Un’immagine può anche dire poco di noi stessi. La tecnologia permette per esempio in modo semplice di alterarla, modificandola, aggiungendo finti sfondi e così via.
Al contrario, la voce “non mente”: falsarla è possibile, ma riuscire a dominarla al punto da mascherare le proprie emozioni richiede parecchia esperienza e non è alla portata di tutti.
Inoltre, affidarsi alla voce piace e crea una forte empatia tra le persone: anche tra i giovani, che amano mandarsi messaggi vocali più che fare videochiamate.
Sul web, infine, sono sempre più numerosi i comunicatori che usano la formula del podcast audio a puntate per divulgare contenuti. Per non parlare del recente successo degli audiolibri, che testimonia quanto ci facciamo conquistare dalle voci narranti.
La voce è il principale strumento umano di comunicazione dalla nascita alla morte. Non ce n’è una uguale all’altra in quanto dipende da fattori che variano da persona a persona.
Usiamola bene per non farla ammalare. Con la voce si possono fare cose incredibili: come rompere vetri, parlare dalla pancia, emettere più suoni contemporaneamente, arrivare a toni altissimi o bassissimi.
Non solo: la voce diventerà presto uno strumento di riconoscimento personale. Più efficiente ed economico di quelli basati sulle impronte digitali.
1. Ogni voce è unica, cambia e invecchia
La voce è caratterizzata da alcuni parametri: la frequenza fondamentale, cioè la nota che emettiamo, correlata al numero di vibrazioni al secondo delle corde vocali nella laringe, il volume, che dipende dalla pressione aerea esercitata sotto le corde, e il timbro, legato ai suoni armonici emessi e dovuto alla conformazione delle nostre cavità di risonanza. Ecco perché ogni voce è unica.
Ma il timbro può variare anche quando modifichiamo gli spazi di risonanza (faringe, bocca e fosse nasali) con i movimenti di lingua, labbra, palato molle e laringe per rafforzare alcuni suoni armonici rispetto ad altri.
Le differenze di frequenza tra voci maschili, femminili e infantili dipendono dalle dimensioni delle corde vocali (più lunghe e spesse nell’uomo, più corte e sottili nella donna e ancora più corte nel bambino) e dalle dimensioni diverse del tubo di risonanza, tecnicamente definito vocal tract, che va dalla glottide (lo spazio tra le corde vocali) alle labbra, più lungo nell’uomo che nella donna e molto più corto nel bambino.
Con il tempo anche la nostra voce invecchia. Nella donna, con la menopausa la mucosa delle corde vocali tende a ispessirsi e a imbibirsi di liquido.
La voce pertanto si abbassa di frequenza e si scurisce. Nell’uomo, dopo i 70 anni, succede il contrario: le mucose si atrofizzano assottigliando le corde vocali e la voce risulta più acuta.
2. Perché i bambini gridano e il ruolo delle emozioni
Perché spesso i bambini parlano a voce molto alta? L’8 per cento dei bambini della scuola primaria ha i noduli (ispessimenti simili a callosità) alle corde vocali perché a quell’età tutti i bambini sono molto vociferanti ed esuberanti.
Inoltre la loro laringe si gonfia più facilmente perché il legamento vocale, un elemento della corda che funziona da “ammortizzatore elastico” dei traumi, matura solo verso gli 11 anni.
I noduli sono reversibili con opportuni trattamenti da parte di un logopedista o con la guida di un maestro di canto, possibilmente esperti in vocologia, che insegnino l’uso corretto della voce.
Al contrario è molto sbagliato, se vengono diagnosticati i noduli, imporre al bambino di parlare poco per non sforzare la voce. Tuttavia, se un bambino grida potrebbe esserci alla base anche un problema di comunicazione.
Il bambino che non riesce a comunicare il proprio disagio tende a gridare se non viene ascoltato. In questi casi il trattamento logopedico può essere completato da una consulenza pedagogica per indagare i motivi alla base dello stato di tensione in cui vive il bambino e aiutarlo a superare il problema, innanzitutto ascoltandolo di più invece di sgridarlo.
