Gibran Kahlil Gibran nasce il 6 dicembre del 1883 a Bisharri, un villaggio del Libano settentrionale. I suoi genitori erano cristiani maroniti, cioè cattolici della Palestina settentrionale.
Nel 1895, quando il poeta era appena dodicenne, la famiglia emigrò negli Stati Uniti, a Boston, per sottrarsi all’oppressione dell’impero ottomano, come molti altri emigrati dal Libano in quell’epoca (sono gli anni dell'emigrazione araba verso gli Stati Uniti e il Brasile).
Lì cominciò a frequentare le scuole americane e il suo nome Gibran Kahlil gli fu abbreviato e cambiato (per questo motivo nei suoi scritti in inglese la sua firma è Kahlil Gibran).
A Boston visse nel povero quartiere cinese e dopo una breve permanenza negli Stati Uniti, a 16 anni, nel 1899, Gibran ritornò per tre anni a Beirut per studiare lingua e letteratura araba. Completati gli studi, viaggiò a lungo in Libano e in Siria e nel 1902 abbandonò definitivamente il Libano per raggiungere la famiglia a Boston e dedicarsi alla pittura.
Rientrato nel 1899 per 3 anni a Beirut per completare i suoi studi sulla lingua e la letteratura araba, si intrattenne poi in Libano e Siria, ma nel 1902, impaziente di rivisitare i posti che avevano marcato e contrassegnato gran parte del suo passato, fece ritorno a Boston.
Tra il 1902 e il 1903 la sua famiglia fu percossa da troppe circostanze penose e luttuose: la morte della sorella Sultana, del fratello Boutros, della madre e del padre.
Nel 1904 Gibran incontrò Mary Haskell, che dal primo impatto ne ammirò la forza, l'intelligenza e divenne sua amica, collaboratrice e mecenate. Gran parte delle sue iniziative future si devono all'apprezzabile e ammirevole aiuto della sua amica Mary Haskell, che lo aiuterà finanziandolo più volte.
Nel 1908 si trasferì a Parigi per studiare all’Accademia di Belle Arti e diventò allievo dello scultore Auguste Rodin, che vide nel giovane una promessa sia per le arti figurative che per la letteratura. Tornato negli Stati Uniti nel 1911, Gibran visse prima a Boston e poi a New York.
All’inizio riscosse un certo successo come pittore e venne considerato dalla critica come il massimo esponente della scuola pittorica «orientale» in Occidente. Nel aprile del 1920 , lui assieme ad altri 8 scrittori arabi (libanesi e siriani) si incontrarono per dare vita e definire gli scopi di un'associazione (battezzata "Ar Rabita el-Qalamiah", cioè "La Lega araba della penna") avente un unico scopo: "far uscire la letteratura araba dal pantano, cioè dalla stagnazione e dall'imitazione in cui si era arenata".
Nel 1923 esce nelle librerie di tutto il mondo, in inglese, il suo libro più famoso "Il Profeta", che ebbe un enorme successo e fu tradotto in numerose lingue. E' un'opera compiuta in sè ed è considerata la sua eredità, in quanto la riflessione sulla vita e sull'umanità, il senso del sacro, sono in questa opera particolarmente marcati ed enfatizzati.
Dopo il grande successo raccolto con "Il Profeta", Kahlil Gibran è autore di una serie di scritti e poemi di grande spessore nei quali tocca con grande disinvoltura e maestrìa i temi più importanti dell'esistenza umana. Gli ultimi anni della sua vita furono estremamente attivi in campo letterario.
Ma nel 1929 si manifestarono i primi sintomi della cirrosi epatica e della tubercolosi che lo avrebbero stroncato nel giro di due anni. Gibran morì a New York l’11 aprile del 1931.
E la salma fu poi traslata a Beirut e infine a Bisharri, lasciando i sui diritti d'autore in eredità agli abitanti di Bisherri per opere di pubblico beneficio.
1. Massime spirituali: prima parte
- La forza e la tolleranza sono compagne.
- L’amore e il vuoto, in noi, sono come i flussi delle maree.
- La miseria si nasconde nei pensieri prima di arrendersi al portafogli.
- L’uomo può solo scoprire, non potrà, né mai avrà la volontà di inventare qualcosa.
- Il compito della filosofia è quello di trovare la via più breve tra due punti.
- Non sarebbe più conveniente, per i governi, costruire manicomi per i savi invece che per i pazzi?
- In una costruzione, la pietra più solida è quella che “si trova più in basso nelle fondamenta.
