Riusciremo a contrastare la siccità e a convivere con il caldo estremo e l’assenza di acqua?
Gli esperti di tutto il mondo stanno iniziando a valutare nuove strategie per contrastare eventi climatici che sono sempre più frequenti e più difficili da gestire.
Mai come quest’anno, infatti, l’Italia e il Nord Europa sono stati colpiti da un’ondata di siccità straordinaria.
“La peggiore degli ultimi cinquecento anni”, spiegano i ricercatori dell’Istituto per la bioeconomia del CNR e dell’Osservatorio della siccità (www. drougth.climateservices.it).
Secondo uno degli ultimi report del Joint research center, il centro studi interno della commissione europea, dall’inizio dell’anno l’Europa ha sofferto di una diffusa mancanza di acqua, al punto che a metà agosto ben il 47 per cento dell’Unione europea era in condizioni di siccità estrema e il 17 per cento in stato di allerta.
Secondo gli esperti, stiamo attraversando la peggiore siccità degli ultimi 500 anni. Le ragioni sono da ricercare nei cambiamenti climatici aggravati dalle attività umane e dall’inquinamento, nelle temperature in salita e nelle precipitazioni sempre più scarse. Inoltre impianti usurati causano perdite e sprechi.
1. Acqua da preservare
Di tutta l’acqua sulla Terra, solo lo 0,5 per cento è dolce ed è sempre meno disponibile.
Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite, 2,3 miliardi di persone non hanno accesso a questo bene primario, mentre circa un quarto della popolazione mondiale vive in Paesi colpiti da stress idrico.
Per molti esperti in materia, è probabile che l’accesso all’acqua sarà la principale fonte di disuguaglianza nel prossimo futuro, oltre a essere la causa dell’80 per cento dei problemi sanitari.
Che la siccità sia un fenomeno in crescita? Gli studi effettuati negli ultimi anni indicano che il deficit di acqua in Italia e in Europa è sempre più frequente.
Dal Duemila, inizio di questo secolo, ogni 3-4 anni nel nostro Paese si verifica una siccità più o meno intensa e prolungata. È accaduto nel 2003 e poi ancora nel 2006-2007, nel 2011-12, 2016-17 e così via.
È un fenomeno che colpisce anche altre parti del mondo: in Estremo Oriente le grandi ondate di calore di agosto di quest’anno hanno fatto registrare temperature record di 45°C nella città di Beibei e di 43,7 °C (con 34,9 di minima) nel distretto di Chongquing-Shapingba.
In Canada, Vancouver ha fatto causa alle compagnie petrolifere per la siccità e il caldo record di 49,6 °C che nel 2021 hanno incendiato e raso al suolo la cittadina di Lytton. Gli ultimi sei mesi in California sono stati i meno piovosi di sempre e nel New Mexico è stato dichiaro lo stato di “siccità estrema”.
In Germania il Reno si è abbassato di 40 centimetri, bloccando le chiatte e mettendo in crisi il trasporto delle merci. In Norvegia i livelli di acqua per le centrali idroelettriche sono scesi al 49,6 per cento contro una media del 74,4 per cento. Non c’è dubbio che negli ultimi due anni ci sono stati dei cambiamenti climatici significativi.
2. Il Po sta scomparendo
Dai fiumi di mezz’Europa stanno riemergendo le “pietre della fame”, massi adagiati sui fondali che riportano incisi i livelli minimi registrati nella storia.
Date che spesso si sono accompagnate a gravi carestie dovute alla perdita dei raccolti.
Da noi, fa impressione il Po, che con i suoi 141 affluenti genera il 40 per cento del PIL italiano fra produzione agricola, industriale, zootecnica e idroelettrica ed è stato ridotto a un esile rigagnolo.
Già a marzo il livello idrometrico del fiume a Pontelagoscuro, nel Ferrarese, era sceso di 5,90 metri, a fine agosto di 6,47 metri. Nel momento in cui scriviamo la portata del fiume più lungo d’Italia è scesa ai 100 metri cubi di acqua al secondo, ben al di sotto dei 237 metri registrati nel 2006.
Per gli esperti è il momento peggiore da quando sono iniziati i rilevamenti. Ad aggravare la situazione, quest’anno per la prima volta l’acqua salmastra è risalita dal Delta per 40 chilometri lungo il corso del fiume, innescando un processo irreversibile di desertificazione del territorio circostante.
L’acqua salata che si accumula nelle falde, infatti, è inadatta all’agricoltura perché brucia i raccolti rendendo i terreni infertili.
Niente pioggia? Colpa dell’Anticiclone! Già da questa primavera il perdurare dell’Anticiclone atlantico di matrice subtropicale, che ha portato masse d’aria di origine africana alle nostre latitudini, ha impedito l’ingresso di perturbazioni a carattere piovoso. L’Anticiclone infatti è un evento atmosferico che genera alta pressione e stabilizza il clima locale.
Il persistere di questa condizione nel corso degli ultimi mesi, secondo alcuni studi, è da correlare alla presenza della Niña, che dall’altro capo del mondo rende gli strati superficiali dell’acqua dell’Oceano Pacifico tropicale più freddi di quelli sottostanti con ripercussioni a livello di circolazione atmosferica globale.
3. Sta cambiando il clima e bisogna ridurre gli sprechi
In Italia quest’anno oltre all’assenza di pioggia (-46 per cento di piogge stagionali con punte del -52 al Nord), ci sono state anche alcune anomalie termiche.
Ha fatto più caldo del normale (a luglio +2,26 °C sopra la media italiana dal 1800) e l’inverno è stato molto mite. Inoltre, in alcune zone delle Alpi si è abbattuto il Favonio o Föhn, un vento caldo e secco che ha facilitato il disseccamento del terreno.
