Il segreto per far riposare la mente non è fermare tutto, o imporsi un tour de force di divertimenti. È nutrirla di ciò di cui ha davvero bisogno.
Il tempo della vacanza è un tempo di riposo, ma il riposo migliore spesso non è non fare nulla. È il tempo della riscoperta di ciò che ci piace.
Il vero riposo che ritempra è quello che ti riconnette al tuo nucleo interiore, che è la fonte di tutte le energie vitali. Ma come ci accade di perderle? Cosa stanca per davvero la mente?
Comprenderlo ci aiuta a partire per un vero e proprio viaggio del benessere, verso una meta in cui far rinascere la passione e le energie positive.
Usa questi giorni per ritrovare l’autostima, l’equilibrio interiore e l’energia di cui hai bisogno per tutto l’anno!
1. COSA STANCA IL CERVELLO?
Programmiamo, programmiamo, programmiamo... La nostra vita è spesso caratterizzata da un incastro di cose da fare.
Per questo poi, come ideale di riposo, sogniamo o la s-programmazione totale, il dolce far nulla.
Ma attenzione: può essere un modo artificiale di riposare, perché conserva il carattere innaturale della vita programmata, solo al contrario.
Divertirsi e non pensare a niente, staccare da tutto: quando ti imponi di non pensare, il divertimento diventa forzato, diventiamo consumatori di vacanza, sottomessi alla routine spiaggia-aperitivo-ristorante.
Il riposo della mente non è una fuga, né un’abbuffata di riposo, ma l’occasione per guardare le cose diversamente, per integrare altri volti e altre parti di noi stessi che di solito lasciamo sullo sfondo.
Allo stesso modo anche il modello opposto è pericoloso: girare come trottole nei tour turistici delle mete da non perdere, vedere, vedere, vedere, fare foto e socializzarle all’istante facendo il calcolo dei like: è un altro modo di timbrare il cartellino, quello del turista. No, riposare è il tempo del completamento, non dell’annullamento.
È l’occasione per ritrovare la consapevolezza di sé, del corpo, del piacere, delle emozioni, delle percezioni, delle immagini, delle passioni. Non è immobilità, ma imparare di nuovo a muoversi; non è staccare la mente, ma nutrirla.
Divertirsi è un effetto, non un obiettivo, altrimenti si trasforma in un lavoro, un dovere, un’ennesima identità auto-imposta. Che fare allora? Cerca luoghi fuori dalle solite mete strombazzate, luoghi del silenzio, dei tempi lunghi, stai con le cose, non consumarle.
E fai spazio al corpo, la tua casa: ginnastica, esercizi di percezione, cibo sano, ritrovare le emozioni sono nutrimento energetico. E poi esplora, prima di tutto te stesso e poi l’ambiente.
La mente si rinnova e rigenera quando può cambiare punto di vista, prospettiva. Entra in altri personaggi, fai spazio a lati di te messi da parte ma fondamentali. Percorrere sentieri meno battuti, perdersi, vagare: c’è sempre un sentiero che nessuno guarda ed è quello che ti porta al vero te stesso.
2. FAI POSTO AL VUOTO E RIGENERI IL CERVELLO
Diventa permeabile, fatti attraversare da sensazioni, emozioni, stati d’animo: se non li giudichi, nutri davvero le tue radici.
Le nostre vite sono spesso troppo piene: di impegni, di cose da fare, di pensieri, di opinioni da dire, di vittorie e sconfitte. C’è tutto, ma qualcosa ancora manca: il silenzio. Manca quel silenzio mentale che serve a fare il pieno di energia.
Perché è indispensabile? Perché regala la permeabilità, cioè la capacità di fare spazio dentro di sé ed essere ricettivi, lasciarci penetrare da immagini, percezioni, intuizioni che spesso releghiamo ai margini della nostra mente, tutta orientata al fare e alle nostre idee su ciò che è giusto o sbagliato.
Avete presente quel fenomeno per cui, toccando la corda di uno strumento, un’altra corda prende a vibrare?
Ecco: essere permeabili ci porta a risuonare, cioè a incontrare quello che “per simpatia” risuona in noi e ci può fare bene, dove simpatia deriva dal greco sym-pathos, e significa “provare la stessa emozione”.
