Come i nostri animali domestici riescono a farci stare meglio

Beacon ha iniziato da un annetto a lavorare per la USA Gymnastics, la federazione sportiva statunitense per la ginnastica.

Il suo lavoro è diminuire lo stress degli atleti negli eventi dove sentono più al pressione, come la selezione in cui sono state scelte le ginnaste e i ginnasti della nazionale Usa alle Olimpiadi di Parigi.

Lì Beacon è rimasto a disposizione degli atleti, che lo hanno riempito di coccole: Beacon è infatti un socievole golden retriever di 4 anni. Altri cani da terapia come lui, addestrati a interagire con le persone, si vedono sempre più spesso nelle occasioni in cui gli umani sono stressati.

«La presenza dei cani da terapia con iginnasti Usa ha fatto notizia e mostrato come gli animali riescano a offrire un break dalla tensione di allenamenti e competizione. Ma possono visitare i pazienti degli ospedali, aiutare gli studenti ad abbassare lo stress negli esami, supportare le persone dopo un evento traumatico», dice Sarah Leighton dell’Ohaire Lab (Organization for Human-Animal Interaction Research and Education) della University of Arizona.

Come aggiunge al direttrice del gruppo di ricerca, Maggie O’Haire, «ci sono decine di aneddoti sui benefici degli interventi con animali e gli studi hanno dato consistenza ad alcuni di essi. Per esempio, è stata verificata una diminuzione nello stress percepito dagli studenti».

Chi trova un amico… trova davvero un tesoro: i nostri animali riescono a farci stare meglio. Riducono lo stress, ci tengono in salute e molto altro. Ecco i benefici dei pet, secondo gli studi scientifici.

1. DIALISI IN COMPAGNIA DEL LABRADOR

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Innanzitutto, la scienza ha messo in luce che cosa succede nel corpo quando si coccola un peloso.

«L'interazione positiva con gli animali ha un effetto tranquillizzante e dà una sensazione di benessere alla cui base ci sono effetti fisiologici», spiega Sabrina Bonichini, docente di psicologia dello sviluppo all'Università di Padova.

«C'è una diminuzione della pressione sanguigna e del cortisolo, l'ormone dello stress. Si innalzano invece la serotonina, l'ormone del benessere, e l'ossitocina, il cosiddetto ormone dell'amore».

Lo hanno rilevato per esempio iricercatori dell'Università Federico I di Napoli, che hanno fatto interagire 10 pazienti in dialisi, durante il trattamento e per più volte, con un amichevole labrador: nel sangue dei malati - contenti della presenza del cane - serotonina e ossitocina sono aumentate.

I pet sono ormai protagonisti di una vasta gamma di attività che vanno sotto la definizione di "interventi assistiti con gli animali". «Si va dalle attività ricreative e di conoscenza, come quelle nelle scuole o di visita ai malati negli ospedali, alle "terapie assistite con animali", che hanno una valenza terapeutica per curare disturbi diversi - della sfera fisica, neuromotoria, cognitiva, emotiva - e affiancano i normali trattamenti», spiega Bonichini.

Sarah Leighton fa un esempio: «Il nostro gruppo ha lavorato con gli ex militari con disturbo da stress post-traumatico. I veterani a cui èaffidato un cane da assistenza hanno una riduzione della gravità dei sintomi, dell'ansia, della depressione e un miglioramento nella socialità».

Le interazioni sono di tutti i tipi. «Ci può essere una componente di fisioterapia e riabilitazione motoria, se pensiamo alle terapie con i cavalli. O solo la vicinanza, il gioco, il prendersi cura spazzolando o dando cibo: il semplice accarezzare l'animale è molto efficace», dice Bonichini.

Abbiamo iniziato parlando di Beacon, ma i cani non sono gli unici protagonisti della pet therapy. «Ci sono anche cavalli, gatti, conigli, asini. I mici aiutano nei disturbi cognitivi e sono adatti alle attività con gli anziani, nelle case di riposo. O aiutano i bambini con disturbi dell'apprendimento, per esempio a mantenere la concentrazione su un compito: se stanno tranquilli, dopo un po' il gatto si avvicina e si fa coccolare», continua la psicologa.

