La Spagna, con il suo stile di vita, la popolazione gioiosa e ospitale, il mare stupendo, le montagne meravigliose e il cibo da favola, ha sempre attratto moltissimo gli italiani.
È un grande Paese e molti italiani considerano gli spagnoli cugini o fratelli, amano la loro terra e la cultura mediterranea che li accomuna.
Tanti sono gli italiani residenti in Spagna: alcuni hanno scelto la penisola e le grandi città di Madrid, Barcellona, Valencia, Granada o Siviglia, altri hanno preferito le isole.
L’arcipelago delle Baleari, in particolare, è molto vicino all’Italia ed è rinomato nel mondo per le sue mete vacanziere e festaiole, tra cui la famosissima Ibiza.
Ma scopriamolo un po meglio.. ne vale la pena!
Per chi è interessato all’argomento o semplicemente vuole avere delle informazioni più dettagliate sulle isole Baleari, in quanto intenzionato a trasferirsi per lavoro o anche per una semplice vacanza, vi consigliamo la lettura del bellissimo libro “Vado a vivere alle Baleari” di Anna Scirè Calabrisotto. Buona lettura!
1. Un po' di storia
Le isole Baleari, colonizzate nel tempo da Greci, Fenici e Cartaginesi, sono state unificate territorialmente e culturalmente per la prima volta dai Romani nel 123 a.C.
Successivamente alla colonizzazione romana, di breve durata, l’arcipelago subì invasioni e saccheggi intorno ai primi anni del 400 a.C. da parte di diverse popolazioni barbariche.
Poi, a seguito della conquista bizantina, le isole Baleari fecero parte dell’Impero Romano d’Oriente sino ai primi anni dell’VIII secolo.
Per via della loro posizione, e poiché l’economia delle Baleari era quasi sempre in uno stato di crisi, le isole passarono sotto l’egemonia di colonizzatori spagnoli e arabi (che vi portarono la religione musulmana) fino a quando, dal 1229 al 1231, la Corona di Aragón le conquistò assieme a buona parte della penisola iberica.
La colonizzazione provocò la morte di quasi tutti gli abitanti di Maiorca e delle isole Baleari in generale.
In tutto l’arcipelago venne adottato l’uso del catalano, la lingua più parlata nel territorio della Corona di Aragón, soprattutto perché le isole vennero ripopolate da abitanti provenienti dalla zona di Barcellona e Girona, l’attuale Catalogna spagnola.
Inoltre, la conquista aragonese eliminò la religione musulmana in favore di quella cristiana. Infine, durante l’epoca moderna e contemporanea, le Baleari subirono colonizzazioni britanniche (dal 1708 al 1802) e nel periodo relativo alla Seconda Repubblica Spagnola (1931–1939) ottennero per la prima volta lo statuto di territorio autonomo.
Purtroppo, l’autonomia delle Baleari durò ben poco, perché l’esercito franchista sbaragliò le forze indipendentiste che combattevano soprattutto per le isole di Minorca e Maiorca durante la Guerra Civile. Nel 1983 le isole riottennero l’autonomia che conservano ancora oggi.
2. Informazioni generali
L’arcipelago è formato da una serie di isole e isolotti – Minorca, Maiorca, Cabrera, Ibiza, Formentera e tre isole di piccola entità: Dragonera, Conejera e Isla del Aire.
Secondo le ipotesi più accreditate, il nome “Baleari” proverrebbe dalla parola greca “ballein” che significa “lanciare” e si riferirebbe ai famosi frombolieri presenti da sempre sulle isole.
Ibiza e Formentera conservano anche l’appellativo di “Pitiuses”, letteralmente “isole dei pini”, per via della forte presenza di questi sempreverdi.
Per via della sua storia travagliata, fatta di conquiste e colonizzazioni, e poiché la popolazione catalana è sempre stata molto conservatrice dal punto di vista culturale e linguistico, le lingue ufficiali delle isole sono due: il catalano e il castigliano, ovvero quello che potremmo chiamare spagnolo standard.
Nelle zone turistiche vengono ampiamente parlati il tedesco e l’inglese. In particolar modo nell’isola di Formentera si parla anche l’italiano, poiché il turismo del Bel Paese è cospicuo e forte da diversi anni nell’isola.
Il bilinguismo spagnolo è una caratteristica molto forte dell’odierna Spagna e riflette delle pluralità culturali, storiche e sociali dell’intera nazione.
Le lunghe repressioni dovute alla dittatura franchista hanno rafforzato la volontà di riaffermare le proprie specificità, soprattutto da parte di comunità come la Catalogna, i Paesi Baschi e la Galizia.
Le spinte indipendentiste, specialmente a livello di lingua e di diversità, hanno reso abbastanza instabile l’equilibrio unitario della Spagna. Ne risulta un Paese che dà l’impressione di essere notevolmente diviso internamente.
Per quello che riguarda le isole Baleari, tralasciando il caso di Formentera e Minorca (rispettivamente con comunità italiana ed inglese tradizionalmente molto forti), la comunità più grande è quella tedesca che ormai da anni si è stabilita sulle isole dell’arcipelago e ne ha in parte contaminato la cultura.
Ad ogni modo, anche la comunità italiana, da moltissimi anni presente nella quotidianità spagnola e residente in ogni angolo del Paese, è ormai una componente attiva della vita, della cultura e dell’economia di tutta la Penisola.
