Lo sai che l’armadillo gigante usa gli unghioni anche per scavare gallerie sotterranee in cui riposare durante il giorno e che la saiga, un tempo molto diffusa con milioni di individui, è stata cacciata fino quasi all’estinzione?
Che i pinguini possono gonfiare le penne per trattenere aria che isola dal freddo o appiattirle sul corpo per essere più idrodinamici?
E che il gaviale per frammentare il cibo nello stomaco, ingoia piccole pietre?
Come veri esploratori, vi portiamo a conoscere 10 animali, tra i più stravaganti di ogni continente, il lato più bizzarro e sorprendente della Natura!
1. IL TENREC STRIATO DI PIANURA E L’ARMADILLO GIGANTE
- IL TENREC STRIATO DI PIANURA (AFRICA )
In Madagascar vivono specie strane che non si trovano in nessun’altra parte del mondo, come per esempio... il tenrec striato di pianura (Hemicentetes semispinosus).
Questo piccolo mammifero (è lungo solo una quindicina di centimetri) un tempo era ritenuto parente degli insettivori, ma analisi genetiche hanno dimostrato che è affine ai toporagni elefante e all’oritteropo.
Ha un muso stretto e allungato e occhi piccoli, e ricorda un riccio per via della copertura dorsale di spine giallastre e nere, più lunghe dietro alla testa.
Si muove sul suolo della foresta alla ricerca di succosi spuntini, costituiti soprattutto da lombrichi, insetti e altri invertebrati.
Un astuto comportamento, condiviso ad esempio con i gabbiani, gli permette di stanare il cibo: sbattendo le zampe per terra, crea vibrazioni che favoriscono la fuoriuscita dei lombrichi dal suolo.
● Il tenrec striato di pianura stridula: produce cioè un suono caratteristico sfregando tra loro le spine.
● La sua colorazione contrastata è un avvertimento per gli eventuali predatori.
- L’ARMADILLO GIGANTE (AMERICA )
Diversi animali hanno evoluto la stessa strategia difensiva: una robusta corazza e la capacità di arrotolarsi per proteggere le delicate parti ventrali.
Oltre agli estinti trilobiti, maestri di questa tecnica sono gli isopodi (i “porcellini di terra”), alcuni millepiedi e, tra i vertebrati, gli armadilli, tra cui il più grande è chiamato, non a caso, armadillo gigante (Priodontes maximus).
Lungo oltre un metro e mezzo e pesante una trentina di chili, si muove nelle savane e nelle foreste sparse sudamericane, dove ricerca formiche e termiti.
Grazie a enormi artigli, che gli conferiscono una camminata un po’ goffa, riesce a rompere i nidi di questi insetti e a scavare per estrarli, aiutato dalla lingua appiccicosa.
Tra le rare informazioni sul suo conto, si sa che dopo l’accoppiamento la femmina dà alla luce un singolo piccolo, di rado due, e lo cura per circa 6 settimane prima che diventi indipendente.
● Usa gli unghioni anche per scavare gallerie sotterranee in cui riposare durante il giorno.
● Essendo notturno, ha olfatto e udito molto sviluppati, ma non vede bene.
2. IL PESCE REMO E IL DIAVOLO DELLA TASMANIA
- IL PESCE REMO (AMERICA)
Miti e leggende narrano da sempre di enormi mostri marini, serpenti giganti in grado di affondare i velieri e divorare gli equipaggi.
Oggi sappiamo che i serpenti marini sono piccoli (seppur velenosi) e non sono certo capaci di simili comportamenti, ma c’è un pesce che forse, nonostante sia del tutto innocuo, ha stimolato la fantasia originando questi racconti: il pesce remo (Regalecus glesne).
Detto anche re di aringhe, ha un corpo lunghissimo e nastriforme, argentato, con barrette scure verticali e una grande testa bombata.
Le pinne sono di colore rosso vivo, e in particolare la dorsale ha dei lunghi raggi filamentosi molto appariscenti. Si tratta del pesce osseo più lungo al mondo e può arrivare almeno fino a 8 metri, con diverse segnalazioni, purtroppo non confermate, di individui di oltre 10 metri.
Questo pesce misterioso vive a grandi profondità ed è difficile osservarlo: la maggior parte degli incontri riguarda animali morti o morenti in superficie, talvolta addirittura già spiaggiati.
● Nuota muovendo le pinne pelviche e mantenendo il corpo dritto, verticale, con la testa verso l’alto.
● Il primo filmato di un pesce remo vivo nel suo habitat risale solo al 2008.