2. MA I CUCCIOLI NO!

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Ci sono però regole da seguire per garantire anche il benessere degli animali. Vale ricordarlo, dopo le polemiche sul "puppy yoga", lo yoga in compagnia di cuccioli coccolosi: situazione ideale per le foto sui social, ma non per i cagnolini (anche al di là delle notizie di maltrattamenti).

Tanto che il ministero della Salute ha stoppato la pratica, che è considerata una "attività assistita con gli animali" e quindi deve rispettare la normativa specifica, coinvolgendo solo animali adulti.

«Certo: adulti, selezionati e addestrati. Mai cuccioli e quindi niente puppy yoga: queste attività sono impegnative, tanto che non possono avere una durata troppo lunga, e possono stressare il cucciolo», riprende Bonichini. Se positive e rispettose, tuttavia, le interazioni possono fare piacere anche ai pet.

Bonichini sottolinea infatti che «gli studi sui cani, molto orientati alla socializzazione con noi, hanno rilevato le stesse variazioni ormonali, con calo di cortisolo e pressione e aumento di ossitocina e serotonina». Non ci deve stupire, vista la relazione plurimillenaria che si è sviluppata tra noi e i quattrozampe. Molte attività sono dirette ai più piccoli.

«I pet aiutano in particolare i bambini con fragilità o problemi. Nei disturbi dell'apprendimento, la pet therapy può migliorare la concentrazione. Aiuta nel controllo dell'aggressività e nel promuovere la socialità. O, ancora, lenisce l'ansia dei piccoli negli interventi medici, che fa sentire di più il dolore», dice Bonichini.

«Molta è poi l'esperienza nei disturbi dello spettro autistico. Nel 1953 il neuropsichiatra infantile Boris Levinson notò che il suo cane Jingles, con lui in studio, era l'unico che riusciva ad attirare l'attenzione di un bambino autistico che non interagiva con nessuno. Grazie alla presenza di Jingles, il piccolo si apriva un po'. Così si è visto che un animale può fare da "mediatore" con i bambini che hanno difficoltà a relazionarsi».

3. DAI, USCIAMO INSIEME

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Finora abbiamo parlato di incontri con animali da terapia, ma che dire della convivenza? La buona notizia, per il 37,3% degli italiani che secondo il Rapporto Eurispes 2024 divide la casa con uno o più animali domestici (+4,6% rispetto al 2023), è che la scienza ha trovato conferme sui benefici di questo rapporto.

«È chiaro che l'uomo è portato a connettersi con gli animali e la ricerca in questo campo si sta espandendo: ha mostrato correlazioni tra la vita con un compagno animale e una più bassa pressione sanguigna, una maggiore sopravvivenza dopo un problema cardiovascolare, un più basso livello di ansia e una maggiore attività fisica», spiega Maggie O'Haire.

Un esempio? Nel 2017 una ricerca svedese condotta su 3,4 milioni di cittadini ha mostrato un'associazione tra cani e salute.

«Abbiamo studiato persone tra i 40 e gli 80 anni senza malattie cardiovascolari pregresse, seguendole dal 2001 al 2012. È emerso che chi viveva con un cane aveva un minore rischio di morire per malattie cardiovascolari e di mortalità in generale. L'effetto era più evidente per le persone sole», ci racconta Tove Fal, dell'Università di Uppsala, che ha guidato lo studio.

«Le spiegazioni? Le persone con un cane sono piuttosto attive per la necessità di farlo uscire e l'attività fisica riduce il rischio per diverse malattie. Possono poi sentirsi meno sole e anche la solitudine è un fattore di rischio per la morte prematura».

In realtà lo studio ha rilevato un'associazione tra i due elementi (avere un cane, calo del rischio), non un rapporto causa-effetto. «Potrebbe valere il contrario: forse le persone più attive prendono con sé un cane», puntualizza Tove Fal.

