Rispetto anche solo a trent’anni fa, oggi la maggior parte dei cani vive una vita meno faticosa, perché i compiti tradizionali come pastorizia, traino, guardia e simili sono meno richiesti, e perché tantissimi sono diventati a tutti gli effetti parte della loro famiglia umana, con ruoli legati soprattutto alla sfera affettiva e alle attività sportive.
Tanti cani seguono i loro umani anche in vacanza, per esempio, tanto da aver spinto alberghi e altre strutture ad accettare sempre di più la loro presenza.
E quanti di noi portano con sé il proprio amico ogni volta che possono? Al bar, al ristorante (anche in questo caso, sono sempre di più quelli che li accettano), nei negozi eccetera.
Ma perché questo sia possibile, è necessario che il cane sappia come comportarsi. Ecco perché educarlo è indispensabile. Ma non è la sola ragione, come vedremo.
1. Vantaggi reciproci. Poche regole per una convivenza
Se è vero che il cane viene vissuto sempre più come un componente della famiglia, ed è una cosa bellissima, è altrettanto vero che spesso non riceve le informazioni necessarie a questo ruolo nei tempi e nei modi adeguati.
Ecco allora che tanti problemi, grandi e piccoli, vanno a guastare il rapporto tra i proprietari e il loro amico, che a volte viene messo in disparte o addirittura abbandonato perché non soddisfa le aspettative di chi lo ha scelto.
Educare il cane alla vita che si troverà a condividere con noi, quindi, è necessario in primo luogo per lui, perché non debba andare incontro a disavventure anche serie o al trauma di essere rifiutato, che per un animale sociale è il peggior evento possibile.
Ma educarlo serve anche a noi, per poter godere appieno dell’incredibile contributo che il cane è in grado di dare alla nostra vita e a quella dei nostri famigliari: affetto incondizionato, compagnia, empatia, lezioni di vita, divertimento, gioco, contatto con una creatura ancora pura.
Perché rinunciare a tutto questo, se in fondo basta poco per avere accanto un amico ben inserito nella nostra vita e nella nostra società? Quel poco è soprattutto educazione e cioè, sostanzialmente, fornire al cane strumenti di autocontrollo e capacità di apprendere.
Un cane ben educato non è soltanto in grado di ascoltarci e ubbidire ad alcuni comandi quando ci troviamo fuori casa insieme a lui: è anche un ottimo compagno di vita che sa rispettare le regole della convivenza domestica.
Avere un perfetto “convivente peloso” è tutt’altro che difficile, perché in realtà le regole da insegnargli non sono molte: dove si dorme, quando e come si mangia, come si manifestano correttamente gioia e affetto, come comportarsi con i visitatori, come si viaggia in auto (e sì, anche la macchina fa parte della nostra vita quotidiana).
In sostanza è più o meno tutto qui e se riusciamo a dare al nostra amico le informazioni corrette in tal senso, vivremo benissimo insieme.
2. Se torna posso liberarlo! Prevenire i problemi è la scelta migliore
Attraverso l’educazione impartita con sistemi basati sulle moderne conoscenze etologiche possiamo controllare facilmente il comportamento del nostro cane, ottenendo molti vantaggi per tutti.
- Per esempio, se il nostro amico risponde sempre e prontamente al richiamo quando è libero, possiamo lasciarlo muovere e sfogare ovunque ci siano spazi adeguati, migliorando nettamente la sua qualità di vita, perché il cane non è nato per muoversi al guinzaglio e ha un grande bisogno di esplorare, correre, annusare e investigare.
Quindi, se possiamo lasciare libero il nostro amico sapendo che, all’occorrenza, verrà subito da noi al richiamo, lui vivrà meglio e anche noi ne beneficeremo perché sarà più tranquillo e appagato, una volta tornati a casa.
- Viceversa quando è al guinzaglio, situazione molto frequente per ovvi motivi, se è capace di camminare tranquillamente al nostro passo senza tirare, la passeggiata sarà serena e non ci innervosiremo. Di conseguenza, il cane uscirà più spesso e più a lungo .
- Ancora, se di fronte a stimoli come altri cani, gatti, bambini che si avvicinano, bici che passano eccetera il nostro cane rivolge lo sguardo a noi in attesa di sapere come comportarsi e non prende iniziative autonome, il rischio di incidenti cala drasticamente e aumenta sia la sua sicurezza sia la nostra tranquillità.
Si potrebbe continuare a lungo sui vantaggi pratici derivanti dall’avere un cane educato, ma questi esempi dovrebbero bastare a capire che vale davvero la pena investire tempo e un po’ di denaro per una buona educazione di base. Tra l’altro, attraverso l’insegnamento ben fatto il rapporto con il nostro amico cresce in maniera incredibile e così anche l’affetto e il reciproco rispetto.
3. Valore aggiunto. Un aspetto che spesso sfugge
Un aspetto importante ma poco considerato dei vantaggi derivanti dall’educazione del cane riguarda la valenza che questa ha nella prevenzione dei problemi comportamentali.
Infatti, oltre a una predisposizione genetica o alle carenze di socializzazione e abituazione del cane, la terza causa più comune dei problemi comportamentali sono i traumi che un soggetto può subire nel corso della vita, per le cause più diverse.
Anche il cane più sereno ed equilibrato può avere la sfortuna di subire un’aggressione da parte di un altro cane o di un essere umano, oppure essere vittima di un incidente stradale, per esempio. Eventi come questi lasciano sempre il segno, esattamente come accade a noi.
Infatti, gli esperti di comportamento canino così come gli psicologi che si occupano degli esseri umani consigliano sempre di lavorare per affrontare e superare le conseguenze di un evento traumatico.