3. Destinazione turistica
Le isole Baleari fanno parte della Spagna orientale, ossia l’area più legata alla cultura e alla storia catalana.
Insieme alla Catalogna e alla Comunidad Valenciana, le Baleari sono un baluardo della lingua catalana e una delle zone più sviluppate e fiorenti di tutta la Spagna.
Forti di una storia economica importante, legata alla produzione industriale o al settore terziario (turismo in particolare), l’arcipelago gode di un’economia molto dinamica.
Dal punto di vista turistico si inserisce nella scia di Barcellona e Valencia, città da sempre meta del turismo giovanile e dei divertimenti sfrenati.
Ciascuna isola ha le sue particolarità e i suoi punti di forza:
- Maiorca, grazie a luoghi come il Teatro dell’Opera e il Castello di Palma del Re Juan Carlos, è ottima per godersi la buona cultura;
- Minorca, nota per la sua ventosità (prevalentemente al Nord) è rinomata per la tranquillità;
- Ibiza, la festaiola per eccellenza, non è solo una destinazione di feste e party sfrenati ma sta conoscendo anche una forte crescita in diversi settori;
- infine, Formentera, la più piccola, è perfetta per rilassarsi, andare in bicicletta e ammirare lo straordinario paesaggio urbano fatto di costruzioni moderne e strutture rurali.
4. Cosa comporta essere un territorio autonomo?
Le isole Baleari sono una delle Comunità Autonome o “uni provinciale” (ovvero comprendente una sola provincia) del Regno di Spagna.
Le isole dell’arcipelago sono considerate dunque un’entità territoriale: al pari delle altre Comunità Autonome spagnole, hanno autonomia legislativa e competenze esecutive specifiche, e possono dunque amministrarsi mediante propri rappresentanti.
La Costituzione odierna della Spagna risale al 1978. Rappresenta un radicale cambiamento rispetto alla vecchia organizzazione territoriale e politica, basata su uno Stato centralizzato.
È stata concepita per favorire la decentralizzazione e per risolvere alcune delle annose e radicate controversie legate all’unità nazionale.
Le isole Baleari, in particolare, hanno redatto due statuti di autonomia, uno risalente agli anni Ottanta e uno più moderno, del 2007.
A margine del Governo locale, ognuna delle isole è dotata poi di un’organizzazione politica e amministrativa propria, detenuta dai Consejos Insulares (Consigli Insulari) di Maiorca, Minorca, Ibiza e Formentera.
A partire dalle elezioni del 2007, si vota separatamente, in maniera diretta, per eleggere la composizione dei diversi Consigli: in precedenza i membri coincidevano con i deputati di ogni isola eletti per il Parlamento delle isole Baleari.
5. Società e stile di vita (abitudini e folklore)
La società spagnola, essendo abbastanza complessa e sfaccettata, possiede un folklore piuttosto vario.
La maggior parte delle festività spagnole fa riferimento a occorrenze religiose (in maggioranza cristiane).
Queste prendono il nome di fiestas, mentre quelle più improntate su ricorrenze laiche si chiamano ferias. Ferias e fiestas sono innumerevoli, ce n’è una quasi ogni settimana dell’anno.
Le più famose della penisola iberica sono le Fallas di Valencia, la festa di san Giovanni a Medinaceli, i carnevali (ad esempio quello famosissimo di Sitges), San Firmino e la corsa dei tori a Pamplona, le processioni a Siviglia e i pellegrinaggi vicino a Huelva.
In particolare, nelle isole Baleari sono famose le feste di carnevale a Palma di Maiorca, la festività legata a San Sebastian ai primi di gennaio, San Juan a giugno, soprattutto a Minorca ed Ibiza, la festa De Foguerons e altre celebrazioni tipiche della Settimana Santa.
Ovviamente, la Spagna e le Baleari hanno anche moltissimo altro da proporre. Chiunque avrà voglia di scoprire le tradizioni spagnole si troverà affascinato dalle innumerevoli particolarità culturali, gastronomiche e artistiche.
Per quello che riguarda le abitudini e lo stile di vita nelle isole Baleari, una delle cose che bisogna conoscere è la concezione che i suoi abitanti hanno dei ritmi e dei tempi della giornata.
L’epoca della siesta dopo pranzo e della lunghissima pausa tra la mattina e il pomeriggio di lavoro sono ormai lontani ma gli spagnoli – e quindi anche gli abitanti delle Baleari – conservano uno stile di vita molto rilassato e che si protrae fino a orari tardi, soprattutto per quanto riguarda la cena e i momenti di festa con gli amici.
La volontà di tirar tardi è percepibile non solo negli orari dei pasti (spesso compresi tra le 14:00 e le 15:00 per il pranzo e non prima delle 21:30-22:00 per la cena) ma anche negli orari di apertura e chiusura di alcuni esercizi commerciali.
I negozi, infatti, aprono alle volte intorno alle 10:00 del mattino ma chiudono anche dopo le 21:00 e, se fanno una pausa, è spesso dalle 15:00 alle 17:00.
Un capitolo a parte meritano poi le serate di divertimento in perfetto stile spagnolo che, nella media, non terminano prima delle 5:00 o 6:00 del mattino.