L'Aloe può essere considerata la regina indiscussa delle piante officinali: pianta molto simile al genere Agave, e dietro a un aspetto piuttosto anonimo nasconde in realtà caratteristiche eccezionali. Nel variegato e complesso mondo delle piante grasse, l'aloe è speciale perché piace agli amanti delle succulente e, soprattutto, alla ricerca scientifica: nella polpa delle sue foglie, infatti, sono contenute sostanze importanti dal punto di vista farmacologico, aloine e polisaccaridi.
L'aloe è una pianta succulenta che cresce benissimo in casa, apprezata per la forma a rosetta color verde tenero, le piccole spine e, soprattutto, per le proprietà curative delle lunghe foglie. Appartiene alla famiglia delle Aloeaceae, rappresentato a livello mondiale da circa 350 specie, tutte caratterizzate da aspetto cespitoso, con una rosetta di foglie più o meno allungate e a sezione triangolare, arcuate od incurvate, a volte dotate di spine.
Le specie, quasi tutte originarie delle zone aride dell'Africa meridionale, si distinguono per la differente altezza: si va dai 15-20 cm di Aloe risata e Aloe variegata, ai 50-60 cm dell'Aloe vera, sino ai 2 metri potenziali dell'Aloe arborescens, dell'Aloe ferox e dell'Aloe plicatilis. La parola Aloe deriva probabilmente dal termine arabo o ebraico che vuol significare "amaro e trasparente", un chiaro riferimento al sapore del succo (o latice) purgativo e all’aspetto del gel, entrambi estratti dalle foglie carnose di questa pianta succulenta.
L’impiego dell’aloe da parte dell’uomo è molto antico, così che le conoscenze circa le sue proprietà salutistiche e medicinali – dovute prevalentemente all’impiego dei succhi e della polpa estratti dalla foglia e ricchi di principi attivi – risultano essere molto ampie e diffuse. Numerosi sono gli studi ancora in corso sull’applicazione clinica dell’aloe. Ma vediamo un po' meglio questa straordinaria e magica pianta, così utile per la salute.
1. Esposizione e scelta del terriccio
L' Aloe è una pianta d'appartamento ideale, in quanto richiede scarse annaffiature, attenzioni e cure particolari. Predilige i luoghi ben soleggiati, ma tollera anche l'ombra e si accontenta di terreni poveri e aridi. Come le più diffuse piante grasse, anche l'aloe si caratterizza per alcuni indiscuttibili pregi, quali:
- la grande facilità di coltivazione in contenitore; in piena terra prospera solamente nei luoghi più caldi della Penisola;
- le limitate esigenze riguardo a fertilizzanti, irrigazione e trattamenti antiparassitari;
- la notevole longevità;
- il prezzo contenuto, comunque proporzionale alla grandezza degli esemplari.
Originaria di zone calde e semidesertiche dove sono esposte all'insolazione diretta, l'Aloe vuole ambienti pienamente illuminati: in appartamento va collocata nei punti di massima luminosità, ad esempio a ridosso di una finestra esposta a sud. Può essere coltivata in giardino solo nelle zone costiere meridionali, dove comunque va posta in posizioni soleggiate, ben al riparo dei venti e questo perché le piante cresciute in ambienti con scarsa luminosità, deperiscono rapidamente.
Le temperature ottimali di crescita per l'aloe sono comprese tra 22° e 26°C. Tra le piante grasse, è una di quelle che meno sopporta le basse temperature del periodo invernale, pertanto devono essere garantiti come minimo 5-7°C.
Il substrato di coltivazione deve essere mediamente fertile, ma soprattutto leggero e ben drenante, in grado cioè di permettere il rapido sgrondo dell'acqua in eccesso, che deve essere favorito anche mettendo sul fondo del vaso uno strato di materiali inerti (argilla espansa, pietra pomice, ghiaietto).
Si tenga presente che i danni maggiori si hanno quasi sempre a seguito di un accumulo di acqua nel substrato. La composizione di una corretta miscela è la seguente: 50% terriccio universale; 30% sabbia di fiume, non calcarea; 20% materiale minerale finemente triturato (perlite, brecciolina, pietrisco).
