I funghi allucinogeni, fino a poco tempo fa, si ritenevano facessero parte del patrimonio culturale di alcune popolazioni asiatiche ed americane e che la loro crescita spontanea avvenisse soltanto in queste remote regioni della terra, così lontane da noi.
Ma durante il ventennio 1970-1990, molti studiosi hanno avviato una minuziosa indagine sulla specifica flora europea, scoprendo inaspettatamente un'eccezionale ed incredibile varietà di funghi potenzialmente allucinogeni. Hanno scoperto 38 specie di funghi europei con principi attivi psilocibinici, oltre alle due famose specie Amanita muscaria e Amanita pantherina.
Nello stesso periodo la stessa ricerca ha rilevato anche la presenza nel territorio Italiano di quasi 19 specie di funghi allucinogeni dei generi Psilocybe, lnocybe, Pluteus e Panaeolus.
Fino ad oggi si conoscono più di 200 specie di funghi psicoattivi nel mondo che possiamo considerare «allucinogeni», appartenenti per lo più al gruppo dell'Amanita muscaria, e nel gruppo dei funghi psilocibinici, di piccola taglia, che crescono nei prati e nei boschi di quasi tutto il mondo.
La specie di gran lunga più utilizzata attualmente, risulta essere la Psilocybe semilanceata o liberty cap (cappello della libertà) come viene chiamato dai raccoglitori in Nord America ed in Inghilterra. La presenza di questo fungo è stata accertata e documentata nell'America del Nord (Canada e Stati Uniti), in quella del Sud (Cile), in Europa, in Australia (Tasmania), e forse anche nella Repubblica del Sudafrica. In Europa, in particolare, la possiamo trovare in Austria, Belgio, Cecoslovacchia, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Norvegia, Olanda, Russia Occidentale, Svezia e Svizzera.
Ma cosa sono esattamente questi funghi la cui assunzione può provocare una modificazione degli stati percettivi di coscienza e non solo? I funghi allucinogeni (o «funghi magici», come vengono comunemente noti) sono quelle specie contenenti la cosiddetta "psilocibina e/o psilocina", due sostanze chimiche responsabili di una serie di effetti, capaci di modificare l'attività psicologica e mentale dell'individuo.
Quasi tutti i funghi contenenti psilocibina sono piccoli, di color marrone o marrone chiaro, e sono facilmente confondibili con taluni funghi selvatici non psicoattivi, non commestibili o funghi più o meno velenosi. Questi funghi crescono praticamente ovunque e sono conosciuti come la più antica droga nota all'umanità, considerando che per almeno 10.000 anni hanno fatto parte integrante dell'evoluzione umana. Diverse scoperte archeologiche hanno testimoniato, infatti, l'uso di questi funghi come ingrediente principale durante rituali religiosi africani, europei e americani.
Alcuni funghi (Psilocybe, Stropharia, Conocybe, Panaeolus), ad esempio, che crescono spontanei nel Messico meridionale, venivano chiamati dagli Aztechi "teonanacatl" (carne degli Dei) ed erano utilizzati dalle popolazioni indigene, insieme ad altre sostanze allucinatorie, nei riti magici e divinatori. A parte le categorie e le singole specie, rimane la certezza che i funghi allucinogeni (similmente ad altri vegetali psicoattivi) hanno avuto un'importante ruolo nella nascita delle culture e nello sviluppo delle religioni.
Le sostanze psilocibina e psilocina sono state isolate per la prima volta nel fungo Psilocybe mexicana e si è scoperto che, nell'assunzione orale, la psilocibina viene trasformata nella psilocina mediante un processo di defosforilazione. E grazie a questa scoperta si deve quindi considerare la psilocina come il vero responsabile degli effetti sul sistema nervoso centrale umano.
I principali effetti causati da ingestione di psilocibina (dose attiva 60-250 microgrammi/Kg di peso corporeo), si possono riassumere come:
- Modificazioni dell'umore, dell'attenzione e dei processi di pensiero;
- Iperestesie (soprattutto aumento d'intensità dei colori) ed allucinazioni;
- Isolamento dalla realtà e disinteresse per il reale;
- Impressioni di estraneazione dal corpo.
Accanto a questi sintomi psichici, sono talvolta presenti sintomi somatici quali aumento del ritmo cardiaco e respiratorio, disturbi del tratto digerente, dell'equilibrio e della coordinazione e dilatazione delle pupille. Fortunatamente l’avvelenamento letale da funghi allucinogeni è raro. Nei casi più seri, possono manifestarsi episodi psicotici gravi, con visioni bizzarre e spaventose, grave paranoia e totale perdita del senso della realtà, che possono condurre a incidenti, atti di autolesionismo o a tentativi di suicidio.
