Spesso dipinti come pirati assetati di sangue, i Vichinghi furono il popolo che nel primo Medioevo si spostò più di qualsiasi altro.
Originari della Scandinavia, irruppero nell’Europa continentale in cerca di cibo, terre e ricchezze, fondando regni in tutto il mondo all’epoca conosciuto.
Per secoli l’apparire all’orizzonte di una flotta di drakkar, le navi vichinghe, seminò il terrore nei cuori europei.
Tuttavia gli uomini del Nord, o Norreni, erano mercanti oltre che razziatori: il commercio li aiutava a reperire fondi per le loro audaci spedizioni. Barattavano pellicce, lana e ossa di balena con argento, seta e spezie che poi rivendevano. Commerciare o saccheggiare dipendeva solo da ciò che conveniva di più.
La fama dei Vichinghi si deve soprattutto alle scorrerie nell’arcipelago britannico, all’imposizione forzata del Danelaw (il corpus giuridico stabilito dai re danesi e accettato dagli anglosassoni) nell’Inghilterra orientale e alle battaglie contro il re del Wessex Alfredo il Grande.
Ma gli uomini del Nord si spinsero perfino in Asia, in America e in Africa. Da Terranova a Kiev, da ovest a est, i Norreni affrontarono coraggiosamente oceani sconosciuti e avversari spietati.
Sembravano selvaggi, ma li dobbiamo ringraziare per aver fondato molti dei regni europei fioriti dopo il loro declino. La loro civiltà è stata il seme delle altre civiltà europee.
Dal Canada alla Sicilia, i razziatori venuti dal Nord in cerca di ricchezze misero a ferro e fuoco il mondo conosciuto. Portarono il terrore, ma lasciarono dietro di sé il seme di una nuova civiltà!
1. Irlanda
La prima comparsa dei Norreni norvegesi in Irlanda risale alla fine dell’VIII secolo, con un’incursione contro un monastero sull’isola di Rathlin o forse di Lambay.
Le loro scorrerie costiere continuarono sporadicamente per 30 anni, e anche se in seguito i Vichinghi si spinsero nell’entroterra in realtà ebbero uno scarso impatto sui villaggi irlandesi, che venivano ricostruiti nelle pause tra una razzia e l’altra.
In questa fase, i Vichinghi si accontentavano di effettuare incursioni di pochi giorni, quanto bastava per mettere insieme il bottino da portare in Scandinavia. Ma all’inizio del secolo successivo diventarono più sicuri di sé e i saccheggi s’intensificarono.
A Dublino e altrove furono costruiti porti per le navi (i longphort), e queste postazioni fisse permisero ai razziatori di saccheggiare liberamente le campagne. Non passò molto tempo, però, che gli irlandesi ne ebbero abbastanza. Il re di Tara, Máel Sechnaill, contrattaccò e uccise non meno di 700 pirati nordici vicino a Skreen, nella contea di Meath.
L’intensificarsi degli attacchi ebbe un impatto profondo sulla società celtico-irlandese per oltre due secoli. Le alleanze tra i Norreni e gli irlandesi diventarono comuni, e all’inizio del X secolo furono estese ai Vichinghi danesi. Per distinguerli, ci si riferiva ai norvegesi come Lochlinn e ai danesi come Danair.
Il successo vichingo nelle Isole Britanniche ebbe come unica conseguenza l’aumento degli attacchi. Negli anni precedenti al Mille le navi vichinghe presero a risalire i fiumi per compiere razzie all’interno. All’inizio dominarono i norvegesi, che si finanziavano con il frutto del saccheggio dei monasteri.
Poi, però, la natura disordinata dei loro attacchi finì per danneggiarli, mentre cresceva il potere dei più stabili danesi. Inizialmente (foto sotto), i pirati norreni concentrarono le loro scorrerie contro i monasteri, che offrivano migliori possibilità di ricavare ricchi .
In campo irlandese emerse fra tutti il re di Munster, Brian Boru, che raccolse un esercito confederato unitario e s’impose come la principale forza della regione. La sua armata distrusse la fortezza di Dublino, si alleò con molti comandanti e fu perfino abbastanza potente da cacciare per sempre dall’Irlanda parecchi clan norreni.
