La genetta (Genetta genetta), nota anche come genetta comune o genetta europea, è un affascinante felino notturno che popola le regioni meridionali dell’Europa, l’Africa settentrionale e alcune parti dell’Asia occidentale.
Questo piccolo carnivoro ha catturato l’attenzione degli studiosi e degli appassionati di fauna selvatica grazie alla sua straordinaria adattabilità e al suo comportamento intrigante.
In questo articolo, esploreremo la vita e le caratteristiche della Genetta genetta e scopriremo perché è considerata una delle creature più affascinanti del regno animale.
CARTA D’IDENTITÀ
Nome comune: genetta comune
Nome scientifico: Genetta genetta
Dimensioni: corpo lungo 40-50 cm, coda lunga 30-50 cm
Dove vive: Africa Settentrionale sulle coste mediterranee, Africa subsahariana fino al Corno d’Africa, Sudafrica e Penisola Araba; introdotta in Europa Meridionale
Segni particolari: manto maculato, coda molto lunga a bande nere
Habitat: adattabile, si trova nella macchia mediterranea in riva al mare, su pareti rocciose, nei boschi e nelle vallate di montagna
Cosa mangia: piccoli mammiferi, uccelli, uova, rettili, anfibi e insetti, ma anche frutti spontanei
1. AGILI COME SCOIATTOLI
La genetta comune è un animale molto elegante: a colpo d’occhio sembra un gatto con il muso più allungato e una coda particolarmente sviluppata.
Il suo manto è di colore grigio, ornato da macchie nere talvolta fuse in striature più o meno estese, mentre sulla coda sono presenti vistosi anelli neri, dalla base alla punta.
Le orecchie sono grandi, triangolari, mentre gli occhi frontali permettono una visione efficace anche col buio, e le vibrisse, decisamente lunghe, sono un ulteriore valido aiuto.
Nonostante possa sembrare imparentata con faine, martore e donnole (Mustelidi), la genetta appartiene a una famiglia di carnivori diversa, quella dei Viverridi.
Sono animali notturni ed è molto difficile osservarli alla luce del sole! Le genette sono ottime arrampicatrici e spesso trovano rifugio dentro cavità di grandi alberi, salendo su tronchi verticali anche per parecchi metri e saltando di ramo in ramo come fossero scoiattoli.
Questa grande agilità è molto utile anche quando cacciano: infatti ricercano attivamente le loro prede, cogliendole nel sonno o inseguendole.
Si tratta soprattutto di piccoli mammiferi, uccelli, uova, rettili, anfibi e grossi invertebrati. Ma, come molti altri carnivori, anche la genetta approfitta delle temporanee abbondanze stagionali di frutti spontanei per fare scorpacciate.
È un animale alquanto adattabile, e può vivere in habitat anche molto diversi tra loro.
Dalla macchia mediterranea sulle coste del mare alle pareti rocciose, è in grado di trovare ambienti idonei, senza disdegnare la savana, le aree antropizzate e le vallate di montagna, soprattutto nei pressi di grandi fiumi.
Tra tutte le specie di genetta note, quella comune è una delle più diffuse, come anche suggerisce il suo nome: può essere infatti incontrata nelle regioni nordafricane, bagnate dal Mediterraneo, ma estende la sua distribuzione in gran parte del continente africano, evitando il Sahara in senso stretto e ricomparendo subito a sud; cospicue popolazioni si trovano nel Corno d’Africa e sulla punta più meridionale, nonché in certe zone della Penisola Araba.
2. TRAGHETTATA DALL’AFRICA
È interessante sapere, però, che questa specie è presente anche in Europa. Secondo alcuni studi è stata importata nel nostro continente dall’uomo tantissimo tempo fa.
Le ipotesi più accreditate indicano un rapporto con gli Arabi, che la usavano per derattizzare i centri abitati, e che quindi l’avrebbero portata nella Penisola Iberica almeno 1.300 anni fa.
Alcune evidenze genetiche e paleontologiche, tuttavia, suggerirebbero introduzioni dal Maghreb tra il Paleolitico Superiore e la fine dell’influenza dei Fenici, quindi molto prima.
Al giorno d’oggi in Spagna è molto comune, addirittura abbondante in certe località, e infatti è diventata uno dei soggetti più ritratti dai fotografi naturalisti locali.
Trovandosi evidentemente molto bene, la genetta ha allargato il proprio areale verso est, colonizzando anche la Francia mediterranea, seppur alcuni dati suggeriscano una seconda introduzione più recente (comunque antica) in queste zone. Essendo presente in Costa Azzurra, dunque, negli ultimi decenni ha fatto la sua comparsa anche in Italia.
