Si pensa che sia crudele, ingorda e che si nutra unicamente di animali uccisi da altri.
Ma la realtà è ben diversa: la iena è incredibilmente intelligente, vive in società complesse ed evolute, è abilissima nella caccia, ha mascelle potenti per frantumare le ossa ma anche delicate per prendersi cura dei piccoli.
E, soprattutto, aiuta a mantenere in salute l’habitat in cui vive. Scopriamola insieme.
1. L’intelligenza che non ti aspetti
La iena maculata (Crocuta crocuta) è la più nota e numerosa delle quattro specie che formano la famiglia degli ienidi.
È quella più facile da osservare nella savana e negli ambienti boscosi o semi-desertici dell’Africa subsahariana.
La iena maculata ha gli occhi aperti e i denti già alla nascita e il suo manto scuro sviluppa nel tempo macchie nere dal collo in giù; il pelo schiarisce e diventa a chiazze verso i sei mesi poi, con l’avanzare dell’età, le macchie possono affievolirsi.
È l’unica ienide con le orecchie rotonde anziché a punta e, nonostante sia più affine alla mangusta e ai suricati (e venga classificata tra i feliformi, ossia ai carnivori simili ai felini), per aspetto e comportamento la iena è più simile ai canidi.
La corporatura tarchiata e le zampe anteriori più lunghe delle posteriori la fanno sembrare goffa e sgraziata ma la rendono instancabile sulle lunghe distanze.
Inoltre, l’uso delle sole falangi come punto d’appoggio le consente di avere una lunga falcata e, grazie agli artigli non retrattili, di fare curve molto strette quando corre.
Alcuni studi ritengono che la iena sia intelligente quanto gli scimpanzé; di certo, grazie all’ampia corteccia frontale del suo cervello, ha una notevole capacità di risoluzione dei problemi.
È un animale dal complesso comportamento sociale e vive in grandi gruppi chiamati clan, che arrivano fino a quasi cento individui e in cui vige il matriarcato: il membro alfa, cioè, è una femmina (di solito la più anziana ed esperta).
Sono le madri a trasmettere alle figlie le gerarchie di dominanza, che sono mantenute attraverso una rete di alleanze: in questa società i maschi occupano l’ultimo posto e, da adulti, lasciano il proprio clan per cercarne un altro.
Di giorno gli individui riposano, la sera cacciano. E quando mangiano formano sottogruppi i cui componenti cambiano di frequente: si chiama “società a fissione-fusione”.
È stato anche osservato che quando un individuo scopre una nuova tecnica per cacciare o trovare cibo, la gerarchia viene come “sospesa”, per consentire a tutti di imparare la novità.
Il centro dell’attività del clan è la tana, scavata nel terreno e con tanti ingressi collegati da tunnel, lì i membri si incontrano e allevano i cuccioli. All’esterno la iena maculata pattuglia il territorio e lo contrassegna creando latrine, luoghi comuni dove depositare gli escrementi.
E quando trova una pozza d’acqua non teme di bagnarsi: vi entra, nuota e gioca immergendo anche la testa.
2. Una femmina body builder
Le dimensioni della iena ricordano quelle di un cane lupo, con la porzione posteriore molto schiacciata.
Il pelo non è particolarmente lungo e la schiena presenta una folta e ruvida criniera. Il mantello della iena maculata varia dal giallo scuro al rossastro con macchie nere.
Gli arti anteriori sono evidentemente più lunghi di quelli posteriori e le quattro dita delle zampe sono provviste di unghie non retrattili e forti, estremamente utili per scavare.
La iena possiede una mascella poderosa e una dentatura potente, che hanno un ruolo fondamentale per strappare la carne e triturare le ossa.
La femmina è più muscolosa, più aggressiva e più grande del maschio e, nella rigida gerarchia del clan, è lei a decidere quando e con chi accoppiarsi.
Il suo apparato genitale esterno è quasi uguale, per aspetto, a quello maschile: è un organo per evacuare, accoppiarsi e partorire. Il parto, a causa della conformazione anatomica dell’apparato genitale è molto rischioso per la iena: i nascituri potrebbero soffocare mentre vengono al mondo.
Se poi lo stretto canale si lacera, anche la madre potrebbe morire. Il parto avviene in privato e di solito porta alla nascita di due o quattro cuccioli, che vengono portati nella tana solo quando raggiungono il mese di vita.
La iena, mamma amorevole, allatta per 12-16 mesi ed è un periodo insolitamente lungo per un carnivoro. Il suo latte è tra i più sostanziosi e ricchi di proteine di tutti i mammiferi terrestri e secondo, in contenuto di grassi, solo a quello dell’orso polare e della lontra marina.
I cuccioli ottengono in questo modo i nutrienti che avrebbero dalla carne: la iena maculata, infatti, non è in grado di rigurgitarla per i piccoli a causa di un metabolismo molto veloce.
Per questa ragione i cuccioli assaggiano la carne a circa cinque mesi di età, quando viene portata loro nei pressi della tana. Lì restano, con un adulto “babysitter”, fino al compimento dell’anno.
Poi iniziano a seguire la madre nella ricerca delle prede e nelle battute di caccia.
3. Una vera macchina da guerra
Tra i carnivori africani la iena è la più efficiente: è in grado di mangiare e digerire tutte le parti della preda tranne il pelo, gli zoccoli e la cheratina delle corna delle antilopi.
Le sue fortissime mascelle, infatti, insieme ai robusti denti le permettono di frantumare le ossa per arrivare al midollo, così come di rendere i pezzi facili da deglutire.