Brian reclamò la corona d’Irlanda con l’alleanza dei Norreni di Dublino e nessuno osò sfidarlo. La sua supremazia durò fino al 1012, per poi declinare in seguito a una serie di intensi attacchi vichinghi culminati il 23 aprile 1014 nella cruciale battaglia di Clontarf (foto sotto).
Essa vide schierata la maggior parte dei regni irlandesi sotto il comando di Brian contro i Vichinghi appoggiati da Máel Mordha, re di Leinster, che aveva cambiato schieramento in seguito a un diverbio.
Brian aveva a disposizione circa 7.000 soldati, che marciarono su Dublino per fronteggiare i 4.000 uomini di Leinster e 3.000 Vichinghi sbarcati sulla spiaggia all’alba.
Quando i due eserciti si scontrarono, gli uomini di Mordha prevalsero, ma poi le sorti della battaglia cambiarono e i campioni vichinghi Brodir e Sigurd furono sconfitti. Nel pomeriggio gli uomini di Brian riuscirono a impedire che gli scandinavi raggiungessero le loro navi.
Fu un colpo decisivo alle forze di Mordha, che tentarono la fuga verso l’unico ponte sul vicino fiume Lifey in cerca di salvezza. Qui, però, furono bloccati da Máel Sechnaill con i suoi: i Vichinghi e gli uomini di Leinster si trovarono intrappolati e la sconfitta fu inevitabile.
Questo storico scontro fu il singolo conflitto più sanguinoso di tutta la storia irlandese. Alla fine Brian giacque morto nel fango con 4.000 dei suoi uomini: accanto a loro, i cadaveri di 6.000 tra Vichinghi e uomini di Leinster.
La battaglia segnò la fine di un periodo di grande tumulto per l’Irlanda, e inaugurò un tempo di relativa pace in cui gli irlandesi e i Vichinghi superstiti vissero fianco a fianco. I Norreni rimasti in Irlanda furono assorbiti dalla cultura locale e cominciarono i matrimoni misti.
Il regno danese di Dublino aveva retto per oltre 200 anni prima di Clontarf, ma appena 52 anni dopo, nel 1066, il re di Norvegia Harald Hardrada avrebbe perso la battaglia di Stamford Bridge e la grande età vichinga delle Isole Britanniche avrebbe avuto fine.
2. Nord America
La reale portata della presenza vichinga in Nord America è oggetto di accesi dibattiti, ma in ogni caso sarà sempre considerata uno dei principali successi nel campo dell’esplorazione marittima.
Dopo il popolamento dell’Islanda da parte dei Vichinghi norvegesi intorno all’870, fu la volta della Groenlandia, la cui conquista prese avvio nel 985 con il leggendario Erik il Rosso.
Le acque burrascose dell’Atlantico erano molto più ostili di quelle del Mare del Nord, a cui i Vichinghi erano abituati. Per combattere le difficili condizioni nautiche, i marinai norvegesi usavano un tipo di imbarcazione noto come knarr.
Più largo del drakkar, lo knarr poteva imbarcare molto più carico ed era in grado di resistere meglio alle condizioni avverse dell’oceano Atlantico, permettendo di compiere traversate più lunghe e fruttuose. Entro il 1150, ben 72 mila norvegesi vivevano in Islanda, mentre 5.000 risiedevano in Groenlandia.
Il primo avvistamento vichingo in Nord America risale al 985, quando l’islandese Bjarni Herjólfsson intravide una terra incognita dopo essere finito fuori rotta nella sua traversata verso la Groenlandia. I suoi racconti sulla nuova terra altri a cercarla.
Nella foto sotto, la Groenlandia. I Vichinghi presero la Groenlandia nel 982 stabilendovi un insediamento orientale e uno occidentale, con circa 300 fattorie.
Intorno all’anno Mille Leif Erikson, il figlio di Erik il Rosso, fu il primo a mettere piede in questa landa inesplorata. Erikson e il suo equipaggio di 35 uomini, forse inviati dal re di Norvegia Olaf I per diffondere il cristianesimo (Olaf fu uno dei primi Vichinghi a convertirsi), scoprirono tre luoghi intorno al golfo di San Lorenzo.
