I Lepidotteri rappresentano un vasto Ordine di Insetti olometaboli (e cioè di Insetti in cui la larva che schiude dall'uovo è molto diversa dall'adulto e strutturalmente molto più semplice) a cui appartengono più di 165.000 specie, note come Farfalle e Falene (vi sono ancora molte aree tropicali inesplorate, per cui si stima che il numero di specie viventi nel nostro pianeta raggiungono le 200.000 unità).
Le Farfalle hanno vita diurna e vengono chiamate Ropaloceri, mentre le Falene hanno vita notturna e vengono chiamate Eteroceri.
La distinzione tra queste due non risponde più ad una suddivisione scientifica come un tempo e quindi non viene più presa in considerazione dagli entomologi come alcuni pensano.
L'ordine dei Lepidotteri è costituito da 127 famiglie ed è secondo solo all'Ordine dei Coleotteri.
Giusto per essere precisi, l'Ordine dei Lepidotteri comprende altri 4 Sottordini dai nomi più o meno impronunciabili, che sono: Zeugloptera, Aglossata, Heterobathmiina e Glossata.
Ai primi tre appartengono poche specie con alcune caratteristiche primitive, dove l'apparato boccale è masticatore con mandibole presenti e funzionanti, mentre manca la spiritromba.
Invece la quasi totalità delle farfalle e delle falene conosciute appartengono al Sottordine Glossata che comprende le specie provviste di spiritromba, e che sono la quasi totalità dei Lepidotteri.
Ma vediamo un po' meglio quest'ordine vastissimo e bellissmo di insetti.
1. I Lepidotteri
L'origine delle farfalle sulla terra ha avuto luogo da un progenitore comune ai Lepidotteri e Tricotteri, durante il Permiano, circa 250 milioni di anni fa.
La parola Lepidotteri significa proprio “ali con le scaglie” perché hanno delle piccolissime scaglie che rivestono le ali ed il corpo, donando la tipica colorazione.
Il corpo, come quello di tutti gli insetti, è diviso in capo, torace e addome. La testa è piccola e arrotondata ed è occupata da un paio di occhi composti, così chiamati perché ognuno di essi è costituito da centinaia, talvolta migliaia, di piccole lenti (ogni unità è detta ommatidio).
Molte farfalle posseggono anche un paio di occhi semplici, detti ocelli, posti sopra a quelli composti e molto sensibili all'intensità luminosa (ma che non rilevano le immagini vere e proprie). Tra gli occhi sono poste le antenne, costituite da molti piccoli segmenti che fungono da organi di senso tattile e chimico.
Quasi tutte le farfalle si nutrono di liquidi zuccherini e di nettare che è aspirato grazie alla presenza di un apparato boccale succhiante, che viene chiamata spiritromba, formata dai lobi esterni delle mascelle che si uniscono a formare un lungo tubo.
La spiritromba può essere lunga quanto l'intero corpo e a riposo viene avvolta a spirale posizionandosi sotto la testa. I Lepidotteri posseggono due paia di ali membranose e quelle anteriori sono solitamente più grandi.
La struttura alare della farfalla è costituita da tessuto vivo attraversato da svariate fibre nervose e da tubicini che trasportano ossigeno.
L'intera superficie è ricoperta da scaglie, disposte come le tegole di un tetto che contengono dei pigmenti chimici che determinano le colorazioni ed i complessi disegni.
Talvolta invece i colori sono dovuti a fenomeni fisici di diffrazione e interferenza della luce e quindi i colori di queste farfalle variano secondo l'angolo di incidenza della luce stessa.
La loro distribuzione va dai tropici alle più fredde regioni del nord e del sud, fino al limite delle nevi eterne. Le specie più belle e numerose vivono nelle aree tropicali.
2. La metamorfosi
Durante la propria vita, i Lepidotteri cambiano radicalmente la struttura del corpo e le abitudini alimentari e si ha quindi la metamorfosi.