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Quando ho scritto sulla mia porta:
«Lasciate fuori le tradizioni, prima di entrare», neanche un’anima ha osato venirmi a visitare o aprire la porta. - Perfino le leggi della Vita obbediscono alle leggi della Vita.
- Ho imparato ad osare dall’indolenza del mio popolo.
- È degnissimo di lodi colui che ingiustamente ne è privato dalla gente.
- Il vero uomo religioso non abbraccia una religione; e quello che ne abbraccia una non ha religione.
- La maggior parte degli uomini dotati di fine sensibilità si affrettano a ferire i tuoi sentimenti per paura che tu ferisca il loro per primo.
- Lo scrittore che attinge materiale dai libri è come colui che prende a prestito del denaro solo per prestarlo.
- Quando non ho ricompensato chi mi adulava, lui si è lamentato ed ha brontolato. Ho sopportato tutto questo in silenzio e la gente ha riso di lui.
- Non confondere il dono che in realtà è un insulto ed il dono come pegno di rispetto.
- Si parla di più di colui che dissente, che di colui che è d’accordo.
- Non ho mai dubitato di una verità che richiedesse una spiegazione, a meno che non dovessi analizzare quella spiegazione.
- Il dolce è più vicino all’amaro che alla putrefazione, non importa quanto sia dolciastro l’odore
2. Massime spirituali: seconda parte
- L'aspetto delle cose varia secondo le emozioni, e così noi vediamo magia e bellezza in loro: ma bellezza e magia, in realtà, sono in noi.
- Dio ha dotato lo spirito di ali per farlo volare nel vasto firmamento d’Amore e Libertà. Come è indegno troncare con le mani quelle ali e lasciar che lo spirito soffra strisciando sulla terra come un verme.
- Se anche cantassi come gli angeli, ma non amassi il canto, non faresti altro che rendere sordi gli uomini alle voci del giorno e alle voci della notte.
- Farò della mia anima uno scrigno per la tua anima, del mio cuore una dimora per la tua bellezza, del mio petto un sepolcro per le tue pene. Ti amerò come le praterie amano la primavera, e vivrò in te la vita di un fiore sotto i raggi del sole. Canterò il tuo nome come la valle canta l'eco delle campane; ascolterò il linguaggio della tua anima come la spiaggia ascolta la storia delle onde.
- L'amore è un tesoro prezioso, è il dono che Dio fa agli spiriti sensibili e grandi. Getteremo via questo tesoro e lasceremo che i porci lo sparpaglino e lo calpestino?
- Gli affetti del cuore sono come i rami del cedro; se l'albero perde un ramo robusto, soffre, ma non muore. Riversa tutta la vitalità nel ramo accanto, perchè possa crescere e riempire il posto vuoto.
- Uno sguardo che rivela il tormento interiore aggiunge bellezza al volto, per quanta tragedia e pena riveli, mentre il volto che non esprime, nel silenzio, misteri nascosti non è bello, nonostante la simmetria dei lineamenti.
- Il calice non attrae le labbra se non traluce il colore del vino attraverso la trasparenza del cristallo.
- L'amore non dà nulla se non se stesso, non coglie nulla se non da se stesso. L'amore non possiede, né vorrebbe essere posseduto, poiché l'amore basta all'amore.
- Ho scoperto il segreto del mare meditando su una goccia di rugiada.
- Dove potrò trovare un uomo che sia guidato dalla ragione invece che dalle consuetudini e dalle necessità?
- Più si dona, più diminuiscono gli amici.
- Se sei povero, evita coloro che usano il metro delle ricchezze per valutare gli uomini.
- Preferisco essere un sognatore fra i più umili, immaginando quel che avverrà, piuttosto che essere signore fra coloro che non hanno sogni e desideri.
- Dei doni più preziosi della vita – bellezza e verità – vedo la prima nel cuore di chi ama e la seconda nella mano di chi lavora.
- Parsimonia è essere generosi, per tutti tranne gli avari.
- Seppi chi fossero vedendo come mangiavano.
- Nessuno può cadere più in basso di colui che interpreta i suoi sogni in termini di oro e di argento.
- Qualcuno disse ad un irriducibile chiacchierone: «Le tue parole alleviano e curano le pene del cuore». Al che si zittì e sostenne di essere un dottore.
- Se vuoi essere più vicino a Dio, stai più vicino alla gente.
3. Massime spirituali: terza parte
- Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia. Perché oltre la nera cortina della notte c'è un'alba che ci aspetta.
- L'amicizia è sempre una dolce responsabilità ma non è mai un'opportunità.