Eriksson li chiamò Helluland (terra delle rocce), Markland (terra del legname) e Vinland (terra delle vigne). Noi oggi le conosciamo rispettivamente come isola di Baffin, costa del Labrador e Terranova.
Dopo questa prima spedizione, le traversate verso ovest continuarono. Il viaggio più lungo fu intrapreso da Thorfinn Karlsefni, che intendeva colonizzare la nuova terra: a questo scopo portò con sé più di un centinaio tra uomini e donne, oltre ad armi, attrezzi agricoli e animali da fattoria.
Sua moglie diede alla luce il primo europeo nato nel Nuovo Mondo. Più Vichinghi facevano il viaggio, più diventava inevitabile il contatto con i popoli nativi. I Norreni chiamavano gli indigeni “Skrælingjar” e ne diventarono partner commerciali, traendo vantaggio in particolare dallo scambio di pellicce.
Gli Skrælingjar, probabilmente gli antenati degli odierni Inuit, erano fermi all’Età della pietra. Il primo assaggio delle armi e degli utensili di ferro fu dato loro da questi visitatori venuti d’oltreoceano.
Le case costruite dai Vichinghi in Nord America erano ricoperte da zolle erbose e avevano i tetti spioventi. Il villaggio più importante si trovava nella località nota come L’Anse aux Meadows, nella punta settentrionale del Vinland, ed è considerato la prova stessa dell’occupazione vichinga dell’area.
Si ritiene che il sito fosse abitato da oltre una settantina di conquistatori norreni e fungesse da cantiere per la riparazione delle navi. Dopo circa due o tre anni di tentata colonizzazione, gli Skrælingjar locali cominciarono a vedere nei nuovi venuti una minaccia e scoppiarono le ostilità.
L’attività vichinga in Nord America si ridusse sensibilmente, dal momento che gli insediamenti in Groenlandia non furono più in grado di sostenere ulteriori spedizioni, che comportavano perdite di uomini e di risorse preziose.
Il fallimento vichingo nella colonizzazione a lungo termine delle Americhe è ascrivibile sia a circostanze naturali, sia alla resistenza dei nativi, ma conferma anche le limitazioni delle conquiste nautiche nel primo Medioevo.
I circa 3.500 km tra la Groenlandia e il Vinland costituivano una traversata difficile per qualunque imbarcazione medievale, e quel piccolo popolo non aveva le risorse umane necessarie per soggiogare i nativi.
I Vichinghi possono anche aver scoperto il Nord America 500 anni prima di Colombo, ma non furono in grado di mantenervi una colonia stabile.
3. Francia
Entro la fine del IX secolo, i Vichinghi danesi avevano incrementato le loro scorribande in Europa occidentale e si avviavano a popolare significative porzioni di territorio in Normandia, Bretagna e Aquitania.
Nell’845 il loro capo, Reginherus o Ragnar, ritenuto da alcuni il leggendario Ragnar Lodbrok descritto nell’antica poesia norrena, ebbe l’ardire di assediare Parigi.
Ragnar guidò un’armata composta da 120 navi e 5.000 feroci guerrieri che già avevano fatto terra bruciata in tutta Europa. L’assedio di Parigi cominciò il 28 marzo, dopo il saccheggio di Rouen.
Benché ostacolati da un’epidemia diffusasi nel loro accampamento, gli attaccanti riuscirono ugualmente a espugnare la città, rinunciando a bruciarla solo perché i Franchi, all’ultimo momento, accettarono di pagare un riscatto di 7.000 libbre d’argento.
nuovo attacco si ebbe all’inizio del X secolo, quando il condottiero norvegese Hrölfr, meglio noto come Rollone (un veterano delle battaglie nelle Isole Britanniche), assediò la città di Chartres.
Nel 911 Carlo III re dei Franchi fu costretto a firmare il Trattato di Saint-Clair-sur-Epte, che garantiva a Rollo- ne diritti feudali sull’area intorno a Rouen. Qua sotto, l'assedio vichingo di Parigi del 845.
