Con il nome Ginseng sono note due varietà di questa pianta: la varietà cinese (Panax ginseng) e quella americana (Panax quinquefolium).
Il Panax Ginseng appartiene alla famiglia delle Araliaceae, pianta originaria della Cina, della Corea e del Giappone, di cui esistono due varietà (rossa e bianca). Il ginseng bianco è ottenuto essiccando la varietà rossa. Quest'ultima ha un più alto contenuto in saponine in virtù del quale sembra essere terapeuticamente più efficace. Il Ginseng Americano si trova in Canada e negli USA.
Il Ginseng siberiano, conosciuto anche come Eleuterococcus senticosus, è una pianta originaria della Cina, Russia (Siberia Orientale), Manciuria, Korea, e utilizzata in Occidente spesso al posto del più costoso ginseng (in Cina questa radice viene usata da oltre 2000 anni come medicina di prevenzione generale e come tonico).
Sia il Ginseng che il Ginseng siberiano (entrambe facenti parte alla famiglia delle Arialacee), sono piante cosiddette "immunostimolanti", in quanto è stato dimostrato scientificamente che determinano una stimolazione non specifica dei meccanismi immunologici di difesa, sia di tipo umorale che cellulare.
Ma poiché la suddetta stimolazione è "non specifica" e "non antigenedipendente", non sono coinvolte le cellule della memoria immunologica; l'effetto degli immunostimolanti scompare, quindi, piuttosto rapidamente, rendendone necessaria una somministrazione continua o ad intervalli regolari.
Ma andiamo a conoscere meglio queste piante millenarie, alle quali sono state attribuite proprietà medicinali magiche e miracolose, in grado non solo di guarire tutte le malattie ma anche di fortificare lo spirito, tonificare e ringiovanire l'organismo, rallegrare il cuore, prolungare la vita e aumentare il desiderio sessuale.
1. Ginseng (Panax ginseng C.A. Meyer)
La definizione botanica del Ginseng è “Panax Ginseng”, appartenente alla famiglia delle Araliaceae. Il termine Panax viene dal greco παν ἀκέια, pan (tutto) akèia (cura, rimedio), termine dal quale deriva la parola italiana panacea, cioè rimedio a tutti i mali. Panacea era la dea greca capace di guarire tutti i mali, figlia di Asclepio, dio della medicina, e di Epione.
Il termine Ginseng viene dal cinese Rén Shēn, ossia Radice dell'Uomo, perchè le radici hanno un aspetto antropomorfo, simile alla figura umana. Il Ginseng si sviluppa nell'emisfero settentrionale: Asia orientale (principalmente Corea, Cina del Nord e Siberia orientale), Nord America e Canada, tipicamente nei climi più freddi.
Il genere Panax, comprende 6 specie, tra cui quelle commercialmente più importanti sono il Panax ginseng o Ginseng coreano ed il Panax quinquefolius o Ginseng americano. Entrambi sono erbe perenni con radice tuberizzata ed un singolo fusto semplice, che porta alla sommità un verticillo con foglie composte, da tre a sei, lungamente picciolate.
Il Ginseng asiatico, originario delle montagne boscose della Cina nord-orientale, è quello più apprezzato dai Cinesi, ed è, oggi, praticamente introvabile allo stato spontaneo, per cui viene intensamente coltivato sia nelle zone di origine cinesi, che in Korea e Giappone. Il Ginseng americano, originario della parte orientale dell'America del nord, viene ampiamente coltivato negli Stati Uniti, in Quebec ed in Canada, e, per la maggior parte, esportato in Cina.
La droga è rappresentata dalla radice, di almeno sei anni, che, dopo la raccolta, viene essiccata in modo vario: si distinguono infatti, in base alla preparazione, un "ginseng bianco" ed un "ginseng rosso". Il tipo riconosciuto come officinale dalle Farmacopee Europee è quello bianco. La radice di ginseng contiene principalmente delle saponine triterpeniche, sia tetracicliche del gruppo del dammarano che pentacicliche del tipo dell'oleano, denominate ginsenosidi.
Le varie specie di ginseng possono essere distinte sulla base dei tipi di ginsenosidi prevalenti nella droga: Rb1, Rb2, Rc, Re, Rg1 nel Ginseng cinese o coreano e Rb1 ed Re in quello americano, per esempio. Tra gli altri componenti ci sono polisaccaridi complessi, polipeptidi, composti poliacetilenici (per es. panaxinolo), vitamine (soprattutto del gruppo B), sali minerali, oligoelementi e tracce di olio essenziale.
In Cina, la pianta è tuttora nota come la "radice dell’uomo", in Corea come la "radice della vita" o la "radice umana" e in Giappone è oggetto di una considerazione talmente elevata da essere chiamata la "meraviglia dell’universo". La radice del Ginseng ha effettivamente una conformazione tale da ricordare molto da vicino la forma umana.
