Per questo mese di Novembre 2023 vi proponiamo le 5 letture che più ci hanno colpito.
Ecco allora i nostri consigli su alcuni libri interessanti e ricordatevi sempre che “Leggere fa bene all’anima” e che “Un uomo che legge ne vale due”.
“I libri, loro non ti abbandonano mai. Tu sicuramente li abbandoni di tanto in tanto, i libri, magari li tradisci anche, loro invece non ti voltano mai le spalle: nel più completo silenzio e con immensa umiltà, loro ti aspettano sullo scaffale”. (Amos Oz)
1. "Mattino e sera" di Jon Fosse
«L'erede di Ibsen e Beckett, uno dei più grandi scrittori al mondo» - The New York Times
«La prosa di Fosse è magnetica. Le frasi scorrono al ritmo del respiro. Dovete leggere Jon Fosse» - Die Zeit
Un bambino viene al mondo; si chiamerà Johannes, sarà un pescatore. Un uomo ormai anziano muore; si chiamava Johannes, era un pescatore. Mattino e sera si estende tra i due estremi della vita, come tra i due estremi del giorno, tra i pensieri di un padre che vede nascere suo figlio e quelli di un vecchio che affronta le cose di ogni giorno, nel suo ultimo giorno, cose sempre identiche, riconoscibili, eppure definitive.
Con una lingua vivida e aderente ai dettagli più minuti dell’esistenza e della sua bellezza, percorrendo le domande più importanti di ogni uomo – le più semplici e assolute – Jon Fosse scrive una novella di incredibile potenza poetica, che conferma ancora una volta il talento del più grande scrittore norvegese contemporaneo.
Scrittore e drammaturgo norvegese, Premio Nobel per la Letteratura nel 2023 - "per le sue opere teatrali e di prosa innovative che danno voce all'indicibile" -, Jon Fosse (1959, Haugesund, Norvegia, foto sotto) scrive romanzi, racconti, poesie e opere per il teatro, tradotti in più di quaranta lingue.
Vincitore di numerosissimi premi e riconoscimenti in patria, per un certo periodo gli è stato concesso di risiedere nella residenza reale di Grotten, al centro di Oslo, per meriti letterari. I primi riconoscimenti arrivano già agli inizi degli anni Novanta, in particolare per i suoi racconti per l’infanzia; nel 1996 si aggiudica per la prima volta il prestigioso Premio Internazionale Ibsen; da allora, la sua attività artistica è costantemente accompagnata da premi: il Nynorsk Literature Prize, lo Swedish Academy’s Nordista Pris, il Premio Ubu, l’European Prize for Literature. Nel 2003 gli viene conferito il Cavalierato in Francia, e nel 2010 vince nuovamente il Premio Ibsen per il Teatro.
Del dicembre 2016, il premio Willy Brandt, che sancisce il successo di Fosse in Germania.
Secondo il Daily Telegraph, Jon Fosse merita di figurare tra i 100 geni viventi in tutto il mondo.
In Italia l’autore norvegese ha pubblicato con Fandango: Melancholia è del 2009 e Insonni del 2011.
La nave di Teseo ha invece tradotto Mattino e sera (2019), L' altro nome. Settologia. Vol. 1-2 (2021), Io è un altro. Settologia. Vol. 3-5 (2023).
2. "I diavoli di Tokyo ovest" di Tommaso Scotti
Un Giappone sconosciuto e oscuro, un nuovo, impossibile caso da risolvere per l'Ispettore Nishida
«Tommaso Scotti riesce in una doppia impresa: intessere una trama accattivante e contemporaneamente scrivere un compendio di cultura e sociologia nipponica per occidentali» - Corriere della Sera
Al dipartimento di polizia di Tokyo c'è tensione. Tutta colpa del ritrovamento del cadavere di un uomo che ha in tasca il biglietto da visita di un noto ispettore: Takeshi Nishida, il detective hāfu, il mezzosangue nippoamericano della squadra Omicidi. Nishida, suo malgrado chiamato direttamente in causa, nel vedere il volto della vittima riconosce un suo compagno di classe.