- IL DIAVOLO DELLA TASMANIA (OCEANIA)
Avete presente il cartone animato di Tazmania? Sapete che rappresenta un animale reale? È il diavolo della Tasmania (Sarcophilus harrisii), così chiamato per il carattere forte in caso di pericolo.
Di colore nero, è il più grande marsupiale carnivoro oggi diffuso in Oceania (è presente solo in Tasmania): raggiunge la lunghezza di circa 80 cm.
Il cranio è spesso, robusto, le orecchie piccole e i denti, prominenti, sono utili sia per la masticazione delle prede (soprattutto vombati, giovani canguri, piccoli mammiferi, bestiame malato, invertebrati, rettili e bacche) sia per i morsi durante le interazioni sociali e territoriali.
I diavoli vivono in tane sotterranee, ma utilizzano anche tronchi cavi caduti e ripari tra i massi dove la vegetazione è più fitta; sono più attivi di notte, ma i giovani per evitare la competizione con gli adulti possono muoversi con anticipo ed essere osservati allo scoperto con la luce.
● Anche se è un predatore, non disdegna le carcasse.
● È minacciato da un tumore facilmente trasmissibile, che preoccupa gli scienziati.
3. LA SAIGA E IL PINGUINO IMPERATORE
- LA SAIGA (ASIA)
La saiga (Saiga tatarica) è un’antilope dall’aspetto davvero bizzarro! Dotata di corna nodose e lievemente arcuate, ha un muso caratteristico, allungato a forma di corta ma larga proboscide, con due grandi narici terminali.
Questa struttura delle narici permette di riscaldare l’aria inspirata, perché l’animale vive nelle enormi distese steppiche dell'Asia, in particolare in Kazakistan, dove gli inverni sono rigidissimi, con temperature molto al di sotto dello zero.
Anche in estate, però, quando fa molto caldo e il suolo è secco, questo naso particolare aiuta a filtrare la polvere sollevata dagli animali in spostamento. La saiga infatti è una specie sociale, che si sposta in enormi gruppi alla ricerca di erbe e piante di cui si nutre.
Un altro adattamento a stagioni così diverse è il manto, che da corto e giallastro in estate diventa molto folto e chiaro in inverno.
La saiga è specializzata per la vita nelle zone pianeggianti; quando corre, infatti, muove in contemporanea gli arti dello stesso lato e su terreni ripidi e accidentati risulta... goffa.
● Un tempo molto diffusa, con milioni di individui, è stata cacciata fino quasi all’estinzione.
● La sua scomparsa da tante aree ha portato a gravi alterazioni nella stabilità e nella conformazione delle steppe.
- IL PINGUINO IMPERATORE (ANTARTIDE)
L'Antartide è un continente inospitale dove dominano ghiaccio, freddo e vento forte: tra i pochi animali che sopravvivono qui c’è il pinguino imperatore (Aptenodytes forsteri).
Alto oltre 120 cm e pesante fino a 40 kg, è il più grande rappresentante della famiglia e mostra una livrea elegantissima: bianca sul ventre, nera su dorso e ali, arancione a livello della gola e del lungo becco sottile.
Incapace di volare, per resistere a condizioni ambientali estreme ha evoluto adattamenti incredibili: può marciare per centinaia di chilometri verso l’oceano, in cui sa immergersi fino a oltre 500 metri di profondità per 20 minuti grazie a un trasporto dell’ossigeno nel sangue molto efficace.
Le sue piume molto compatte e lo strato di grasso lo proteggono dal gelo, e l’aiutano anche nella cova dell’unico uovo deposto, che viene tenuto sulle zampe per evitare che si raffreddi.
Nelle colonie più grandi sembra impossibile che gli adulti possano ritrovare i propri piccoli, eppure ci riescono grazie alla capacità reciproca di riconoscere i versi.
● Oltre che nelle acque antartiche, questa specie può spingersi fino alla Nuova Zelanda.
● I pinguini possono gonfiare le penne per trattenere aria che isola dal freddo o appiattirle sul corpo per essere più idrodinamici.
4. IL RONDONE E LA LAMPREDA
- IL RONDONE (EUROPA)
I rondoni (Apus apus), tra gli uccelli dagli adattamenti più incredibili, nelle sere d’estate non sono difficili da osservare, specie se si abita vicino a una torre o a un campanile di un paese.
Questi volatili, più imparentati con i colibrì che con le rondini, hanno lunghissime ali falciformi e zampe ridotte.
Sono volatori instancabili, tanto che non si posano quasi mai: mangiano in volo, inseguendo piccoli insetti a bocca aperta; si accoppiano in volo, e addirittura dormono in volo!