Una leggenda cinese racconta che l'intero villaggio di Shantang, nella provincia di Shanxi, era turbato da strani lamenti. Un giorno gli abitanti del villaggio si riunirono e decisero di mettersi in cammino per scoprirne l'origine. Trovarono che sotto un arbusto una massiccia radice dalla forma umana gridava per attrarne l'attenzione.
Secondo la tradizione coreana, invece, nelle gole strette e ombrose intorno alla cittadina di Kumsan, in Corea, ai piedi del picco di Kwanumbul, il giovane Kang trovò, su indicazione del dio della montagna, la pianta medicinale dalle piccole bacche rosse. Fece bere un decotto di radici alla madre ammalata, che prodigiosamente guarì. Esistono diverse tradizioni ma tutte concordano nel ritenere che non sia stato l'uomo a trovare la radice, bensì essa a richiamare l'uomo.
2. Ginseng: una pianta classificata "superiore"
La radice di Ginseng rappresenta uno dei più antichi medicamenti usati dall'uomo: gli storici credono che il suo uso risalga ad almeno 5000 anni fa. Il nome botanico Panax deriva dalla parola greca panacea, che significa "cura tutto", e fa riferimento alla vasta gamma di applicazioni attribuite alla droga.
In Cina, la somiglianza della forma della radice di Ginseng con quella di un corpo umano (il nome cinese del Ginseng: ren shen significa radice a forma di uomo) ha portato a credere che la droga abbia proprietà toniche e rivitalizzanti su tutto il corpo, in particolare nelle persone anziane.
Nella medicina cinese tradizionale è stato utilizzato soprattutto per normalizzare la pressione sanguigna, per curare l'artrosi e l'amnesia, per i disturbi della menopausa, per l'impotenza, per rafforzare l'organismo quando è debilitato da malattie croniche o nei periodi di convalescenza.
Esso è classificato tra le piante "superiori", cioè tra quelle più utilizzate e sicure a disposizione. L'azione farmacologica del Ginseng è varia e complessa; è stato comunque dimostrato scientificamente che aumenta l'efficienza fisica e mentale e migliora le capacità di adattamento dell'organismo posto in condizioni sfavorevoli. I ricercatori Russi hanno introdotto per primi il termine adattogeno per descrivere una pianta che rafforza le funzioni dell'organismo ed il sistema immunitario e aiuta a controbilanciare stress fisici di diversa natura.
Col termine adattogeno si intendono una serie di sostanze di origine naturale che aiutano l'organismo ad adattarsi allo stress migliorando il vigore fisico e la concentrazione mentale favorendo un effetto ricostituente. Gli adattogeni regolarizzano l'equilibrio interno del corpo, in particolare l'equilibrio del sistema nervoso stimolandolo quando è depresso e calmandolo quando è eccitato diminuendo così le reazioni eccessive agli agenti stressogeni.
Il Ginseng è stato il primo adattogeno ad essere riconosciuto dalla medicina occidentale, ed è anche quello meglio studiato. L'attività immunostimolante del Panax ginseng è documentata da una vasta letteratura, che si rifà a sperimentazioni di buona qualità ed affidabili. I componenti ritenuti attivi sono i ginsenosidi, cioè le saponine triterpeniche. La sua attività immunostimolante si esplica nella capacità di stimolare la risposta anticorpale, l'immunità cellulo-mediata, l'attività delle cellule Natural Killer, la produzione di interferone e le funzioni proliferative e fagocitarie del sistema reticoloendoteliale.
3. Proprietà curative
E' stato dimostrato che il ginseng previene le infezioni virali negli animali da esperimento combinando tutti questi effetti, tra cui il più importante è la capacità di stimolare le cellule del sistema reticoloendoteliale, i macrofagi, e la loro attività fagocitaria.
Esperimenti di stimolazione immunitaria con eritrociti di pecora, effettuati su topi, hanno dimostrato che l'estratto acquoso di radice di Ginseng è in grado di aumentare del 50% la risposta primaria degli anticorpi, e del 50%-100% quella secondaria, misurata attraverso il numero di cellule formanti anticorpi IgG ed IgM. Un effetto pronunciato è stato osservato anche sull'attività delle cellule Natural-Killer, potenziata tra il 44% ed il 100%, e sulla produzione di interferoni.
L'attività immunostimolante del ginsenoside Rg1, in presenza di una stimolazione antigenica, è evidente sui linfociti umani, che aumentano la loro velocità di replicazione. Tale azione è ancora più marcata sui linfociti di soggetti anziani e in condizioni di depressione della funzionalità leucocitaria. Analisi di laboratorio hanno confermato la capacità rigenerativa del Ginseng anche su individui defedati nelle difese immunitarie a causa di interventi chirurgici e terapie radianti.
