Il Carlino è indubbiamente il "piccolo Dogo d'appartamento" più antico e il primo a essere stato apprezzato. Si pensi che sin dalla fine del XVI secolo è stato oggetto delle attenzioni di principi, re e anche imperatori. Il nome Carlino viene dall'Italiano: Carlino era, infatti, il soprannome di un attore famoso attore della metà del XVIII secolo, Carlo Bertinazzi, appartenente alla Comédie italienne installata a Parigi, che interpretava il ruolo di Arlecchino, la cui maschera nera ricordava il caratteristico muso del cane. In Inghilterra è stato adottato il termine "Pug", dal latino pugnus, pugno, che ha finito per significare "piccolo cane". Gli Olandesi e i Tedeschi hanno preferito "Mops", dal verbo moppen (avere l'aria corrucciata).
FCI Standard N° 253 / 16.02.2011
CARLINO
ORIGINE: Cina
PATRONATO: Gran Bretagna
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 13.10.2010
UTILIZZAZIONE: Cane da compagnia
CLASSIFICAZIONE F.C.I.: Gruppo 9 Cani da compagnia
Sezione 11 Molossoidi di piccola taglia
Senza prova di lavoro
1. Origine
L'origine del Carlino è stata fonte di numerose controversie. Si sa che Guglielmo I nella seconda metà del XVI secolo, non si separava mai dai suoi Carlini: era certamente una testimonianza di gratitudine, poiché egli doveva la vita a uno di questi animali. In effetti, nel 1573, nel corso della guerra che seguì la sommossa delle Province Unite contro gli Spagnoli, un commando nemico si apprestava a penetrare nel suo accampamento per ucciderlo; Guglielmo fu, però, svegliato dall'abbaiare del suo Carlino, accucciato nella sua stessa tenda. Il cane aveva percepito che il cane si stava avvicinando e, dando coraggiosamente l'allarme, aveva salvato il proprio padrone. Da quel momento Guglielmo nutrì nei confronti di questa razza un'immensa riconoscenza, che trasmisse ai suoi successori. Il suo pronipote Guglielmo di Nassau, quando fu chiamato a regnare sull'Inghilterra, portò infatti i suoi Carlini oltre Manica.
In che modo Guglielmo il Taciturno era entrato in possesso di questi cani assai curiosi, simili a Molossi in miniatura? L'ipotesi secondo la quale nei paesi occidentali sarebbero stati selezionati Bulldog sempre più piccoli non può essere accettata. Certamente possediamo qualche rappresentazione di molossoidi di taglia modesta precedente il XVI secolo (per esempio il ritratto di Carlo VI, re di Francia dal 1380 al 1422, in compagnia di un Levriero e di un piccolo Bulldog), ma il ceppo originario del Carlino giunse verosimilmente dalla Cina. Agli inizi del XVII, in effetti, gli Occidentali cominciarono a intrattenere rapporti commerciali con i Cinesi; la Compagnia olandese delle Indie Orientali importava merci preziose, come la soia e oggetti curiosi, "cineserie", fra cui dei piccoli cani Pai, prediletti dagli imperatori cinesi e presumibilmente versioni "miniaturizzate" del Mastino del Tibet. Queste importazioni furono possibili per qualche decennio; poi, a partire dal 1644, sotto la dinastia manciù dei Ts'ing, la Cina chiuse le proprie frontiere agli Occidentali - e ciò fino al 1842.
