Alcuni la acquistano già a metà novembre, perché non sanno resistere – giustamente – ai primi splendidi esemplari che si trovano in vendita nei garden center.
Ma il dubbio, portandola a casa, è: “Resisterà almeno fino a Natale?”.
Perché, in una certa percentuale di casi, accade che già all’arrivo fra le mura domestiche, incominci a perdere le foglie basali nell’arco di 3-4 giorni, e che questa caduta non si arresti, lasciando i rami nudi con solo le brattee rosse all’apice.
In altri casi, ancora più drammatici, dopo una settimana le foglie pendono appassite dai rami, pur senza cadere, ma conferendo un aspetto tristissimo alla pianta, che progressivamente si secca.
Naturalmente queste eventualità nefaste non sono legate al periodo di acquisto: si verificano sia in novembre sia in dicembre, senza correlazioni temporali.
Il problema diventa: “Come evitare che la poinsettia muoia in pochi giorni, e viceversa duri in buona forma almeno fino all’Epifania?”.
La risposta a questa domanda è: “Non incorrere nei classici errori che la stella proprio non sopporta”, un’idiosincrasia che si manifesta appunto con una rapida soffrenza e spesso una dipartita dell’esemplare.
1. Errori: il luogo d'acquisto, le basse temperature e il rinvaso
- Errore n. 1: il luogo d'acquisto
Le stelle di Natale (Euphorbia poinsettia o E. pulcherrima) si trovano in vendita ovunque, dal discount alla bancarella in piazza, a prezzi anche molto bassi.
Dovrebbe essere intuitivo: quanto più il prezzo è basso, tanto più scarsa è la qualità, sia della pianta (magari è un clone debole o un soggetto mal radicato), sia del terriccio.
Inoltre le piante del supermercato patiscono un caldo eccessivo nel punto vendita, e spesso anche un eccesso o una carenza d'acqua.
Invece quelle tenute al freddo dell'esterno subiscono un danno che si paleserà solo a casa nostra...
Il luogo giusto per la spesa è un garden center o un fioraio, dove le stelle rimangono sempre a temperatura controllata e ottimale, vengono irrigate quanto basta e concimate fino alla vendita.
- Errore n. 2: le basse temperature
Originaria del Messico, la stella defunge sotto i 12 °C e non sopporta proprio il freddo.
Questo significa che, quando l'acquistiamo nel garden center o dal fioraio, il commesso deve avvolgere l'esemplare nel cellophane e poi in un sacchetto di plastica per ridurre lo shock termico.
Se non lo fa, dobbiamo essere noi a chiedergli di farlo. Poi dobbiamo raggiungere casa il prima possibile, soprattutto se siamo a piedi o in autobus, mentre se siamo in macchina dobbiamo accendere il riscaldamento ma non al massimo, e andare subito a casa (vietato fermarsi durante il tragitto per fare altre commissioni!).
Assolutamente sconsigliato trasportare la pianta su uno scooter, in balia del vento freddo.
Fra le mura domestiche, collochiamola lontano da finestre che apriamo per il ricambio d'aria o dalla porta d'ingresso: basta mezz'ora d'aria fredda per farle perdere tutte le foglie, verdi e rosse....
- Errore n. 3: il rinvaso
La stella non va rinvasata mentre è fiorita: con buona probabilità reagisce facendo cadere le foglie, prima le verdi e poi le rosse.
Lasciamola in pace, nel suo vaso da vivaio. Se sarà sopravvissuta, ci penseremo in primavera.
Togliamo invece subito tutti gli involucri di cellophane: conserverebbero troppa umidità, esponendo la pianta al rischio muffe.
2. Errori: il coprivaso, le alte temperature e i raggi solari
- Errore n. 4: il coprivaso
Il vaso da vivaio è orrendo, soprattutto perché spesso quello delle poinsettie è nero e tutto incrostato di calcare.
Ma la pianta non si può rinvasare in fioritura, e la tentazione di mettere un allegro coprivaso è immediata.
Resistiamo, soprattutto se ci ostiniamo ad annaffiare la terra: nel coprivaso si accumula l'acqua in eccesso e l'asfissia radicale è garantita in poche settimane.