Essere ricettivi ci fa incontrare sensazioni e percezioni che permettono di valutare gli eventi secondo la nostra personale posizione nel mondo, fidandoci del nostro fiuto e non del pensiero comune.
E ci apre al nuovo, che è lì davanti ai nostri occhi ma che non vediamo perché siamo troppo occupati a “fare le cose che crediamo vadano fatte”. Proviamo a non sottostare ai soliti schemi e condizionamenti. Chiudiamo gli occhi e ascoltiamo cosa stanno dicendo il corpo e il mondo interno.
Ogni giorno, se sei in vacanza, o almeno una volta a settimana se sei a casa, vai nella natura, in un luogo in cui ti senti a tuo agio. Fai qualche respiro, porta l’attenzione su di te e chiediti: quale aspetto della tua personalità ti porta a comportamenti automatici che non ti soddisfano?
Ad esempio: «Sono sempre educata e mi comporto da brava ragazza anche se non vorrei». Oppure: «Mi tengo tutto dentro, poi magari sbotto in modo eccessivo, sentendomi pure in colpa».
Osserva che, in questo modo, stai esprimendo solo un lato di te: è questo che causa sofferenza, perché in realtà non sei “solo” così. Se ti ascolti, senti che stai censurando qualcosa: «Cosa temo accadrebbe se una volta facessi di testa mia, o in modo diverso?».
3. NON-AGIRE. STAI CON CIÒ CHE C’È IN TE EVITANDO GIUDIZI E INTENZIONI
Spesso attiviamo uno schema di lettura automatica degli eventi, li giudichiamo prima ancora che accadano, sulla base magari di un esempio che abbiamo assorbito in famiglia, o nell’ambiente in cui siamo cresciuti o in cui viviamo ora.
Questo riduce enormemente la “permeabilità” a emozioni e tendenze innate e spontanee, che sarebbero più in linea con noi stessi. Uscire dai soliti schemi permette di attivare un’elaborazione più personale dei vissuti.
• Guarda tutto ciò che si affaccia dentro di te
- emozioni, stati d’animo, sentimenti, ricordi - senza in alcun modo volerlo tradurre in giudizi (buono/cattivo), in intenzioni (risolvere, superare, migliorare ecc.) o in azioni (intervengo, faccio, sistemo). Lascialo venire e osservalo come se fosse un panorama, la veduta di un paesaggio.
Il cielo un po’ sereno un po’ in tempesta, la pianura, un monte ripido e pericoloso... Sosta nelle tue percezioni, senza fuggire per paura o fastidio. Così impari ad accogliere il nuovo invece che dirottarlo verso azioni automatiche. “Non agire”, in questo caso, vuol dire non dirigere se stessi con i pensieri e le convinzioni, ma lasciare che sia il mondo interno a farlo.
• Osserva che le tue azioni sono spesso un adattamento alle richieste degli altri, al momento ti fanno sentire a posto, ma non sono coerenti con ciò che senti nel profondo e infatti spesso la maschera cade.
Prova allora a scrivere su un taccuino, su un foglio cosa pensi gli altri si aspettino da te, e su un altro come vorresti essere tu, cosa faresti al posto della solita azione automatica, cosa la tua indole vorrebbe mettere in campo se tu glielo permettessi.
• Ogni volta che fai questo esercizio aggiungi una nuova voce all’elenco.
Rileggi poi ogni tanto la tua lista: ti aiuta a “sintonizzarti” con ciò che di te tieni ancora nascosto.
4. SMETTI DI RIPETERTI E LA VITA ESCE DAL LOOP
Appena togli gli automatismi mentali, si affacciano lati sconosciuti di te. Ti suggeriscono nuovi itinerari, nuove possibilità e nuove soluzioni!
Una delle caratteristiche di chi vive sotto stress è di avere sempre l’impressione che la propria vita sia priva di momenti piacevoli: faticosa, certo, in affanno, ma paradossalmente monotona e sempre uguale, senza mai un’apertura verso qualcosa di appagante.