Il Carlino che presenta una sorprendente rassomiglianza con lo Happa, o Pechinese cinese a pelo corto, richiama peraltro le statuette cinesi raffiguranti un piccolo drago, guardiano degli altari e dei focolari domestici. Questo strano essere, sintesi di numerosi animali realmente esistenti, viene generalmente chiamato "cani di Fo", vale a dire di Buddha. Nel 1977, nel corso di un'importante mostra del Museo nazionale francese di storia naturale, ne sono stati esposti alcuni, una decina circa, provenienti dalla Cina o dal Vietnam: nell'insieme presentavano numerose rassomiglianze sia con il Pechinese, sia con il Carlino. Così, mentre i comuni mortali dovevano accontentarsi di statuette di bronzo, porcellana, ceramica o legno, a seconda delle possibilità economiche, gli imprenditori possedevano "cani di Fo" in carne e ossa. Questi piccoli animali, considerati sacri, portavano, come altri cani asiatici (il Mastino del Tibet, il Chow-Chow o lo Shar-Pei), la coda arrotolata sul dorso.
L'ipotesi dell'origine cinese del Carlino, assai plausibile, spinge a negare quella di Oberthur, che attribuisce a questa razza un'ascendenza egiziana, affermando che cani simili vivevano già al fianco dei faraoni (bisogna, però, sottolineare che Oberthur non adduce prove per suffragare questa teoria); si deve respingere anche l'ipotesi di Clifford Hubbard, per il quale il Carlino era il cane sacro degli Aztechi. Allo stesso modo non si può accettare la spiegazione di Buffon, che vede nel Carlino una versione "ridotta" del Grande e Piccolo Danese, né quella di Cornevin, che lo considera parente prossimo del Dogue di Bordeaux, né quella di Reul, che ne fa un Mastino in miniatura. Questi naturalisti e professori della scuola veterinaria hanno, infatti, sempre tentato di dare al Carlino, in base a criteri morfologici, un posto nei loro saggi di classificazione delle razze canine. Il primo a paragonare il Carlino alle statuette religiose cinesi è stato Paul Mégnin, che ha trovato in quel modo la chiave del mistero.
2. Storia
Dai paesi bassi e dall'Inghilterra il Carlino raggiunse nel XVII secolo molte corti europee; profondamente diverso dai piccoli Epagneul, Maltesi e Barboni, allora in voga, divenne l'idolo degli ambienti aristocratici. Le principesse russe ne possedettero alcuni esemplari molto presto, e ciò ha spinto taluni ad attribuire un'origine russa alla razza. Abbondano del resto le testimonianze pittoriche, poiché molti erano coloro che volevano avere al proprio fianco il Carlino prediletto mentre un artista li ritraeva; altri richiedevano addirittura il ritratto del proprio cane. Così fra gli artisti francesi, Jean-Baptiste Oudry (1686-1755) si vide commissionare un ritratto di Carlino da Luigi XV; bisogna citare anche le opere di Louis Michel Van Loo (1707-1771) e di Francois Boucher (1703-1770), fra gli inglesi, William Hogarth (1697-1764) realizzò numerosi quadri del proprio cane e sir Joshua Reynolds (1723-1792) dipinse il ritratto di John Weyland in compagnia del suo Carlino; per quanto riguarda la Spagna, Goya (1746-1828) è l'autore di un celebre quadro che raffigura la marchesa di Pontejos, ai piedi della quale è accucciato un bel Carlino. L'elenco di grandi che hanno posseduto esemplari di questa razza, da Maria Antonietta alla regina Carlotta Sofia d'Inghilterra, sarebbe molto lungo.
Alcuni spiriti caustici hanno fatto notare che qualche grande dama poteva essere tentata di valorizzare la propria bellezza tenendo al proprio fianco, per contrasto, un animale dal fisico sorprendente. Molto ricercato, il Carlino non era però altrettanto diffuso; al contrario, era estremamente raro e, ovviamente, altrettanto costoso. Ciò nonostante, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, gli Inglesi, dopo aver forzato lo stato di isolamento in cui erano rinchiusi i Cinesi, poterono importare alcuni esemplari. Il Carlino divenne allora uno degli accessori indispensabili di una dama della moda della "high society", al punto che Hugh Dalziel poté dire nel 1879: "il Carlino è in sovrannumero in questo paese, lo si vede spuntare dappertutto". Judy riferisce che nel 1860 un esemplare della razza fu acquistato per la considerevole somma di 150 sterline. Da parte sua, Hubbard ha ritrovato il testo di un annuncio apparso sul Times, che la dice lunga sull'amore per il Carlino e sulla sua diffusione: "Una nipote di Belinda de Pope, Piange l'assenza del suo fedele compagno, Un Pug (Carlino) italiano di color fulvo chiaro, Dalle orecchie tagliate, di nome Fido".