- La generosità significa dare più di quello che puoi, e l'orgoglio sta nel prendere meno di ciò di cui hai bisogno.
- Il vero amore non è né fisico né romantico. Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà.
- Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza. I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici.
- Amatevi, ma non tramutate l'amore in un legame. Lasciate piuttosto che sia un mare in movimento tra le sponde opposte delle vostre anime. Colmate a vicenda le vostre coppe, ma non bevete da una stessa coppa. Scambiatevi il pane, ma non mangiate da un solo pane. Cantate e danzate insieme e insieme siate felici, ma fate in modo che ognuno di voi sia anche solo, come sono sole le corde di un liuto, sebbene vibrino alla stessa musica. Mettetevi fianco a fianco, ma non troppo vicini. Perché la quercia non si rialza all'ombra del cipresso.
- Se l'altro ride di te, potrai aver pietà di lui; ma se sei tu a ridere di lui, non potresti mai perdonarti. Se l'altro ti ingiuria, potresti dimenticare l'ingiuria; ma se sei tu a ingiuriare lui, starai a ricordartelo per sempre. In verità l'altro è il tuo io più sensibile, trasferito in un altro corpo.
- È sbagliato pensare che l'amore sia frutto di una lunga conoscenza e di un tenace corteggiamento. L'amore è la sorgente dell'affinità spirituale e se tale affinità non nasce all'istante, non potrà svilupparsi nel corso degli anni e neanche delle generazioni.
- Datevi il cuore, ma l'uno non sia rifugio all'altro. Poiché soltanto la mano della Vita può contenere i vostri cuori. Ergetevi insieme, ma non troppo vicini: Poiché il tempio ha colonne distanti, e la quercia ed il cipresso non crescono l'una all'ombra dell'altro.
- E ora domandatevi in cuor vostro: 'Come distingueremo ciò che è buono da ciò che è male nel piacere?' Andate nei campi e nei vostri giardini, e vedrete che il piacere dell'ape è raccogliere miele dal fiore. Ma è anche piacere del fiore concedere all'ape il suo miele. Perché un fiore per l'ape è la fonte di vita. E un'ape per il fiore è un messaggero d'Amore. E per entrambi, per l'ape e per il fiore, darsi e ricevere piacere è insieme ebbrezza e bisogno.
- Lo spirito addolorato trova pace se unito ad uno simile. Essi si legano d’affetto, come uno straniero si rallegra nel vedere un altro straniero in un paese estraneo. I cuori uniti dal dolore non saranno separati dalla gloria della gioia. L’amore è purificato dalle lacrime che resteranno eternamente pure e belle.
- La vostra anima è sovente un campo di battaglia, dove il giudizio e la ragione fanno guerra al desiderio e alla discordia in armonia! Ragione e passione sono timone e vela della nostra anima navigante. Se le vele o il timone si spezzano voi sarete sballottati e portati alla deriva, oppure resterete fermi in mezzo al mare. Poiché la ragione che domina da sola, è forza limitante e la passione trascurata è una fiamma che piano piano si consuma sino a spegnersi.
- Non vi è alcun confine fra noi e le cose più vicine così come la distanza non è sufficiente a separarci dalle cose più lontane. Ogni cosa, dalla più bassa alla più sublime, dalla più piccola alla più grande, esiste dentro il tuo essere, senza differenze. La goccia d'acqua contiene tutti i segreti dell'oceano.
4. Massime spirituali: quarta parte
- Se esistessero due uomini perfettamente uguali, il mondo non sarebbe grande abbastanza per accoglierli entrambi.
- Questa è la storia dell’uomo: nascita, matrimonio e morte; e poi nascita, matrimonio e morte; e ancora: nascita, matrimonio e morte. Ma ecco arrivare un pazzo dalle strane idee che narra di un mondo di sogno in cui esseri superiori vedono molto più nei loro sogni che non nella nascita, nel matrimonio e nella morte.
- Porta sventura alla propria nazione colui che non semina un solo grano, che non posa un solo mattone o non tesse anche un solo indumento, ma che fa della politica la sua occupazione.
- Si capisce come è brutto da come si adorna.
- Si dice che il silenzio dimostri l’appagamento; ma io sostengo che nel silenzio si può celare il diniego, la ribellione ed il disprezzo.
- Devo ancora incontrare un ignorante le cui radici non affondino nel mio cuore.
- La Verità è figlia dell’Ispirazione; analisi e dibattito ci tengono lontani dalla Verità.
- Colui che ti perdona per un reato che non hai commesso, perdona per il suo stesso reato.
