All’inizio era solo un libro. Poi divenne un caso editoriale. Adesso scopriamo che fu anche l’occasione per un intrigo di spie.
Sembra che il grande poeta russo Boris Pasternak (1890-1960) abbia cominciato a scrivere il suo unico romanzo, Il dottor Zivago, addirittura nel 1910, ma in realtà l’opera prende forma solo dopo la Seconda guerra mondiale…
Un grande affresco della Rivoluzione sovietica e del successivo conflitto civile in Russia, visto con gli occhi di un medico, Jurij Zivago, che vive nel contempo una grande storia d’amore con Lara, infermiera conosciuta al fronte durante la Prima guerra mondiale.
Proprio per il tema trattato, però, il romanzo diventa subito un caso politico delicatissimo. Alla fine degli anni ‘50, i sovietici fecero di tutto per non pubblicare Zivago perché era contro il regime.
Ma il libro uscì lo stesso, grazie a un editore italiano e allo zampino dei servizi segreti americani e olandesi. E l’autore vinse il Nobel. Scopriamo di più….
1. Tutto merito di un italiano
Tutto comincia nel maggio del 1956. Pasternak ha finito il romanzo e cerca di pubblicarlo presso la casa editrice di stato Goslitiztat.
Il giornalista Sergio D’Angelo, allora collaboratore a Radio Mosca per le trasmissioni dirette all’Italia, legge per caso la notizia tra le veline da tradurre e ne comprende l’importanza: Pasternak è considerato uno dei maggiori scrittori russi viventi.
Oltre a essere giornalista, D’Angelo è anche una specie di agente letterario per Giangiacomo Feltrinelli, giovane rampollo della borghesia milanese iscritto al Partito comunista italiano, che ha appena iniziato la sua attività di editore.
D’Angelo quindi va a incontrare Pasternak a Peredelkino, un complesso di dacie (ossia ville) situate in una grande foresta a sud-ovest di Mosca, dove abitano molti scrittori. Tra i due, seduti in giardino a scaldarsi al sole di una bella mattinata di primavera, scatta immediatamente la simpatia.
Il vecchio poeta (ha 66 anni, contro i 35 di D’Angelo) è preoccupato per il suo libro: sa che il Cremlino non glielo lascerà pubblicare.
Quando D’Angelo cerca di rassicurarlo, taglia corto: «Lasciamo stare se l’edizione sovietica uscirà o no», dice Pasternak. «Sono disposto a consegnare il romanzo purché Feltrinelli mi prometta di inoltrarlo, diciamo fra qualche mese, ad altri editori di paesi importanti; in primo luogo Francia e Inghilterra. Che cosa ne pensa?».
Poi entra in casa e ne riesce con un grosso pacco: «Questo è Il dottor Zivago. Che faccia il giro del mondo». E, accompagnando D’Angelo al cancello, aggiunge: «Fin d’ora siete invitato alla mia fucilazione».
Non ci sarà nessuna fucilazione. Il manoscritto arriva qualche giorno dopo a Berlino Est e da qui passa a Berlino Ovest, dove lo stesso Giangiacomo Feltrinelli va a recuperarlo.
Nessuno alle frontiere ferma il giovane italiano né controlla il suo bagaglio. Tutto fila liscio: più che un caso politico, sembra solo un gran colpaccio della neonata casa editrice milanese.
Nella fotto sotto, il giornalista Sergio d’Angelo nel periodo in cui viveva nell'Unione Sovietica (1957).
2. Stroncato dai sovietici e l’intervento della Cia
Nei mesi successivi la situazione internazionale peggiora bruscamente.
Il 28 giugno nella città polacca di Poznan una manifestazione degli operai contro il regime comunista finisce in un bagno di sangue, con un centinaio di vittime.
Quattro mesi dopo, il 23 ottobre, scoppia la rivolta di Budapest, in Ungheria, a sua volta ferocemente repressa dall’Armata Rossa sovietica. Il Partito comunista di Mosca è sotto assedio.
Il 31 agosto era già arrivata la stroncatura ufficiale da parte della Sezione Cultura del Comitato centrale del partito: «Il romanzo di Pasternak è una perfida calunnia contro la nostra rivoluzione e contro tutta la nostra vita. È un’opera non solo idealmente insana, ma anche antisovietica e indubbiamente non può essere data alle stampe».
