Pensate a una roccia. è spigolosa, grigia e si trova a terra: Giusto? Sbagliato.
Le rocce si presentano in un’incredibile varietà di forme e colori, che ci aiutano a decifrare la storia della loro vita geologica.
Ecco allora alcune delle fantastiche formazioni che si trovano sul nostro pianeta…
1. AH-SHI-SLE-PAH WILDERNESS, NUOVO MESSICO, STATI UNITI E PARCO NAZIONALE TSINGY DE BMARAHA, MADAGASCAR
- AH-SHI-SLE-PAH WILDERNESS, NUOVO MESSICO, STATI UNITI. UN MAGICO EQUILIBRIO
“L’Ah-Shi-Sle-Pah Wilderness può sembrare un pianeta alieno, per le sue strane forme, per i colori e per la mancanza di vegetazione”, afferma Stan Allison, del Bureau of Land Management (BLM) Farmington Field Office.
E anche i cosiddetti “hoodoo”, colonne irregolari di roccia sparse per il paesaggio, contribuiscono a creare questa atmosfera ultraterrena.
Gli hoodoo sono una lezione sull’erosione differenziale: l’arenaria più forte resiste all’erosione, la roccia circostante, invece, è più morbida e, in questo modo, si creano guglie e chiavi di volta in equilibrio precario.
Altrove, il terreno è così soffice che la pioggia taglia doline verticali nelle colline, scavando labirinti di burroni e gole.
L’Ah-Shi- Sle-Pah Wilderness (foto sotto) ospita anche tartarughe e coccodrilli fossili, che sono una testimonianza nascosta del fatto che quel deserto arido, solo 75 milioni di anni fa, era un’umida palude.
- PARCO NAZIONALE TSINGY DE BMARAHA, MADAGASCAR. UN LETTO DI CHIODI
Questo vasto campo di guglie rocciose (foto sotto) è lo spettacolare resto di una laguna dell’era dei dinosauri.
I “clints” e i “grykes” (che sono macchie di pavimentazione calcarea separate da fessure) sono arricchiti da un labirinto sotterraneo di grotte, che crollando rendono più profondi i grykes.
La struttura ha iniziato a formarsi circa 200 milioni di anni fa, quando il carbonato di calcio si è accumulato sul fondo della laguna. In seguito, si è compattato in calcare, per essere poi stravolto dal sollevamento tettonico e dall’abbassamento del livello del mare.
Nei millenni, i monsoni hanno scavato la roccia tenera, mentre la pioggia acida ha scolpito i bordi delle strutture, creando un vero letto di chiodi.
Queste rocce creano microclimi e biomi isolati ricchi di diversità e infatti, all’interno di questo aspro paesaggio, gli scienziati hanno scoperto alcune specie uniche e in via di estinzione.
2. REYNISDRANGAR, ISLANDA E CUSCO, PERÙ
- REYNISDRANGAR, ISLANDA. INNALZARSI ED ERODERE
Durante l’ultima era glaciale, Reynisfjall, un vulcano situato sotto un ghiacciaio, eruttò.
Una volta entrata in contatto con il ghiaccio, la lava si raffreddò rapidamente, indurendosi e trasformandosi in roccia basaltica scura.
La roccia si è poi contratta durante il raffreddamento, provocando la formazione di crepe simili a ragnatele.
Questo processo ha creato le imponenti colonne esagonali dei faraglioni di Reynisdrangar (foto sotto), che incombono sulla spiaggia di Reynisfjara.
I forti venti e le onde dell’Atlantico creano dei tagli sulle scogliere, mentre i cristalli di sale aiutano ad aprire ulteriormente quelle fessure fino a quando le rocce non si staccano.
Onde implacabili macinano quelle rocce fino a renderle ancora più piccole, rifornendo di altra sabbia nera la spiaggia. Geologicamente, i faraglioni di Reynisdrangar sono la parte più resistente di roccia sopravvissuta agli elementi, mentre il resto delle scogliere si è eroso.