Ma c’è dell’altro: è mancato anche il ciclico rifornimento di acqua. Il 2021 è stato un anno poverissimo di neve (50-70 per cento in meno rispetto alla stagione precedente). I ghiacciai sono rimasti scoperti e in primavera non c’è stato il regolare disgelo che di norma alimenta fiumi e falde acquifere.
Già a marzo, molti dei corsi d’acqua delle regioni settentrionali e il Po erano in secca o sotto i livelli di soglia. Una situazione così grave che anche se quest’autunno e quest’inverno piovesse nella norma non sarebbe sufficiente a bilanciare il deficit idrico accumulato.
Nella foto sotto, Olanda, passeggiata sul letto del fiume Waal nell’agosto scorso. Nel Paese è stato emesso un divieto di irrigazione dei terreni agricoli a causa della penuria d’acqua.
Se l’acqua scarseggia, bisogna risparmiarla. Secondo Coldiretti, a causa della siccità, quest’anno le imprese agricole hanno perso circa 6 miliardi di euro. Gli incendi sono aumentati del 153 per cento rispetto all’anno scorso e i danni a livello ambientale sono ancora difficili da quantificare.
Servono interventi urgenti. Per far fronte al deficit idrico e all’aumento delle temperature, nel 2021 il governo Draghi ha stanziato 4,38 miliardi di euro del PNRR (Piano nazionale ripresa e resilienza) da utilizzare per impianti di trattamento e per il recupero dell’acqua, per la depurazione delle acqua reflue, la manutenzione della rete idrica e opere di contrasto al dissesto idrogeologico.
In particolare sono stati stanziati 900 milioni per ridurre le perdite nelle reti di distribuzione. Secondo i dati ISTAT, nel 2020 sono andati persi 41 metri cubi di acqua al giorno per chilometro di rete nei capoluoghi di provincia/ città metropolitana pari al 36,2 per cento dell’acqua immessa nella rete.
Il che equivale a 236 litri per abitante persi ogni giorno, quanto una vasca idromassaggio piena fino all’orlo. Le perdite maggiori si registrano a Latina e Chieti (70%), Belluno e Siracusa (68%), Cagliari e La Spezia (53%), Milano e Livorno (13,5%) e a Macerata (9,8%).
Gli interventi per contrastare il crescente deficit d’acqua sono indispensabili ma servono amministrazioni coraggiose che sappiano investire oggi per ottenere dei risultati a lungo termine. Occorre anche l’impegno del singolo cittadino: si può anche semplicemente chiudere il rubinetto quando non serve.
4. Quattro strategie per risparmiare acqua e contrastare la siccità
L’acqua è una risorsa preziosa, indispensabile alla vita di tutti noi, tanto per gli usi civili quanto per quelli industriali e agricoli. Ecco come possiamo ridurre al minimo gli sprechi.
1. A casa
Dosare al minimo l’acqua del rubinetto; far andare lavatrice e lavastoviglie a carico pieno; innaffiare le piante la sera o la mattina; evitare il bagno (servono 170 litri d’acqua) e preferire la doccia (per 5 minuti si consumano 75-90 litri, per 3 minuti 35-50).
Ricordare che lo sciacquone del wc è responsabile del 20-30% dei consumi d’acqua domestici e impiega 10 litri di acqua per ogni azione.
2. Nella rete idrica
Oggi la rete idrica nazionale è un colabrodo che registra perdite del 36-40 per cento con punte del 70 in alcuni capoluoghi del centro Italia.
A incidere sono tubazioni e impianti troppo vecchi, una cattiva distribuzione, un’amministrazione poco oculata e persino allacci abusivi (che gravano per il 3 per cento).
Per il risanamento, sono stati stanziati 900 milioni di euro del PNRR.
3. Agricoltura e industria
Servono nuove strategie: colture più resistenti, tecniche di irrigazione a risparmio (come quelle “goccia a goccia”) o tecnologie satellitari che permettano di individuare i campi più asciutti e di intervenire in modo oculato.
Nell’industria, oltre all’impiego di tecnologie che richiedono meno acqua, è possibile e doveroso rendere più efficiente il riciclo di acque reflue.
4. Nell’ambiente
È necessario preservare le zone verdi e boschive che proteggono il suolo dal disseccamento e contribuiscono a mitigare il clima. Vanno tutelati i fiumi riducendo l’impatto di centrali idroelettriche, scarichi e prelievi agricoli e industriali.
Anche la semplice costruzione di invasi per la raccolta d’acqua piovana va progettata riducendo al minimo l’impatto ambientale a lungo termine.
5. Ci sono cinque livelli di siccità
La siccità è definita come una condizione meteorologica naturale e temporanea in cui si manifesta una sensibile riduzione delle precipitazioni rispetto alle abituali condizioni climatiche tipiche di una zona.
In relazione agli effetti che ne conseguono, gli esperti hanno adottato la seguente scala di valutazione.
- Siccità meteorologica
Si realizza in caso di diminuzione delle precipitazioni.
- Siccità idrologica
Determina un apporto idrico scarso nei corsi d’acqua, nelle falde acquifere e nel terreno.
- Siccità agricola
Causa un deficit di acqua che provoca condizioni di stress alla crescita delle colture.
- Siccità ambientale
Produce un impatto a livello ambientale alterando gli equilibri degli ecosistemi.
- Siccità socio-economica
Determina uno squilibrio tra la disponibilità delle risorse e la domanda necessaria alle attività economiche (industria, turismo, agricoltura eccetera) e sociali (igiene, attività ricreative, alimentazione, salute eccetera).