Gli sposi eternamente felici vivono solo nelle fiabe, ma esistono dei matrimoni d’amore che durano tutta la vita.
Alcuni sono sotto gli occhi di tutti perché sono stati la fortuna (e la conquista) di personaggi famosi.
Ecco 9 coppie famose che… vissero per sempre felici e contente (si fa per dire)!
1. Le unioni che hanno fatto la storia della politica
- Winston Churchill e Clementine Hozier
Già primo Lord dell’Ammiragliato, ministro delle Munizioni e Segretario di Stato durante la I guerra mondiale, Winston Churchill (1874-1965) divenne Primo Ministro dal 1940 al 1945 e dal 1951 al 1955.
La rivista americana Time lo ha inserito tra le più rappresentative figure del Novecento. Ma il suo successo deve molto all’amore della moglie, lady Clementine (1885-1977).
Si conobbero a una cena nel 1908 e fu amore a prima vista: lei era nobile, bella, intelligente e come lui aveva avuto un’infanzia triste in una famiglia anaffettiva. Clementine diede al marito la fiducia in sé, il coraggio e il sostegno necessari a sconfiggere Hitler. Churchill lo riconobbe.
Il generale Hastings Lionel Ismay, Capo di Stato Maggiore di Churchill durante la II guerra mondiale, disse ai giornalisti: «Senza Clementine, la storia di Winston Churchill e della Gran Bretagna sarebbero state molto diverse».
- Giulio Andreotti e Livia Danese
Lo statista italiano (1919-2013), tre volte Presidente del Consiglio (1972-73, 1976-79, 1989-92) e più volte ministro di importanti dicasteri, rimase sposato e fedele per oltre 60 anni alla stessa donna, Livia Danese.
Si conobbero al liceo, si sposarono nel 1945 e non si lasciarono più. Di lei si sa poco: schiva, forte di carattere, a tratti persino dura, in casa era chiamata “la marescialla” per la rigidità con cui aveva educato i quatto figli.
«In casa il bastone di comando lo tiene lei, anche per la mia vigliaccheria», disse una volta il premier. Fu sempre a fianco del marito, senza interferire apertamente nella sua linea politica.
Giulio Andreotti era un uomo dalla personalità complessa, dotato di un senso dell’umorismo che rasentava il cinismo e di un autocontrollo ferreo.
Era anche consapevole di essere un marito e un padre assente. Lei lo curò sino alla morte e scomparve due anni dopo.
2. I matrimoni felici di Hollywood
- Paul Newman e Joanne Woodward
Paul Newman, l’uomo più bello di Hollywood, e la ventitreenne Joanne Woodward s’incontrano a Broadway nel 1953, ma s’innamorano qualche anno più tardi sul set del film La lunga estate calda.
Lui è sposato, ma divorzia e sposa Joanne a Las Vegas nel 1958: durante la cerimonia religiosa le giura amore eterno leggendole la poesia L’arte di un buon matrimonio di Wilfred Arlan Peterson.
Tre figli, fedeltà assoluta (lui disse a un giornalista: «Perché mai dovrei uscire a mangiare un hamburger quando a casa ho un bel filetto?») e reciproco rispetto.
Sono rimasti uniti sino alla morte di lui nel 2008 per un cancro ai polmoni; Joanne ha avuto un tracollo da cui non si è più ripresa.
- Meryl Streep e Don Gummer
La più premiata attrice di Hollywood, Meryl Streep, e Don Gummer, scultore, si conoscono nella primavera 1978: lui ha 31 anni, un grande loft a New York e fascino da vendere.
Lei è un’attrice alle prime armi ed è devastata dal dolore: il suo compagno, l’attore John Cazale, è morto di cancro il 12 marzo. Lui l’aiuta e la conquista: a settembre, convolano a nozze.
Il matrimonio, coronato da 4 figli, è più che felice.
Nel 2012, ricevendo il premio Best Actress Academy Award, lei dice: «Per prima cosa, voglio ringraziare mio marito. Voglio che lui senta bene le mie parole: Don, tutto ciò che ha valore nella mia vita me l’hai dato tu!».