Però, una tradizione locale racconta di troll che si tuffarono nell’oceano per inseguire una nave e che, per via della luce del sole, all’alba, furono trasformati in rocce.
Sebbene spettacolare, l’erosione rende Reynisfjara una destinazione pericolosa, perché in ogni istante può esserci una frana, con ondate improvvise e violente.
- CUSCO, PERÙ. LA MONTAGNA ARCOBALENO
Nascosta nelle Ande peruviane e solo di recente rivelata dallo scioglimento dei ghiacciai, c’è una montagna coloratissima, che ha circa 20 milioni di anni (foto sotto).
Il Vinicunca (“arcobaleno”) fa parte della catena formata dalla subduzione della placca di Nazca sotto la placca sudamericana.
I pendii devono i loro colori brillanti a tracce di metalli e minerali. Le tonalità più calde provengono da argille di ossidi e solfuri di ferro, mentre i colori su toni di lavanda provengono da argillite e opale. Strati verdi di fillade brillano di mica mescolata con cloriti.
Anche se per ora è protetta dalle brame dei minatori che erano interessati ai metalli nascosti nel sottosuolo, la Montagna dai Sette Colori è ancora in pericolo.
Il suolo soffice si comprime facilmente sotto i piedi, quindi, per evitare che si deteriori, al momento, la montagna è chiusa ai turisti.
3. COYOTE BUTTES, CONFINE ARIZONA/UTAH, USA E LURAY CAVERNS, VIRGINIA, USA
- COYOTE BUTTES, CONFINE ARIZONA/UTAH, STATI UNITI. SABBIA IN MOVIMENTO
Ai tempi in cui i dinosauri vagavano per la Terra, in Arizona, il vento formava grandi dune di sabbia.
Quando i venti hanno cambiato direzione, la sabbia si è accumulata in diversi modi, formando gradualmente strati increspati e incrociati.
I dinosauri hanno attraversato le dune, lasciando impronte nel liquame fangoso e nei sedimenti creati da minuscole frane.
Nel corso degli anni, l’acqua ricca di sali di ferro e manganese ha cementato le dune in rocce color rosso vivo, pietrificandole.
Infine, quando il supercontinente Pangea si è rotto e le forze tettoniche hanno sollevato le rocce, pioggia e vento hanno scavato avvallamenti tra le dune, incanalando negli spazi vuoti un flusso d’aria sempre più forte. Così è aumentata l’erosione e si sono create le formazioni che vediamo oggi a Coyote Buttes (foto sotto).
“Le dune – spiega Brenda Brown, geoscienziata dell’Università dello Utah – sono congelate nel tempo, ma hanno mantenuto la forma degli antichi pendii che, in alcuni punti, sono crollati. Le rocce qui raccontano una storia meravigliosa e complessa, fatta di ambienti mutevoli, che sono stati influenzati da tanti fattori: clima, vita, chimica e tempo. E infatti possiamo notare come è cambiata la chimica delle acque sotterranee nel corso del tempo e come quei cambiamenti siano registrati nei minerali colorati che le tengono insieme”.
- LURAY CAVERNS, VIRGINIA, STATI UNITI. PISCINA RIFLETTENTE
Quasi mezzo miliardo di anni fa, antiche piane di marea e un caldo mare interno riempivano la valle di Shenandoah.
Il sedimento delle piane si è indurito gradualmente in calcare, scisto, arenaria e dolomite e poi, quando le placche nordamericana e africana si sono scontrate, si è accartocciato fino a formare gli Appalachi.
Per milioni di anni, da allora, la pioggia ha sciolto la più tenera di queste rocce, infiltrandosi in profondità nel sottosuolo, e ha creato corsi d’acqua che hanno scavato vaste grotte.
E lì, soprattutto nelle grotte di Luray (foto sotto), l’acqua ricca di minerali, gocciolando, ha formato sottili depositi di calcite cristallizzata che si sono evoluti via via in forme fantastiche, chiamate speleotemi, alcune colorate di rosso, giallo o marrone dagli ossidi di ferro delle antiche argille rosse dell’oceano.
