Di tipo Spaniel il Pechinese è un cane snob e raffinato, un cane eccezionale sotto tutti i punti di vista, che si tratti del suo temperamento, della sua morfologia o del suo mantello. Un aristocratico nato. Questa razza è ottima per la compagnia, e considerando che il Pechinese non ama l'esercizio fisico significa che è anche ideale per coloro che non possono muoversi molto, come le persone anziane e i disabili. Il Pechinese, inoltre, è un cane fedele e affettuoso, e sfruttando la sua tendenza ad abbaiare, può risultare anche un ottimo cane da guardia.
FCI Standard N°207 / 05.06.2009
PEKINGESE
ORIGINE : Cina
PATRONATO: Gran Bretagna
DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD ORIGINALE VIGENTE: 26.03.2009
UTILIZZAZIONE: Cane da compagnia
CLASSIFICAZIONE: Gruppo 9 Cani da compagnia
Sezione 8 Spaniel Giapponesi e Pechinesi
Senza prova di lavoro
1. Origine
La leggenda racconta che il Pechinese è nato dall'amore di un leone per una scimmia. Tanto tempo fa, in un'epoca nella quale i leoni erano ancora presenti in Estremo Oriente, un leone fulvo si innamorò pazzamente di una minuscola scimmia. Grande fu la disperazione del re degli animali, perché ovviamente una tale unione era contro natura. Così la riferì al dio Hai Ho, il quale, dall'alto della sua infinita saggezza, prese una decisione, indirizzando al leone queste parole: "Se tu accetti di sacrificare la tua taglia e la tua forza per l'amore che nutri verso questa piccola scimmia, io acconsentirò e benedirò la vostra unione". Così è nato il Pechinese, che ereditò da suo padre il coraggio, la nobiltà e la fierezza e da sua madre la taglia, l'intelligenza e la dolcezza.
Comunque sia, l'origine del Pechinese si perde nella notte dei tempi, come testimonia, per esempio, un bronzo coreano vecchio più di 4.000 anni che senza dubbio lo rappresenta. Ma è con l'arrivo del buddismo in Cina, intorno al II secolo, che la storia del Pechinese prende realmente corpo. In effetti, questa cane simboleggerà il "leone di Buddha", cioè il suo protettore, e a questo titolo sarà promesso a una lunga carriera in Cina. A dire il vero, il leone di Buddha, come si può vedere raffigurato nelle statuette di legno o di ceramica, non ha la fisionomia di un leone più che quella di un cane.
Si tratta piuttosto di una specie di dragone, con una testa metà umana, metà da scimmia, le cui caratteristiche sono la bozza sulla fronte, le orecchie cadenti da cane e 2 zanne che emergono dalla bocca. L'animale possiede una criniera arricciata, che si prolunga sul dorso e arriva fino alla coda sviluppata a forma di pennacchio. Quanto alle zampe, terminano con degli enormi artigli, la zampa destra riposando su una palla che simbolizza il mondo. Il leone di Buddha appare perciò come un dragone mitico: a esso è dedicata una delle dodici divisioni del calendario asiatico.
Il Pechinese è stato oggetto di una selezione per assomigliare al dragone della mitologia, o piuttosto gli artisti si sono ispirati a questo animale per raffigurare un essere immaginario? E' difficile decidere. Il fatto è che il Pechinese divenne privilegio della famiglia imperiale. Questo cane ha vissuto rinchiuso nella Città Proibita, senza contatto con il mondo esterno e preservato dagli osservatori occidentali che ci avrebbero permesso di sapere di più su di lui. Si sa, tuttavia, che i ritratti come le qualità dei Pechinesi, si trovavano registrati con cura nel "Libro imperiale dei cani" da pittori e scrivani impiegati a questo scopo. Il nome del "Pechinese" risale al XVII secolo e l'aura di questo cane raggiunse il suo zenith sotto il regno dell'imperatore Daoguang (1820-1850), durante il quale si potevano contare i Pechinesi a migliaia nella sola città di Pechino. Gli eunuchi avevano il carico di 48 allevamenti di Pechinesi.