Il dominio vichingo ormai si estendeva dalla Normandia a nord fino all’Aquitania a sud, e tale rimase per circa due secoli. In realtà, il fatto di avere in casa degli invasori stranieri si rivelò un vantaggio per i Franchi, perché i Vichinghi facevano loro da cuscinetto proteggendoli da altre invasioni costiere.
Presto il cristianesimo e i Franchi cominciarono ad assorbire usi e costumi dalla cultura nordica. Lo stesso Rollone fu battezzato e i Normanni che invasero l’Inghilterra nel 1066 erano discendenti dei Vichinghi della Normandia.
In francese medievale la parola per indicare uno scandinavo era normand; il termine poi fu dato alla Normandia e ai suoi abitanti, i Normanni appunto.
È vero che nel 1066 il re di Norvegia Harald Hardrada fu sconfitto nella battaglia di Stamford Bridge, ma le forze di Guglielmo il Conquistatore (che nello stesso anno vinsero ad Hastings avviando la conquista normanna dell’Inghilterra) erano più norvegesi di quanto si ritenga comunemente.
Le navi vichinghe (qua sotto) potevano compiere senza grandi difficoltà il viaggio in mare dalla Scandinavia alla Francia ed erano anche abbastanza agili da risalire i fiumi.
4. Russia ed Europa orientale
Uno dei maggiori successi dei Vichinghi è forse la loro profonda penetrazione nell’Europa orientale.
Nel IX secolo le tribù slave della Russia e dell’Europa orientale si stavano sfibrando in continue guerre interne, che ne logoravano le risorse e ne colpivano i commerci.
Approfittando della situazione, le navi vichinghe arrivarono dal golfo di Finlandia in numero enorme. Gli uomini del Nord usarono come vie d’acqua fiumi lunghi come il Volga, la Neva e il Volchov e ampliarono notevolmente il loro territorio.
La città di Novgorod, sulle rive del lago Ilmen, diventò una delle principali roccaforti degli invasori nordici, che erano noti come “Rus”. Le grandi pianure orientali fornirono ai Vichinghi foreste e distese erbose, ideali per la caccia, la pesca e l’agricoltura.
L’abbondanza di cibo li aiutò a espandere le rotte commerciali a nord verso il lago Ladoga e a sud lungo il fiume Dnepr. La gente Rus commerciava con le locali tribù slave e si spostava in quella che è oggi la Russia, tanto che la nazione prese da loro il suo nome.
I tre re svedesi arrivati da oltremare erano Rurik, Sineus e Truvor. Si stabilirono a Novgorod, Beloozerg e Izborsk.
Nell’882 il figlio di Rurik, Oleg di Novgorod (foto sopra), percorse quasi 1.000 km per conquistare Kiev e continuò a saccheggiare terre ancora più a sud, bussando alle porte dell’impero bizantino.
Come in molte delle aree conquistate dai Vichinghi, anche qui la loro influenza diminuì progressivamente ma costantemente per venire sostituita da usanze locali, e nell’Europa orientale l’identità russa cominciò a imporsi distinguendosi da quella norrena.
Nel 988 uno dei re di Kiev, Vladimiro, decise di adottare quella greco-ortodossa come religione ufficiale dell’area, eliminando ogni residuo del paganesimo norreno.
Così, è dai discendenti del vichingo Rurik (foto sotto) che nacquero i fondatori dell’immenso impero russo, una delle più antiche case regnanti d’Europa.
5. Costantinopoli ed Iberia
- Costantinopoli
I possedimenti dei Vichinghi crescevano anche verso sud, e prima che cominciasse il X secolo l’incontro con l’Impero Bizantino diventò inevitabile.
L’avanzata giunse al capolinea nell’860 con l’assedio di Costantinopoli, quando una flotta di 200 navi da guerra vichinghe apparve all’improvviso e si diresse verso la metropoli che gli uomini del Nord conoscevano come Miklagaard (“la grande città”).