3. Ranieri di Monaco e Grace Kelly - Victoria e Albert d’Inghilterra
- La triste fiaba di Ranieri di Monaco e Grace Kelly
Lei aveva 26 anni ed era una star di Hollywood, bellissima, corteggiatissima e ricchissima. Lui, Ranieri III (1923- 2005), aveva 32 anni, era il principe sovrano di Monaco, all’epoca uno staterello con finanze dissestate.
Si conobbero durante le riprese del film Caccia al ladro (1955), girato in parte nel Principato, e si piacquero, o meglio come dissero i maligni, a lei piacque il titolo di lui e a lui i titoli finanziari e il richiamo internazionale di lei, oltre all’eventualità di avere un erede.
Si sposarono sotto i riflettori internazionali nel 1956 (nella foto sotto) e lei diede l’addio al cinema. I pettegoli pronosticarono un rapido collasso matrimoniale e invece quello tra la diva e il principe fu un’unione intensa a livello affettivo, coronata dalla nascita di tre figli.
Chi conobbe la principessa dice che non fu affatto felice: si sentiva intrappolata dal cerimoniale di corte, depressa per l’inattività e più di una volta pensò di riprendere a recitare, nonostante l’opposizione di Ranieri. L’amore del marito non
le bastava, evidentemente.
Nel 1982 la principessa (che era nata nel 1929) morì in un incidente d’auto; ai funerali, in diretta televisiva, centinaia di migliaia di persone videro il principe Ranieri piangere come un bambino disperato.
Non si risposò mai, visse il resto della sua vita in solitudine e morì nel 2005.
- La regina Victoria e Albert d’Inghilterra
La giovane principessa Victoria di Hannover (1819-1901), non ancora regina, incontrò il futuro marito, suo cugino il principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha (1819 - 1861), quando era una ragazzina di 16 anni, malinconica e ignara di tutto.
Lui era un principe tedesco timido e di scarsa importanza, desideroso di assecondare la propria famiglia, assai interessata a quelle nozze vantaggiose.
Sulla carta era il classico matrimonio combinato, destinato a rivelarsi un’unione quanto meno infelice, invece fu tutto l’opposto.
Victoria e Albert si sposarono nel 1840, quando lei era già regina di Gran Bretagna, ed ebbero nove figli: Alberto fu per la sovrana un amante, un consigliere politico saggio e devoto, un compagno affettuoso e un’oasi di sicurezza e lealtà.
Purtroppo, nel 1861 il principe morì improvvisamente per una febbre tifoidea e per Victoria iniziò un periodo nerissimo: ebbe un collasso emotivo, poi entrò in una fase di profonda depressione che la spinse a indossare abiti neri per tutto il resto della vita e a rifiutare gli impegni pubblici.
Visse infatti in ritiro sino al 1872, quando la grave malattia del figlio, il futuro Edoardo VII, la costrinse a riprendere in mano le redini della monarchia.
Regnò ancora a lungo: morì il 22 gennaio 1901 e fu tumulata accanto al marito; nella sua bara volle che fosse messo un vecchio cappello di Albert, che lei aveva gelosamente conservato per 40 anni.
4. Pierre e Marie Curie: vinsero, amandosi, due Nobel per la scienza
Tre premi Nobel in una sola famiglia? Sì, se la famiglia è quella dei Curie.
Marie Curie (1867-1934) è celebre per aver svolto ricerca nel settore della radioattività, aprendo la strada allo studio della fisica nucleare e della moderna radiologia medica.
In riconoscimento ha ottenuto 15 medaglie d’oro, 19 titoli di studio e due premi Nobel, uno per la fisica nel 1903 assieme al marito Pierre (1859-1906), e un altro per la chimica nel 1911.
Il terzo Nobel in famiglia è quello della figlia Irène Joliot-Curie.
Pierre e Marie si conoscono a Parigi nel 1894 e si sposano nel 1895: lui ha 36 anni, è un promettente scienziato, professore presso la Scuola di fisica e chimica di Parigi; lei ha 28 anni, è una giovane emigrata polacca (di cognome fa Skłodowska), intelligentissima e laureata in fisica teorica alla Sorbona.