Ma che cosa ci faceva adesso, a distanza di anni, con il suo contatto? Che cosa voleva dirgli? L'ispettore dovrà fare l'impossibile per scoprirlo, e la ricerca della verità lo porterà a inoltrarsi lungo le strade di Tokyo, fino ai quartieri in cui scorrazzano ibōsōzoku, le «tribù della corsa violenta», gang di motociclisti che provocano disordini, e forse qualcosa di molto più inquietante.
Con "I diavoli di Tokyo ovest", Tommaso Scotti non crea solo un giallo e un thriller avvincente, ma con uno stile prepotentemente evocativo scende più a fondo, toglie il velo delle apparenze di cui si ammanta la cultura del Giappone, mostra che cosa c'è dietro le illusioni di educazione, silenzio e ordine: il lato più oscuro dell'uomo.
Nato a Roma nel 1984, Tommaso Scotti (foto sotto) vive e lavora in Giappone dal 2012. Ha conseguito un dottorato in matematica applicata a Tokyo nel 2015, a seguito del quale ha iniziato a lavorare nell'ambiente delle tecnologie finanziarie e pubblicitarie.
Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo L'Ombrello dell'Imperatore - ambientato in un Giappone spietato e pieno di fascino - edito da Longanesi.
3. "La figlia più amata. Storia delle sorelle Medici" di Carla Maria Russo
Carla Maria Russo, con la sua immensa capacità di far rivivere personaggi delle epoche più disparate - nella grandezza come nella brutalità, nell'eccezionalità come nella miseria - ci regala un affresco impareggiabile del Cinquecento e di struggenti figure femminili.
Cosimo I de' Medici, duca di Firenze, figlio di Giovanni dalle Bande Nere e nipote della grande Caterina Sforza, contrariamente al comune sentire, rivela una netta e spiccata predilezione per le figlie femmine. Non ha ancora diciotto anni, quando diventa padre di una bambina, Bia, che lui adora e cresce come se non fosse nata fuori dal matrimonio.
Nella ricerca di una sposa, l'originale duca pretende che vengano tenute in considerazione anche le ragioni del cuore, non solo quelle della politica, e riesce così a sposare la bellissima Eleonora da Toledo. Eppure, mentre fortuna e amore sembrano colmare di gioie e benedizioni la famiglia di Cosimo, un destino tragico e doloroso è in agguato.
Inattesa e brutale, giunge la morte di Bia, che procura al duca un dolore così devastante da mettere a rischio la sua vita. Riesce a ritrovare una ragione per andare avanti solo perché Eleonora annuncia di essere di nuovo incinta e il duca si persuade che sarà una bambina, una bellissima bambina.
Nascerà infatti una femmina, Isabella, che il duca amerà di un amore così profondo ed esclusivo da condurlo a commettere ingiustizie e alimentare gelosie e rancori. Un fato avverso colpirà una dopo l'altra tutte le donne di casa Medici, trascinando verso una fine ancora più drammatica proprio quelle che il duca ha amato di più, vittime delle vendette che lui stesso ha contribuito a suscitare.
Carla Maria Russo (foto sotto) è nata a Campobasso ma è residente da molti anni a Milano, dove ha frequentato il liceo classico, e si è laureata in Lettere Moderne. È appassionata di ricerca storica.
Per Piemme ha pubblicato La sposa normanna (2005), Il Cavaliere del Giglio (2008) , L'amante del Doge (2008), Lola nascerà a diciott'anni (2010), La regina irriverente (2012), La bastarda degli Sforza (2015) e I giorni dell'amore e della guerra (2016), questi ultimi dedicati alla figura di Caterina Sforza.
Nel 2017, sempre per Piemme, esce Le nemiche, con protagoniste Isabella d'Este e Lucrezia Borgia, mentre nel 2018 L'acquaiola.
4. "Un dettaglio minore" di Adania Shibli
Con una prosa tagliente e inquietante, Un dettaglio minore va al cuore di un'esistenza segnata dall'annullamento e dalla privazione di sé, com'è la vita nella Palestina occupata, rivelandoci quanto sia ancora difficile riunire i frammenti di una narrazione rimasta troppo a lungo nascosta nelle pieghe della storia.