Le pareti sono ricoperte da enormi pietre a forma di lastre, dove l’acqua gocciola lungo le pareti ondulate della caverna.
Gli speleotemi continuano a evolversi, con depositi e cristallizzazioni che, millimetro dopo millimetro, crescono e si modificano.
4. BRYCE CANYON, STATI UNITI E HYDEN ROCK, AUSTRALIA
- BRYCE CANYON, STATI UNITI. LA GALLERIA DEI FURFANTI
Il Bryce Canyon (foto sotto) ospita il più grande campo di hoodoo del mondo.
Secondo il popolo dei Paiute del Sud, gli hoodoo sono individui tramutati in pietra dal dio imbroglione Coyote, come punizione per le loro cattive azioni.
I geologi invece hanno una spiegazione diversa sull’origine di queste strane colonne di pietra. L’acqua della pioggia o della neve filtra nelle fessure lungo i bordi del cratere e si espande durante la notte, congelandosi, per poi sciogliersi di nuovo quando le temperature salgono.
Questo ciclo di gelo-disgelo viene ripetuto fino a quando la roccia non si rompe. Anche la pioggia leggermente acida che cade sul calcare e sul carbonato di calcio divora queste rocce più deboli, mentre quelle più resistenti rimangono intatte, accentuando quelle forme marcate.
Purtroppo, gli hoodoo del Bryce Canyon sono uno spettacolo temporaneo: una volta superato il bordo del canyon, continueranno a erodersi a una media di 60-130 cm al secolo. Insomma, in circa tre milioni di anni il canyon diventerà parte del fiume Sevier.
- HYDEN ROCK, AUSTRALIA. ONDE ROCCIOSE
Lo sperone granitico di Hyden Rock (foto sotto), lungo 110 m e alto 14 m, sembra un’onda pietrificata che si infrange nel deserto.
La struttura è un “inselberg”, ovvero una montagna di roccia dura, che 60 milioni di anni fa si protendeva sopra le pianure del deserto dell’entroterra.
Esposta in questo modo, la roccia è stata scolpita dalla pioggia, spazzata dalla sabbia, incrinata dal gelo e levigata dai fiumi: si è così creata questa forma, che richiama una gigantesca onda.
Durante la stagione delle piogge, il deflusso colora la parete rocciosa con strisce di ossidi di ferro e carbonati di colore rosso, marrone, giallo e grigio.
Lasciando perdere le spiegazioni scientifiche, per gli indigeni Ballardong dell’Australia occidentale, la “Wave Rock” altro non è che la traccia, rimasta impressa nella roccia, del passaggio del leggendario Serpente Arcobaleno.
5. LAGO MONO, CALIFORNIA, STATI UNITI. TORRI DI CRISTALLO
Originato da antiche colate laviche, il Lago Mono (foto sotto) è il punto in cui terminano i torrenti e i fiumi vicini.
Senza alcun deflusso, i minerali e i sali si accumulano, mentre l’acqua evapora.
Il calcio disciolto nell’acqua sorgiva che emerge dal letto del lago reagisce con le elevate concentrazioni di carbonato nel lago alcalino, cristallizzandosi a formare delle curiose torri di tufo.
Originariamente formate sott’acqua, queste torri sono venute allo scoperto grazie all’abbassamento del livello del lago.
Le loro forme intricate contengono i segreti della loro storia ambientale, con i diversi minerali che riflettono i cambiamenti di temperatura nel corso dei millenni.
Le posizioni delle torri raccontano di precedenti diversi livelli del lago e di come ciò possa essere collegato ad alcuni eventi climatici, come il cambiamento del livello del mare, le ere glaciali e il movimento della corrente a getto polare.
Però, mentre le antiche torri piano piano sono erose dagli elementi, nuove torri continuano a formarsi sott’acqua, anche se, al momento, intuiamo la loro presenza solo grazie ad alcune scie di bolle che risalgono in superficie.