In Francia il Carlino fu oltremodo diffuso all'epoca del Secondo Impero: cedendo all'"anglomania", la "buona società" considerava il Carlino come uno dei segni distintivi di ricchezza che è buona norma ostentare. Ma, alla fine del XIX secolo, la moda decadde rapidamente. Questo animale venne allora soppiantato dal Pechinese, dall'aspetto simile, ma dotato di un sontuoso pelo e di un esotismo più nuovo. Il numero dei piccoli cani da compagnia, peraltro, si allargò grazie alla nascita della cinofilia, che si dedicò a selezionare numerose razze di Terrier. L'eclissi di popolarità del Carlino si è estesa alla prima metà del XX secolo e, dopo la seconda guerra mondiale, questo cane è diventato relativamente raro; ciò è vero in particolar modo per la Francia, dove nel 1956, J. Dhers sottolineava che se ne potevano trovare sempre meno. La situazione è rimasta tale fino agli anni 50, quando il numero di iscrizioni annuali al Kennel Club non ha raggiunto i 250 esemplari.
Il ritorno di moda del Carlino è dovuto al duca e alla duchessa di Windsor, che hanno ostentato la loro preferenza per la razza e che, essendo al centro delle cronache mondane, non hanno perso occasione di farsi fotografare in compagnia dei loro Carlini o di spendere una parola per loro nel corso delle interviste. Hanno in questo modo realizzato una vera campagna di promozione della razza, suscitando in suo favore, a partire dagli anni 60, un nuovo interesse che non è mai venuto meno negli anni successivi. I Carlini sono praticamente il frutto di 4 ceppi della fine del XIX secolo: quello di lord e lady Willoughby d'Eresby, che ricevettero i loro primi esemplari, di color argento, da un'artista di music-hall che li aveva portati da una tourneè in Russia; quello del restauratore Charles Morrison, che ha avuto una grande diffusione; quello di Laura Layhew, proprietaria del riproduttore Click, di color albicocca e di stirpe cinese, citato molto frequentemente ne pedigree; infine, quello di lady Brasey, di lignaggio giapponese, che è all'origine degli esemplari a manto nero.
3. Comportamento
Il Il Carlino è stato spesso oggetto di aspre critiche e la violenza degli attacchi appare a dir poco sorprendente. "Il Carlino", scriveva all'inizio del secolo un affermato cinofilo, "non è certo un Adone. Inoltre, è poco intelligente, ringhioso quanto mai e sgradevole per tutti, tranne che per il suo padrone". Il naturalista tedesco Brehm rincara: "Cane tipico della vecchia zitella. Come lei è capriccioso, imbronciato, insopportabile, senza intelligenza né affetto. Il mondo non perderà nulla quando si estinguerà il ceppo di questa bestia sgradevole". E Paul Mégnin da parte sua: "Non mi discosto molto da coloro che trovano orrendo questo piccolo botolo. Aggiungerei che questo piccolo animale è tanto ringhioso quanto la sua fisionomia lascia supporre". Ci sarebbe da credere che questi autori avessero un contenzioso personale con il Carlino. Fortunatamente, di contro a questa levata di scudi la difesa si fa sentire. E il professor Robin afferma: "Il Carlino è in grado di capire le cose tanto quanto le altre razze; è un aristocratico nato da un antico linguaggio e non è né riservato né diffidente, vale a dire un po' ostile, se non in presenza di sconosciuti; non è affettuoso con chiunque, ma è un eccellente piccolo cane da compagnia, capace di molto affetto e dedizione nei confronti del suo padrone".
