro versata l’intera somma di dieci milioni di dollari ciascuno.
A questo va aggiunto il valore inestimabile dei gioielli di Lady Diana, sempre di proprietà dei due fratelli Windsor. Inoltre Harry ha ricevuto per intero l’eredità della Regina Madre, alla sua morte nel 2002, equivalente a 14 milioni di sterline (a scapito di William, destinatario dei fondi provenienti dal ducato di Cornovaglia).
2. Juan Carlos di Spagna: l’ultimo “guaio” fu una battuta di caccia all’elefante
Nel 2014, trentanove anni dopo essere salito al trono di Spagna, il 76enne Juan Carlo annunciò ai sudditi e al mondo la decisione di abdicare.
Le ragioni di questa decisione erano dovute alla sua volontà di rinnovare il Paese.
Juan Carlos auspicava di mettere il trono nelle mani di una generazione giovane e piena di energia, pronta a prendere le misure più opportune per traghettare il regno verso le trasformazioni e le riforme che la crisi economica richiedeva in modo da affrontare al meglio il futuro.
La nuova generazione era incarnata da suo figlio Felipe, principe delle Asturie, cui il re uscente attribuiva doti di grande maturità e senso di responsabilità. Juan Carlos è stata una figura storica di grande rilievo perché ha segnato la transizione tra il Franchismo e la Spagna moderna.
Sulle ceneri della dittatura, in quasi quarant’anni di regno ha ricostruito la democrazia cavalcando la crescita economica e il boom industriale. Designato come delfino proprio da Francisco Franco, salì al trono alla morte del dittatore nel novembre del 1975.
Divenne eroe nazionale quando sventò un colpo di stato messo a segno dal tenente colonnello Antonio Tejero Molina il 23 febbraio 1981. Attraverso un messaggio televisivo, ordinò infatti agli ufficiali della Guardia Civile che occupavano il Parlamento di rientrare nelle loro caserme.
Tuttavia, l’ultima parte del suo regno è stata segnata da una caduta della popolarità a causa del suo coinvolgimento in alcuni scandali familiari. Il più increscioso avvenne nel 2011.
Riguardava l’appropriazione indebita di fondi pubblici da parte di suo genero, lo sportivo Iñaki Urdangarin, marito dell’Infanta Cristina di Borbone, costatagli una condanna a 6 anni e 3 mesi di reclusione, l’allontanamento dalla vita pubblica e la restituzione del titolo di Duca di Palma di Maiorca, che gli era stato conferito dal re.
Alla sua abdicazione hanno contribuito anche alcune cadute di stile personali del sovrano, come la partecipazione a una battuta di caccia all’elefante in Botswana e la sua presunta relazione con la principessa tedesca Corinna zu Sayn-Wittgenstein.
Nell'immagine sotto, l’imbarazzante foto che ha sconvolto l’opinione pubblica: Juan Carlos, re di Spagna, in posa davanti a un elefante ucciso in Botswana nell’aprile 2012.
3. Beatrice d’Olanda e Märtha Louise di Norvegia
- Beatrice d’Olanda: quando abdicare è una tradizione di famiglia
L’abdicazione, nel caso della famiglia reale olandese, è una tradizione. La madre di Beatrice, Juliana, e la nonna, Guglielmina, si erano dimesse come lei.
Nel caso di Juliana (1980) per problemi di salute. Nel 2013, Beatrice (nata nel 1938), era invece in ottima forma quando si è dimessa. La scelta è avvenuta in concomitanza con il suo 75° compleanno e con il festeggiamento dei 200 anni del regno dei Paesi Bassi.
La ragione principale era il desiderio di cambiamento nato dalla piena consapevolezza che il figlio, William-Alexander, principe d’Orange (nato nel 1967), fosse ormai pronto a prendere le redini del regno.
Per assistere alla cerimonia di incoronazione di William-Alexander sono giunti ad Amsterdam i reali di tutto il mondo. La cerimonia è stata ancora più rilevante perché ha incoronato re il primo olandese di sesso maschile dopo 123 anni ininterrotti di sovrane donne.
L’agile burocrazia locale ha consentito di concentrare in una sola giornata sia la firma dell’atto di abdicazione di Beatrice sia il giuramento del nuovo re William-Alexander, che indossava un manto di ermellino e portava lo scettro in mano, affiancato dalla consorte, la regina Máxima, di origine argentina.
Un segnale di cambiamento, di fiducia nei giovani e di rilancio della monarchia, che si mette al passo con i tempi.