Alcune segnalazioni abbastanza vecchie, di qualche decina di anni fa, arrivano dalla Valle d’Aosta e da poche località piemontesi, ma i primi dati continuativi sulla sua presenza si riferiscono alla Liguria, dove a partire dal 2008 le segnalazioni sono aumentate sempre più, in particolare nel Ponente.
Di recente, un individuo è stato trovato ferito in un pollaio a Olivetta San Michele, nei pressi di Ventimiglia. È stato curato e liberato nuovamente.
Siccome la genetta non è mai stata presente prima nei nostri ecosistemi, ad oggi non è ancora noto quale sia il suo impatto: potrebbe per esempio esercitare una pressione predatoria notevole su certe popolazioni di uccelli, mammiferi o invertebrati localizzati e/o minacciati, oppure competere sia per il cibo sia per i rifugi e i siti riproduttivi con animali che si comportano in maniera simile (come le martore).
Non può però essere considerata una specie alloctona nel senso comune del termine, perché non è stata direttamente liberata in Liguria dall’uomo.
3. CITTADINANZA ACQUISITA
A livello legislativo, non è allevabile in cattività (contrariamente a specie affini) e quindi è difficile che qualcuno che la teneva a casa se ne sia liberato in maniera irresponsabile.
Come abbiamo visto, è stata sì introdotta in Spagna dall’uomo, ma in Italia è poi arrivata, secoli dopo, sulle sue zampe, grazie a una formidabile espansione spontanea.
Il fattore discriminante, in ogni caso, è la data di introduzione: essa infatti risale a prima del 1500 d.C. e per questo motivo, essendo passato tanto tempo, la genetta viene definita “parautoctona”.
In pratica, le specie introdotte (quindi tecnicamente alloctone) prima di questa data vengono ritenute ormai integrate negli ecosistemi che hanno invaso, e meritano dunque una definizione e una gestione di tipo diverso.
In attesa di studi che possano circoscrivere la sua eventuale influenza sui luoghi di recente colonizzazione, dunque, la genetta può dormire sonni tranquilli, continuando le sue acrobazie notturne indisturbata.
4. COMPORTAMENTO, ALIMENTAZIONE, RIPRODUZIONE E CICLO DI VITA
La genetta è un animale notturno, che trascorre gran parte della giornata riposando all'interno delle cavità degli alberi o tra le rocce. Di notte, si attiva per la caccia, essendo un carnivoro opportunistico.
La sua dieta varia in base alla disponibilità di cibo, ma generalmente si nutre di piccoli mammiferi, uccelli, rettili, insetti e anche frutta.
È in grado di arrampicarsi sugli alberi con agilità sorprendente, grazie alle sue zampe posteriori più lunghe e muscolose rispetto a quelle anteriori.
La genetta raggiunge la maturità sessuale intorno all'anno di età. La stagione degli amori avviene generalmente tra gennaio e marzo. Dopo un periodo di gestazione di circa 70 giorni, la femmina dà alla luce da una a quattro cuccioli.
I piccoli nascono ciechi e senza peli, e sono completamente dipendenti dalla madre per diverse settimane. Man mano che crescono, vengono introdotti nel mondo della caccia e dell'esplorazione.
Alla fine, lasciano il nido materno e diventano indipendenti intorno ai sei mesi di età.
5. CONSERVAZIONE E MINACCE
La genetta non è considerata una specie in pericolo di estinzione, ma affronta diverse minacce, soprattutto a causa della perdita del suo habitat naturale.
La deforestazione, l'urbanizzazione e l'agricoltura intensiva riducono le aree disponibili per questa specie.
In alcune zone, viene anche cacciata per la pelliccia o a causa di una percezione errata del suo ruolo nell'ecosistema. Tuttavia, in molte regioni è protetta da leggi che vietano la caccia e il commercio illegale.
La genetta, con il suo aspetto affascinante, il comportamento notturno e la capacità di adattarsi a diversi habitat, rappresenta una delle creature più interessanti del regno animale.
Questo felino di medie dimensioni è stato in grado di sopravvivere e prosperare in diverse regioni del mondo, dimostrando una notevole adattabilità.
Tuttavia, è fondamentale prendere provvedimenti per proteggere il suo habitat naturale e garantire la sua conservazione a lungo termine.
Solo attraverso sforzi di conservazione e una maggiore consapevolezza pubblica possiamo garantire che questa meravigliosa specie continui a prosperare nelle nostre foreste, campagne e città.