In questi casi, il bambino ha in genere un carattere aggressivo, parla troppo, troppo forte, troppo in fretta, abusando della propria voce che diventa il canale privilegiato per esprimere come si sente. Anche l’ambiente domestico e quello scolastico possono predisporre a urlare.
È quanto accade in una casa dove i rumori di sottofondo sono più forti della voce del bambino (il volume della televisione o della radio, il pianto di un fratellino più piccolo) o dove c’è un esempio vocale sbagliato da parte del genitore di riferimento (la madre che urla da una stanza all’altra), o in una scuola dove regna la confusione in aule con pessima acustica e spazi ristretti per lo svago.
La voce veicola le nostre emozioni e il nostro vissuto interiore e, attraverso mille sfumature, le emozioni possono condizionarla molto.
Una ricerca statunitense dell’Università del Missouri - Columbia ha indagato le ragioni del “groppo in gola” che, per esempio, ci impedisce di parlare in pubblico e ha rilevato che il cervello sotto stress attiva aree correlate a un’alterazione della voce, la cosiddetta disfonia da tensione muscolare: il tono vocale cambia e ci si accorge di parlare in modo diverso.
Il fenomeno colpisce maggiormente le persone introverse che reagiscono allo stress in modo più marcato.
Tra le emozioni positive, invece, ci sono quelle indotte dalla voce materna: numerosi studi hanno dimostrato che la voce della mamma stimola lo sviluppo cerebrale dei bambini prematuri nell’incubatrice, che probabilmente la riconoscono per averne percepito il timbro fin dal periodo fetale.
3. Arma di seduzione
Con la voce possiamo sedurre, sia in campo amoroso sia di fronte a una platea di uditori.
Secondo diverse ricerche, le donne, per esempio, sono più attratte dalle voci gravi “alla Barry White”, considerate più mascoline e associate, secondo un retaggio dell’evoluzione, a uomini potenzialmente più sani che pertanto coincidono con partner più desiderabili.
Per gli stessi motivi, gli uomini preferiscono le voci femminili acute, associate a maggiore femminilità, fertilità e giovinezza. La voce femminile, non a caso, diventa leggermente più acuta nel periodo pre-ovulatorio, cioè all’inizio della fase fertile del ciclo.
Quando invece un politico parla ai potenziali elettori, sembra da diversi studi che la voce grave sia più gradita perché trasmette competenza e fermezza.
Ma quando si logora... Insegnanti, operatori di call center, attori, cantanti, giornalisti, avvocati, politici: chi lavora molto con la voce sa bene che le disfonie, cioè le sue alterazioni, sono sempre in agguato e fonte di grande disagio.
I primi nemici della voce sono le infiammazioni delle vie aeree (dovute a batteri, virus, funghi ma anche a reflusso gastrico, allergie, fumo) che provocano anche disidratazione della mucosa delle corde vocali, impedendone la completa vibrazione.
Ciò porta più facilmente a forzare il nostro “strumento” e a creare danni come noduli, polipi, edemi. «Il secondo nemico è lo sforzo vocale, che può essere acuto (le urla di un pomeriggio allo stadio), fino a poter provocare la formazione di un polipo, oppure cronico, con la formazione di noduli dovuti allo sfregamento dei bordi delle corde vocali.
Con l’aiuto della logopedia, che ci insegna a migliorare la proiezione della voce sfruttando le cavità di risonanza senza aumentare la pressione sulle corde, i noduli si possono risolvere spontaneamente. Al contrario, nell’80 per cento dei casi i polipi vanno asportati per via chirurgica.
Se la disfonia persiste oltre quindici giorni è meglio rivolgersi al foniatra o all’otorinolaringoiatra e sottoporsi a una laringostroboscopia, un esame che permette di visualizzare sullo schermo le corde vocali durante la loro vibrazione “al rallentatore”, come una sorta di moviola che rileva sia danni funzionali sia danni organici», concludono gli esperti.