- Märtha Louise di Norvegia: per lei la libertà contò più del palazzo
La principessa Märtha Louise di Norvegia (nata nel 1971), primogenita del Re Harald V di Norvegia e sorella del principe ereditario Haakon Magnus, quarta nell’ordine di successione, nel maggio 2002 ha sposato lo scrittore danese e dandy Ari Behn (1972-2019), autore di numerosi romanzi, ma anche di una serie di racconti ambientati nel mondo degli emarginati, che hanno fatto molto scalpore.
Sposando un borghese e desiderosa di essere autonoma finanziariamente, Märtha Louise ha rinunciato al titolo di altezza reale, pur non essendo obbligata dal protocollo di corte.
La coppia ha avuto tre figlie, Maud Angelica Behn (2003), Leah Isadora Behn (2005), Emma Tallulah Behn (2008), e ha vissuto felicemente 14 anni in campagna a Lommedalen, una trentina di chilometri da Oslo.
La rinuncia al titolo ha dato alla principessa norvegese non solo la libertà di guadagnarsi da vivere, ma anche quella coltivare le sue passioni (gli angeli e la scrittura di fiabe), senza farle perdere i suoi diritti di successione nella gerarchia dinastica.
Ha semplicemente rinunciato agli appannaggi reali. In questo la caso la rinuncia al titolo reale è riconducibile a una società democratica ed è specchio di una monarchia molto aperta ed elastica.
Anche il re Harald è sposato con una borghese, così come il futuro re Haakon, unito in matrimonio a una ragazza di estrazione modesta, Mette Marit, per altro già madre di un bambino, Marius.
All’epoca del matrimonio (2001) fece scalpore il fatto che Mette Marit avesse ammesso di aver fatto uso di stupefacenti. Purtroppo, nell’agosto 2016, Märtha Louise e Ari Behn hanno annunciato il loro divorzio, il primo nella storia della casa reale norvegese, pronunciato nel 2017.
La principessa ha iniziato una nuova relazione con un discusso santone statunitense, Shaman Durek; Ari Behn invece è entrato nel tunnel della depressione che lo ha portato al tragico suicidio nel giorno di Natale 2019.
4. Akihito imperatore del Giappone e Ayako del Giappone
- Akihito imperatore del Giappone: logoramento ed età avanzata gli impediscono di continuare a reggere il peso della corona
A 85 anni, dopo un trentennio di regno, nel 2019 l’imperatore del Giappone Akihito (nato nel 1933) ha abdicato.
Contestualmente, suo figlio, il principe Naruhito (nato nel 1960), 59 anni, è diventato il 126° sovrano a sedere sul trono del Crisantemo, il più antico al mondo.
Il suo discorso di dimissioni pronunciato nella Camera del pino del Palazzo di Tokyo è iniziato così: «L’imperatrice e io pregheremo perché il nostro Paese e le persone in tutto il mondo vivano in pace e felicità». Akihito è stato il primo imperatore del Giappone moderno ad abdicare.
Dal 1989, quando è salito al trono succedendo al padre Hirohito, si è adoperato per raggiungere un equilibrio sociale e per il benessere del Paese, sempre affiancato dall’imperatrice Michiko, la prima donna borghese ad aver sposato un membro della famiglia imperiale giapponese.
L’imperatore ha lasciato il trono probabilmente per stanchezza, logorato dalla fatica di anni pesanti ed economicamente stagnanti, funestati da terremoti, tsunami, disastri nucleari come quello di Fukushima, che hanno minato le sue energie.
Il Giappone gli riconosce un grande equilibrio personale che ha promosso la compattezza sociale e che gli è valso l’eterna ammirazione e il rispetto dei suoi sudditi.
Nella foto sotto, la coppia reale in kimono il giorno delle nozze celebrate il 10 aprile 1959.
- Ayako del Giappone: aver sposato un borghese l’ha costretta ad abbandonare il titolo reale
Una legge del 1947 impone alle donne che sono membri della casa imperiale del Giappone di rinunciare al titolo reale qualora sposino un borghese.
Così è successo alla principessa Ayako (1990), figlia della principessa Hisako e del principe Takamado, cugino dell’imperatore Akihito, sposatasi nel 2018 con un compagno di college. Ayako ha tuttavia promesso che resterà fedele all’imperatore.
Occorre sottolineare che questa legge non vale per gli uomini della famiglia reale, come dimostra il caso dell’imperatore Akihito, che per primo nella storia del Giappone ha sposato una borghese.
Non soltanto, essendo un uomo non ha dovuto rinunciare allo stato reale, ma lo ha fatto acquisire anche a sua moglie. La stessa sorte toccherà a Mako, cugina di Ayako, che sposerà a breve un borghese e, come lei, dovrà abbandonare le funzioni reali.
Questa antica legge imperiale ha oggi messo in crisi la più antica monarchia al mondo e dovrà essere messa in discussione: attualmente la famiglia reale conta solo quattro uomini e un ragazzo minore di 13 anni.