La iena raccoglie e ruba gli avanzi di animali predati da altri carnivori e si nutre anche di carogne. Tuttavia è una delle più abili cacciatrici africane e gran parte del cibo di cui si nutre lo cattura lei stessa, afferrando la preda con i denti, non con gli artigli.
Questo mammifero occupa la stessa nicchia ecologica dei grandi felini ed è in diretta concorrenza con il leone, poiché caccia gli stessi animali. Tuttavia varie ricerche hanno dimostrato che sono i leoni a rubare più spesso le prede alle iene, non viceversa.
Quante informazioni in una risata... Di notte, nella savana, riecheggia un urlo simile a una risata che però trasmette informazioni complesse su chi lo ha emesso e aiuta persino a valutare il numero di potenziali intrusi nel territorio e a decidere quando radunarsi per scacciarli.
Il verso della iena, che le è valso il nome comune di iena ridens, esprime agitazione emotiva, ribadisce la gerarchia del clan e, quando viene emessa intorno a una preda, serve a stabilire i diritti sul cibo.
La risata è solo una delle tante e complesse forme di comunicazione: infatti ci sono anche altri tipi di vocalizzazioni, leccate e sfregamenti col naso e sul corpo. Quanto ai cuccioli, per comunicare con la madre emettono un suono simile allo squittio.
4. L’ecosistema la ringrazia
La iena maculata ha un sistema immunitario molto efficiente e neutralizza alimenti tossici, come la carne in decomposizione, che per la maggior parte degli altri animali sarebbero mortali; inoltre, ripulendo le carcasse agisce da “netturbina” evitando il diffondersi di malattie.
L’importanza della iena per l’ecosistema non finisce qui: digerendo anche le ossa deposita escrementi ricchi di calcio (per questo sono di colore biancastro), utili a integrare la dieta di
giraffe e altri animali che altrimenti non potrebbero procurarselo.
Ancora oggi la iena maculata viene più spesso detestata che non apprezzata dagli agricoltori e dagli allevatori delle regioni in cui vive. Viene ancora avvelenata e cacciata ma, per fortuna, la scienza sta sfatando i pregiudizi su questa icona della fauna selvatica africana.
Il suo habitat è rappresentato da aree semidesertiche e dalla savana, mai ambienti chiusi. La possiamo ammirare in Africa a sud del Sahara. Come la maggior parte dei carnivori africani, la iena è attiva soprattutto nelle ore notturne. Le ore diurne questo interessante carnivoro le trascorre nel folto della vegetazione.
Il momento della pulizia comprende piacevoli bagni nel fango e lunghe leccate reciproche, importanti non solo sotto il punto di vista igienico, ma anche nello stabilire, mantenere e migliorare il rapporto tra i diversi soggetti. Si ritiene che questo Ienide possa vivere oltre i 25 anni (in cattività sino a 40).
La femmina di iena dimostra il suo carattere aggressivo e belligerante sin dalla giovane età, quando aggredisce i fratelli.
Alcuni studi hanno sottolineato che questo particolare comportamento è imputabile alla presenza di sostanze nel sangue (ormoni) simili a quelli che inducono il comportamento aggressivo nel maschio.
Questo, associato agli evidenti organi sessuali (simili a quelli del maschio), aveva fatto erroneamente supporre che la iena fosse ermafrodita, ossia un individuo con caratteri maschili e femminili.
Nella foto sotto, un’affannata leonessa (Panthera leo) con la coda alzata, gli occhi spalancati e la bocca aperta viene inseguita da quattro iene maculate.
5. Non solo ridens: scopriamo la iena bruna e la striata
Oltre alla iena maculata esistono anche la iena bruna (Hyaena brunnea) e la iena striata (Hyaena hyaena) più simili tra loro che alla prima e rare da incontrare a causa delle abitudini (notturne e crepuscolari) e delle persecuzioni che subiscono da parte dell’uomo (nella lista rossa IUCN sono elencate come prossime alla minaccia).
La iena bruna, la meno comune della famiglia, ha un lungo manto marrone ispido e vive nelle zone aride dell’Africa meridionale. In Sudafrica viene chiamata “lupo da spiaggia” per la sua abitudine di fare passeggiate lungo il litorale.
La iena striata ha invece il manto giallo oro (o grigio) con strisce nere e si vede in nord Africa, in Medio Oriente e in India. Entrambe sono solitarie e cacciano raramente perché sono per lo più saprofaghe (significa che si nutrono di sostanze organiche in decomposizione). Vivono in piccoli gruppi, anche di una sola femmina con la sua progenie o di una decina di individui.
Secondo alcuni studi, nei clan della iena bruna c’è anche un maschio alfa, che condivide lo stesso status della femmina. Poco sonore (la iena striata ulula di rado) comunicano normalmente con postura e odore.
La iena bruna, in particolare, secerne due sostanze (una bianca e una nera) per marcare il territorio e relazionarsi col gruppo. I piccoli nascono con gli occhi chiusi ma già simili agli adulti. Nella foto sotto, la iena bruna (a sinistra) e la iena striata (a destra)
- Curiosità: Il protele, una iena misteriosa
Il protele (Proteles cristata) vive in Africa orientale e meridionale ed è ritenuto l’ultimo discendente di uno storico grande clade (cioè un gruppo con un singolo antenato comune) di iene-cane, chiamate così perché occupavano nicchie ecologiche ora occupate dai canidi.
Il protele è l’unico insettivoro della famiglia: in una singola notte può mangiare fino a 250 mila termiti, da cui ricava anche l’acqua che gli serve per vivere.
Notturno e di natura solitaria, nell’accoppiamento è monogamo ed è così elusivo che non solo le informazioni sulla sua struttura genetica sono scarse, ma anche lo stato e la tendenza della sua popolazione restano in gran parte sconosciuti.