2. Rinvaso e irrigazione
L'aloe da sempre è stata considerata “magica”, perché si dice che in casa porti salute e benessere. E’ una pianta che si autorigenera, cioè è in grado di ricostruire le parti secche o danneggiate delle sue foglie. La natura l’ha resa ricca di sostanze importanti, forse per compensarla del fatto che deve vivere in zone desertiche in condizioni molto difficili.
Una pianta di aloe in casa è una gioia per gli occhi e può essere d'aiuto per risolvere molti piccoli problemi. Oltretutto questa pianta contribuisce a mantenere più pulita l'aria degli ambienti in cui si vive o soggiorna, perché assorbe sostanze dannose (in particolare formaldeide) e rilascia ossigeno continuamente anche durante la notte. Questa caratteristica la rende adatta a tutti gli ambienti della casa, comprese le camere da letto.
L'Aloe, soprattutto in fase giovanile (1-5 anni), cresce rapidamente pertanto diventa necessario effettuare il cambio di vaso ogni vaso. Il contenitore deve essere sempre più alto che largo, vista la tendenza dell'apparato radicale, pur poco ramificato, a spingersi in profondità.
La richiesta di acqua è modesta. Non bisogna comunque pensare che l'aloe possa crescere bene senza essere bagnata: la carenza indica, anzi determina disidradazione dei tessuti fogliari, quindi riduzione delle sostanze bioattive. Si deve intervenire diversamente a seconda del periodo:
- in primavera-estate irrigare con una certa frequenza (indicativamente una volta ogni 7-10 giorni) e comunque non appena il terriccio risulti asciutto nei primi 1-2 cm superficiali;
- durante l'autunno-inverno bagnare una volta ogni 20-30 giorni, con dosaggi minori rispetto a quelli primaverili-estivi.
Distribuire l'acqua sul substrato e mai sulle parti verdi: i tessuti che permangono umidi potrebbero essere colpiti d amarciumi e, qualora fossero esposto al sole (anche quello che passa da una finestra aperta), rischierebbero di subire scottature per "effetto lente" delle gocce colpite dai raggi solari. Non bisogna irrigare mai con acqua fredda: la temperatura ottimale dell'acqua dovrebbe essere compresa tra 15 e 20°C.
3. Concimazione e moltiplicazione
Nell nostro Paese l' Aloe vera e la varietà arborescens in particolare, si possono trovare coltivate e inselvatichite in Sicilia, Sardegna, Malta, Ischia ed Elba e sulle rocce scoscese in prossimità del mare della Calabria. La varietà arborescens è molto diffusa come pianta ornamentale nei giardini rivieraschi. Le piante di Aloe tollerano spesso il freddo ma non l'umidità, alcune specie crescono in alta quota, dove per qualche ora la temperatura può scendere sotto i 0°C.
Le esigenze della concimazione non sono elevate, tuttavia i fertilizzanti devono essere distribuiti regolarmente. E' importante soprattutto nel caso di esemplari di considerevole età e dimensione, allevati in contenitore. E' consigliabile concimare 1-2 volte in primavera e 1 a fine estate, con fertilizzanti liquidi specifici per piante grasse, ben dotati, oltre che in azoto, fosforo e potassio (macroelementi), anche con buone percentuali di particolari microelementi, richiesti dalle succulente, quali ferro, manganese, rame e zinco. Durante il periodo di riposo autunno-invernale è opportuno non effettuare alcuna concimazione.
Nei luoghi di origine, la propagazione spontanea avviene tramite seme: tale metodo è lento e possono trascorrere alcuni anni prima di avere piante di apprezzabile dimensione. L'Aloe Vera non si sviluppa verso l'alto. Col tempo, aumenta di dimensioni, le foglie divengono via via più grandi e ne nascono di piccole tutto attorno alla pianta madre (che si può staccare insieme alle loro radici e piantare in altri vasi per propagare la pianta).