«Comunque la stessa associazione è emersa in un'altra nostra ricerca. A un anno dall'infarto, le persone con un cane avevano una più alta sopravvivenza. La nostra ipotesi è che siano più motivate a seguire la riabilitazione e più in forma».

4. MI PRENDERÒ CURA DI TE E SUPER OLFATTO

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Certo un cane ci può "costringere" a fare più attività. «Ma vale anche per il gatto, di cui ci si deve prendere cura e che vuole magari giocare», interviene Federica Pirrone, etologa dell'Università degli Studi di Milano.

«Più in generale, avere un legame di attaccamento e la responsabilità di un animale sono fattori positivi». I meccanismi psicologici in gioco possono essere molti.

«Uno è che gli animali danno attenzione: per questo sono un sostegno per coloro che ne hanno più bisogno, come anziani o persone fragili», dice Bonichini. Va detto che alcuni studi sull'effetto pet hanno dato risultati negativi o nulli.

Secondo Maggie O'Haire, «ci sono molte variabili coinvolte e questo può spiegare perché vediamo risultati contraddittori. Il futuro di questo campo è condurre studi più ampi e rigorosi». E Sabrina Bonichini fa notare le difficoltà della raccolta dati.

«In molti casi (come per l'autismo) gli interventi vanno personalizzati, quindi è difficile avere risultati ripetibili. I gruppi su cui si effettuano gli studi sono piccoli. Ed è complicato scorporare gli effetti dalle altre componenti di un trattamento».

Infine, i cani possono dare un altro contributo alla medicina: con il loro super olfatto riescono a individuare alcune patologie. «Malattie virali come il Covid, infezioni da parassiti, tumori al seno, ai polmoni, alla prostata e molti altri. O anche le crisi di ipoglicemia legate al diabete», dice MacKenzie Pellin, oncologa della University of Wisconsin-Madison.

In quest'ultimo caso, ci sono già cani che affiancano i diabetici. Ma come riescono a "sentire" tumori o altro?

«Pensiamo che rilevino composti organici volatili, sostanze prodotte dalle cellule in risposta alla malattia. Riescono a individuarle in urine, saliva, sudore, respiro. Gli esperimenti hanno in genere impiegato campioni prelevati dai pazienti o da altri cani malati, ma per individuare il Covid i cani hanno annusato direttamente le persone. Devono essere allenati a riconoscere quelle molecole, ma è possibile addestrare anche cani da compagnia». Se non sono i migliori amici dell'uomo questi...





5. ATTENTI A NOI

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La domesticazione e millenni di convivenza hanno reso cani e gatti abili a decifrare il nostro comportamento, ma anche pronti a legarsi a noi, come indicano queste 6 ricerche.

- SOLO PER I TUOI OCCHI
Uno studio giapponese ha mostrato che il prolungato sguardo reciproco tra un umano e il suo cane aumenta in entrambi l'ossitocina, l'ormone dell'attaccamento: è ciò che succede tra mamma e bimbo.
- GUARDA CHE TI SENTO
I gatti capiscono se il padrone parla con loro (in genere con tono acuto): in uno studio francese, hanno reagito alle frasi del padrone dirette a loro, ma non ad altri umani, e mai alla voce di estranei.

- REAZIONE
Uno studio canadese ha calcolato che i cani rispondono (con un'azione, con lo sguardo, muovendo la coda...) in media a 89 parole o frasi.
- COMPRENSIONE
I cani sembrano capire il legame tra parola e oggetto: la loro attività cerebrale è diversa se, dicendo un termine, si mostra loro l'oggetto "giusto" o no.

- SOCIEVOLI
Davanti a diversi stimoli (interazione con l'uomo, cibo, gioco), il più scelto dai gatti è il contatto umano.
- INTENZIONI
Fido le capisce: reagisce bene se vuoi dargli cibo ma lo fai cadere, non se lo "ritiri" apposta.








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