Cavallo versatile per eccellenza, il Quarter ha costruito un Paese ed è poi diventato un fenomeno nello sport, il tutto nella massima tranquillità.
Più che un cavallo il Quarter Horse è un simbolo: è, in carne e ossa, l’immagine degli Stati Uniti.
Insieme al suo cavaliere con cappello in testa e fucile, racconta la storia della costruzione di un Paese, di una cultura basata sul desiderio di spingersi sempre un po’ più in là e di una realtà rurale, quella dell’allevamento del bestiame brado che è vivissima ancora oggi.
Racconta dunque di passato e presente.
1. Dalla Spagna al mondo
Estintisi con l'ultima glaciazione, i cavali nel continente americano sono tornati solo nel '500 al seguito dei Conquistadores spagnoli, dapprima nel centro America e poi nel sud e nel nord di quell'immenso continente.
Si trattava dunque di cavalli spagnoli, con antenati berberi e arabi: forti, compatti, armoniosi nel fisico, atletici, maneggevoli.
Quando gli Europei arrivarono nel nord del continente i Nativi americani ci misero poco a entrare in contatto con questi animali.
Per loro, che nella natura e con al natura vivevano, trovarne la chiave di lettura fu un gioco da ragazzi ma cambiò loro la vita.
Da raccoglitori e cacciatori di piccoli animali, per lo più stanziali, si trasformarono in cacciatori di bufali e nomadi, capaci di caricare un'intero villaggio sui loro carri e sui loro cavalli.
Senza i cavalli, inoltre, la loro straziante fuga dalla rapacità dell'uomo bianco sarebbe stata assai più breve.
2. Allevatori nati. Il re delle mandrie
Fin da subito i Pellerossa si diedero all'allevamento, dimostrando di avere in testa un progetto chiaro: il risultato furono cavalli forti, veloci, coraggiosi, agili e di buon carattere dal momento che dovevano vivere ni mezzo alla tribù, con i bambini in mezzo ai piedi.
Il risultato di questo lavoro furono le tre razze equine americane per eccellenza, ad opera di tre tribù in particolare: i Nasi Forati crearono l'Appaloosa, i Comanche il Paint Horse e i Chickasaw il Quarter Horse.
I Chickasaw abitavano la parte meridionale dei nascenti Stati Uniti e si concentrarono in particolare sullo scatto e la resistenza dei loro cavalli. In quella parte del Paese continuarono ad arrivare cavalli da Spagna e Portogallo, capaci di 'girare su una moneta' e di un accelerazione pazzesca.
L'allevamento locale si focalizzò proprio su queste doti, che il Quarter ha ancora oggi. Questi cavalli avevano posteriori conmasse muscolari sviluppatissime e fu grazie al loro scatto che si disputarono le prime corse di velocità, nelle vie principali delle nascenti cittadine.
Il tracciato, necessariamente breve, venne standardizzato sui 400 metri: il quarto di miglio. Nacque così il Quarter Horse.
Nel '700 arrivarono dall'Inghilterra importanti stalloni di Purosangue Inglese che diedero al Quarter ulteriore velocità, eleganza e sangue, ma tanto, nello sviluppo della razza, lo fece il Mustang, il cavallo selvaggio americano, la risposta della Natura agli incroci tra i cavalli abbandonati dai bianchi al tempo dai coloni: magari non bellissimo, ma letteralmente indistruttibile e capace di cavarsela in ogni situazione.
L'uomo bianco, in America, si trovò davanti a spazi sconfinati e capì ben presto che l'allevamento del bestiame poteva essere la gallina dalle uova d'oro; detto fatto, ci si buttò a capofitto. Quale compagno migliore del Quarter poteva scegliere? Fisico e testa erano perfetti e, abituato ai bufali, i tranquilli manzi non gli mettevano certo paura.
Grazie a una selezione che favoriva i soggetti dotati di cow-sense, l'istinto al lavoro con le mandrie, i Quarter si specializzarono, con il tempo, sempre più.
3. Lavoro e sport
Avanti veloce fino al 1940, quando nacque l'AQHA, l'associazione di razza che voleva mettere ordine tra le linee di sangue e proteggere questo orgoglio nazionale da eventuali incroci.
Il primo stallone registrato fu il sauro Wimpy (1937-1958).
Gli americani, probabilmente in modo naturale, più che attorno a un tavolo, iniziarono presto a impiegare il Quarter in competizioni, dapprima nei rodei, l'attività dei mandriani nel tempo libero, e poi creando discipline molto diverse fra loro.
Alcune, quelle con i vitelli come il cutting o il team penning, riprendevano il lavoro delle mandrie, altre, come il pole bending e il barrel racing, erano l'evoluzione delle gare 'veloci' da rodeo, altre, come il reining, o le discipline da performance come pleasure o trail, si concentravano sulla precisione tecnica nel lavoro.
