Chi ha detto che i gatti non sono buoni viaggiatori? Basta avere un po’ di pazienza e gli accorgimenti giusti. E alcune storie lo confermano!
Andare in vacanza con l’amico a quattro zampe è un’esperienza bellissima e unica.
Finalmente le strutture che accolgono animali sono in aumento e i luoghi dove trascorrere del tempo fantastico insieme sono tanti.
Ogni scelta naturalmente deve tener conto dei bisogni, delle particolari fasi della vita dell’animale e delle sue abitudini. Per una vacanza piacevole è importante organizzarsi bene e seguire alcune semplici regole:
• scegli una meta adatta al nostro gatto tenendo conto dell’età, del temperamento, delle abitudini, di eventuali patologie che potrebbero acutizzarsi e degli ambienti che meglio si prestano a soddisfare le sue esigenze;
• informati sugli obblighi sanitari richiesti nel luogo;
• programma il viaggio con largo anticipo, almeno 2 mesi, per adempiere agli eventuali obblighi previsti dalla regolamentazione sanitaria e procedere alle eventuali vaccinazioni;
• informati sui regolamenti delle varie compagnie aeree, marittime e ferroviarie.
E ricorda sempre di sottoporre il miccio a una visita veterinaria prima della partenza e di microchipparlo in quanto potrebbe rivelarsi utile in caso di allontanamento o smarrimento.
1. Portarlo con noi serenamente
Le vacanze sono uno dei momenti più attesi dell’anno.
Aspettiamo con ansia il momento in cui potremo rilassarci al mare, in montagna o fare un bel viaggio in giro per il mondo. Ma i nostri piccoli amici?
Portarli con noi o lasciarli a casa è una scelta che va fatta con molta attenzione! Ci sono caratteristiche comuni a tutti i gatti e altre individuali, che vanno tenute in considerazione.
A parte qualche razza e qualche soggetto, in genere il gatto non ama spostarsi ma ce ne sono alcuni che seguono il padrone con facilità e altri che soffrono solo a essere infilati nel trasportino.
Certi mici vivono bene gli spostamenti e apprezzano la novità, altri invece proprio no. Scopriamo insieme come comportarci con il nostro amico. Chi meglio di noi può conoscere il nostro gatto?
Nel valutare se portarlo con noi in ferie o meno bisogna pensare per prima cosa al suo carattere. Se si tratta di un micio estroverso che, per quanto felino, sa accogliere le novità con una certa filosofia, possiamo pensare di organizzare la vacanza comprendendo la sua presenza.
Per i gatti curiosi e tranquilli può essere anche un buon modo di interrompere la routine. Se invece abbiamo di fronte un micio pauroso e facilmente stressabile, forse il gioco non vale la candela.
Meglio lasciarlo a casa sua e chiedere l’aiuto di un pet sitter. Non è tutto così semplice, però. Ci sono tipologie caratteriali più complesse che, apparentemente gestibili, in viaggio potrebbero rivelarsi problematiche.
I gatti particolarmente esuberanti in un ambiente nuovo potrebbero acuire il loro modo di essere fino a diventare iperattivi o addirittura distruttivi.
Altri, che a casa sono tranquilli e pacati, sviluppare forti ansie una volta caricati in auto. Proviamo a fare brevi giri di prova e cerchiamo di capire.
2. Sole e caldo, trasportino e guinzaglio
- Sole e caldo
I gatti amano sole e caldo. Ma, una eccessiva esposizione all’uno o all’altro potrebbe causare molti problemi.
Il colpo di calore è una brutta avventura per un micio, meglio non rischiare. Per quanto riguarda le scottature, niente paura!
Soprattutto i gatti con le orecchie bianche vanno protetti con le stesse creme che usiamo per noi. Non facciamo mai mancare al micio acqua fresca e, anche in villeggiatura, predisponiamo per lui una cuccia al fresco dove potrà passare i pomeriggi di vacanza in serenità!
- Il trasportino
Il trasportino che scegliamo per il nostro micio è molto importante, perché il viaggio vada bene e sia confortevole! Questo, a dire il vero, vale anche al di fuori delle vacanze.
Comprarne uno adatto è un’operazione tutt’altro che banale. Ci sono gatti che amano vedere fuori, ci vorrà quindi una gabbietta piuttosto aperta, altri che si spaventano da morire a guardare intorno, servirà dunque un trasportino chiuso. Alcuni mici fanno pipì poco dopo esser stati chiusi nel trasportino.
Per loro ne servirà uno di plastica rigida. Altri premono per uscire e guardare fuori, meglio una borsa morbida o, sfregando contro le grate o contro la plastica dura, potrebbero farsi male a muso e zampette.
Per quelli che, invece, amano dormire per tutta la tratta... Be’ con loro è facile perché va bene tutto! Ma la sicurezza e la solidità non devono mancare mai.