L'aspetto dei Pechinese fu senza dubbio variato poco nel corso del tempo e, benché si possiedano poche informazioni al riguardo, alcuni indizi ci permettono, pera esempio, di vedere che la presenza di cani preziosi, di taglia assai piccola, è molto antica in Cina: una coppia di cani in miniatura, che non misuravano più di 15 cm di altezza, fu offerta all'imperatore della Cina nell'anno 620. Un dipinto su seta del XVIII secolo rappresenta dei cani la cui somiglianza con il Pechinese attuale è straordinaria, specialmente per quel che concerne le proporzioni della faccia, assai piatta e molto larga, con un naso perfettamente collocato fra i 2 occhi e un muso ridotto come oggi alla sua più semplice espressione. Si notano, tuttavia, delle differenze, soprattutto nel pelo, che è meno abbondante, e negli arti praticamente diritti dei cani della miniatura che non appaiono come dei Bassotti.
Malgrado questo osservazioni, molti autori negarono, negli anni Venti, il rapporto del Pechinese occidentale con quello dell'antica Cina. Questa fu l'opinione, per esempio, di Neville Lytton che l'espresse nella sua opera "Toy Dogs and their Ancestors". Secondo la signora Lytton, il Pechinese sarebbe prima di tutto una creazione occidentale, un interpretazione moderna degli antichi cani cinesi, che qualifica d'altronde come "di assurdità romantica". Quanto ai cani portati da Pechino nel 1860 e che furono all'origine delle prima razze britanniche, ella li tratta come "cani di scarto". Ma questo attacco era troppo radicale per essere credibile: se è evidente che il Pechinese non era che una delle molteplici miniature esistenti in Cina, che altri possedevano un muso più lungo, una silhouette più comune e un pelo lungo e meno folto, e se è innegabile che gli allevatori britannici ci hanno messo il loro "zampino", specialmente per ciò che concerne il pelo, la morfologia a forma di pera (largo davanti, stretto dietro), l'aspetto da Bassotto dagli anteriori ritorti, ciò non vuol dire che questo cane sia una creazione moderna, né una creazione occidentale.
2. Storia
I primi Pechinesi che arrivarono in Gran Bretagna nel 1860 appartenevano a una principessa cinese che si era appena suicidata, al tempo del saccheggio del Palazzo d'estate di Pechino. Di questi 5 esemplari, 4 furono portati da lord John Hay che tenne un maschio rosso di nome Schlorff, e offrì una femmina a sua sorella, la duchessa di Wellington. Questi Pechinesi non hanno mai figurato nei pedigree, e la femmina Looty fu offerta alla regina Vittoria dal generale Dunne. Di questa prima importazione solo 2 femmine, donate alla duchessa di Richmond, chiamate Guh e Meh, hanno contribuito a stabilizzare la razza in Gran Bretagna. Queste 2 cagne sono, infatti, all'origine della linea Goodwood (primo affisso concesso a un allevamento di Pechinesi) che durò 30 anni e la cui filiazione si è perpetuata fino all'inizio del secolo, grazie alla cognata della duchessa, lady Algernon Gordon Lennox.
L'affermazione definitiva del Pechinese si deve più a delle importazioni ulteriori, e specialmente a quelle realizzate da un comandante della marina mercantile, il signor Allen, che portò un primo maschio, Pekin Peter (fulvo focato), nel 1893, poi una coppia l'anno seguente, Pekin Prince e Pekin Princess (entrambi di colore nero). Questi cani costituiscono una delle basi dell'allevamento britannico. In seguito nuove importazioni furono all'origine della prestigiosa linea d'oltre Manica, come i Brackley, Greystones, Manchu o Alderbourne. Fra il 1893 e il 1900 (anno in cui il Maggiore Gwynne importò gli ultimi 2 Pechinesi dalla Cina, il maschio rosso scuro Glenbrane Boxer e la femmina Quama) una dozzina scarsa di esemplari soltanto fu responsabile dello stabilirsi della razza in Occidente.
