Fu eletta presidente della Camera dei deputati nel 1979 e restò in carica fino al 1992 in tre legislature.
Figlia di un ferroviere sindacalista e insegnante in un istituto tecnico, coltivò sempre la passione politica: militò nel Partito Comunista Italiano, il cui segretario, Palmiro Togliatti, fu l’uomo della sua vita.
Ma chi era veramente Nilde Iotti? Scopriamolo insieme.
1. Da insegnante a parlamentare
È stata la prima donna in Italia a diventare presidente della Camera dei deputati, nel 1979. È la donna che ha ricoperto questo incarico per il periodo più lungo.
Ha contribuito a scrivere la nostra Costituzione ed è stata una delle leader più colte e intelligenti della storia della Repubblica italiana: Leonilde Iotti, chiamata da tutti Nilde,
ha fatto del suo impegno politico una scelta di vita. Da comunista e antifascista, è stata anche protagonista della Resistenza; il suo nome è legato a quello del Partito Comunista Italiano (PCI) e a quello del suo leader, Palmiro Togliatti, di cui è stata la compagna per anni.
Nilde Iotti nacque a Reggio Emilia il 10 aprile del 1920, figlia di Egidio, ferroviere e sindacalista che morì quando lei aveva 14 anni e da cui probabilmente ereditò la passione per la politica.
Dopo essersi laureata in lettere e filosofia all’Università Cattolica di Milano, dove era entrata per desiderio della madre, insegnò per alcuni anni in un istituto tecnico industriale di Reggio Emilia, senza però trascurare l’impegno politico. Dopo il 1943 prese infatti parte attiva alla Resistenza, entrando a far parte dei Gruppi di difesa della donna che si battevano contro i nazifascisti.
Divenne poi segretaria dell’Unione Donne italiane a Reggio Emilia e nel 1946 fu eletta al Consiglio comunale come indipendente nelle liste del PCI, mentre il 2 giugno dello stesso anno venne eletta all’Assemblea Costituente nella Commissione dei 75, un organismo istituito il 15 luglio 1946 e presieduto da Meuccio Ruini che aveva il delicato e importantissimo compito di stendere la carta costituzionale del nostro Paese.
Nilde Iotti partecipò ai diciotto mesi di lavoro che occorsero per redigere la Costituzione Italiana, la quale venne approvata il 22 dicembre 1947. Firmata dal presidente della Repubblica Enrico De Nicola, entrò in vigore il primo gennaio 1948.
2. Una grande storia d’amore
Fu durante il periodo trascorso all’Assemblea Costituente che Nilde Iotti conobbe Palmiro Togliatti, segretario generale del PCI, di 27 anni maggiore di lei, sposato con la deputata Rita Montagnana e padre di un figlio, Aldo, affetto da schizofrenia.
A quanto pare, per Togliatti fu un vero e proprio colpo di fulmine, come si legge nel carteggio tra i due pubblicato nella biografia Nilde Iotti.
Una storia politica al femminile di Luisa Lama. Togliatti si intratteneva con Nilde per ore e ore a parlare di letteratura (in particolare dell’Ariosto) e le faceva pervenire le sue lettere attraverso l’usciere del Parlamento.
Sono state ritrovate molte frasi romantiche nei suoi taccuini all’indirizzo della collega, accanto alle annotazioni istituzionali. Nilde finì per ricambiare i suoi sentimenti, ma la storia, cominciata nel 1946 quando lui aveva 53 anni e lei 26, ebbe un avvio difficile: divenne ufficiale solo due anni più tardi, nonostante l’opposizione dei compagni politici, che vi vedevano addirittura una minaccia per il partito.
Di fatto, la moglie di Togliatti godeva di un’autorità morale e i comunisti, pur non essendo in generale contrari al divorzio, auspicavano che il matrimonio tra lei e il segretario non finisse. Arrivarono delle critiche persino dal Cremlino.
Alla fine la direzione del PCI concesse alla neo-coppia di vivere in maniera discreta la propria relazione e le concesse l’uso di un piccolo appartamento all’ultimo piano del palazzo della sede del partito a Roma dove i due si trasferirono. Il legame divenne pubblico nel luglio del 1948, quando un attivista politico sparò a Togliatti all’uscita dal Parlamento, ferendolo gravemente.
Nel 1950 Palmiro e Nilde adottarono una bambina, sorella minore di un operaio di Modena che era stato ucciso durante gli scontri con la polizia. Rimasero insieme fino alla morte di lui, il 21 agosto 1964.
Il 9 gennaio 1950, a Modena, durante uno sciopero degli operai delle Fonderie Riunite, gli agenti della Polizia di stato caricarono i manifestanti, uccidendone sei e ferendone oltre 200.