Gli effetti di un estratto acquoso di radice di Ginseng sulla funzione immunitaria sono stati comparati con quelli di un estratto standardizzato, in uno studio in doppio cieco, controllato contro placebo, condotto su individui sani. I campioni di sangue prelevati dopo 4 e 8 settimane, hanno evidenziato, nelle persone trattate con ginseng, un aumento della chemiotassi dei leucociti polimorfonucleati, dell'indice di fagocitosi e del numero totale di linfociti T3 e T4. Gli individui, cui era stato somministrato l'estratto standardizzato, presentavano anche un aumento del rapporto tra linfociti T4 e T8 ed un incremento dell'attività delle cellule Natural Killer.
Le conclusioni che sono state tratte dall'esperimento indicano che: entrambi gli estratti di Ginseng hanno attività immunostimolante, ma l'estratto standardizzato è più efficace di quello acquoso. Un estratto standardizzato di ginseng è stato somministrato a pazienti sofferenti di bronchite cronica, ottenendo come risultato un incremento del numero e della dell'attività dei macrofagi alveolari. L'utilizzo prolungato di Ginseng in individui con discreta deficienza immunitaria (frequenti raffreddori ad esempio) può ridurre il rischio di infezioni virali.
Uno studio in doppio cieco contro placebo, durato 12 settimane, ha permesso di evidenziare gli effetti combinati di un estratto standardizzato di Ginseng con un vaccino antinfluenzale polivalente, somministrato alla quarta settimana. L'incidenza di influenza e comuni malattie da raffreddamento è risultata circa tre volte più alta negli individui vaccinati, ma trattati solo con placebo. Coloro che avevano assunto il Ginseng mostravano inoltre un titolo anticorpale molto più elevato e una attività delle cellule NK doppia.
4. Dosaggio e controindicazioni
Dosaggio:
1-2 g di radice secca al giorno o la dose corrispondente delle varie preparazioni, per un trattamento non superiore ai 3 mesi consecutivi. Il trattamento può essere ripreso dopo una pausa di alcune settimane.
Per ottenere l'effetto desiderato è importante utilizzare degli estratti standardizzati di Ginseng, di cui sia noto il contenuto in ginsenosidi, e di cui sia quindi possibile praticare un dosaggio preciso.
La Farmacopea Ufficiale della Repubblica Italiana prevede che la droga essiccata di Panax ginseng non contenga meno dell'1,5% di ginsenosidi, calcolati come ginsenoside Rg1.
Controindicazioni:
- La Food and Drug Administration (Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali, abbreviato in FDA) ha incluso il Ginseng nell'elenco delle piante generalmente ritenute sicure. Alle dosi raccomandate è ben tollerato dalla maggior parte delle persone. Gli effetti collaterali, riportati in letteratura, riguardano soprattutto l'insonnia, conseguente ad un dosaggio troppo alto, ad assunzioni serali o eccessiva risposta verso questa pianta. Può indurre, in soggetti predisposti, nervosismo e tachicardia.
- Un utilizzo a lungo termine o dosi elevate di ginseng possono causare mal di testa, vertigini, disturbi allo stomaco e altri sintomi.
- Il Ginseng ha azione anticoagulante, ed è perciò controindicato nei soggetti che presentano disturbi della coagulazione. Non è raccomandata inoltre la somministrazione in gravidanza o durante l'allattamento, perché non sono disponibili dati riguardanti i suoi effetti sulla donna, sul feto e sul lattante.
- E' meglio non associare elevate dosi di Ginseng ad altri stimolanti, inclusa la caffeina in quanto possono amplificare gli effetti stimolanti del ginseng.
- Per evitare gli effetti collaterali correlati al ginseng, alcuni esperti suggeriscono di non assumerlo in modo continuativo per più di 3 mesi o talvolta anche per poche settimane. Dopo un periodo di pausa, il medico potrebbe raccomandare di iniziare nuovamente ad assumere il ginseng per un altro periodo di tempo pari ad alcune settimane o alcuni mesi.
- Poiché il ginseng può influenzare i livelli di zuccheri nel sangue, gli individui che assumono farmaci per trattare il diabete non dovrebbero utilizzare il ginseng senza aver prima consultato il medico.
5. Ginseng siberiano (Eleuterococco)
Il Ginseng siberiano noto anche come Eleuterococco, è un arbusto spinoso, che può raggiungere i 3 metri di altezza, con foglie palmate e piccoli fiori riuniti in ombrelle. Appartiene, come il Ginseng, alla famiglia delle Arialiaceae, ed è originario delle regioni orientali della Russia (Siberia), del nord della Cina, della Korea e del Giappone.