Nel 1894, un esemplare di Pechinese, fu presentato per la prima volta all'esposizione di Chester. Il 1898 rappresentò un anno importante per la razza, perché venne redatto il primo standard del Pechinese e si crearono le prime classi distinte all'Aquarium Show di Londra. Precedentemente i Pechinesi erano presentati fra le diverse razze straniere. Ma fu necessario attendere l'anno 1900 perché la prestigiosa esposizione del Cruft concedesse un posto particolare ai Pechinesi: non ci fu d'altronde che un solo esemplare esposto in tale occasione, il che testimonia quanto la razza fosse ancora rara in questa data. Nel 1904 gli Inglesi crearono il primo Club del Pechinese e dal quel momento l'allevamento britannico non smise mai di migliorare e di svilupparsi.
Alla vigilia della prima guerra mondiale, il Pechinese aveva quasi compiuto la sua evoluzione e otteneva un grande successo, sia nei salotti raffinati sia nei ring d'esposizione. In seguito, essendo seriamente declinato l'allevamento del Pechinese in Cina, gli altri dignitari cinesi dovettero fare appello a degli specialisti inglesi e australiani per acquisire nuovi esemplari. La razza era dunque sfuggita per poco alla scomparsa. Il Pechinese deve il suo successo prima di tutto alla grande originalità fisica. E' un "head dog", cioè un cane le cui caratteristiche più importanti sono quelle della testa. Quest'ultima è relativamente grande, anche se lo sviluppo della pelliccia tende a dare l'impressione contraria; del tutto piatta (mento, naso e fronte sono, di profilo, su una stessa linea inclinata all'indietro), essa è molto larga, "della forma di un involucro", dicono gli inglesi. Il tartufo è esattamente all'altezza degli occhi, che sono grandi e ben distanziati.
Quanto al corpo, si nota una sproporzione fra la parte anteriore, assai massiccia e larga, e quella posteriore, più normale, anzi piuttosto stretta. E' questo che permette di comparare il corpo -visto dall'alto- a una pera. Gli arti anteriori sono corti e arcuati, mentre i posteriori sono diritti e un po' più lunghi. Benché piuttosto allungato, il Pechinese dà un'impressione di grande compattezza, come precisa d'altronde il club inglese: "Un buon Pechinese deve sembrare piccolo ed essere sorprendentemente pesante quando lo si prende. Un cane voluminoso e leggero non è un buon esemplare". Il Pechinese è una delle prime razze il cui pelo ha raggiunto una tale lunghezza e una tale abbondanza. Se al giorno d'oggi, altre razze possono fargli concorrenza, la profusione di pelo dei migliori esemplari rimane raramente uguagliata, relativamente alla taglia. L'andatura "rullante" così peculiare del Pechinese è piuttosto lontana dai canoni abituali, e questo cane è più che piacevole a vedersi quando lancia le sue "polene" (i ciuffi di pelo dei suoi piedi) da ogni lato.
3. Comportamento del Pechinese
L'originale aspetto fisico del Pechinese annuncia il suo comportamento incomparabile. "La grande considerazione in cui sono stati tenuti i suoi antenati per secoli ha modellato nel Pechinese un carattere pieno di dignità, un supremo orgoglio, un disprezzo per ciò che non lo riguarda e una condiscendenza appena marcata verso gli uomini in generale", riassumeva il cinologo italiano Piero Scanziani, volendo implicitamente rendere omaggio agli allevatori britannici che non hanno mai cercato di banalizzare il temperamento asiatico e aristocratico della razza.
Il comportamento del Pechinese ha affascinato anche gli amatori più critici delle razze nane, come Dhers e Rufer che non sono sempre indulgenti quando rilevano delle esagerazioni nella morfologia delle piccole razze da compagnia, ma che verso il Pechinese mostrano soltanto rispetto: "I Cinesi hanno forse voluto fabbricare un mostro, loro grandi ammiratori del dragone, degli animali favolosi, delle creature anormali? Non si sa. In ogni caso, se era questa la loro intenzione, non ci sono riusciti; hanno invece creato un cane fuori del comune, speciale e la cui sagoma si discosta nettamente da quella dei cani normali, hanno persino contrastato la natura, ma non hanno di certo creato un mostro. Il Pechinese è troppo grazioso per meritare" questa definizione e la sua nobiltà d'attitudine non lascia spazio al ridicolo.