- Il trovatello è un bimbo che la madre ha concepito fra l’amore e la fede, che lo ha partorito fra l’amore e la fede, che lo ha partorito fra la paura e il delirio della morte. Lo ha nutrito con ciò che di vivo restava nel suo cuore e lo ha lasciato davanti al cancello dell’orfanotrofio con la testa china sotto il peso della sua croce. E per completare la tragedia di lei, tu ed io l’abbiamo insultata: «Scellerata, Scellerata!».
- La divisione che separa il saggio dal folle è più sottile della tela del ragno.
- C’è chi cerca il piacere nel dolore, e chi non può lavarsi che con la sporcizia.
- La paura dell’inferno è essa stessa inferno, ed è paradiso il solo desiderio del paradiso.
- Non dobbiamo dimenticare che siamo ancora abitanti delle caverne: le caverne sono i nostri cuori.
- Possiamo cambiare con le stagioni, ma le stagioni non potranno cambiare noi.
- Tre sono le cose che io amo nella letteratura: la ribellione, la perfezione e l’astratto. E le tre cose che di essa odio sono l’imitazione, la distorsione e la complessità.
- Se devi scegliere tra due mali, fa’ sì che la tua scelta cada sul più evidente, anziché sul più nascosto, anche se il primo sembra più grave del secondo.
- Liberatemi da colui che dice la verità solo ferendo, da chi si comporta irreprensibilmente ma ha cattive intenzioni, da chi acquista stima di se stesso solo vedendo l’errore degli altri.
- Il canto del mare termina sulla riva o nei cuori di chi lo ascolta?
- I ricchi si compiacciono della parentela con i nobili, i nobili cercano di unirsi con i ricchi; e l’uno disprezza l’altro.
5. Massime spirituali: quinta parte
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L’essenza di ogni cosa sulla terra, visibile o invisibile, è spirituale. Entrando nella città invisibile, il mio corpo è coperto dallo spirito.
Chi cerca di separare il corpo dallo spirito, o lo spirito dal corpo, allontana il suo cuore dalla verità. Il fiore e la sua fragranza sono un’unica cosa; è cieco colui che nega il colore e l’immagine del fiore, affermando che possiede solo la fragranza che si spande nell’aria.
È lo stesso atteggiamento di quelli che, privi dell’olfatto, considerano il fiore solo per la sua forma e per i suoi colori, trascurando il profumo. Tutto ciò che si trova nel creato, esiste anche dentro di te, e tutto ciò che hai dentro esiste nel creato.
Non vi è alcun confine fra noi e le cose più vicine, ma ciò che è più importante, la distanza non è sufficiente a separarci dalle cose più lontane. Ogni cosa, dalla più bassa alla più sublime, dalla più piccola alla più grande, esiste dentro il tuo essere, senza differenze.
Nell’atomo si possono trovare tutti gli elementi della terra. La goccia d’acqua contiene tutti i segreti degli oceani. In un moto della mente si trovano tutti i moti di tutte le leggi dell’esistenza. - L’albero che cerca di ingannare la vita vivendo nell’ombra, avvizzisce quando lo si trapianta al sole.
- Il vasaio può creare una caraffa con la creta, ma non può far niente con la sabbia e la ghiaia.
- Pianti e lamenti si addicono a coloro che si sono fermati dinanzi al trono della vita e l’hanno abbandonato senza che lasciasse loro in mano né una goccia del sudore della fronte, né il sangue del cuore.
- Credere è una cosa, fare un’altra. Molti parlano come fossero il mare, ma le loro vite sono paludi stagnanti. Altri innalzano la testa fin sopra la cima delle montagne, mentre le loro anime rimangono attaccate alle scure pareti delle caverne.
- L’adorazione non richiede né l’isolamento né la solitudine.
- È preghiera il canto del cuore che trova la sua strada per il trono di Dio anche quando è impedito dai lamenti di migliaia di anime.
- Dio ci ha donato i nostri corpi per farne il tempio dell’anima, e in quanto tali dovremmo mantenerli forti e lindi per esser degni della divinità che vi risiede.
- Quanto mi sento distante dalle persone quando sono con loro, e come le sento vicine quando sono lontane!
- È un traditore colui che utilizza la Parola di Dio per estorcere denaro… ipocrita chi usa la croce come una spada… un lupo mascherato da agnello… un goloso che ama più la tavola che l’altare… una creatura affamata d’oro che inseguirebbe una moneta che rotola sin nelle terre più remote… è un impostore chi ruba a vedove ed orfani. È un essere mostruoso, dal becco d’aquila, gli artigli di tigre, i denti di iena e zanne di vipera.