Lui è affascinato dall’intelligenza e dall’anticonformismo di Marie, lei è attratta dall’intelligenza e dall’apertura mentale di Pierre.
«Un matrimonio tra poveri, ricchi soltanto del loro grande amore e dell’immenso amore che avevano entrambi per la scienza»: così scrive una loro biografa, Françoise Giraud.
Marie indossa un abito da sposa molto semplice, sobrio e pratico, scelto per essere poi indossato ogni giorno come camice in laboratorio; lui vuole che il loro viaggio di nozze sia un giro per Parigi in “reginetta”, come si chiamava allora la bici.
La loro unione, baciata dalla nascita di due bambine, sarà solidissima perché basata sul sostegno reciproco.
Nel 1906 Pierre muore travolto da una carrozza mentre attraversa rue Dauphine; Marie si rimbocca le maniche e ottiene la cattedra di fisica alla Sorbona che era del marito: sarà la prima donna a insegnare in questa prestigiosa università.
5. Bill de Blasio e Chirlane McCray - Dario Fo e Franca Rame
- Il sindaco e la poetessa: Bill de Blasio e Chirlane McCray
Bill è l’attuale sindaco di New York, di origini italiane; Chirlane è una poetessa di origini africane.
Si conoscono e si mettono insieme nel 1991. Gli amici sono perplessi: sulla carta non c’è unione peggiore.
Lui ha un’esperienza familiare tremenda (il padre alcolizzato lo abbandona a 7 anni per poi suicidarsi qualche anno più tardi) e non ha nessuna voglia di impegnarsi e metter su famiglia. Lei è un’intellettuale celebre per essersi pubblicamente dichiarata lesbica.
Lui è un gigante bianco, lei è piccola e nera e all’epoca le unioni interrazziali fanno ancora storcere il naso a moltissimi americani. Lui ha 30 anni e lei è più vecchia.
Ciò nonostante i due vanno a vivere insieme e 4 anni dopo si sposano. Sono passati 25 anni e sono sempre insieme, con due figli, Dante e Chiara.
Nel 2012 un giornalista chiese a Chirlane del suo passato orientamento omosessuale e lei rispose: «Negli anni 70 e 80 sono stata lesbica e ho difeso i diritti delle donne omosessuali; nel 1991 ho incontrato l’amore della mia vita».
Morale della favola: il passato non conta niente quando s’incontra la persona del destino.
- Compagni di vita e di teatro: Dario Fo e Franca Rame
Drammaturgo, regista, scenografo, attore, premio Nobel per la letteratura 1997, Dario Fo (1926) è uno spilungone di 28 anni e di belle speranze quando a teatro incontra una giovane donna d’una bellezza sfolgorante (come dirà lui stesso).
Lei si chiama Franca Rame, è un’attrice bionda, bella e intelligente. Lui s’innamora, lei anche e nel 1954 si sposano nella Basilica di sant’Ambrogio a Milano.
Non si lasceranno più: saranno compagni di vita, di teatro e di tante battaglie politiche: «Abbiamo fatto tutto in due. È una gran forza, vivere in due le difficoltà. E guadagnare in due, vincere in due», dirà anni dopo Dario Fo.
Nel 1973, Franca viene rapita e violentata da cinque neofascisti; Dario farà proprio il suo dolore e l’aiuterà a superare il trauma.
Qualche anno più tardi, lui ebbe delle sbandate extra-coniugali: Franca ne soffrì moltissimo («mi sembrava di essere diventata un pezzo della tappezzeria della casa, un oggetto senza interesse»), ma tra alti e bassi, complice la comune attività teatrale, si riappacificano e trovano un nuovo equilibrio.
Franca muore nel 2013; nel 2015 Dario Fo ha confessato a una giornalista: «La sogno sempre. La sogno da ragazza. La sogno mentre siamo in teatro o mentre facciamo un bellissimo viaggio, però poi non la trovo più. La cerco e non c’è. Franca compare e poi nel finale sparisce. Un tormentone tragico che mi fa svegliare con dolore perché Franca è morta».