Il ciclo vitale delle farfalle è caratterizzato da quattro stadi: uovo, larva (o bruco), pupa (o crisalide) ed infine la forma adulta o immagine, sono quindi Olometaboli.
Gli Insetti olometaboli presentano una metamorfosi completa, ovvero attraversano una successione di stadi larvali molto diversi dall’adulto (dal punto di vista strutturale, ecologico, funzionale ecc.), seguiti da uno stadio quiescente (pupa), al quale per metamorfosi segue lo stadio adulto (imagine o imago o insetto perfetto).
La femmina depone le uova su un vegetale adatto a nutrire i bruchi e dopo un certo tempo (di solito 2 settimane) si schiude e nasce una larva che si chiama bruco, priva di ali e incapace di volare, che si muove grazie a tre paia di zampe toraciche e alle pseudo zampe addominali.
Il bruco è privo di occhi composti e di spiritromba e possiede però un apparato boccale masticatore con delle forti mandibole, grazie alle quali si nutre principalmente di parti vegetali e soprattutto di foglie, quindi diverse specie di Lepidotteri vengono considerate molto dannose per tante piante e colture agrarie.
Il rivestimento della larva non si accresce e quindi deve essere cambiato periodicamente, in genere da 3 a 5 volte (mute) a seconda delle specie. Dopo aver raggiunto il suo massimo sviluppo, la larva matura smette di nutrirsi e cerca un luogo adatto dove trasformarsi in pupa, spesso sotto una foglia, su un ramo o a terra.
Con la seta la larva si costruisce supporti con cui attaccarsi; poi la sua pelle si lacera e fuoriesce la crisalide o pupa. In questo stadio, l'insetto rimane immobile; può essere ancorato a capo in giù mediante un uncino posteriore, oppure la metamorfosi può avvenire all'interno di un bozzolo o in una celletta nel terreno.
In questa fase subentrano notevoli modifiche che porteranno la pupa a trasformarsi in una farfalla adulta. Quando il rivestimento della pupa si lacera, fuoriesce faticosamente la farfalla che dopo aver lasciato asciugare e dispiegare le ali, prende il volo.
Ha vita cosi uno degli insetti più affascinanti che molto spesso coi suoi bellissimi colori e disegni delle ali riesce ad incantare grandi e piccoli e che non ricorda più per niente il bruco che era prima.
3. Le larve e gli adulti
La durata della vita larvale e il numero delle generazioni annue dipendono dalla specie, dalla qualità del nutrimento e da fattori ambientali come la temperatura.
Comportamenti gregari sono abbastanza frequenti tra i bruchi. Le larve di varie specie come la Processionaria del pino e quella della quercia vivono in gruppi e costruiscono nidi di seta che utilizzano come protezione.
Gli adulti invece conducono in genere vita solitaria, ma si possono osservare affollamenti di farfalle nei luoghi dove svernano, assembramenti di individui sulla terra umida e aggruppamenti protettivi durante il riposo notturno in certe specie.
Esempi di comportamento territoriale sono stati osservati in farfalle diurne. In molte specie sono presenti dei rituali di corteggiamento che possono anche comprendere comunicazioni tra i sessi basate su stimoli visivi legati a particolari colorazioni delle ali.
Altre volte sono coinvolti stimoli olfattivi con l'emissione di ferormoni sia da parte del maschio che della femmina; quelli maschili agiscono in genere solo a corto raggio, mentre quelli femminili attirano il maschio anche a notevole distanza.
Mentre gli individui di alcune specie compiono solo spostamenti molto limitati, altre possono compiere migrazioni di oltre 2500 chilometri, come la Vanessa Cardui.
4. Di cosa si nutrono i Lepidotteri?
I Lepidotteri sono quasi tutti fitofagi ( cioè si nutrono di piante) sia allo stadio larvale che da adulti.
Le farfalle dei sottordini più primitivi con apparato boccale masticatore, si nutrono di polline, quelle provviste di spiritromba (sottordine Glossata) di nettare.