Secondo la ricercatrice della John Hopkins University di Baltimora, nel Maryland, Katherine MacLean, assumere una sola dose di funghi allucinogeni può alterare la personalità di un individuo per oltre un anno, o addirittura provocare cambiamenti radicali e permanenti. Altri ricercatori della stessa Università hanno anche scoperto che, l'agente attivo presente in questi funghi allucinogeni, e cioè la psilocibina, agisce sui recettori del cervello esattamente come la serotonina, l'ormone del piacere. Tale scoperta potrebbe avere un'enorme importanza nel curare persone depresse o estremamente ansiose a causa di patologie tumorali.
Anche l'istituto MAPS (Multidisciplinary Association for Psychedelic Studies), esegue da anni ricerche sulla psilocibina mirate a verificarne l'efficacia nel trattamento di stress post-traumatico e in pazienti affetti da cefalea a grappolo, una forma molto dolorosa di cefalea.
Verso la fine degli anni 90, la vendita di funghi allucinogeni nei cosiddetti "smart shop" (negozi specializzati nella vendita di sostanze psicoattive "naturali") e sulle bancarelle dei Paesi Bassi e del Regno Unito ne ha favorito notevolmente il consumo.
Rischi legati al consumo di funghi allucinogeni
Ma quali sono i rischi per le persone che consumano questo tipo di sostanze? Chi fa uso di funghi allucinogeni (o piu' in generale di sostanze allucinogeni) corre un rischio reale di diventare psichicamente dipendente da queste sostanze. Gli effetti che il nostro cervello prova utilizzando queste sostanze possono indurlo a voler, ripetutamente, rivivere quel tipo di esperienze, portando la persona ad un serio problema di dipendenza.
Inoltre, come spesso accade, il consumo continuo e regolare di queste sostanze allucinogene causa una sorta di effetto 'tolleranza': il risultato e' che per avere effetto la persona deve consumare dosi sempre maggiori.
Oggi parleremo di 5 importanti funghi allucinogeni presenti nel nostro territorio (da cui vi consigliamo di stare alla larga…). Scopriamoli insieme.
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1. Fungo Allucinogeno - Psilocybe semilanceata
La Psilocybe semilanceata è il fungo allucinogeno più diffuso in Europa, noto nel Regno Unito come Liberty Cap (a causa della sua testa a capezzolo, che somiglia ai cappucci indossati dai rivoluzionari Francesi).
Solo nel 1963 Albert Hofman e R. Heim, hanno dimostrato che la Psilocybe Semilanceata conteneva psilocibina, come i funghi messicani. Per molti anni la sua presenza nel nostro paese fu ignorata, a causa principalmente delle sue dimensioni ridotte.
Cresce principalmente nel periodo autunnale in terreni umidi tra i 1000 e i 2000 metri di altitudine ed in prossimità dei boschi. La sua crescita termina con l'arrivo dei primi geli.
Il suo gambo si presenta sottile, esile, lungo, bruno-olivastro spesso con colorazione verdastro-bluastra nella parte inferiore. Questi funghi hanno una consistenza cartilaginea e il gambo elastico e cresce a gruppi, anche di cento. A pochi minuti dalla raccolta assume una tonalità nettamente bluastra o verdastra nella parte inferiore del gambo.
Appartiene alla famiglia Strophariaceae e venne presentato per la prima volta in Italia nella provincia di Trento da Giacomo Bresadola nel 1927. In Italia è vietata la vendita e/o il consumo di tutte le specie appartenenti ai generi Psilocybe e Stropharia e non è mai stato registrato alcun caso di decesso per avvelenamento in quanto hanno un grado di tossicità bassissimo.
Nel nostro Paese il loro uso viene equiparato a quello di una qualsiasi droga. I primi effetti si avvertono dopo 30-60 minuti dalla loro ingestione o prima se si è a stomaco vuoto, e durano in media dalle 4 alle 8 ore. Nei test con i topi negli anni '50, dosi fino a 200 mg di psilocibina per ogni kg di peso corporeo, sono state iniettate per via endovenosa, senza produrre effetti letali.
La DL50 (Dose Letale per il 50% delle cavie) è di 280mg per kg di peso corporeo, mentre gli effetti negli esseri umani appaiono a 0,02 mg/kg. Numerose analisi chimiche hanno dimostrato la costante presenza di un'elevata quantità degli alcaloidi psilocibinici, con concentrazioni medie dello 0,25-0,40% del peso secco.
2. Fungo Allucinogeno - Mycena pura
Mycena pura è un fungo tossico di piccola taglia di colore rosa o violetto e con odore di ravanello o patata, che compare nei boschi in autunno sino all’inverno inoltrato. Presenta un cappello campanulato poi disteso, glabro e cresce per gran parte dell’anno in ogni tipo di bosco.