Il Partito comunista italiano, su richiesta di quello russo, cerca di bloccare la pubblicazione del libro. Feltrinelli resiste, avendo ottenuto da Pasternak un contratto in esclusiva: finisce per dover restituire la tessera del partito. Il dottor Zivago arriva nelle librerie nel novembre 1957 ed è subito un grande successo editoriale.
Durante la Guerra Fredda, la centrale di controspionaggio americano usa i libri come vere e proprie armi di propaganda contro il nemico comunista. Ogni libro proibito in Unione Sovietica viene quindi ripreso, ripubblicato e diffuso a cura degli americani: alla fine circolano in Russia circa 10 milioni di copie di libri e riviste proibite.
Già una nota del 12 dicembre 1957, per decenni tenuta segreta e resa pubblica solo il 1° agosto del 2012, afferma che «questo libro è il più importante che sia mai uscito dal blocco sovietico... l’effetto maggiore potrebbe essere raggiunto se la pressione dell’opinione pubblica mondiale costringesse i sovietici a pubblicarlo anche in URSS».
Il 7 luglio del 1958 il capo della Sezione russa della Cia, John Maury, stila un’altra nota segreta interna in cui giudica Il dottor Zivago «l’opera letteraria più eretica scritta da un autore sovietico dopo la morte di Stalin... Pasternak suggerisce l’idea che la povera gente senza importanza, quella che rimane passiva di fronte alla richiesta del regime di partecipare attivamente e di lasciarsi coinvolgere sul piano emotivo nelle campagne ufficiali, sia superiore agli attivisti politici favoriti dal regime. Non solo, lascia intendere che la società funzionerebbe meglio senza questi fanatici».
La nota conclude incoraggiando a stampare e a diffondere il maggior numero possibile di copie del libro in russo, anche in vista della possibilità che Pasternak possa vincere il Nobel per la letteratura nel 1958.
3. L’edizione pirata e l'entrata in scena del Vaticano
Detto, fatto: o quasi, perché i responsabili impongono che l’operazione non sia riconducibile agli Stati Uniti.
Intervengono allora gli uomini della Binnenlandse Veiligheidsdienst (BDV) ossia i servizi segreti olandesi: sono loro che si occupano della pubblicazione della prima edizione russa de Il dottor Zivago sotto la copertura della casa editrice olandese Mouton dell’Aia.
Secondo un’inverosimile leggenda che continua a circolare, gli americani si sarebbero procurati il testo originale fotografando, durante un scalo a Malta in un viaggio da Mosca a Milano, una copia che lo stesso Giangiacomo Feltrinelli aveva con é.
In realtà, questo capitolo della storia del romanzo non è ancora chiaro: è più probabile che il punto di partenza per questa edizione pirata sia una delle copie originali dell’opera che Pasternak stesso aveva fatto circolare in Polonia, Cecoslovacchia e perfino Inghilterra (facendola giungere al filosofo e diplomatico Isaiah Berlin).
In ogni caso, la prima edizione in russo del testo, datata 6 settembre 1958, viene stampata in appena un migliaio di copie.
Di queste, 365 sono inviate a Bruxelles per essere distribuite ai cittadini russi in occasione della prima Esposizione universale realizzata dopo la Seconda guerra mondiale. C’è un problema però: i libri non possono essere semplicemente distribuiti nel padiglione americano.
Scende allora in campo addirittura il Vaticano. Nel padiglione battezzato Città di Dio c’è infatti la Cappella del Silenzio, ufficialmente dedicata alla meditazione sulle Chiese perseguitate nel mondo.
Proprio lì dentro, nascosta dietro un paravento, viene allestita una specie di libreria, dove i libri proibiti arrivano nelle mani dei cristiani russi, che li dividono in fascicoli per nasconderli meglio. Feltrinelli, che detiene i diritti commerciali, va su tutte le furie, ma alla fine deve accettare il fatto compiuto.
Pasternak (foto sotto) vince effettivamente il premio Nobel per la letteratura di quell’anno, ma subisce pressioni e minacce così forti da parte dal Partito comunista sovietico che deve rinunciare al premio: morirà due anni dopo, mentre Il dottor Zivago viene riabilitato in Russia solo nel 1988.
4. La trama e l'autore del libro scandalo
Ecco la trama del libro scandalo: Jurij Zivago è un medico in servizio in un’unità al fronte, dove conosce l’infermiera Lara.