Il sistema più semplice e rapido per propagare l'aloe è rappresentato dalla divisione vegetativa, mediante asportazione dal cespo di una pianta madre di germogli cresciuti alla sua base, che andranno a cosstituire le nuove piante. La moltiplicazione si esegue durante il periodo estivo (da giugno a fine settembre), recidendo con un coltello le radici dei germogli, alti almeno 10 cm e dotati di 4-5 foglie, per poterli così staccare dalla pianta madre.
I germogli staccati devono essere messi a radicare singolarmente in piccoli vasi; i contenitori devono aver i fori di drenaggio e non devono essere troppo grandi: in questa fase si consigliano, indicativamente, vasetti di diametro compreso tra 8 e 12 centimetri, riempiti con il substrato tipico per piante grasse. Bastano 2-3 settimane perché la pianta possa ritenersi ben radicata e possa riprendere a sviluppare nuove foglie.
4. Aloe vera, Aloe arborens e Aloe Ferox
In genere quando si parla di aloe, si fa riferimento essenzialmente alle 3 specie in grado di esercitare effetti benefici sulla salute dell'uomo, in virtù dell'abbondante presenza in esse, già a partire dal terzo anno, di molecole bioattive: a) l'Aloe vera, b) l'Aloe arborens e c) l'Aloe Ferox.
a) Detta anche Aloe barbadensis (deve il suo nome alle Isole Barbados dove è molto diffusa), l'Aloe vera è la specie certamente più nota. Originaria delle isole Canarie e delle Isole di Capo Verde, Aloe vera si è da tempo naturalizzata nelle regioni costiere del bacino del Mediterraneo, dove cresce spontaneamente nelle zone soleggiate e sabbiose a ridosso del mare. In botanica, in genere, si usa chiamare una pianta con la denominazione assegnata dall'ultimo studioso: così l'Aloe barbadensis, o delle Barbados, di Miller, è il nome attualmente in uso presso la comunità scientifica di quella che per Linneo si chiamava Aloe vera e che per Lamarck si chiamava Aloe vulgaris.
In sintesi, l'Aloe vera di Linneo, l'Aloe barbadensis di Miller e l'Aloe Vulgaris di Lamarck sono la stessa pianta! E' una pianta priva di fusto, che si presenta sotto forma di rosetta di foglie, lunghe sino a 40-50 cm, carnose, di colore verde grigio, a volte con screziature più chiare, con piccolissimi denti o spine lungo i margini; d'estate dal centro della rosetta fuoriesce un'infiorescenza di colore arancio o giallo. I preparativi derivati da questa specie sono i più diffusi perché i più indicati per tutte le applicazioni esterne.
b) Ben più alta e voluminosa, Aloe arborens (volgarmente detta Aloe a candelabro) si presenta con fusto ben visibile e tante piccole rosette di foglie. Sul fusto si inseriscono foglie di colore verde scuro, lunghe sino a 40-50 cm, dotate di fitte dentature lungo i margini, meno carnose e più coriacee rispetto ad Aloe vera. Le foglie invecchiate tendono ad arcuarsi sulla punta. L'Aloe arborens produce in primavera-estate un'infiorescenza di colore rosso vivace o giallo-arancione, costituita da fiori tubulari.
Alcune varietà come "Natalensis" fioriscono in autunno-inverno. L'Aloe arborens ha un contenuto in aloine superiore rispetto ad Aloe vera, quindi si sconsiglia di assumerla per via orale, mentre è inferiore per polisaccaridi. Tuttavia, nonostante le sue indiscutibili proprietà terapeutiche, ha un'impiego ridotto in farmacologia e costi molto elevati per le difficoltà connesse alla sua lavorazione industriale.
c) Molto robusta, la Aloe Ferox (chiamata anche Aloe del Capo, aloe Africana o Aloe selvatica) ha un'altezza che varia dai 2 ai 5 m negli esemplari più vecchi. Come anche nell'Aloe arborescens, il tronco legnoso (cauleas) raggiunge notevoli dimensioni e si diparte in complesse ramificazioni. Le sue foglie, molto carnose, possono raggiungere il metro di lunghezza e hanno una sfumatura di colore che va dal verde al grigio-verde.