La Mycena pura è un fungo dei sottoboschi comune in Italia, considerato dai più commestibile, altri, in base ad esperienze personali, ritengono sia dotato di proprietà psicotrope. Lungamente considerata sospetta, è ormai accertato che la sua ingestione provoca fenomeni psicodislettici, con modificazioni temporanee delle percezioni temporo-spaziali e sensazioni visive di tipo allucinatorio.
Una volta mangiato i principali sintomi si presentano in un arco di tempo che va dai 15 minuti a 2 ore circa. Provocano disturbi gastrointestinali (non sempre manifesti), formicolio, delirio, allucinazioni visive e olfattive, depersonalizzazione, sensazione di sognare (stato onirico), depressione, talvolta agitazione psicomotoria e mania suicida.
La dimensione del suo cappello oscilla tra i 2 cm ai 6 cm di diametro, poco carnoso e bordo sottile striato; il gambo è rigido ma fragile, cilindrico ed a volte compresso e liscio. È un fungo che cresce, soprattutto nella stagione autunnale, isolato, gregario o unito alla base in gruppi di 2 o 3 esemplari.
Il micologo Oliver Daillant ha descritto un'intossicazione causata a se stesso, ingerendo 10 funghi carpofori. I principali sintomi riportati sono stati:
- Iperpercezione dei colori e impressione di irrealtà
- Disturbi del sonno
- Disturbi epatici
- Anoressia
- Crisi tachicardiache
- Variabilità emotiva
La durata dei sintomi dell'intossicazione fu di oltre 3 mesi, durante la quale sopraggiunsero complicazioni psicologiche con sintomi di angoscia e agorafobia.
3. Fungo Allucinogeno - Psilocybe cyanescens
Un altro fungo allucinogeno presente in Italia è la Psilocybe cyanescens che è stata recentemente trovata in habitat boschivo sull'Aspromonte, in Calabria, ed al Passo Lanciano, in Abruzzo. Questi ritrovamenti ne confermano una presenza stabile nel territorio Italiano, sebbene la sua frequenza sembri essere rara o occasionale.
Nel 1962, una bambina statunitense di 6 anni, dopo aver ingerito dei funghi identificati successivamente come Psilocybe cyanescens, ha riportato febbre altissima e convulsioni. Morì tre giorni dopo essere stata ricoverata. Casi analoghi di bambini con conseguente morte si sono verificati anche altre volte.
Nonostante questi incidenti mortali, pare che la Psilocybe cyanescens non costituisce un pericolo mortale per gli adulti. Tutti i composti psicoattivi in Psilocybe cyanescens sono solubili in acqua. Questo fungo può, a volte, riprodursi in quantità enorme, come è successo una volta, ad esempio, in Inghilterra del sud, dove sono stati individuati insieme più di 100.000 funghi.
L'altezza del cappello è di circa 1,5-5 cm, e quando diventa matura si presenta ondulato. La maggior parte delle parti del fungo quando vengono toccate tendono a colorarsi di color blu, probabilmente a causa della presenza della psilocibina e psilocina e della relativa ossidazione.
Numerose analisi chimiche di campioni nordamericani hanno dimostrato la costante presenza di un'elevata quantità degli alcaloidi psilocibinici, con concentrazioni medie dello 0,66-1,96% del peso secco. Le concentrazioni medie, invece, di quelli europei hanno dimostrato di avere concentrazioni medie tra 0,39% e 0,75%.
4. Fungo Allucinogeno - Gymnopilus spectabilis
Il Gymnopilus spectabilis è un fungo tossico, che viene conosciuto in Giappone come maitake (fungo che fa danzare) o ohwaraitake (fungo che fa ridere), per le sue proprietà allucinogene, attestate sin dall'XI secolo d.C. e sembra che, in alcune regioni dello stesso paese venga adoperato per rallegrare i commensali.
Si tratta di un appariscente fungo lignicolo, cespitoso (in gruppi molto fitti), che può raggiungere dimensioni notevoli con cappello di 5-20 cm di diametro, di colore giallo acceso, giallo-aranciato, liscio, nell’adulto ricoperto di squamule fibrillose fulvo-brunastre. Il suo gambo è cilindrico, ingrossato al centro, pieno all'inizio, cavo a maturazione, fibroso, color crema-zolfo, di 8-16 x 3-5 cm.
Vive sulle ceppaie, sulle basi dei tronchi e radici di alberi, sia vivi che morti e prevalentemente su legname marcescente. In Italia il consumo di questa specie è vietato, al pari delle specie dei generi Stropharia e Psilocybe. Presente anche in Nord America e in Asia orientale, ha provocato varie intossicazioni di natura psicotropa e in alcune regioni viene considerato un potente fungo allucinogeno.