Intorno a questo episodio i resoconti sono piuttosto nebulosi, ma la cosa più probabile è che i Vichinghi riuscirono a conquistare solo i sobborghi della capitale bizantina e non la città fortificata interna, non avendo equipaggiamento da assedio. Determinati a saccheggiare le immense ricchezze della più grande città che avessero mai visto, continuarono gli assalti finché non furono costretti a ritirarsi e, anzi, il 2 settembre 911 raggiunsero un accordo commerciale con i Bizantini. Ne seguirono relazioni amichevoli e frequenti scambi mercantili attraverso il Mar Nero, visto che i Vichinghi avevano assunto il controllo del Volga, dal Mar Baltico a nord fino al Caspio a sud. In seguito i rapporti s’inasprirono e nel 941 il successore di Oleg, Igor di Kiev (foto sotto), guidò senza successo una campagna contro i Bizantini.
Un nuovo trattato introdusse restrizioni agli attacchi russi contro le terre bizantine in Crimea e bandì la costruzione di forti militari alla foce del fiume Dniepr. Con il passare del tempo, i Vichinghi compresero che non avrebbero mai conquistato Costantinopoli e molti di loro decisero di mettersi al servizio del potente imperatore bizantino.
I Vichinghi che si erano avventurati così a sud vennero chiamati Variaghi dai greci. Dopo l’ultimo assedio fallito di Costantinopoli, i Bizantini erano rimasti talmente colpiti dalla loro attitudine guerriera che nel 988 l’imperatore Basilio II li assoldò perché entrassero a far parte della sua guardia personale. L’esercito bizantino era per sua natura multiculturale, cosicché i Variaghi furono accolti senza difficoltà. Questi soldati viaggiarono in lungo e in largo sotto le insegne bizantine, dalla Siria all’Armenia fino alla Sicilia. Gli attacchi dei Variaghi non bizantini cessarono dopo la guerra tra Rus e Bisanzio del 1043.
La sconfitta subita segnò la fine dell’avanzata variaga in Asia, le cui popolazioni diventarono slave o bizantine. Tuttavia la presenza dei Vichinghi a Costantinopoli fu assicurata dalle guardie variaghe, che continuarono a prestare servizio fino al XIV secolo.
- Iberia
Dopo aver assunto il controllo della baia di Biscaglia ed essersi stabiliti sulla costa occidentale francese, i Vichinghi si spostarono a sud, verso la penisola iberica. Il primo attacco noto fu condotto da 100 navi salpate dall’Aquitania nell’844, che saccheggiarono Gijón e La Coruña.
Ma poi la resistenza incontrata fece desistere i navigatori, che cambiarono rotta e si diressero verso l’attuale Portogallo.
Inizialmente le scorrerie furono poco frequenti e, come nella maggior parte degli attacchi nordici dell’epoca, fu la fascia costiera a subire i danni maggiori.
Le prime rade incursioni furono perlopiù concentrate nel Nord, nei regni cristiani delle Asturie e della Galizia. Poi fu presa di mira anche la parte meridionale islamica della Spagna, al-Andalus.
Nell’844 Siviglia diventò una città vichinga per sei settimane e Lisbona fu saccheggiata. Gli attacchi arrivarono in un brutto momento per la popolazione musulmana, che stava subendo l’inizio della Reconquista cristiana: ciononostante questa terra si rivelò per i Norreni un obiettivo decisamente superiore alle loro scarse forze.
Quando le scorrerie terminarono, le terre in mano vichinga vennero riconquistate. Abd al-Rahman II, il capo musulmano, riprese Siviglia e mandò le teste di 200 guerrieri vichinghi ai suoi alleati marocchini.
I Vichinghi riapparvero nell’859 sotto la guida di Björn Ragnarsson (detto “Fianco di Ferro”) e di Hastein, circumnavigando la penisola iberica diretti verso la Francia meridionale e l’Italia.
Ma poiché gli insediamenti musulmani e cristiani si erano rafforzati, questa volta i Vichinghi furono respinti prima di potersi avvicinare a Siviglia.
I Norreni ripiegarono verso nord, in Francia: sarebbero stati i loro discendenti, i Normanni cristianizzati, a tornare nel Mediterraneo nei secoli successivi.