Nella foto sotto, Ayako e suo marito Kei Moriya dopo il matrimonio celebrato al tempio Meiji Jingu di Tokyo il 29 ottobre 2018.
5. Re Edoardo VIII e Andrea di Inghilterra
- Re Edoardo VIII rinunciò al trono per amore
L’abdicazione più eclatante in casa Windsor, che più si avvicina alla Megxit, è quella di Edoardo VIII (1894-1972) che rinunciò addirittura al trono di Inghilterra per sposare l’americana pluridivorziata Wallis Simpson (1896- 1986).
Il duca di Windsor Edoardo VIII, che era salito al trono di Inghilterra il 20 gennaio del 1936, abdicò infatti l’11 dicembre dello stesso anno, lasciando la corona a suo fratello minore Albert, incoronato come Giorgio VI, padre dell’attuale sovrana Elisabetta II. Come capo della chiesa anglicana, non avrebbe potuto contrarre nozze con una donna che era già stata sposata e i cui ex mariti erano ancora in vita.
Edoardo VIII aveva conosciuto Wallis già nel 1931, al suo primo divorzio dall’ufficiale dell’aeronautica Earl Winfield Spencer. Era in procinto di unirsi al suo secondo marito, Ernest Aldrich Simpson, direttore di una società di trasporti marittimi.
Quando Edoardo rese ufficiale la sua relazione con Wallis annunciandola a suo padre, il re Giorgio V, e a sua madre, la regina Mary, essi si rifiutarono di incontrare la compagna del figlio, disapprovando l’unione.
Alla morte del padre, Edoardo salì al trono abdicando meno di un anno dopo per sposare la Simpson, della quale si racconta che prima di innamorarsi di Edward avesse annoverato tra i suoi amanti anche il genero di Mussolini, Gian Galeazzo Ciano, di cui sarebbe rimasta incinta perdendo il bambino con un aborto così traumatico da impedirle di avere altri figli.
Edoardo, che avrebbe voluto continuare a esercitare le sue mansioni in Inghilterra, venne relegato ai confini del regno, in qualità di governatore delle Bahamas.
Non era solo il suo matrimonio con una pluridivorziata a imbarazzare la corte inglese, ma anche la sua vicinanza al Terzo Reich, del quale aveva conosciuto e addirittura incontrato diversi esponenti. Compreso Hitler, presentatogli, pare, proprio dalla Simpson che intratteneva rapporti amichevoli con i nazisti.
Qualcuno azzarda che fosse una spia dei tedeschi (ipotesi mai accertata). In ogni caso, il matrimonio di Edoardo e Wallis fu molto solido. I coniugi, con il titolo di duchi di Windsor, vissero a Parigi, dove l’ex re morì di cancro nel 1972. Lei gli sopravvisse quattordici anni: scomparve infatti nel 1986, malata di Alzheimer.
- Andrea di Inghilterra: è stato rimosso da tutte le cariche pubbliche a causa di uno scandalo sessuale
Il precedente più prossimo di “dimissioni reali” nella Royal Family britannica riguarda lo zio di Harry, il principe Andrea (1960), duca di York, figlio terzogenito della regina Elisabetta. In questo caso non si parla di abdicazione, ma piuttosto di un atto dovuto alla corona.
Andrea è stato infatti coinvolto nel caso Jeffrey Epstein (1953-2019), imprenditore americano accusato di pedofilia e morto suicida in carcere lo scorso agosto: avrebbe ridotto in schiavitù sessuale numerose minorenni.
Secondo l’accusa, nel 2001 il principe Andrea avrebbe avuto una relazione sessuale con Virginia Giuffre, all’epoca dei fatti minorenne. Sulle prime, pressato dalla stampa internazionale, Andrea ha cercato di spiegare la sua verità rilasciando un’intervista.
Ma essa si è rivelata un boomerang che lo ha costretto a rassegnare le dimissioni e a lasciare Buckingham Palace lo scorso novembre. Da quel momento è stato privato dei finanziamenti statali di cui era beneficiario (circa 250mila sterline l’anno).
Poiché la legge prevede che il dimissionario sia destituito da tutte le cariche pubbliche che riveste, Andrea è stato costretto ad abbandonare quella di cancelliere, di direttore onorario
dell’Università di Huddersfield e di presidente dell’Outward Bound Trust, ente benefico.
Nonostante il clamore suscitato dalle “dimissioni” di Harry e Meghan abbia distolto l’attenzione pubblica da Andrea, gli avvocati statunitensi delle vittime di Jeffrey Epstein hanno annunciato di volerlo convocare come testimone nel processo, nel quale rischia l’accusa di falsa testimonianza.
Nella foto sotto, Andrea con l’ex moglie Sarah Ferguson.