Si posano solo per nidificare nelle spaccature e nei buchi di vecchi muri, utilizzando le potenti unghie per far presa anche sulle pareti verticali. In generale questa specie fatica a rialzarsi in volo se non da punti sopraelevati.
● Il rondone comune è nero con la gola bianca; il rondone maggiore ha anche il ventre bianco; quello pallido è marrone più chiaro, con ali più larghe.
● Questo migratore compie ogni anno lunghi viaggi e sverna in Africa meridionale.
- LA LAMPREDA (EUROPA)
Chi ha studiato biologia avrà visto una foto di lampreda (Petromyzon marinus) sui libri: di solito, un animale bianco e sbiadito conservato in alcool. In realtà da viva ha una colorazione bellissima, giallastra con grandi macchie marroni che la rendono marmorizzata.
Il corpo è allungato, senza pinne pettorali, con sette fori branchiali per lato che ricordano gli oblò di un sommergibile, una singola narice e un terzo occhio (detto “pineale”) sottopelle, sulla fronte.
La sua bocca, tonda e simile a una ventosa, è dotata di dentelli appuntiti e una lingua ruvida a stantuffo: come un vampiro, rimane attaccata al corpo di grandi pesci e cetacei e ne succhia il sangue.
Questo strano animale, quando raggiunge la maturità sessuale, risale il fiume in cui è nato, scava un nido, si accoppia deponendo le uova e muore.
Le sue larve, cieche e filtratrici, si infossano nel sedimento fluviale, dove rimangono alcuni anni prima di fare la metamorfosi e scendere dalle montagne verso il mare.
Un tempo comuni, le lamprede di mare sono estinte in gran parte d’Italia a causa delle dighe che ne impediscono le migrazioni, e sono rarissime da incontrare. In America invece sono talmente diffuse nei grandi laghi da essere ritenute infestanti.
● Quando scava il nido può spostare con la bocca fino a 10 kg di ciottoli, sfidando la forte corrente del fiume.
● È innocua per l’uomo, pur se a Gianluca Genoni, campione mondiale di apnea, è capitato durante un’immersione profonda di trovarsi una lampreda attaccata alla muta, sulla coscia.
5. IL GAVIALE E IL PIPISTRELLO DALLA TESTA A MARTELLO
- IL GAVIALE (ASIA)
Il gaviale (Gavialis gangeticus) è tra i coccodrilli dall’aspetto più arcaico: il suo muso, lunghissimo e sottile, è armato di tanti denti aguzzi, utili a catturare e trattenere i viscidi pesci di cui si nutre.
Un tempo abbondante nei fiumi dell’Asia meridionale, è purtroppo diminuito molto a causa di caccia e alterazione dell’habitat; oggi vive solo in un numero limitato di fiumi indiani.
Questo grande rettile raggiunge i 6 metri di lunghezza e mostra un notevole dimorfismo sessuale: i maschi adulti hanno l’apice del muso rigonfio, tanto da ricordare un vaso tipico, la ghara.
Questa curiosa struttura serve da cassa di risonanza per i richiami amorosi per attrarre le femmine. In generale questa specie è ben adattata alle acque del fiume, con un corpo allungato e zampe palmate, nonché narici poste superiormente per respirare senza emergere troppo dalla superficie.
● Talvolta mangia anche testuggini palustri... intere!
● Non è in grado di masticare: per frammentare il cibo nello stomaco, ingoia piccole pietre.
- IL PIPISTRELLO DALLA TESTA A MARTELLO (AFRICA)
Nelle fitte foreste centroafricane, tra la Guinea Bissau e il Congo (con una piccola popolazione anche in Etiopia) vive lo pteropo dalla testa a martello (Hypsignathus monstrosus).
Ha un’apertura alare di circa 70 centimetri ed è il più grande chirottero del continente. Ma la sua caratteristica principale è il muso dei maschi, molto ingrossato e sproporzionato, a cui si deve il suo nome comune in quanto ricorda proprio un martello.
Come mai una morfologia così strana? Le labbra carnose, la laringe lunghissima e le sacche aeree notevoli fungono da strumenti “musicali”, contribuendo all’emissione e all’amplificazione di vocalizzi per attrarre le femmine.
I maschi si radunano in territori (chiamati “lek”) dove si esibiscono in rituali canori per conquistare le compagne e guadagnarsi il diritto all’accoppiamento.
Notturno come molti suoi parenti, spicca il volo al tramonto e può spostarsi anche di parecchi chilometri alla ricerca di cibo.
● Si nutre di frutta, incluso il mango.
● La sua lingua è ricoperta di papille rivolte all’indietro.