Nel mese di marzo si sviluppano le infiorescenze che sono ben ramificate con 5-12 fiori rosa corallo disposti in verticale su un unico stelo. Il gel dell'Aloe ferox è ricchissimo di sali minerali e particolarmente di ferro (da cui la denominazione ferox): ha dunque una forte valenza positiva nella cura delle anemie e dei disturbi connessi al ciclo mestruale.
5. Prodotti estratti dalle foglie della pianta
Dalle foglie dell’aloe si estraggono due prodotti: il succo (noto fin dall'antichità come potente lassativo) ed il gel (di cui sono ricche le foglie, sia l'amaro succo giallognolo estratto dalle cellule del parenchima fogliare che indurisce al contatto con l'aria), comunemente reperibili in erboristeria.
Il succo (che si ottiene dalla spremitura della foglia) è ricco di vitamine dei gruppi A, B, C, D, E, sali minerali, antrachinoni (aloina in particolare), che sono molecole ad azione purgativa che stimolano la peristalsi intestinale e altre sostanze. Il succo può essere anche essiccato; in questo caso si presenta come un ammasso resinoso di colore quasi nero e dal contenuto in aloina molto concentrato, divenendo così un prodotto dalle proprietà purganti molto drastiche, da usarsi con molta precauzione e a dosi di 0,1-0,5 grammi al giorno e da non somministrare a bambini o a persone debilitate poiché può provocare forti diarree con perdite di sali e liquidi organici (per questo motivo viene venduto solo in farmacia).
Il gel si ricava dalla sostanza contenuta nella parte più interna della foglia, ricca di mucillagini e polisaccaridi, oltre che di enzimi, vitamine e sali minerali.
Sia il succo che il gel hanno un’azione antinfiammatoria su tutti i tessuti e mucose e sulla pelle in particolare (per esempio servono per trattare scottature, arrossamenti, eczemi). Specifica e importante è anche l’azione cicatrizzante e rigenerante cellulare nei casi di lacerazioni e/o ferite, oltre che per l’attenuazione delle infezioni.
Per uso interno il gel ha anche un’azione protettiva del sistema gastrointestinale, in quanto ripara i tessuti interni in caso di ulcere, bruciori ed infi ammazioni ed assorbe le tossine disattivandole e favorendone l’espulsione. Ancora, cura infezioni batteriche, infi ammazioni agli organi genitali e disturbi agli occhi (per esempio, arrossamneti, congiuntiviti e cataratta), cura le infiammazioni delle vie respiratorie, come mal di gola e laringiti. Le proprietà rigeneranti cellulari dell’aloe vengono sfruttate anche in cosmesi, per realizzare creme e prodotti rinfrescanti, idratanti e elasticizzanti della pelle.
Se disponete di una pianta di aloe di una delle 3 specie qui sopra illustrate, potete utilizzarne le foglie per preparare il succo fresco o il gel, da impiegare poi per applicazioni esterne o da bere nelle dosi di 1-2 cucchiai al giorno, anche per lunghi periodi (per esempio 30 giorni). È importante che scegliate foglie di piante di almeno 2-3 anni, sufficientemente grosse, succose, sane e pulite (vanno lavate e asciugate con un panno).
Praticate, successivamente, un’incisione lungo tutta la lunghezza della foglia, per poterla aprire a libro ed estraetene il gel con un cucchiaio. Esso si presenta come una massa gelatinosa, brillante e traslucida e lo si può utilizzare subito, per esempio spalmandolo sulla pelle da trattare. Il succo, invece, potete ottenerlo per spremitura della foglia. Anche in questo caso il prodotto va subito utilizzato poiché tende ad ossidarsi velocemente e può essere conservato in frigorifero al massimo per 1-2 giorni.
DA RICORDARE: Molti pensano che l'Aloe, essendo una pianta, non possa far alcun male: in realtà anche i “prodotti della natura” possono avere delle controindicazioni se assunti in dosi esagerate o in situazioni controindicate. I preparati per uso interno vanno utilizzati con cautela e con parere medico durante la gravidanza. In genere l'aloe per uso esterno è molto ben tollerato, ma non si possono escludere reazioni avverse individuali: testare sempre su una piccola zona di cute. Sono possibili interazioni con alcuni farmaci: in caso di dubbi chiedere un parere medico.