Attira l'attenzione su di sè per la splendida pelliccia, la coda lussureggiante, il modo fiero e orgoglioso con cio porta la testa. Il Pechinese è tutto il contrario di un cane devoto e servile. Estremamente indipendente, molto fiero, talvolta persino pieno di sé, ha l'intima convinzione di essere sempre nel proprio diritto, di essere un signore al quale tutti gli onori sono dovuti, e l'educazione che riceve dal suo padrone non potrebbe fargli cambiare parere. Possiede lo snobismo evidente e naturale dell'aristocratico nato, che è in assoluto l'opposto della sufficienza di un arricchito. E' un cane raffinato che ha il senso del lusso, una specie di cane-gatto, perché ha tutta la dignità del gatto persiano.
Nei confronti degli sconosciuti, il Pechinese si mostra assolutamente indifferente, e anche la più gentile delle femmine manifesta verso gli estranei "una distinta riservatezza". Alcuni non esitano a mettere in mostra il loro disprezzo e sanno farlo sentire: è perciò che si è potuto scrivere che questo cane era un buon guardiano. In realtà, se trovandosi in un salotto in presenza di un Pechinese -che non avrà mancato di installarvisi- si ha la spiacevole impressione di non esistere ai suoi occhi, sarà sempre possibile far cadere la maschera e guadagnare la simpatia del cane che sa, quando vuole, mostrarsi affettuoso. Tuttavia la sua tenerezza e la sua attenzione, il Pechinese le riserva prioritariamente, se non esclusivamente, al suo padrone, il quale, a dire il vero, ha sicuramente impiegato molta energia per farsi comprendere e farsi rispettare con amore dal suo cane.
Infatti, ignorando tutto dell'ubbidienza, il Pechinese non è facile da educare e, per ottenere da lui soddisfazione, occorre lusingarlo, blandirlo, arrivare addirittura a plagiarlo; ma, in nessun caso, si deve cercare di dargli degli ordini. E questo affetto, che il Pechinese impiega molto tempo ad accordare, si rivelerà, una volta acquisito, profondo e indefettibile. "Sua Altezza" è, infatti, molto sensibile: un ordine secco, una manifestazione di collera, un qualunque ostacolo alle sue abitudini lo sconvolgono completamente. Non lo farà notare ostentatamente, ma sarà capace di tenere il broncio a lungo, a seconda dell'affronto che gli è stato fatto. E' anche grazie a questo temperamento antiquato, fuori moda, che il Pechinese attira molti adepti; il effetti, il suo lato spettacolare, raffinato, raro, si potrebbe paragonare all'immagine della donna di mondo fra le 2 guerre.
Il Pechinese è soprattutto il cane di coloro che incondizionatamente appoggiano la razza: gli amatori lo apprezzano particolarmente per la sua personalità di cane-gatto. Altre persone, invece, amano vivere con un cane senza un'utilità precisa, se non quella -indispensabile- di soddisfare il bisogno naturale di amare e di offrire affetto in ogni istante. Di intelligenza penetrante, che dà spesso prova di giudizio e di finezza, il Pechinese mostra una grande vivacità di spirito. Al contrario, gli ripugna del tutto l'esercizio fisico; tuttavia, pur non avendo il temperamento sportivo del Bassotto e il suo gusto per il gioco, può essere soggetto alla stessa affezione di quest'ultimo, l'ernia del disco, che può bloccargli tutta la parte posteriore. Il Pechinese è un cane assai coraggioso e ardito.
Non teme nulla e nessuno e non vorrà cedere alcuna delle sue prerogative a un suo simile, chiunque esso sia. Si eviterà, quindi, di farlo convivere con altri cani, che forzatamente prenderebbero vantaggio contro di lui. Tuttavia, è possibile alloggiare sotto lo stesso tetto molti Pechinesi, soprattutto se di sesso diverso, a condizione di rispettare la gerarchia che si è creata fra i cani. Il Pechinese conquista spesso sia per il suo carattere affascinante, sia per le sue attitudini uniche (quale dignità, quale sicurezza quando decide di andare verso il suo padrone rollando le spalle!), sia per la sua magnifica pelliccia. Quando si possiede un esemplare di "buona origine" -cioè un esemplare dalla folta pelliccia- sono necessarie delle cure quotidiane e una buona dose di pazienza, ma è il giusto prezzo da pagare per un cane in tutto e per tutto fuori del comune.