Se si vuole fare un bilancio obiettivo, si nota che, in passato, il successo stesso del Carlino ha reso a questo cane un cattivo servizio: alcuni esemplari, rovinati da padroni estremamente superficiali, si sono rivelati di carattere difficile. Ma non bisogna fare di tutto l'erba un fascio: il Carlino, che in generale ha una personalità spiccata, è molto interessante da tanti punti di vista. Innanzitutto affrontiamo la sua reputazione di cane brontolone: il Carlino è un animale estremamente sensibile, attento ale azioni e ai gesti del proprio padrone. Se questi non lo fa partecipare alla sua vita e lo lascia solo, ne rimane sconvolto. Ma non reclama, anzi terrà un po' il broncio rimanendo in disparte. In presenza di sconosciuti non ha nulla del gradasso che sembra essere: più timido che arrogante, può mostrare un po' di diffidenza e di riservatezza.
Indifferenti alle carezze degli estranei, e dediti a dare affetto solo alle persone con cui vivono, alcuni esemplari si dimostrano piccoli ma validi guardiani; tuttavia, se prendono confidenza sono affettuosi e non esitano ad accoccolarsi sulle ginocchia degli invitati che dimostrano un certo interesse nei loro riguardi. Il Carlino è dunque fondamentalmente molto socievole, ma questa sua qualità non si esprime in modo eclatante. Questo cane, che sembra ringhiare, dalla fronte perennemente pensierosa, in effetti nasconde bene il proprio carattere, e molte persone che non approfondiscono la conoscenza si lasciano condizionare dal suo aspetto apparentemente irritato o accigliato. Non è comunque necessario tanto tempo per capire che è molto simpatico, aperto e giocherellone, calmo e dolce. Nulla gli dà più soddisfazione di un morbido cuscino.
Il Carlino ha un senso del confort molto britannico, ma possiede anche qualcosa della saggezza orientale, che lo porta ad apprezzare la soffice intimità di interni raffinati. E' raro che faccia sentire la sua voce un po' rauca, relativamente grave per un cane così piccolo. Ma non è muto: brontola o, meglio, ronfa. Coloro presso i quali vive sanno distinguere i suoi stati d'animo a seconda di come modula il suo ronfare. Come tutti i cani a muso corto, ha la tendenza a russare, ma senza esagerazione; infatti, non dà mai fastidio, contrariamente a quanto accade con altri piccoli cani. pacifico ed equilibrato di natura, il suo temperamento si sviluppa in funzione dell'ambiente in cui vive. Alcuni esemplari sono molto dolci e affettuosi; altri, più scherzosi, dimostrano uno spiccato senso di humour. Il Carlino non è un cane sportivo: brevi passeggiate gli sono ampiamente sufficienti e, se non fosse per una certa tendenza a metter su dei chili di troppo, si potrebbe consigliare al padrone di rispettare la sua inclinazione di restare in casa.
E' dunque necessario portarlo a passeggio regolarmente perché mantenga la sua linea; non bisogna dimenticare che un cane troppo sedentario tende a invecchiare prematuramente. Il Carlino ama essere a contatto con i bambini e desidera partecipare ai loro giochi, a patto che non siano brutali e che non lo agitino. Il Carlino si educa bene e in fretta, perché capisce rapidamente ciò che ci si aspetta da lui e non oppone resistenza alcuna. Bisogna mostrarsi innanzitutto complici e attenti: si affeziona molto ai suoi padroni, nei confronti dei quali dimostra un grande attaccamento. Il cucciolo si comporta un po' diversamente: ha la tendenza ad essere turbolento, e ciò richiede inizialmente un po' di fermezza da parte del padrone.