Alcune specie si nutrono di frutta, a volte anche perforando la buccia con la spiritromba, altre invece succhiano urine, escrementi e carogne in decomposizione.
La cosa può sembrare piuttosto sgradevole a molti, ma del resto tantissime persone credono che le farfalle si nutrano solo di fiori invece non è proprio cosi!
La maggior parte dei bruchi inoltre si nutre di foglie, in genere attaccandole a partire dal margine e più raramente si nutrono di gemme, fiori, frutti, semi o legno.
Alcune specie sono xilofaghe, e cioè mangiano legno all'interno del tronco o dei rami come le Cossidae e le Sesiidae, oppure producono galle, che sono dei particolari rigonfiamenti delle foglie o di alcuni rami delle piante.
Alcune specie sono monofaghe, cioè si nutrono di una sola specie vegetale, altre sono polifaghe. L'Eupoecilia ambiguella ossia le “tignole”, come vengono chiamate volgarmente da molti, si nutrono di prodotti immagazzinati, talvolta anche di origine animale come lana o cera.
Non mancano neppure i bruchi predatori, che vivono nei formicai dove predano gli afidi ma anche gli stadi pre-immaginali delle stesse formiche.
5. Le diverse forme di difesa contro i predatori
Le farfalle sono insetti innocui, non hanno armi di difesa come quelle di altri insetti (pungiglioni, tenaglie, liquidi velenosi o irritanti ecc.) per cui sono spesso vittime di molti predatori (uccelli, ragni,rettili, anfibi, roditori, mantidi religiose ecc).
La difesa più frequente contro i predatori è rappresentata dalle forme e colorazioni di larve e adulti, con le quali si mimetizzano con l’ambiente rendendosi invisibili.
Alcune specie vengono ignorate dai predatori perché confuse con gli escrementi bianchi e neri degli uccelli. Non mancano tuttavia vivaci colorazioni con le quali i predatori vengono avvertiti della presenza di sostanze tossiche o repellenti, assimilate dalla pianta ospite o sintetizzate dall’insetto stesso, che rendono la specie inappetibile.
Per segnalare il loro sapore sgradevole ai predatori che utilizzano principalmente l'olfatto o l'udito, alcune specie emettono anche odori o suoni particolari, come gli ultrasuoni emessi dalle Arctiidae quando avvertono la presenza dei pipistrelli.
Spine velenose, peli urticanti e secrezioni ripugnanti possono essere presenti nei bruchi e talvolta anche negli adulti. Nel bruco del Macaone e di altre specie del genere Papilio è presente a questo scopo un organo ghiandolare che viene estroflesso a scopo difensivo.
In alcuni generi gli adulti mostrano improvvisamente le colorazioni rosse, gialle o blu delle ali posteriori, normalmente non visibili nella posizione di riposo perché nascoste dalle anteriori, allo scopo di disorientare il predatore.
Altre specie presentano sulle ali macchie che imitano grandi occhi di vertebrati, in certi casi presenti solo sulle posteriori, che vengono esibite improvvisamente.
Nelle Lycaenidae del genere Thecla e in altri generi affini all'estremità dell'ala posteriore, una codina accompagnata da falsi occhi simula un'intera testa completa di antenne, che attira l'attenzione dei predatori proteggendo così la testa vera che invece è nascosta.
Alcune famiglie presentano organi uditivi in grado di avvertire (anche a una distanza di oltre 30 metri) gli ultrasuoni che i pipistrelli utilizzano per individuare la preda; Geometridi e Nottuidi reagiscono cambiando direzione o lasciandosi cadere al suolo, mentre le Arctidi emettono a loro volta particolari ultrasuoni, che svolgono la stessa funzione delle loro colorazioni.
Altre strategie di difesa sono:
- l'emissione di liquidi nausebondi che le rendono inappetibili, e
- l'imitazione nelle forme e nei colori ad altri insetti non graditi ai predatori.