4. Consigli per la toeletta
I grandi occhi del Pechinese sono facilmente irritabili, ed è im portante pulirli preferibilmente ogni giorno con della soluzione fisiologica o dell'acqua borica. Le rughe profonde della faccia possono ugualmente infettarsi ed è necessario pulirle molto spesso senza dimenticare di asciugarle con del cotone o con un fazzoletto molto morbido. Se emanano cattivo odore, il padrone avrà interesse a portare il suo animale dal veterinario il quale prescriverà eventualmente una crema antibiotica o antinfiammatoria. Per pulire le orecchie (altra zona soggetta a infezione) sarà meglio non utilizzare i bastoncini di cotone, che respingono il cerume nel fondo dell'orecchio, e non si deve esitare a consultare uno specialista quando sono molto sporche ed emettono cattivo odore.
La toeletta propriamente detta non necessita che di un minimo di attrezzi: una spazzola di cinghiale e un pettine metallico dai denti lunghi. Il cardatore deve essere evitato. Si colloca il cane sul dorso per spazzolare- sempre contropelo- il sotto della testa, il petto, le frange degli arti, il ventre (insistendo sulle ascelle e sul lato interno delle cosce, dove il pelo è sovente fine e si aggroviglia facilmente). Si metterà in seguito il cane su di un lato, poi sull'altro, per spazzolare i fianchi e le frange delle orecchie, stando attenti soprattutto a sbrogliare il pelo dietro queste ultime. Quindi si rimette il cane sulle zampe per iniziare la spazzolatura del dorso e delle frange della coda, a ventaglio sul dorso. Il pettine permetterà di verificare che nessuna zona sia stata dimenticata e che la pelliccia sia stata spazzolata in profondità; inoltre, darà il tocco finale alla toeletta.
Non essendo il Pechinese un cane sportivo, occorre tagliargli le unghie frequentemente perché non ha quasi occasione di consumarle naturalmente. Bisogna tagliare anche il pelo fra i cuscinetti delle dita, ma facendo attenzione a non toccare i lunghi ciuffi dei piedi, le "polene", che concorrono a dare al cane la sua andatura caratteristica. E' possibile lavare il Pechinese ogni 2 mesi (non più spesso); la sua pelle delicata necessita di uno shampoo neutro. Esiste una vasta gamma di prodotti specifici per migliorare la pelliccia del Pechinese, e alcuni di essi sembra addirittura che "nutrano" il pelo. A questo proposito, va sottolineato che un'alimentazione molto equilibrata, eventualmente integrata con delle vitamine e dei minerali, concorre in buona misura alla bellezza del pelo, ma non saprebbe rimediare a un'insufficienza di ordine genetico.
5. Standard del Pechinese
ASPETTO GENERALE
Cane dall’aspetto leonino, con espressione sveglia e intelligente. Piccolo, ben proporzionato, moderatamente tarchiato, pieno di grande dignità e qualità. Qualunque segno di difficoltà respiratoria dovuta a un qualsiasi motivo, o l’incapacità di muoversi con scioltezza sono inaccettabili e dovrebbero essere pesantemente penalizzate. Dal mantello non eccessivo.
COMPORTAMENTO-CARATTERE
Senza paura, leale, riservato, ma non timido né aggressivo.
TESTA
Discretamente larga, proporzionatamente più ampia che alta
REGIONE DEL CRANIO
Cranio moderatamente ampio, largo e piatto fra gli orecchi; non bombato; ampio fra gli occhi. Stop pronunciato.
REGIONE DEL MUSO
Il pigmento nero è essenziale sul tartufo, labbra e rime palpebrali.