Ne deriva che, per assolvere a compiti tanto diversi, i Quarter sono fisicamente assai differenti in base alle linee di sangue: i soggetti da lavoro con il bestiame sono piccoli e compatti, molto vicini al tipo originale, quelli da reining più eleganti e rifiniti, quelli da performance più alti e longilinei, quelli da morfologia sembrano body-builer, con masse muscolari enormi.
Ci sono poi i Quarter da corsa, alti sulle gambe e velocissimi che, negli USA, hanno un circuito loro riservato, nonché e quelli da salto. Può sembrare strano ma, per al loro facilità di gestione, i Quarter spesso gareggiano nei circuiti Hunter: gli ostacoli sono alti al massimo 120 cm e a essere giudicati sono la correttezza e la fluidità nell'esecuzione.
Il Quarter, per di più, essendo instancabile e affidabile, ha un posto da protagonista anche nel turismo equestre, come compagno di trekker incalliti o di tranquilli 'gitanti' della domenica.
Il risultato è che oggi questa razza è diffusa, nonché allevata, in tutto li mondo. Allevamento e sport muovono giri di denaro da capogiro, negli States e in moltissimi altri Paesi. In Italia, ad esempio, si allevano da tempo cavalli che, specie nel reining, non solo competono con i cugini d'oltreoceano ma, addirittura, fanno il viaggio al contrario e vengono esportati negli USA.
I nostri cavalieri non sono da meno e sono fra le squadre più forti a livello internazionale, dal livello juniores in su. Insomma, che si tratti di sport, lavoro o tempo libero li Quarter è un cavallo su cui ogni appassionato sa di poter contare.
4. A chi rivolgersi
Le associazioni ufficiali di razza gestiscono i Libri Genealogici e promuovono iniziative che possono contribuire all'allevamento, al miglioramento, alla valorizzazione e alla diffusione delle diverse razze equine.
Nel caso del OH l'associazione 'madre' è l'American Quarter Horse Association (AQHA). In Italia invece c'è l'AIQH (Associazione italiana Quarter Horse), che all'AQHA è affiliata.
AQHA
www.aqha.com (il sito è parzialmente disponibile anche in italiano)
AICH
www.aiqh.eu - segreteria@aigh.eu
CURIOSITÀ: IL QUARTER 'D'APPENDICE'
Nel Registro di razza del Quarter Horse esiste una particolare sezione riservata agli Appendix Quarter Horse. Con questo nome si definisce un incrocio di prima generazione tra un QH registrato e un Purosangue Inglese iscritto la Jockey Club, l'ente inglese che gestisce l'intero comparto delle corse in Gran Bretagna.
Sin dalla sua creazione, infatti, l'AQHA è sempre rimasta aperta all'immissione di ulteriore sangue di PSI, ammesso però che si trattasse di cavalli in sport.
L'Appendix Quarter Horse può gareggiare nelle competizioni riservate ai QH ma, prima di poter essere registrato come Quarter Horse a tutti gli effetti, dovrà dimostrare di avere una conformazione fisica che rientri negli standard, nonché ottenere risultati sportivi negli eventi AQHA. Solo in caso positivo i suoi figli potranno essere iscritti regolarmente nel Registro di razza AQHA.
5. Conosciamolo meglio
• Carta d'identità
Testa: piccola, con fronte larga e guance evidenti, profilo dritto
Orecchie: piccole e mobili
Occhi: occhi grandi e dolci
Collo: forte e muscoloso, attaccato e portato basso
Garrese: poco pronunciato
Criniera: setosa, ma mai particolarmente folta, ciuffo scarso
Spalle: forti, muscolose e inclinate
Petto: largo e con muscoli evidenti
Torace: ampio
Linea dorso-lombare: corta e dritta
Groppa: larga, muscolosa e forte
Coda: attaccata bassa, setosa, folta e lunga
Arti: corti e asciutti. Avambracci con muscoli evidenti
Posteriori: glutei e cosce rotondi con masse muscolari possenti e in evidenza
Stinchi: sottili, ma robusti e con tendini forti e ben staccati
Articolazioni: ampie e spesse
Piedi: rotondi, piccoli e forti
A seconda del tipo il fisico è più compatto e forte o più longilineo
• Le caratteristiche
Tipo: mesomorfo
Altezza al garrese: da 150 a 160
Mantello: sono ammessi tutti i mantelli solide cioè senza pezzature, tranne l'albino. I più comunisono il baio e il sauro, ma anche il baio scuro e il buckskin (isabella). Si trovano spesso anche palomino e roano, ma anche grigio, morello e cremello.
Struttura: altezza contenuta, fisico compatto e baricentro basso gli permettono di eseguire senza fatica le manovre richieste nelle discipline western.
Attitudini: grande lavoratore, estremamente collaborativoe di buon carattere, il Quarter è un cavallo adatto a tutti. Molto versatile, si adatta perfettamente allo sport, ma anche al turismo equestre.