Questa storia inizia durante l'estate del 1949, un anno dopo la guerra che i palestinesi chiamano Nakba, la catastrofe – che ebbe come conseguenza l'esodo e all'espulsione di oltre 700.000 persone – e che gli israeliani celebrano come la Guerra d'indipendenza.
Alcuni soldati israeliani attaccano un gruppo di beduini nel deserto del Negev, uccidendo tutti tranne un'adolescente. La ragazza viene catturata, stuprata, uccisa e sepolta nella sabbia.
Molti anni dopo, ai giorni nostri, una donna di Ramallah prova a decifrare alcuni dettagli che aleggiano attorno a quell'omicidio. È colpita da quel delitto a tal punto da trasformarlo in un'ossessione, non solo a causa dell'efferatezza del crimine, ma perché è stato commesso esattamente venticinque anni prima il giorno in cui è nata.
Adania Shibli sviluppa magistralmente due narrazioni che si sovrappongono e, in trasparenza, evocano un presente che non può prescindere da ciò che è stato.
Adania Shibli (1974, foto sotto) è un'autrice palestinese. La sua produzione vanta romanzi, racconti, opere teatrali, e saggi.
Nel 2001 e nel 2003 le è stato conferito il premio Qattan Young Writer’s Award-Palestine.
Tra i suoi titoli, ricordiamo Sensi (Argo, 2007), Pallidi segni di quiete (Argo, 2014), Un dettaglio minore (La nave di Teseo, 2021).
5. "La luce che manca" di Nino Haratischwili
Dall'autrice bestseller de L'ottava vita, una storia privata che è anche la storia della rivoluzione seguita al crollo dell’Unione Sovietica.
«La luce che manca è una metafora per individuare chi nella nostra vita incarna la luce» - Carmen Recupito per Maremosso
Sta per arrivare il nuovo secolo e in Georgia, come nelle altre repubbliche sovietiche, si levano rabbiose le voci che invocano l’indipendenza. In un periodo di grandi disordini, che per il piccolo stato culmina nel caos assoluto, quattro ragazze crescono in uno dei tanti cortili del quartiere più vivace di Tbilisi.
L’universo della loro infanzia è fatto di bucato svolazzante, altalene arrugginite, un albero di melograno. Vivono in case dalle pareti umide con i balconi di legno intagliato, mangiano gelato alla crema e respirano l’aroma del grano saraceno, delle caramelle alle bacche di crespino e della gassosa al dragoncello.
Le loro famiglie appartengono a ceti diversi, ma niente sembra scalfire la loro amicizia: né il primo amore tenuto segreto, né gli scontri sanguinosi per le strade o la guerra al confine, né la corruzione e la violenza che divorano il paese, e neppure il razionamento del cibo o la continua mancanza di corrente.
Qeto, Dina, Nene e Ira sono sulla soglia della vita, all’inizio di un legame che – ancora non lo sanno – da loro pretenderà tantissimo. Sono e resteranno inseparabili, fino a quando un tradimento non le avvolgerà in un’ombra cupa. Vent’anni dopo, ormai adulte, in tre si ritrovano a Bruxelles in occasione della retrospettiva fotografica di una di loro.
Immagine dopo immagine, in quel mondo in bianco e nero le tre sopravvissute ripercorrono un tempo che non c’è più, una storia privata che è anche la storia della rivoluzione seguita al crollo dell’Unione Sovietica. E allora, all’improvviso, un raggio di luce squarcerà il velo steso sui ricordi, e il perdono sembrerà di nuovo possibile.
Nata in Georgia, Nino Haratischwili (1983, Tbilisivive, foto sotto) vive ad Amburgo. Sin da quando era bambina, ha cominciato a scrivere nelle due lingue in cui si sentiva a casa.
In Germania, si è costruita un nome come pluripremiata regista e autrice per il teatro, prima di dedicarsi con altrettanta fortuna alla narrativa.
Finalista al Deutscher Buchpreis, il più prestigioso premio letterario tedesco, con L’ottava vita ha scalato le classifiche di mezza Europa e ottenuto importanti riconoscimenti, tra i quali l’English Pen Award.
Tra le sue pubblicazioni: Il mio dolce gemello (Mondadori 2013); L'ottava vita (Marsilio, 2020) e La luce che manca (Marsilio, 2023).