Contiene tracce di Psilocybina ed altre sostanze psicotrope, quali oligoisporenoidi neurotossici, acidi grassi citotossici ed altro. In Europa questa specie è considerata generalmente innocua, sebbene non commestibile per il suo sapore amaro. Il fatto che Gymnopilus spectabilis possieda anche nel nostro territorio proprietà psicofarmacologiche, resta da accertare, considerando che le analisi relative alla psilocibina hanno fornito risultati contradditori.
5. Fungo Allucinogeno - Amanita muscaria
Questo fungo è molto diffuso in Italia, specie al nord ed è il tipico grosso fungo dal cappello rosso dei boschi e delle favole, cosparso di macchie puntiformi bianche.
L’Amanita muscaria è stata utilizzata in ambito magico-religioso per avere contatti con il regno dei morti, per comunicare con gli spiriti, per curare malattie, per interpretare i sogni, vedere nel passato e prevedere il futuro. In alcune popolazioni veniva considerato alla stregua di un essere soprannaturale.
Dalla letteratura risulta che alcune popolazioni artiche e della Siberia Occidentale (popolo Khanty, Chukchi, Koryak (Coriachi) ed altri), abbiano tradizionalmente fatto uso di amanita muscaria sia nelle loro cerimonie sciamaniche nordiche che per migliorare le prestazioni psicofisiche degli individui. Alcune popolazioni artiche continuano ad utilizzare ancora oggi il fungo nei loro cerimoniali. In India era l’ingrediente principale per la preparazione del Soma, un composto psicoattivo utilizzato in riti vedici dagli ariani di lingua sanscrita.
Ha un gambo dritto e consistente e presenta molte lamelle. Al momento della maturazione il cappello diventa piatto. La sua caratteristica peculiare è il colore del cappello che può spaziare dall’arancio dorato al rosso. Un esemplare può raggiungere il diametro massimo di 25 cm e un’altezza di 20 cm. Cresce alla fine dell’estate ed in autunno nei boschi di conifere e di latifoglie.
L’amanita provoca effetti allucinatori ed estasi. I principi attivi contenuti in quantità totale del 20% circa nella amanita muscaria sono l’acido ibotenico, il muscimolo ed il muscazone, tutti derivati dell’isossazolo. Queste molecole sono psicoattive, essendo in grado di indurre uno stato di intossicazione simile a quello prodotto dall’alcool etilico con fenomeni di eccitazione, sedazione, allucinazioni e movimenti spasmodici.
L’amanita muscaria viene utilizzata a scopo voluttuario per le sue proprietà allucinogene. Il fungo viene solitamente mangiato fresco o dopo parziale essiccamento. In Nordamerica la pellicola rossa della superficie del cappello, ove è ritenuto sia concentrata la maggior parte dei principi attivi, viene fatta seccare e quindi fumata. Tuttavia, negli attuali ambienti giovanili che fanno uso di funghi allucinogeni, Italia compresa, l'Amanita muscaria viene raramente utilizzata.
I primi effetti si sentono già durante la prima mezz’ora, a seconda del soggetto, e raggiunge il massimo dopo 2 ore dall’ingestione e può durare molte ore. Dopo 30-60 minuti dall’ingestione si manifesta uno stato di eccitazione simile a quello indotto da dosi eccessive di alcool, cui seguono sonnolenza, contrazioni muscolari, bradicardia, delirio e perdita di coscienza. Le allucinazioni prodotte dal fungo sono sia di tipo uditivo che visivo.
L’amanita muscaria, come altre specie di amanita, può indurre un avvelenamento definito “sindrome micoatropinica”. Le prime manifestazioni dell’avvelenamento comprendono vertigini, sonnolenza, difficoltà nel mantenere l’equilibrio e nel coordinare i movimenti. Successivamente, si manifesta una fase di eccitamento psicomotorio accompagnato da euforia e ansia e in alcuni casi da allucinazioni. Spesso possono comparire anche disturbi gastrointestinali quali nausea, vomito e diarrea. Negli avvelenamenti gravi possono manifestarsi tremori o convulsioni con perdita della coscienza, perdita dei riflessi e coma.
In Italia nè l’acido ibotenico, nè il muscimolo ed il muscazone nè l’intero fungo (o parti di esso) sono inseriti nelle tabelle contenenti le sostanze stupefacenti o psicotrope sottoposte alla vigilanza ed al controllo di cui all’articolo 14 del Decreto del Presidente della Repubblica 309/90 e successive modifiche.
Note
Alcuni links per approndire: