Per questo mese di Agosto 2024 vi proponiamo le 5 letture che più ci hanno colpito.
Ecco allora i nostri consigli su alcuni libri interessanti e ricordatevi sempre che “Leggere fa bene all’anima” e che “Un uomo che legge ne vale due”.
“I libri, loro non ti abbandonano mai. Tu sicuramente li abbandoni di tanto in tanto, i libri, magari li tradisci anche, loro invece non ti voltano mai le spalle: nel più completo silenzio e con immensa umiltà, loro ti aspettano sullo scaffale”. (Amos Oz)
1. "L'età fragile" di Donatella Di Pietrantonio
Libro vincitore del Premio Strega 2024
Libro vincitore del Premio Strega Giovani 2024
Amanda prende per un soffio uno degli ultimi treni e torna a casa, in quel paese vicino a Pescara da cui era scappata di corsa. A sua madre basta uno sguardo per capire che qualcosa in lei si è spento: i primi tempi a Milano aveva le luci della città negli occhi, ora sembra che desideri soltanto scomparire, si chiude in camera e non parla quasi.
Lucia vorrebbe tenerla al riparo da tutto, anche a costo di soffocarla, ma c’è un segreto che non può nasconderle. Sotto il Dente del Lupo, su un terreno che appartiene alla loro famiglia e adesso fa gola agli speculatori edilizi, si vedono ancora i resti di un campeggio dove tanti anni prima è successo un fatto terribile.
A volte il tempo decide di tornare indietro: sotto a quella montagna che Lucia ha sempre cercato di dimenticare, tra i pascoli e i boschi della sua età fragile, tutti i fili si tendono. Stretta fra il vecchio padre così radicato nella terra e questa figlia più cocciuta di lui, Lucia capisce che c’è una forza che la attraversa. Forse la nostra unica eredità sono le ferite.
Donatella Di Pietrantonio (foto sotto) è un'autrice italiana. Laureata in odontoiatria all'Università dell'Aquila, ha esercitato la professione di dentista pediatrica. Si dedica in seguito alla scrittura, esordendo con il romanzo Mia madre è un fiume (Elliot 2011, Premio Tropea). Per Einaudi ha pubblicato L'Arminuta (2017), vincitore Premio Campiello 2017 e Bella mia, con cui ha partecipato al Premio Strega 2014 e ha vinto il Premio Brancati e il Premio Vittoriano Esposito Città di Celano.
Escono sempre per Einaudi nel 2020 Borgo Sud e nel 2023 L’età fragile, vincitore del Premio Strega 2024 e del Premio Strega Giovani 2024.
2. "Il cognome delle donne" di Aurora Tamigio
Libro vincitore del Premio Bancarella 2024
Libro vincitore del Premio Io Donna 2023
Libro finalista del Premio John Fante Opera Prima 2024
Aurora Tamigio scrive al suo esordio un romanzo familiare dal respiro ampio e dal passo veloce, che trascina il lettore come un fiume: epica popolare, saggezza antica e leggerezza immaginifica, riso e pianto, e poi personaggi impossibili da dimenticare. Lo scrive come se fosse semplice, e non lo è. Semplice è leggerlo, non ci si ferma più fino all’ultima parola.
«Un convincente romanzo di denuncia, una vicenda di formazione generazionale negli anni della Seconda guerra mondiale, del boom economico e dello scorcio finale del Novecento, uno spaccato di storia del costume, un'epica del quotidiano a tratti drammatica sullo sfondo un paesino montano della Sicilia intorno a un nugolo di personaggi femminili capaci di inseguire con determinazione il futuro» - Marzia Fontana, la Lettura
«Il romanzo della Tamigio è consapevolmente fitto di echi, perché impossibile sarebbe non percepirvi riverberi del Lessico famigliare della Ginzburg oppure certi palpiti che ti riportano subito fra le sorelle Pintor della Deledda, e ancora quegli squarci di bagliori e abomini siciliani in cui si erano magistralmente espresse Dacia Maraini con la sua Marianna Ucria e più di recente Stefania Auci» - Stefano Massini, Robinson
«Un romanzo dove la centralità del racconto è l’essere donna, forte o debole, audace o austera, capace di lottare anche senza urlare e, soprattutto, capace di essere sempre resiliente» - Sabrina Bordignon
«Un affresco potente che regala anche echi di realismo magico» - Erica Manna, la Repubblica
All’origine c’è Rosa. Nata nella Sicilia di inizio Novecento, cresciuta in un paesino arroccato sulle montagne, rivela sin da bambina di essere fatta della materia del suo nome, ossia di fiori che rispuntano sempre, di frutti buoni contro i malanni, di legno resistente e spinoso. Al padre e ai fratelli, che possono tutto, non si piega mai sino in fondo.
Finché nel 1925 incontra Sebastiano Quaranta, che “non aveva padre, madre o sorelle, perciò Rosa aveva trovato l’unico uomo al mondo che non sapeva come suonarle”. È un amore a prima vista, dove la vista però non inganna. Rosa scappa con lui, si sposano e insieme aprono un’osteria, che diventa un punto di riferimento per la gente dei quattro paesi tutt’intorno.
A breve distanza nascono il bel Fernando, Donato, che andrà in seminario, e infine Selma, dalle mani delicate come i ricami di cui sarà maestra. Semplice e mite, Selma si fa incantare da Santi Maraviglia, detto Santidivetro per la pelle diafana, sposandolo contro il parere materno.
È quando lui diventa legalmente il capofamiglia che cominciano i guai, e un’eredità che era stata coltivata con cura viene sottratta. A farne le spese saranno le figlie di Selma e Santi: Patrizia, delle tre sorelle la più battagliera, Lavinia, attraente come Virna Lisi, e Marinella, la preferita dal padre, che si fa ragazza negli anni ottanta e sogna di studiare all’estero.
Su tutte loro veglia lo spirito di Sebastiano Quaranta, che torna a visitarle nei momenti più duri.
Aurora Tamigio (foto sotto) è nata a Palermo nel 1988 e cresciuta a Milano. Successivamente alla laurea in storia dell’arte contemporanea, ha studiato sceneggiatura cinematografica. Dopo aver lavorato come autrice freelance per il cinema, oggi è copywriter e scrive per aziende del mondo della tecnologia e del design. È caporedattrice del magazine di informazione cinematografica Silenzioinsala.com e scrive cortometraggi (L’incontro, Homefish, Signorina Forsepotevo). Alcuni dei suoi racconti sono pubblicati su “La Balena Bianca”, “Crack Rivista” e “Il rifugio dell’Ircocervo”.
Il cognome delle donne è il suo primo romanzo, pubblicato da Feltrinelli nel 2023, e vincitore nel 2024 del Premio Bancarella.
3. "Come l'arancio amaro" di Milena Palminteri
Come l'arancio amaro, con i suoi frutti asperrimi, è l'arbusto più fecondo su cui innestare i dolcissimi sanguinelli, così questo libro mette in scena il dramma eterno del corpo femminile sottomesso, usato, colpevolizzato eppure portatore dell'immenso potere di sedurre e di generare.
Agrigento, 1960. Carlotta ha trentasei anni ed è convinta che nessuna persona amata possa rimanerle vicino: suo padre è morto la notte in cui lei nasceva, la sua adorata bambinaia se n'è andata quando lei era piccola e sua madre è sempre stata simile a un'algida istitutrice.
Cresciuta durante il Ventennio e la guerra in una Sicilia dove da sempre tutto cambia per rimanere immutato, Carlotta ha imparato che il solo modo per non soffrire è annoiarsi con pazienza. Così, dopo gli studi di legge, anziché lottare per diventare avvocato si è rinchiusa a lavorare all'Archivio notarile.
Ma il destino ci insegue anche se noi ci nascondiamo: è proprio uno dei polverosi documenti dell'Archivio a rivelarle la terribile accusa rivolta da sua nonna paterna a sua madre, di non averla partorita ma comprata. Carlotta comincia un'indagine che la porterà a scoprire le radici della rabbia e della sete che per tanti anni ha cercato di mettere a tacere. Sarraca (Agrigento), 1924.
È inutile essere giovane e piena di progetti, se sei nata nel tempo sbagliato. Mentre da Roma scende l'onda nera del fascismo, la diafana Nardina sposa il nobile Carlo Cangialosi ma non riesce a rimanere incinta, e questa colpa si allunga su di lei come un'ombra. E la bellissima e selvatica Sabedda, umile serva, si trova in grembo un figlio che non potrà sfamare.
I percorsi di queste due ragazze si intrecceranno grazie al piano scellerato ordito da Bastiana, madre di Nardina, e dal campiere don Calogero, in odore di mafia. Milena Palminteri esordisce con un romanzo generoso, sostenuto da una lingua ricca di sfumature, popolato di personaggi memorabili per la dolente fierezza con cui abbracciano i propri destini.
Milena Palminteri (foto sotto) è un'autrice italiana. Ha lavorato per tutta la vita come conservatore negli archivi notarili, dove insieme alla memoria economica di paesi e città italiane vengono conservate e custodite anche le nostre vicende individuali e collettive.
Nel 2024 fa il suo esordio nel mondo della scrittura con il libro Come l'arancio amaro.
4. "Tutta la vita che resta" di Roberta Recchia
Tutta la vita che resta è un romanzo prezioso e dolcissimo, doloroso, accogliente, intimo e corale, che esplora i meccanismi della vergogna e del lutto, ma soprattutto dell’affetto e della cura, e li fa emergere con una delicatezza sapiente, capace di incantare e sorprendere.
Uno strappo che sembrava impossibile da ricucire, una famiglia che nel corso degli anni ritrova la strada nella forza dei legami. Ci sono libri che ti entrano dentro, che ti accompagnano per mano nella vita di tutti i giorni. È ciò che succede con l’esordio magnetico di Roberta Recchia, una storia da cui non ci si stacca, con protagonisti vivi, autentici.
Come Marisa e Stelvio Ansaldo, che nella Roma degli anni Cinquanta si innamorano nella bottega del sor Ettore, il padre di lei. La loro è una di quelle famiglie dei film d’amore in bianco e nero, fino a quando, anni dopo, l’adorata figlia sedicenne Betta – bellissima e intraprendente – viene uccisa sul litorale laziale, e tutti perdono il proprio centro.
Quell’affetto e quella complicità reciproca non ci sono più, solo la pena per la figlia persa per sempre. Nessuno sa, però, che insieme a Betta sulla spiaggia c’era sua cugina Miriam, al contrario timida e introversa, anche lei vittima di un’indicibile violenza.
Sullo sfondo di un’indagine rallentata da omissioni e pregiudizi verso un’adolescente che affrontava la vita con tutta l’esuberanza della sua età, Marisa e Miriam devono confrontarsi con il peso quotidiano della propria tragedia. Il segreto di quella notte diventa un macigno per Miriam fin quando – ormai al limite – l’incontro con Leo, un giovane di borgata, porta una luce inaspettata: l’inizio di un amore che fa breccia dove nessuno ha osato.
Roberta Recchia (foto sotto), poco più che cinquantenne, è laureata in Lingue e Letterature Europee e Americane e in Relations Interculturelles et Coopération Internationale; per molti anni ha lavorato in azienda e poi ha iniziato a insegnare nelle scuole, ma si è sempre dedicata alla scrittura e Tutta la vita che resta è il suo primo romanzo.
Gli editori stranieri lo hanno accolto con tale entusiasmo da poterlo considerare, a tutti gli effetti, un caso editoriale.
«Sono rimasta assolutamente colpita dalla maturità della scrittura e non avrei mai pensato che si trattasse di un romanzo d’esordio», ha detto Julia Schade dalla casa editrice tedesca Fischer Verlag. «Tutti i suoi personaggi mi hanno commosso profondamente e in modo duraturo, non sono riuscito a smettere di pensarci. Questo perché ho trovato in ognuno di loro un pezzo della mia vita, cosa che accadrà a tutti i lettori», avverte Henri Bovet, delle Éditions Slatkine et compagnie francesi.
Ha ragione. Il romanzo di Roberta Recchia commuove in modo autentico, perché racconta di persone normali, di una famiglia normale caduta da un giorno con l’altro in un abisso di dolore improvviso e lacerante che scompagina la quotidianità e interroga ognuno di noi sulla provvisorietà delle nostre certezze acquisite, sull’apparente e consuetudinaria quiete delle nostre esistenze.
5. "Omicidio in parrocchia" di Richard Coles
Delicata, ironica e molto british, dopo Delitto all’ora del vespro torna la serie culto diventata fenomeno editoriale nel Regno Unito.
Champton è il tipico villaggio sonnacchioso della campagna inglese. Ma quando un ragazzo viene assassinato sull’altare di una chiesetta sconsacrata, il reverendo investigatore Daniel Clement è costretto a mettere da parte le beghe di paese e occuparsi del fattaccio. Il canonico Daniel Clement è angustiato dall’idea che la parrocchia caschi a pezzi, dalla sensazione che sua madre, gli nasconda qualcosa, nonché dalle continue discussioni con i fedeli. In più, è arrivato Chris Biddle, il pastore evangelico con cui Clement dovrebbe collaborare, anche se, per quanto si sforzi, non riesce a digerirlo. Ma il precario equilibrio del paesino e del reverendo vanno definitivamente in pezzi di fronte a quello che sembra a tutti gli effetti un omicidio rituale.
Il Reverendo Richard Coles (1962, Northampton, foto sotto) è uno scrittore e presentatore radiofonico inglese. Ha insegnato teologia al King's College di Londra e scritto diversi libri.
Ha esercitato anche la carriera musicale, pubblicando due album negli anni '80, e scalando le vette della classifica inglese grazie alla cover della famosissima Don't Leave Me This Way.
Nel 2023 Einaudi pubblica in Italia Delitto all'ora del vespro, il suo romanzo d'esordio, fenomeno editoriale a lungo in cima alle classifiche inglesi. Nel 2024 esce Omicidio in parrocchia.