Non porta la coda arrotolata, non ronfa e, se diventerà di color beige, il suo pelo è ancora grigio scuro (si schiarisce progressivamente); talvolta rimane una riga scura sul dorso, che peraltro non è considerata un difetto. La conformazione fisico del cucciolo non è, comunque, molto diversa da quella che avrà in età adulta. Con gli altri cani il Carlino non si dimostra aggressivo. Il Carlino dimostra un buo appetito, talvolta un po' troppo, e sarà opportuno evitare i dolciumi e altre leccornie tra un pasto e l'altro, cosa che non è sempre facile, dato che condivide l'intera vita dei suoi padroni. Ma una buona igiene alimentare, adottata fin dal principio, condiziona spesso la sua salute e la sua longevità. Il Carlino non è un cane fragile o che dà problemi: è robusto e non mostra tendenza all'eczema o alle allergie. Il suo pelo non richiede praticamente toelettatura e non emana nessun odore, anche se è bagnato. Il Carlino ha generalmente un manto argentato o albicocca che valorizza la sua larga maschera nera e i suoi occhi brillanti.
Ma esistono anche esemplari a pelo nero, che oggigiorno sono considerati sullo stesso piano degli altri dal punto di vista della conformazione. Gli incroci fra esemplari di colore diverso sono autorizzati e si rendono necessari dato il ridotto numero di Carlini neri. Maschio e femmina non presentano grosse differenze: il maschio è semplicemente un poco più pesante. Anche se è stato per molto tempo considerato un cane aristocratico, il Carlino è un animale dai gusti semplici, dal temperamento molto equilibrato, gentile con i bambini. E' fatto per la vita cittadina, non è mai d'impaccio, non teme le automobili o la folla, fa festa agli amici, non dà fastidio ai vicini. E' molto apprezzato da coloro che lo conoscono e conquista tutti i veri amici dei cani. E' fatto per chi vuole sentire vicino a sè una presenza, costante ma mai invadente o importuna; questo cane sa capire, dando prova di grande intuizione e di memoria, l'umore del suo padrone.
4. Salute, qualche precauzione
Sul piano della salute bisogna, tuttavia, stare attenti a 3 cose: gli occhi che, sporgenti, sono soggetti alle congiuntiviti e agli incidenti, le rughe del muso, che possono infettarsi e, soprattutto, l'eccesso del caldo e l'esposizione al sole (si deve evitare che il cane si muova troppo o si innervosisca quando fa caldo). Sottolineiamo, comunque, che alcuni esemplari vivono nelle zone di mare senza problemi. Per certe sue caratteristiche morfologiche, il Carlino richiede qualche attenzione particolare. A causa del suo naso troppo corto, innanzitutto, mal sopporta il caldo: il cane, si sa, "traspira" attraverso la bocca e, da questo punto di vista, le possibilità del Carlino sono molto limitate.
Bisogna, dunque, evitargli il moto nei periodi di forte colore, così come anche l'esposizione ai raggi del sole, in particolare dietro un vetro o in automobile. Non tutti gli esemplari sono ugualmente sensibili al caldo, ma risulta a volte necessario "far vento" al cane (evitando, comunque, le correnti d'aria) e rinfrescarlo con una salvietta umida. Può esserci anche il rischio di sincope: in caso di "colpo di calore" il sintomo immediato che il cane presenta, prima di perdere conoscenza per qualche minuto, è la cianosi delle mucose. Gli occhi a forma di globo del Carlino sono molto sensibili alla polvere, all'erba alta e alle correnti d'aria.
Si devono, quindi, pulire con regolarità con l'ausilio di un liquido fisiologico. Inoltre, non bisogna dimenticare il rischio di enucleazione in caso di giochi violenti. Occorre, peraltro, pulire le pieghe della pelle al di sopra del naso, passando, per esempio, un batuffolo di cotone imbevuto con un po' di vaselina. Sul piano dell'igiene alimentare è necessario evitare gli eccessi di grassi ed escludere ogni ghiottoneria o dolciume fuori dei pasti. E' raccomandabile una breve passeggiata quotidiana. A partire dall'età di 5 anni, si eviterà di affaticare o stancare il Carlino, in modo che viva sano e felice il più a lungo possibile.