Quando scoppia la Rivoluzione rientra a Mosca, ma a causa delle difficili condizioni di vita, fugge con la moglie Tonja, il figlio Sasha e il suocero a Varykino, sui Monti Urali.
Qui rincontra Lara e nasce un grande amore, vissuto con terribile senso di colpa. Dopo esser stato costretto a seguire i partigiani per un paio d’anni, torna a Varykino, dove ritrova Lara e apprende che moglie e figlio si sono trasferiti a Parigi.
Dopo qualche mese di felicità, Zivago e Lara sono accusati di tradimento e devono separarsi. Lui torna a Mosca nel 1922, ricominciando con un’altra donna, Marina, una vita quasi normale, ma poco prima di tornare a lavorare in un grande ospedale viene stroncato da un infarto.
Il romanzo si chiude nell’estate del 1943, quando due amici di Zivago, diventati ufficiali dell’esercito, incontrano una lavandaia, Tanja, e capiscono che si tratta della figlia nata dalla relazione di Jurij con Lara.
L’autore di Zivago si chiama Boris Pasternak (foto sotto) e nasce a Mosca nel 1890. In famiglia incontra grandi personalità, tra cui Lev Tolstoj e il compositore Skrjabin che lo influenza al punto da fargli inizialmente pensare di diventare musicista.
Dopo essersi iscritto alla facoltà di filosofia e aver viaggiato in Svizzera e in Italia, decide invece di dedicarsi alla poesia, diventando un punto di riferimento per i nascenti movimenti poetici russi: risale al 1914 la sua prima raccolta di poesie.
Il dottor Zivago è il suo unico romanzo: nel 1958 gli fa vincere il premio Nobel, al quale però deve rinunciare per pressioni politiche. Dopo essersi convertito al cristianesimo, muore nel 1960.
5. Tre curiosità
- Il film vinse 5 oscar
Nel 1965 da Il dottor Zivago viene tratto uno dei film più famosi della storia, con Omar Sharif nella parte del dottor Zivago e Julie Christie in quella dell’amata Lara.
Il film, diretto da David Lean, vince nel 1966 cinque Oscar: Migliore sceneggiatura non originale, Migliore fotografia, Migliore scenografia, Migliori costumi e infine Miglior colonna sonora per il celeberrimo Tema di Lara, dedicato alla protagonista femminile.
Il film rappresenta anche il debutto sullo schermo di Geraldine Chaplin, figlia del grande Charlie Chaplin, nel ruolo di Tonya, la moglie di Zivago.
- Feltrinelli, l’editore italiano che saltò in aria su un traliccio
Giangiacomo Feltrinelli nasce nel 1926 da una delle più ricche famiglie italiane (il padre è presidente del Credito italiano e dell’Edison).
Nel 1944 si arruola con i partigiani e l’anno successivo aderisce al Partito comunista.
Nel 1954 fonda la casa editrice omonima che pubblica capolavori come Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa.
Nel 1969, dopo l’attentato in Piazza Fontana, si dà alla clandestinità e nel 1970 fonda i Gruppi di Azione Partigiana, una formazione paramilitare di ispirazione comunista, fedele all’Unione Sovietica.
Muore il 14 marzo 1972 per l’esplosione di un ordigno che stava collocando su un traliccio dell’alta tensione a Segrate (Milano). Nella foto sotto, Giangiacomo Feltrinelli e la copertina del libro Il dottor Zivago.
- L’inutile sacrificio degli operai di Poznan
Poznan è la città della Polonia centrale nella quale il 28 giugno 1956 gli operai organizzarono una manifestazione contro il regime comunista mantenuto in Polonia dall’Unione Sovietica.
La rivolta venne repressa dai carri armati dell’Esercito polacco agli ordini del generale sovietico di origine polacca Konstantin Rokossovsky, allora Ministro della guerra.
Le vittime della repressione furono almeno cento e l’eco di queste stragi si propagò anche a Budapest, in Ungheria, dove il 23 ottobre si scatenò un’insurrezione di proporzioni maggiori, anch’essa terminata in un bagno di sangue con l’intervento dell’esercito sovietico.
Nella foto sotto, i lavoratori polacchi all’attacco del quartier generale della polizia segreta comunista a Poznan, il 28 giugno 1956.