- Guinzaglio e collarino. Qualche consiglio per orientarci
Non tutti i gatti sono restii alle uscite al guinzaglio. Qualcuno che risponde bene all’esperimento c’è e l’abitudine, poi, migliora le cose.
Portarlo in giro in zone a lui sconosciute, però, è una mossa azzardata. Potrebbe spaventarsi o comunque non comportarsi come è solito fare.
Gli esperti consigliano di evitare, a meno che il soggiorno non sia così lungo da permettere al micio di ambientarsi perfettamente. Per quanto riguarda il collarino, invece, il discorso cambia.
Se la casa di villeggiatura che abbiamo scelto ha il giardino e siamo disposti a far uscire il micio, allora è necessario, a patto che abbia cuciti, incisi o stampati i nostri recapiti. La medaglietta è un po’ più pericolosa: rischia di incastrarsi nelle fresche frasche che il nostro micio di sicuro visiterà.
Senza recapiti, però, il collarino non ha alcuno scopo, quindi meglio lasciar perdere. Anche per questo, va detto, il gatto ha bisogno di abituarsi. Cominciamo dunque a farglielo provare in casa un bel po’ di tempo prima della partenza.
3. L’automobile e gli altri mezzi di trasporto
- L’automobile...
Partiamo dalle regole. Il gatto si può portare in auto solo se è all’interno del suo trasportino e, se andiamo all’estero, è necessario portare con noi i suoi documenti anagrafici.
Se soffre di nausea, possiamo farci dare dal veterinario un farmaco specifico: lo aiuterà... se riusciremo a farglielo prendere.
L’aria condizionata non andrebbe mai puntata addosso al micio e sarebbe meglio non dargli molto da mangiare prima di partire.
Non dimentichiamoci di portare acqua anche per lui, con una ciotolina portatile, e se non è sereno proviamo a coprirlo con un pareo o, al contrario, a sistemarlo in modo che veda intorno a sé: ci sono caratteri che richiedono sia una sia l’altra strategia.
Infine, mai lasciarlo chiuso in auto durante una giornata calda, neanche con i finestrini abbassati!
- Gli altri mezzi di trasporto...
Sui treni delle Ferrovie dello Stato si può viaggiare gratis con il gatto, nell’apposito contenitore di dimensioni non superiori a 70 per 30 per 50 centimetri.
Le compagnie aeree consentono il trasporto di animali ma ogni compagnia può stabilire il costo, la tipologia del trasportino o il numero degli animali accettati in cabina.
Generalmente, in cabina i gatti sono ammessi e, secondo esperti e veterinari, è la scelta da privilegiare assolutamente rispetto alla stiva, dove oltretutto, se si guasta la pressurizzazione, la morte è certa.
Quando si va all’estero bisogna informarsi sugli obblighi sanitari del Paese d’arrivo ma anche di quelli dei Paesi dove si deve eventualmente cambiare volo, perché l’animale può essere bloccato per eventuali controlli o addirittura per il fermo di quarantena.
Anche in nave i mici possono viaggiare in cabina con il padrone, previo consenso della compagnia di navigazione. In ogni caso, informazioni generali a parte, è sempre meglio chiedere bene al momento della prenotazione per evitare brutte sorprese!
- Le spese? Aumentano!
Anche se si tratta di un dettaglio, se paragonato all’intera spesa di una vacanza per tutta la famiglia, va sottolineato che portare un animale in ferie ha dei costi.
Gli hotel spesso fanno pagare per il gatto “ospite”, i voli si pagano anche per loro e le case in affitto con la modalità “pet ammessi” rientrano in fasce di prezzo solitamente un po’ più elevate. Ma a meno che non si abbia un parente o un amico fidato che badi a loro, anche lasciarli a casa, comunque, ci costerà.
Meglio fare qualche conto in base alle nostre esigenze e al budget a disposizione.
4. Casa o Hotel e il cat sitter
- Casa o Hotel? Meglio la prima ma...
Stiamo per prenotare e non sappiamo se orientarci su una casa in affitto o una camera in hotel?
Se il gatto deve venire con noi, sarebbe sicuramente meglio un appartamento. Potrà girare liberamente e dopo qualche giorno di perlustrazione si abituerà, ritrovando anche lì le stesse abitudini di casa sua.
Cerchiamo di portare con noi oggetti familiari che lo facciano sentire al sicuro.
Come abbiamo detto, i mici sono spesso restii alle novità. Nel caso, però, tenessimo particolarmente alla vacanza in albergo, con tutti i comfort che implica, dovremo innanzitutto scegliere una struttura pet friendly e rinunciare al servizio di pulizia in camera.