Possiamo metterlo solo se bagniamo nel sottovaso vuoto, ma il coprivaso deve essere privo di argilla sul fondo e di due misure in più rispetto al diametro del vaso: tende infatti a conservare troppa umidità, con rischio marciumi e muffe.
Se proprio il vaso nero ci dà il voltastomaco, possiamo mettergli un avvolgimento di carta crespata: se lo chiediamo nel garden center, loro in genere ne hanno di già pronti. altrimenti possiamo realizzarlo noi o farlo realizzare dai nostri bambini.
- Errore n. 5: le alte temperature
E vero che è una pianta originaria delle foreste tropicali dell'America centrale, ma questo non significa che ami il caldo eccessivo: prospera infatti fra 15 e 18 °C, e tollera fino a 20-22 °C, ma non oltre.
Posizioniamola sempre lontano dalle fonti di calore (termosifoni, termoconvettori, caminetti, stufe, pavimento radiante, fornelli, microonde) e in stanze dove la temperatura non sia mai superiore ai 22 °C: vive decisamente meglio a 18 °C.
- Errore n. 6: i raggi solari
In natura la stella vive nelle radure delle foreste, dove filtrano alcuni raggi solari, ma per poco tempo.
Questo significa che la pianta deve stare lontano da finestre dove può essere raggiunta dai raggi del sole.
A differenza delle normali piante d'appartamento, le foglie della poinsettia non vengono bruciate dal sole, ma si surriscaldano, aumentando la temperatura interna del soggetto e appassendo nel mentre, per poi riprendersi verso sera.
E' evidente che, se l'esposizione si protrae per alcuni giorni, la pianta si stressa e la resistenza del fogliame alla caduta diminuisce, portando alla spogliazione dei rami dopo circa una settimana.
3. Errori: l'aria secca e l'eccesso d'acqua
- Errore n. 7: l'aria secca
La stella non ama il caldo, ma neppure l'aria secca, priva di umidità atmosferica.
Sempre al contrario di altre amiche tropicali, non vaporizziamola mai con lo spruzzino perché le foglie bagnate entrerebbero in sofferenza.
Non resta come soluzione che lo strato di argilla espansa coperta da un dito d'acqua da mettere in un sottovaso grande, sopra la quale si appoggia il vaso in modo che non peschi acqua dal fondo. In alternativa, una spugnetta pulita e umida da appoggiare ogni mattina sul terriccio.
- Errore n. 8: l'eccesso d'acqua
Probabilmente questo, in una scala di rischio e non cronologica come in questo articolo, è l'errore da enunciare per primo. Sono infinitamente di più gli esemplari defunti per annegamento che per tutti gli altri sbagli messi insieme. Perché ogni volta che vediamo il fogliame leggermente all'ingiù, siamo portati a pensare che serva acqua, e annaffiamo senza badare all'umidità del terriccio.
Invece le foglie possono pendere per il caldo, per il sole, per il freddo, per l'aria secca... E possono penzolare anche per l'eccesso d'acqua... Allora, quando si annaffia? Si fornisce acqua solo quando, infilando tutto il dito mignolo nel terriccio, la punta in profondità sente l'asciutto.
Ancora meglio, si infila un bastoncino di legno (tipo quello per gli spiedini) fino in fondo, lungo il bordo, e si bagna se ne esce asciutto. E comunque non si bagna MAI se il substrato è ancora umido in superficie.
Se diamo troppa acqua, le foglie penderanno all'ingiù, anche quelle più in alto. Il terriccio potrà apparire inzuppato, ma anche secco (se c'è ristagno solo sul fondo) senza però staccarsi dal bordo.
Se accade, proviamo a svasare subito la pianta, togliere delicatamente tutto il terriccio fradicio e rinvasare con terra nuova e un buon drenaggio sul fondo. Attendiamo almeno 10 giorni prima di bagnare di nuovo. Se però il fusto è già annerito alla base, non c'è più niente da fare.
4. Errori: la carenza d'acqua e annaffiare dall'alto
- Errore n. 9: la carenza d'acqua
Si diceva che la stella si annaffia solo quando, infilando il mignolo o uno spiedo di legno nel terriccio, escono asciutti.