5. Standard Carlino
Aspetto generale
Il Carlino è decisamente robusto e quadrato, tipico esempio di "multum in parvo", dalle forme compatte, dalla struttura solida e dalla muscolatura compatta. Caratteristiche del Carlino sono: grande fascino, dignità e intelligenza.
Temperamento
Il Carlino è di tempra costante, allegro e di indole vivace.
Testa e Cranio
Testa grande, tondeggiante, non 'a mela', senza solco del cranio. Muso corto, smussato, squadrato, non all'insù. Rughe chiaramente definite.
Occhi
Gli occhi del Carlino sono scuri, molto grandi, di forma globosa, con espressione dolce e sollecita, molto lucidi e, quando il cane è eccitato, pieni di fuoco.
Orecchie
Sottili, piccole, morbide come velluto nero. Due varietà: le 'orecchie a rosa' (piccole, ripiegate all'indietro che rivela-no la voluta interna) e 'orecchie a bottone' (con lobi piegati in avanti, punta aderente al cranio per coprire l'orifizio e rivolta verso l'occhio). La preferenza va a questo secondo tipo.
Bocca
Leggero prognatismo. La mandibola deviata, i denti e la lingua visibili sono tutti altamente indesiderabili. Mandibola larga, con incisivi quasi in linea retta.
Collo
Leggermente arcuato, a criniera, robusto, grosso ma abbastanza lungo da portare fieramente la testa.
Arti anteriori
Molto robusti, diritti, di lunghezza moderata, ben sotto il corpo. Spalle oblique.
Arti posteriori
Molto robusti, di lunghezza moderata, con grassello ben flesse; diritti e paralleli visti da dietro, ben sotto il torace.
Tronco
Il Tronco nel Carlino è corto e tarchiato, con torace ampio e buon costato. Linea superiore orizzontale, ne inarcata ne insellata.
Piedi
Ne lunghi come i piedi da lepre ne rotondi come quelli da gatto; dita ben divise; unghie nere.
Coda
Nel Carlino la coda è attaccata alta, ritorta il più stretta possibile sopra il dorso. Il doppio giro è molto desiderato.
Movimento
Guardando dal davanti, il Carlino deve alzarsi e abbassarsi con gli arti ben sotto le spalle; i piedi devono essere rivolti in avanti, ne in dentro ne in fuori. Dal dietro, i movimenti devono essere altrettanto precisi. Gli arti anteriori devono avere una buona estensione, quelli posteriori si muovono con scioltezza, usando bene le grassello. L'andatura è caratterizzata da un leggero rollio del treno posteriore.
Mantello
Il Carlino ha pelo fine, liscio, morbido, corto e lucente, ne duro ne lanoso. Colore Argento, albicocca, fulvo o nero. Ognuno ben definito, in netto contrasto con la traccia (striscia nera che corre dall'occipite alla coda) e la maschera. Macchie ben delimitate. Muso o maschera, orecchie, nei sulle guance, "ditata" o losanga sulla fronte e striscia sul dorso, il più neri possibile.
Difetti nel Carlino
Ogni deviazione dello Standard è da considerarsi un difetto, che va penalizzato secondo la gravità. I maschi devono avere due testicoli di aspetto normale, ben scesi nello scroto
Note
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Due piccole precisazioni:
1 è delicato come cane, incline a dermatiti ecc. ecc.
2 il pelo (che perde di continuo) essendo grasso va curato molto…i cattivi odori sono dietro l’angolo
…poi spiegatemi come fa un cane ad avere senso dell’humor…definizione che trovo su molti siti.
Grazie per le precisazioni ! 🙂