I componenti principali della sua radice, raccolta in autunno ed essiccata, sono gli eleuterosidi, un gruppo eterogeneo di composti appartenenti a diverse classi chimiche, tra cui i più importanti sono: il D e l'E, della famiglia dei lignani e, chimicamente, glucosidi del siringaresinolo, l'A (daucosterolo), ecc. Sono presenti inoltre dei polisaccaridi ad alto peso molecolare (PES-A e B), vitamina E, β-carotene, acidi caffeico ed oleanolico, ecc..
In Russia, la radice di Eleuterococco è usata come tonico ed adattogeno, in modo simile a quello con cui viene utilizzato il Ginseng in Cina. Anche in Cina però, la radice intera ed il rizoma di Eleuterococco, noti come ciwujia, sono impiegati come stimolante, tonico, adattogeno, diuretico, in caso di insonnia, dolori alla schiena o ai reni, artrite reumatoide, mancanza di appetito e per aumentare, in modo aspecifico, la resistenza alle malattie o a situazioni di stress.
Questa pianta è riportata nella Farmacopea ufficiale russa, e la produzione dei suoi estratti, nel paese, è supervisionata dal Ministero della Sanità. Le preparazioni a base di Eleuterococco sono divenute popolari in Russia verso il 1950, come sostituti, meno costosi, del Ginseng, e sono state ampiamente utilizzate da atleti olimpici, astronauti e soldati, per migliorare le prestazioni fisiche e la resistenza a sforzi estremi. Uno studio del 1986, condotto dallíIstituto delle Scienze per la Salute e lo Sport dell'Università di Tsukuba, in Giappone, ha dimostrato che l'Eleuterococco migliora l'utilizzazione dell'ossigeno nei muscoli sotto sforzo.
Come nel caso del Ginseng, gli atleti che assumono questa radice, o preparati a base della stessa, ottengono un miglioramento delle proprie prestazioni ed un recupero più rapido dopo un allenamento o in gara. L'Eleuterococco è oggi considerato una importante droga ad attività adattogena, che, in situazioni di stress psicologico e fisico e in condizioni ambientali sfavorevoli, è capace di fornire all'organismo un impulso diretto verso il mantenimento dell'omeostasi.
Il meccanismo di azione della droga è ancora da chiarire, ma sembra molto probabile che essa intervenga sull'asse ipotalamo-ipofisi- surrenali, ottimizzandone il funzionamento. L'Eleuterococco è un adattogeno ad azione soprattutto immunitaria. La sua attività immunostimolante è da attribuire, oltre che agli Eleuterosidi, anche alla componente polisaccaridica.
Per le sue proprietà stimolanti le difese immunitarie, l'utilizzo di questa droga è particolarmente indicato in quei soggetti che presentano facilità a contrarre malattie da raffreddamento, influenza e malattie infettive in generale. In Unione Sovietica, a seguito della somministrazione, preventiva, di Eleuterococco è stata dimostrata una significativa riduzione dell'incidenza della sindrome influenzale (addirittura fino al 90%), su vasti campioni di popolazione.
L'azione preventiva dell'Eleuterococco è stata documentata anche in caso di patologie respiratorie acute e croniche. Le frazioni polisaccaridiche stimolano la fagocitosi, inibiscono la crescita di tumori sperimentali trapiantati e sopprimono la propagazione della tubercolosi nel topo e nella cavia. Nella pratica clinica questa pianta viene riconosciuta come supporto ai pazienti tumorali sottoposti a chemioterapia e radioterapia. Presso il Centro di Ricerca sul cancro di Mosca è stata condotta la maggior parte delle ricerche in campo oncologico: circa l'80% dei pazienti ha risposto all'uso di Eleuterococco con una crescita degli indici immunologici.
La ricerca ha stabilito, fino ad ora, per l'Eleuterococco, effetti immunoprotettivi nei confronti del carcinoma gastrico, mammario, ovarico, labiale, della cavità orale e del melanoma.
Dosaggio:
2-3 g di radice essiccata al giorno o la dose corrispondente delle varie preparazioni, per un trattamento non superiore ai 3 mesi consecutivi. Il trattamento puÚ essere ripreso dopo una pausa di alcune settimane.
Controindicazioni:
- Studi tossicologici attestano l'elevata tollerabilità della droga.
- Prove cliniche hanno dimostrato che l'Eleuterococco può aumentare la pressione del sangue, e perciò non dovrebbe essere somministrato a pazienti aventi tale parametro al di sopra della norma.
- Non è raccomandata la somministrazione in gravidanza o durante l'allattamento perchè non sono disponibili dati riguardanti i suoi effetti sulla donna, sul feto e sul lattante.