Se mentre non ci siamo il nostro gatto dovesse vedersi piombare in camera sconosciuti con aspirapolvere o altri oggetti “preoccupanti”, potrebbe prenderla male. Oltretutto, rischiamo che scappi.
- Il cat sitter
Può essere che alla fine di una lunga riflessione decideremo di lasciare il micio a casa. Se non abbiamo un parente o un amico fidato che si prendano cura di lui, dovremo rivolgerci a un cat sitter... ma non sempre è facile trovare quello giusto.
Quali sono i requisiti imprescindibili su cui basare la scelta? Prima di tutto, meglio una persona che abbia dimestichezza con le e-mail e i cellulari: ci contatterà per qualsiasi evenienza e potrà mandarci foto, magari con WhatsApp, che ci faranno passare vacanze serene.
Poi, deve avere la voglia e l’intraprendenza di fermarsi a giocare e fare le coccole al micio. Pappa e lettiera pulita non bastano per non fargli sentire la nostra mancanza.
È importante anche che questa persona abbia occhi esperti e vigili e che sia pronta a rivolgersi a un veterinario, nel caso qualcosa non vada per il verso giusto. Insomma, scegliamo con cura e in base anche a referenze.
- Anche lui felice in viaggio
Già non è semplice far abituare il nostro gatto alla vita in una casa “nuova”, ma se non pensiamo a qualcosa che renda la vacanza piacevole anche per lui, potrebbe portare con sé un cattivo ricordo dell’esperienza. Quindi, pensiamo a qualcosa che
renda il suo soggiorno piacevole: portiamo i suoi giochi, un tiragraffi, sistemiamo le ciotole della pappa come a casa e scegliamo un alloggio che abbia un spazio aperto per lui, senza pericoli. Un po’ di vita selvaggia lo farà felice!
5. I gatti viaggiatori esistono! Due libri emozionanti ne raccontano le storie e spiegano come “provarci”
- Avventure di un gatto viaggiatore di Paola Capriolo
Dalla Francia alla Svizzera, dall’Austria fino alla Grecia e poi in Italia: Ela è un micione dal pelo fulvo e dal carattere socievole e avventuriero cui la scrittrice e amante di piccoli felini Paola Capriolo dedica il suo ultimo romanzo dal titolo inequivocabile Avventure di un gatto viaggiatore, edito da Bompiani.
Il libro racconta le vacanze “a tre” che l’autrice e suo marito hanno deciso di vivere insieme al proprio micio Ela, a dispetto di chi sostiene che i gatti non amino muoversi da casa.
Superando con un po’ di spirito di iniziativa le difficoltà organizzative, i due “genitori” sono riusciti a predisporre tutto nel migliore dei modi per far sì che il viaggio non fosse per il gatto troppo stancante o eccessivamente stressante per la sua natura.
Del resto Ela, il cui nome deriva dal monte Piz Ela che sovrasta il villaggio svizzero in cui è nato il 17 giugno 2012, come tutti i gatti è un “animale semidomestico”, che nonostante sia capace di amare con tutto se stesso resta per l’uomo misterioso “come la faccia nascosta della luna o le terre favolose situate oltre le Colonne d’Ercole”, spiega Paola Capriolo.
Ma il libro è anche una buona guida per chi volesse provare a intraprendere una simile avventura poiché racconta nel dettaglio tutti i preparativi per la partenza.
Dopo alcuni viaggi brevi e “di prova”, la prima idea per affrontare la lunga vacanza in Grecia con il piccolo felino era stata comprare una bella gabbia spaziosa, subito sostituita da una serie di altre soluzioni un po’ più impegnative ma di certo meno “fredde”.
- Cronache di un gatto viaggiatore di Hiro Arikawa. Un’amicizia cresciuta viaggiando. Alla scoperta del libro campione di incassi.
Quella tra Satoru e Nana, un bel micione intelligente, è una vera amicizia, protagonista della trama di un libro che ha conquistato il pubblico internazionale: Cronache di un gatto viaggiatore di Hiro Arikawa (Giunti). I due si sono incontrati
per caso e hanno cominciato a condividere la vita. Fino al giorno in cui Satoru deve trasferirsi e non può più occuparsi di Nana.
È allora che i due decidono di fare un viaggio, su una vecchia station wagon color argento, per trovare un nuovo padrone tra le amicizie di Satoru.
Il loro viaggio si snoda tra le bellezze del Giappone: filari di betulle bianche, peschi e canne di bambù, attraverso un Giappone pieno di colori, profumi e panorami dal fascino infinito.
Incontrano tante persone affettivamente importanti per la vita di Satoru ma nessuna che possa prendersi cura di Nana. Così, dopo mille avventure, quando il viaggio è quasi alla fine, il gatto e il suo padrone capiscono che non possono fare a meno l’uno dell’altro.