Tartufo: non troppo corto, ampio, con narici larghe e aperte. Una leggera piega, preferibilmente interrotta, può estendersi dalle guance alla canna nasale in un ampio “V” rovesciato. Questa non deve mai avere effetti sfavorevoli su occhi o naso, o mascherarli. Narici strette e pieghe pesanti al di sopra del tartufo sono inaccettabili e dovrebbero essere severamente penalizzate.
Muso: deve essere ben visibile, ma può essere relativamente corto e ampio, con ferma mascella inferiore.
Labbra: orizzontali. Non devono mostrare la lingua né i denti, né nascondere un mento ben definito.
Occhi: limpidi, rotondi, di uno scuro lucente, e non troppo grandi. Esenti da evidenti problemi oculari.
Orecchi: padiglioni a forma di cuore, inseriti a livello del cranio e portati aderenti alla testa; non devono arrivare sotto la linea del muso. Lunghe, abbondanti frange.
COLLO
Relativamente corto e spesso.
CORPO
Relativamente corto, con vita segnata.
Linea superiore: orizzontale
Torace: ampio e con costole ben cerchiate; sospeso fra gli anteriori
CODA
Inserita alta, portata saldamente, leggermente ricurva sopra il dorso, su uno dei due lati. Lunghe frange.
ARTI
ANTERIORI
Relativamente corti, spessi, dall’ossatura pesante. L’ assoluta solidità è essenziale
Spalle: sono oblique e si inseriscono armoniosamente nel corpo
Gomiti: aderenti
Avambraccio: le ossa degli anteriori possono essere leggermente arcuate fra i metacarpi e i gomiti, per adattarsi alle costole.
Metacarpi: leggermente obliqui, forti e non troppo ravvicinati.
Piedi anteriori: larghi e piatti, non rotondi. Possono essere leggermente rivolti in fuori. I piedi eccessivamente rivolti in fuori vanno pesantemente penalizzati.
POSTERIORI
Forti e ben muscolosi, ma moderatamente più leggeri degli anteriori. I posteriori eccessivamente stretti vanno pesantemente penalizzati. Angolazione moderata . La solidità assoluta è essenziale.
Ginocchio: ben definito
Garretti: fermi, bassi
Metatarsi: forti, paralleli se visti dal dietro
Piedi posteriori: larghi e piatti, non rotondi. I piedi posteriori puntano diritto in avanti.
ANDATURA
Tipicamente lento e dignitoso rollio dell’anteriore. Movimento tipico da non confondere con il rollio causato da debolezza delle spalle, o con altri indizi di poca solidità. Qualsiasi cedimento delle spalle e gomiti, e qualsiasi indizio di mancanza di solidità ai piedi e pastorali deve essere pesantemente penalizzato. Il movimento non deve essere ostacolato da un mantello eccessivamente abbondante.
MANTELLO
PELO: moderatamente lungo, diritto con criniera che non si estende al di là delle spalle, e che forma una cappa al collo; mantello di copertura ruvido con spesso sottopelo più morbido. Frange sugli orecchi, la parte posteriore degli arti, coda e dita. La lunghezza e il volume del pelo non devono ostacolare il movimento del cane né mascherare la bellezza formale del corpo. Un mantello eccessivo deve essere pesantemente penalizzato.
COLORE: tutti i colori e macchie sono permessi e di pari apprezzamento, eccetto l’albino e il fegato. Le pezzature devono essere regolarmente distribuite.
TAGLIA E PESO
Peso ideale non eccedente 5 kg per i maschi e 5,4 kg per le femmine.
I cani devono apparire piccoli ma essere sorprendentemente pesanti quando vengono sollevati; in questa razza sono essenziali una forte ossatura e un corpo di costruzione robusta.
Altezza: circa 25 cm
DIFETTI
Qualsiasi scostamento da quanto sopra deve essere ritenuto un difetto e la severità con cui questo difetto va considerato deve essere esattamente proporzionale alla sua gravità e sui suoi effetti sulla salute e benessere del cane.
DIFETTI ELIMINATORI:
Aggressivo o eccessivamente timido
Qualsiasi cane che evidenzi anormalità fisiche o comportamentali, sarà squalificato.
N.B. i maschi devono avere due testicoli apparentemente normali completamente discesi nello scroto.
Note
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