Se ti ritrovi in questa descrizione, devi sapere che non dipende dall’esterno, ma dall’immagine fissa che ti sei fatto di te. Non è vero che non accade niente di nuovo, è vero invece che sei immerso in una ragnatela mentale e guardi solo ciò che c’è dentro la ragnatela.
Le cose si ripetono perché le guardi con un occhio ripetitivo legato all’identità, a ciò che “sai già di te”, a “come devono andare le cose”. Ma solo se esci da questa gabbia di regole che ti sei dato puoi pescare nella totalità del mondo interno, che è sconfinato.
Come disse il filosofo Eraclito: «I confini dell’anima non puoi trovarli, anche se percorri tutte le strade; così abissale è la sua natura». Allora, quando ti permetti di attingere a questa vastità anche uscendo dal solito schema, tutto può accadere, perché è l’interno che dà forma all’esterno!
Prova a pensarci: e se il tuo mondo interno fosse infinitamente più ricco? Se dentro di te ci fossero molte più possibilità di quelle che credi? Capacità, attitudini, risorse, idee, emozioni, sentimenti... Un vero e proprio “essere sconosciuto” che abita con te e quando meno te lo aspetti si affaccia per portarti il suo aiuto.
Ad esempio nei sogni, nei desideri inaspettati, nelle intuizioni. Allora, più diventi sconosciuto a te stesso, allontanandoti da quel che credi di sapere, più ti apri a nuove possibilità. Comincia in questo periodo a prendere le distanze dal solito modo di guardare la vita.
La vera vacanza è distogliere lo sguardo dalla ragnatela fatta di ideali, opinioni, modelli e dallo stress che creano: doveri, sensi di colpa, ansia, depressione. Vacanza è un bagno nelle energie ancestrali che ti caratterizzano e ti rigenerano.
5. GESTI QUOTIDIANI. IMMAGINA E CONTEMPLA: LA MENTE RINGRAZIA
Uscire dagli schemi di comportamento e pensiero rigidi è possibile, per favorire l’emergere di lati sconosciuti e inediti. Fai questi semplici esercizi di attenzione e immaginazione attiva.
• Prova ogni giorno a immaginare che dentro di te si nasconda una donna (o un uomo) misteriosa e antica. Visualizzala a occhi chiusi, poi lasciala libera di agire nel quotidiano. Sarà lei a dettare nuovi ritmi, questa volta dall’interno.
• Al risveglio, mentre ti prepari o mentre fai colazione, o mentre sei in coda al supermercato non guardare il cellulare ma porta l’attenzione solo sulla cosa che stai facendo: «Sto camminando, sto respirando... Non c’è altro. È tutto perfetto così». Fallo come se fossi tutto lì, in quell’unica azione.
• Quando sei nella natura, magari in vacanza, contempla ciò che ti si presenta, soffermandoti semplicemente sui dettagli; i rami o il tronco di un albero, le onde che si infrangono sulla battigia. Questo ti permetterà di cogliere le sfumature di un mondo in continua trasformazione: il tuo.
• Di tanto in tanto, durante la giornata, chiudi gli occhi e prova a perderti in uno spazio di silenzio, portando l’attenzione sul respiro o su un’immagine che si forma dentro di te.
Fallo come un gioco segreto: non deve “succedere” nulla di particolare, non c’è uno scopo, anzi evita proprio la solita mentalità che vede ogni cosa come un mezzo per un fine.
Lascia che si generino delle immagini, che si allarghino, che vadano in direzioni impreviste. Così ti colleghi a un nucleo interiore e lo rendi protagonista del presente, facendo emergere anche soluzioni inattese.
• Dai spazio, ogni giorno, a piccole attività che ti fanno sperimentare un altro modo di stare tra le cose. Curare le piante, innaffiarle, ricamare, disegnare, ballare: sono attività che sospendono l’attivismo operativo, fanno muovere il corpo e attivano l’immaginario.
“Perdere tempo” con esse ti regala la consapevolezza che, per affrontare impegni, scadenze e doveri, ti servono più gli spazi di vuoto che quelli di pieno. Solo nel vuoto mentale lo sconosciuto che ti abita può affacciarsi e darti benessere e nuove idee.