Tra i sei operai uccisi c’era Arturo Malagoli, un ragazzo di 21 anni, attivo in politica e nei sindacati, che apparteneva a una numerosa famiglia di mezzadri della campagna modenese. Si era spostato dalla nativa Nonantola in città per lavorare in fabbrica e contribuiva con il suo salario al mantenimento della sua famiglia.
Così, Nilde Iotti e Palmiro Togliatti decisero di adottare Marisa, la sorella minore di Arturo, di sei anni. Il leader del PCI riuscì anche a darle il suo cognome e la allevò con l’amata Nilde a Roma. Oggi Marisa Malagoli Togliatti è una psichiatra e docente universitaria.
3. La carriera tappa per tappa
Nonostante le doti politiche di Nilde Iotti fossero evidenti, vennero pienamente apprezzate da tutti solo dopo la morte di Togliatti.
Il suo ingresso nel PCI era avvenuto ben prima, esattamente nel 1956, in occasione dell’VIII congresso del partito; in seguito era entrata nel Comitato Centrale del partito e nel 1962 nella Direzione nazionale.
Nel 1963, rieletta deputata in Parlamento, era entrata nella Commissione Affari Costituzionali e aveva focalizzato il suo mandato su tematiche relative alla donna e alla famiglia. Nel 1969 fece il suo ingresso anche al Parlamento europeo, quando i parlamentari comunisti vi entrarono per la prima volta (vi rimase fino al 1979).
Sempre nel 1969 arrivò l’elezione a vicepresidente della Camera durante la sesta legislatura; Nilde divenne protagonista assoluta della riforma sul diritto di famiglia.
Alle elezioni politiche del 1976 per la settima legislatura, salì invece alla presidenza della Commissione degli affari costituzionali di Montecitorio, mentre la Camera era guidata dal compagno di partito Pietro Ingrao.
Tre anni dopo, nel 1979, all’apertura dell’ottava legislatura, quando fu deciso di affidare la presidenza della Camera a un esponente del maggior partito dell’opposizione, la scelta cadde su di lei, che salì al seggio più alto della Camera il 20 luglio 1979. Venne rieletta presidente della Camera il 12 luglio 1983.
Nel 1987, in seguito alla crisi del governo di Craxi, le fu affidato un mandato esplorativo dal presidente Cossiga per la formazione di un nuovo governo: non andò a buon fine e il Paese fu chiamato a elezioni anticipate. Il 2 luglio 1987 Iotti fu riconfermata alla presidenza della Camera.
Il suo ultimo mandato finì nel 1992, quando fu chiamata alla presidenza della Commissione parlamentare per le riforme istituzionali. Nella XII legislatura fu fautrice della legge contro la violenza sulle donne.
Nella successiva legislatura divenne presidente della delegazione parlamentare italiana all’Assemblea del Consiglio d’Europa. A novembre 1999 chiese e ottenne le dimissioni dal suo mandato parlamentare per motivi di salute: malata da tempo, era sempre più fragile e meno autonoma.
Non riusciva più a portare avanti il suo incarico. Morì infatti poco dopo, il 4 dicembre 1999.
4. Le italiane le devono molto
A Nilde Iotti si devono tante vittorie per il raggiungimento delle pari opportunità.
All’inizio della sua carriera negli anni 50, si era trovata ad affrontare la diffidenza di un’Italia borghese e cattolica e anche quella dei compagni di partito, infastiditi dalla sua relazione con Togliatti.
Ciò non poté non influenzare il suo impegno politico a favore dei diritti delle donne. Sin dalla sua esperienza alla Costituente, Iotti si batté per l’uguaglianza giuridica dei coniugi, obiettivo che raggiunse solo trent’anni più tardi, e si schierò contro il principio dell’indissolubilità del matrimonio, un’altra battaglia che portò avanti negli anni.
Celebre la sua frase: «Per quanto siano forti i sentimenti che uniscono un uomo e una donna, in ogni tempo, ma soprattutto direi, nel mondo di oggi, essi possono anche mutare; e quando non esistono più i sentimenti, non esiste neppure più il fondamento morale su cui si basa la vita familiare. Abbiamo dunque bisogno di ammettere la possibilità della separazione e dello scioglimento del matrimonio».
Negli anni 70 Iotti caldeggiò le battaglie per promuovere il referendum per il divorzio, che arrivò nel 1974, e altrettanto si batté a favore della legge sull’aborto, che venne approvata nel 1978.
Nella veste di presidente della Camera dei deputati sostenne il riscatto della donna come cittadina meritevole di uguali diritti rispetto all’uomo. Si batté anche per il riconoscimento dei figli nati fuori dal matrimonio e per le unioni civili.
