I gemelli siamesi muoiono insieme? Alle persone possono spuntare le corna? oppure ancora, perché i lottatori di sumo sono così grassi? Queste sono solo alcune delle domande, difficili da immaginare, a cui oggi cercheremo di dare una risposta.
Vediamole insieme e… buona lettura!
1. I gemelli siamesi muoiono insieme?
Nel 1811 nacquero uniti per il torace Chang ed Eng Bunker e furono i primi "gemelli siamesi". A quel tempo era impossibile dividerli, ma ciò non impedì a loro di sposare 2 sorelle e di mettere al mondo 21 figli. Una notte del 1874, Eng si svegliò con una strana sensazione e scoprì che il fratello gemello Chang aveva cessato di vivere. Poche ore dopo morì anche lui, probabilmente dissanguato perché il suo sangue era defluito e ristagnato nel corpo del fratello morto.
Alcuni di questi gemelli siamesi, che non sono separabili per via chirurgica, fanno una vita indipendente l'uno dall'altro, come ad esempio si possono ammalare separatamente o addormentarsi a orari diversi. I bambini "congiunti", un caso ogni 50-100.000 nascite, di solito femmine, sono il risultato dell'embrione originale che non riesce a dividersi completamente. Purtroppo, nascono per la maggior parte già morti o muoiono entro le 24 ore.
Oggigiorno è prassi normale tentare di separarli, anche se ciò dipende dagli organi che hanno in comune, e capita spesso che uno dei due muoia. In genere, i siamesi inseparabili chirurgicamente si spengono insieme. Kay Cassill, direttrice della Twins Foundation, dice che "in casi piuttosto bizzarri, uno dei gemelli sarà completo mentre l'altro sarà soltanto un braccio o una testa extra".
Il "parassita" può addirittura trovarsi all'interno del fratello, come una ciste o un tumore, e la sua forma può variare da quella di un feto sviluppato a quella di un'escrescenza grande quanto una pallina da tennis fornita di denti e capelli. "Nel 1972, a un bambino di 6 settimane, trovarono nell'addome il gemello mai nato".
2. Alle persone possono spuntare le corna?
Nel romanzo "Giacchetta bianca" di Herman Melville si parla di una vecchia con un "ripugnante corno ricurvo, simile a quello di un montone" sulla fronte. Si trattava soltanto di una figura, frutto dell'immaginazione letteraria di Melville o questa donna anziana aveva davvero un corno che le affiorava dalla testa?
Il dottor Jan Bondeson afferma che probabilmente era un fatto reale, visto che sono sempre esistite persone con le corna. Il più grande corno mai documentato fu quello del messicano Paul Rodrigues che si teneva sempre il capo coperto finché un giorno, nel 1820, mentre era al lavoro, una botte gli cadde addosso facendogli perdere i sensi. Quando i presenti gli scoprirono la testa, trovarono 3 escrescenze dalla conformazione di corna di montone, di 35 centimetri di circonferenza. Rodrigues si riprese ma il suo caso venne descritto in una rivista medica.
Secondo la medicina moderna lu corna possono crescere in qualunque punto del corpo e consistono di strati concentrici di cellule epiteliali e, a differenza delle corna autentiche, sono prive di un nucleo osseo. Circa il 65% è di natura benigna e deriva da una verruca o da altre malattie.
In un famoso caso degli anni Trenta, la francese madame Dimanche, nota come "Mamma Corno", aveva una protuberanza di 25 centimetri, così pesante che bastava da sola a spossarla. Molti chirurghi le proposero di asportarla, ma lei rifiutò sempre. Acconsentì quando era ormai sull'ottantina per paura "di presentarsi davanti a San Pietro con quell'orpello diabolico sulla faccia".
3. Quanto sono sensibili i 5 sensi?
Un percettore sano tipico, dice Charles G. Morris, professore di psicologia all'università del Michigan, è in grado di:
- captare l'emanazione di una sola goccia di profumo diffusa in un appartamento di 3 camere;
- identificare la caratteristica dolce/salato di un cibo entro 0,1 secondi dal momento in cui ha toccato la lingua;
- valutare la direzione di un suono con una differenza di 0,00003 secondi tra un orecchio e l'altro dal moneto dell'arrivo;
- avvertire il peso dell'ala di un'ape che gli cade sulla guancia dall'altezza di un centimetro;
- distinguere la fiammella di una candela a 50 chilometri di distanza in una notte buia e serena;
- sentire il sapore di un grammo di sale da cucina disciolto in 500 litri d'acqua (ricorrendo a una minima parte delle 10.000 papille gustative);
- percepire l'impulso nervoso della peluria dell'epidermide quando oscilli di un micron;
- sentire le frequenze da 16 a 20.000 cicli al secondo (con Do centrale posto a 256) - un'estensione di oltre 10 ottave - prima che l'udito cominci a deteriorarsi con l'età.
4. Perché i lottatori di sumo sono così grassi?
La scrittrice Mina Hall suggerisce un esperimento: provate a stare in piedi con le gambe unite e fatevi dare una spinta da un amico. Ora accovacciatevi tenendo le gambe divaricate e chiedete nuovamente all'amico di spintonarvi. La posizione abbassata e l'ampio ventre fanno scendere il centro di gravità del lottatore e ciò aumenta la stabilità, fattore centrale in uno sport in cui perdere l'equilibrio e cadere equivale alla sconfitta.
Immaginate di pesare 90 chili e di provare ad atterrare qualcuno che ne pesi 270. E' possibile, ma è raro. I "sumotori" di massima divisione arrivano anche a 150 chili e passa. Ma grosso non vuol dire grasso. Ii effetti, lo strato di adipe aiuta ad attutire le cadute ed i colpi, ma "sotto quei tessuti morbidi ci sono muscoli duri come la roccia...
L'ex yokozuna Chiyonofuji aveva soltanto un 11% di grasso corporeo, mentre la media è di 13 o più", spiega Mina Hall. A causa delle loro dimensioni, i lottatori di sumo comprano indumenti di taglia XXXL, si spostano in veicoli spaziosi, mangiano da grandi tazze e ciotole speciali e fanno uso di un sedile del water di 50x58 centimetri, ossia superiore alle misure standard di circa 15 centimetri.
5. E' possibile sollevare una persona per i capelli senza strapparglieli?
Kevin J. McElwee della Philipp-Universitat di Marburgo (Germania), Dipartimento di dermatologia, dice che un capello è forte ed equivale pressappoco a un filo di rame dello stesso diametro. La domanda quindi è quanto bene siano ancorati i capelli al cuoio capelluto, campo che non è stato studiato a fondo. Sono stati esaminati però i peli del torace: possono sopportare ciascuno all'incirca 70 grammi, soprattutto se tirati "lentamente", come succede nel numero di sollevamento.
Presumendo che i capelli siano radicati in modo simile, e moltiplicando 70 grammi per 80-120.000 capelli a persona, ne risulterebbe una forza di sospensione che va dai 5600 agli 8400 chilogrammi per cuoio capelluto. McElwee conclude con un avvertimento a chiunque stia per provare ad appendere un'auto ai propri capelli.
"In realtà, il peso massimo sarebbe inferiore, per via di fibre imperfette, difetti dovuti all'esposizione ad agenti atmosferici ecc.; ciononostante i capelli avrebbero comunque una forza complessiva di ancoraggio sufficiente a sollevare una persona (come fanno molti artisti del circo cinese), e molte ancora".