Se però, oltre a essere asciutto, il substrato si è anche staccato dal bordo del vaso e appare quasi rattrappito, abbiamo esagerato con la siccità: un vaso da 20 cm di diametro deve ricevere un bicchiere d'acqua a settimana se sta a 20°C, uno e mezzo a 22°C, poco meno di un bicchiere a 18°C.
Noteremo anche che le foglie si sono arricciate all'insû, a partire da quelle più basse, sono leggermente scolorite e cadono copiose.
Corriamo subito ai ripari immergendo il vaso in una bacinella d'acqua per 15 minuti, poi lasciamo sgrondare per almeno 10 minuti prima di rimettere a posto la pianta. E bagniamo con più regolarità.
Attenzione: le mini stelle, segnaposto nel vaso da 4 cm, richiedono un dito d'acqua a giorni alterni, altrimenti appassiscono insanabilmente.
- Errore n. 10: annaffiare dall'alto
Questo è un consiglio valido in realtà per tutte le piante d'appartamento: è sempre preferibile bagnare nel sottovaso anziché versare l'acqua dall'alto sulla terra.
Questo sistema permette infatti di controllare quanta acqua serve effettivamente a ogni pianta (se la assorbe all'istante, forse era troppo poca, e viceversa) e di far sviluppare le radici verso il fondo del vaso per poter assorbire il liquido.
Poiché la poinsettia deve stare su un sottovaso con l'argilla umidificante, al momento dell'annaffiatura va messa in un sottovaso vuoto, nel quale si versa la quantità controllata d'acqua.
Il vaso rimane lì per 10 minuti, poi va tolto e fatto sgrondare nel lavandino per altri 10 minuti, infine rimesso sull'argilla espansa.
5.
- Che fare in primavera
Evitando qli errori descritti sopra, la stella di Natale può serbare buona parte delle foglie verdi e rosse sino alla fine di febbraio o inizio di marzo.
Quando anche le foglie rosse sono in buona parte cadute, tagliamo i rami di circa un terzo, appena sopra una gemma da cui stanno spuntando le nuove foglioline verde chiaro.
Quando queste si aprono, è il momento del rinvaso: mettiamo 3 cm di argilla espansa sul fondo e un buon terriccio universale in un vaso in plastica di una misura in più.
Dopo la potatura, annaffiamo meno e concimiamo una volta al mese con un prodotto liquido per piante verdi.
Otterremo una bella pianta verde d'appartamento (che da maggio a settembre può stare in esterni a mezz'ombra), ma difficilmente rifiorirà.
- Tutti i nemici
Se le foglie scoloriscono, appaiono puntinate e unite da sottili ragnatele, è il ragnetto rosso, un invisibile acaro che succhia la linfa.
Aumentiamo l'umidità intorno alla pianta e, nei casi più gravi, trattiamo immediatamente con un acaricida, ripetendo l'intervento dopo 7 giorni.
È facile che la pianta si liberi da sola delle foglie più colpite. Se sulle foglie compare una muffetta grigiastra, è la botrite o muffa grigia, frequente se si lascia li cellophane della confezione originaria.
Eliminiamo tutte le foglie colpite (oltre che la plastica se c'è) e riduciamo l'umidità. Se alla base del fusto principale compaiono chiazze nere, è una fusariosi, malattia fungina che può estendersi anche ai rami superiori, che anneriscono.
Non c'è nulla da fare, la pianta va eliminata nel cassonetto dei rifiuti organici (ma non nel compost casalingo).
- Stelle per beneficienza
Le stelle di Natale non sopportano la permanenza al freddo, sotto i 12 °C. Ma in dicembre nelle piazze italiane ci sono le stelle benefiche, proposte da Associazioni onlus per ricavare denaro da destinare alla ricerca contro malattie gravi. Teoricamente, non le dovremmo comprare perché hanno subito uno stress da freddo, ma significa rinunciare a fare beneficienza..
Allora, se vogliamo "salvare capra e cavoli", acquistiamo in banchetti all'interno di centri commerciali, dove la temperatura è decisamente più consona.
E teniamo presente che gli esemplari ben incellophanati resistono meglio alle basse temperature. Una volta arrivati a casa, mettiamo la pianta, liberata dalla plastica, a 15 °C per almeno una settimana, senza bagnarla assolutamente.
Quindi spostiamola a 18 °C e, tastando sempre il terriccio, incominciamo ad annaffiarla con moderazione.