Ma prevenirlo è ovviamente molto meglio. E un cane educato, che non prende iniziative potenzialmente pericolose, che ci ascolta, non scappa e torna al richiamo ha molte meno chance di subire un trauma rispetto a un altro lasciato a se stesso.
Ma qual'è l’età migliore per iniziare? Come accade per noi, i soggetti giovani sono più portati ad apprendere anche nella specie canina. Un bambino è in grado di imparare una lingua straniera in tempi rapidissimi rispetto a un adulto e, oltretutto, ciò che apprende si radica profondamente e permane.
Lo stesso avviene nei cani. Ecco perché si consiglia di iniziare l’educazione di base non appena possibile, cioè quando il cucciolo è efficacemente protetto dalle vaccinazioni e può frequentare serenamente altri cani e relativi ambienti. Il luogo deputato, infatti, è un centro cinofilo. L’età ideale, dunque, corrisponde ai 3-4 mesi.
4. Cosa deve imparare. I comandi più importanti sono quattro
Quasi per una sorta di tradizione, molti corsi di educazione di base prevedono che all’inizio il cane apprenda a eseguire il “seduto” e il “terra”.
Nulla di sbagliato in sé e si tratta di certo di due competenze utili... però non sono questi due i comandi più importanti per vivere serenamente con il cane. Vediamo quali sono.
- La cosa più importante in assoluto è che il cane torni immediatamente quando lo chiamiamo. Le ragioni sono evidenti: un buon “richiamo” evita che il cane si metta in pericolo o crei problemi ad altri, e gli consente di muoversi liberamente quando è possibile perché, se necessario, torna subito da noi. Questa competenza è oro puro e merita di essere insegnata con grande costanza, fino alla perfezione.
- La seconda cosa fondamentale è il “lascia”, cioè aprire la bocca se ha preso qualcosa che non doveva o, meglio ancora, evitare che lo faccia anticipando la sua azione e bloccandola. Questo comando, se ben appreso e associato al richiamo, diventa perfetto per scongiurare qualsiasi azione indesiderata del nostro amico, anche se non ha niente a che fare con l’afferrare qualcosa.
- Il terzo comando indispensabile è il “vicino, cioè un segnale che indichi al nostro amico di restare a brevissima distanza da noi, al guinzaglio e senza. Utilissimo per evitare che il cane si allontani e finisca così dove non dovrebbe, per esempio quando siamo a passeggio in luoghi pubblici dove non tutti gradiscono eventuali “feste” o “ispezioni olfattive”.
- Infine, dobbiamo insegnare al cane a camminare al guinzaglio, senza tirare. Non è bello andare a spasso a rimorchio di un “trattore” (anche i cani piccoli riescono a trainarci, se vogliono) e, se è vero che il cane deve avere la possibilità di annusare quando è in passeggiata, visto che si tratta di un’esigenza naturale insopprimibile, è anche vero che può imparare a investigare il territorio tranquillamente e che, in alcuni momenti, per esempio attraversando la strada, farlo non è possibile.
Naturalmente, oltre a queste competenze il nostro amico ne può apprendere molte altre, basta volerlo. E lavorando con il supporto di un buon educatore cinofilo scopriremo che l’intelligenza e la voglia di collaborare dei cani sono incredibili.
5. Dove educarlo. Scegliamo un centro cinofilo all’altezza
Se abbiamo già avuto cani e abbiamo seguito un percorso di educazione ben fatto in passato, non dobbiamo cadere nella tentazione di pensare di essere in grado di fare da soli.
Per due ottime ragioni: la prima è che se non siamo professionisti del ramo non padroneggiamo la cosa quanto basta per evitare errori poi difficili da recuperare; la seconda è che “ogni cane è un mondo”, cioè ha una sua personalità, una sua storia e un suo carattere diversi da quello del cane che abbiamo avuto prima, anche se è della medesima razza.
Dunque, affidiamoci a un educatore cinofilo competente e innamorato dei cani. Ce ne sono molti ormai, ma purtroppo non mancano millantatori, incompetenti e, casi non rari, persone violente che maltrattano i cani fisicamente e psicologicamente, spesso rovinandoli per sempre. Ma allora, come scegliere il centro cinofilo giusto? Ecco qualche dritta efficace:
- verifichiamo che gli istruttori e gli educatori abbiano un brevetto in regola rilasciato da una delle principali associazioni di categoria , cioè Fisc, Csen, Apnec eccetera, e che anche il centro sia affiliato a una di queste organizzazioni;
- verifichiamo poi che i metodi educativi utilizzati non ammettano violenza fisica o psicologica sul cane e che siano basati sul “rinforzo positivo”, cioè sull’utilizzo di bocconi, giocattoli e gratificazione sociale, escludendo qualsiasi forma di punizione, urla, strattoni. E che non vengano utilizzati collari a strangolo o a punte (diversi Paesi civili li hanno già vietati per legge, ultima la Francia lo scorso gennaio, in Italia per ora ancora no...)
- verifichiamo che il percorso educativo disponibile sia personalizzato in base alle esigenze del cane e del proprietario ma che preveda classi collettive, per favorire la socializzazione del nostro amico
- un plus non secondario è che il centro possa contare su un supporto qualificato in caso di problemi comportamentali, quindi che sia in contatto con un veterinario comportamentista o con un istruttore specializzato in problemi comportamentali.
Ma prima ancora di approfondire tutto questo, per capire dove ci troviamo basta fare una sola domanda in occasione della prima visita conoscitiva, e cioè: “A che età posso iniziare il corso di educazione di base del mio cane?”.
Se la risposta è “Non prima di sette-otto mesi, se no non serve a niente”, andiamocene di corsa: la ragione dell’età è che prima di allora i maltrattamenti cui verrebbe sottoposto il cucciolo gli provocherebbero danni fisici e psicologici immediati e irreversibili!