- Le altre due donne presidenti della Camera:
■ Irene Pivetti, eletta nelle liste della Lega Nord, è stata in carica dal 16 aprile 1994 all’8 maggio 1996.
Nata a Milano il 4 aprile 1963, ha esordito come giornalista de L’Indipendente. Di estrazione cattolica, ha mosso i primi passi in politica presso le Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani (ACLI) e aderito alla Lega Nord nei primi anni 90.
Dal 1994 è diventata responsabile della consulta cattolica del partito. È stata eletta deputato nella legislatura 1992-1994, rieletta in quella del 1994 e nominata presidente della Camera dei deputati quello stesso anno.
■ Laura Boldrini è stata la terza presidente della Camera, in carica dal 16 marzo 2013 al 22 marzo 2018, eletta nelle fila di SEL, Gruppo Misto di sinistra.
Nata a Macerata il 28 aprile 1961, si è occupata della produzione radio e video della Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO); dal 1993 è stata portavoce per l’Italia presso il World Food Program fino al 1998, anno in cui è diventata portavoce dell’Alto Commissariato ONU dei Rifugiati per il Sud Europa. Nel 2012 è sta- ta eletta alla Camera dei deputati.
5. Biografia
- I PRIMI ANNI
Nilde Iotti nasce a Reggio Emilia il 10 aprile del 1920. Allieva dell’Istituto Magistrale Matilde di Canossa di Reggio Emilia. Laurea in Lettere all’Università Cattolica di Milano. Insegnante all’Istituto Tecnico Statale “A. Secchi” di Reggio Emilia. Aderisce ai Gruppi di Difesa della Donna durante la Resistenza.
- IMPEGNO POLITICO E INCARICHI ISTITUZIONALI
1945 - Segretaria dell’UDI di Reggio Emilia.
1946 - Si iscrive al PCI.
1946 - Eletta nel Consiglio Comunale di Reggio Emilia nelle liste del PC come indipendente.
1946 - Eletta Deputato all’Assemblea Costituente dove farà parte della Commissione dei 75 che elabora la bozza della Costituzione. Lavorerà nella Sottocommissione per i diritti civili, politici ed economici.
1946 - Inizia il rapporto con il segretario del PCI Palmiro Togliatti.
1948 - Rieletta alla Camera dei Deputati viene sempre riconfermata in tutte le successive legislature.
1948 - Nominata nella Presidenza dell’UDI nazionale.
14/07/1948 - Attentato a Togliatti.
1950 - Assieme a Togliatti, prende in affido una bambina, Marisa Malagoli (la più piccola di dodici fratelli e sorella di un operaio ucciso dalla Celere a Modena), che sarà poi adottata.
1956 - Entra nel Comitato Centrale del Partito Comunista Italiano e successivamente assume la responsabilità della Sezione femminile nazionale.
1961/1962 - Entra nella Direzione nazionale del PCI.
1964 - Togliatti muore a Yalta.
1968 - Vice presidente del Gruppo parlamentare comunista alla Camera di cui è già stata segretario.
1972 - Vice presidente all’Assemblea di Montecitorio.
1976 - Presidente della Commissione Affari costituzionali.
1979 - Presidente della Camera dei Deputati (eletta al primo scrutinio) all’inizio della VIII legislatura.
1983 - Rieletta Presidente della Camera nella IX legislatura. Nella fase conclusiva della IX legislatura è chiamata dal Presidente della Repubblica a svolgere mandato esplorativo (prima e unica donna della storia repubblicana) per la soluzione della crisi politica sfociata poi nelle elezioni anticipate.
1987 - Rieletta, per la terza volta consecutiva, Presidente della Camera dei Deputati.
1993 - Eletta Presidente della Commissione parlamentare per le riforme istituzionali.
- INCARICHI INTERNAZIONALI
1969 /1979 - Parlamentare europeo.
1993 - Presidente della delegazione parlamentare italiana presso l’Assemblea CSCE (Conferenza sulla Sicurezza e la Cooperazione in Europa) e successivamente Vice presidente dell’assemblea stessa.
1996 - Presidente della delegazione parlamentare italiana presso il Consiglio d'Europa.
1997 - Vice presidente del Consiglio d’Europa
- 1999 - GLI ULTIMI MESI
18 novembre - Viene ricoverata in una clinica romana.
18 novembre - Rassegna le dimissioni da Deputato per motivi di salute.
3-4 dicembre - Nella notte muore a Roma per arresto cardiaco, aveva 79 anni.
6 dicembre - Funerali di Stato a Montecitorio e tumulazione nel cimitero del Verano accanto a Togliatti e vicino a Di Vittorio, Longo e altri esponenti del PCI.