4. Migliora la tua voce in 10 mosse
Ecco come migliorare la tua voce in 10 mosse:
1. Mantieni una buona idratazione: bevi almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno.
2. Evita di sforzare troppo la voce. Se devi parlare per molte ore, ricordati di bere regolarmente e, quando possibile, di usare un microfono. Non urlare mai da una stanza all’altra.
3. Cerca di parlare lentamente, respirando in modo regolare.
4. Se lavori a lungo seduto e nel contempo devi parlare, cerca di evitare la postura ricurva che comprime la cassa toracica rendendo più faticosa l’emissione di aria.
5. Cambia spesso l’aria della stanza se sei al chiuso.
6. Cerca di respirare con il naso, in modo che l’aria venga riscaldata, umidificata, filtrata e che le corde vocali siano idratate.
7. Mangia sano, con abbondanza di verdura e frutta, e non abusare di sostanze acide come il caffè o le bevande gassate.
8. Non fumare ed evita il più possibile gli alcolici.
9. Indossa abiti comodi, evita pantaloni a vita alta o cinture molto strette che comprimono lo stomaco e possono favorire il reflusso gastrico.
10. Pratica attività fisica e mantieni un buon equilibrio sonno-veglia.
- Curiosità: come viene emessa la voce
All’emissione della voce concorrono l’apparato respiratorio, la laringe, il tratto vocale.
Apparato respiratorio: inspirando, i polmoni si riempiono d’aria e si abbassa il diaframma: in questa fase non possiamo emettere suoni.
Espirando, i polmoni si svuotano e il diaframma risale: l’aria è espulsa attraverso la trachea e sale fino alle corde vocali facendole vibrare in posizione accostata.
Più la pressione dell’aria è forte e più l’intensità vocale è elevata. Le corde vocali non vibrano quando pronunciamo le consonanti “sorde”, come per esempio la s.
Laringe: è l’organo vibrante – formato da legamenti, muscoli e cartilagine – che ospita le corde vocali. I suoi movimenti modificano i suoni che produciamo: se sale emettiamo note acute, se si abbassa emettiamo quelle gravi.
Tratto vocale: una volta emesso, il suono è “scolpito” dalle cavità di risonanza (faringe, bocca e fosse nasali) la cui forma e dimensione sono caratteristiche di ogni persona. I movimenti degli organi mobili (lingua, labbra, palato molle, laringe) fanno variare il timbro della voce.
5. Sei emozioni espresse dalla voce
Uno studio condotto all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano sugli aspetti psicologici ed emotivi della voce umana ha individuato i principali profili della voce che esprime le diverse emozioni:
Collera: la voce ha tono alto, forte intensità. È tesa e piena. È priva di pause perché viene buttata fuori di colpo.
Gioia: ha un tono tendenzialmente alto; è ampia e piena perché ha anche un’intensità elevata.
Paura: è molto sottile e molto tesa, di tono acuto; è stretta e tremula. Esprime l’incapacità di far fronte alla minaccia.
Tristezza: ha tono basso, intensità modesta, ritmo lento. È rilassata ma stretta; esprime senso di impotenza e sopraffazione.
Disprezzo: le sillabe sono segmentate pur avendo velocità normale.
Tenerezza: la voce è ampia, distesa, con angoli arrotondati.
- Cantare riduce lo stress
Un gruppo di ricercatori dell’Imperial College di Londra ha condotto uno studio sugli effetti del canto sul sistema immunitario, analizzando 193 coristi, 55 dei quali stavano combattendo contro un tumore. Dopo un’ora di canto, il tasso di cortisolo, l’ormone dello stress, si era abbassato ed era aumentato quello delle citochine, che stimolano il sistema immunitario. Cantare in un coro è inoltre un catalizzatore di legami sociali e favorisce la produzione di dopamina e di endorfine, gli ormoni del benessere.
- Perché la nostra voce registrata ci sembra diversa?
Perché della voce che emettiamo udiamo anche il suono “interno” trasferito attraverso le nostre ossa, che include le basse frequenze. Se ci ascoltiamo registrati, invece, la nostra voce ci arriva, come quelle altrui, solo attraverso l’aria: ci suona più acuta e di solito più sgradevole.