Tele di Picasso, sculture di Giacometti e nudi di Modigliani, ma anche dipinti di Basquiat, “fumetti” di Lichtenstein e uno splendido e prezioso ritratto di Klimt.
Ecco i dieci colossi dell’arte moderna e contemporanea che hanno sbancato le aste di New York e Londra, e le loro storie, a volte fortunate, a volte disperate.
1. Pablo Picasso e Amedeo Modigliani
1) Pablo Picasso (1881-1973)
Les Femmes d’Alger (Version O)
1955. Olio su tela, cm 114 x 146
Euro 161.000.000
Christie’s New York, 11 maggio 2015
Per molti è lui il più importante artista del Novecento.
In più di settant’anni di forsennata attività ha realizzato 16mila opere, rovesciando le regole della tradizione accademica e sfornando una rivoluzione dopo l’altra: dalle atmosfere sospese dei quadri dei periodi blu e rosa, all’alba del Novecento, alle invenzioni cubiste dei primi anni Dieci, dal ritorno al realismo classico degli anni Venti alla contaminazione dei suoi modi precedenti degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta.
Il record d’asta è stato stabilito da un capolavoro degli anni Cinquanta, quando Picasso reinterpretò a modo suo una serie di dipinti celebri del passato, in questo caso di Eugène Delacroix.
Sono gli anni in cui, in Italia, Renato Guttuso e tanti altri mettevano in mostra l’influenza delle invenzioni di Picasso nella loro pittura.
Era l’aria del tempo, ma non tutti la respiravano volentieri. Lo scrittore e artista Mino Maccari fu caustico: «Bisogna accettare Picasso», fingeva di rassegnarsi, ma solo per aggiungere, beffardo: «D’accordo, dov’è l’accetta?».
Altre tre opere di Picasso hanno superato in asta i 100 milioni di dollari: Fillette à la corbeille fleurie, 1905 (€ 96.900.000, Christie’s New York, 8 maggio 2018); Garçon à la pipe, 1905 (€ 85.900.000, Sotheby’s New York, 5 maggio 2004), un dipinto che è appartenuto per più di mezzo secolo a John Hay Whitney, il produttore di Hollywood che aveva portato sullo schermo Via col vento e lo aveva pagato 30mila dollari nel 1950; Nude, Green Leaves and Bust, 1932 (€ 81.400.000, Christie’s New York, 4 maggio 2010).
2) Amedeo Modigliani (1884-1920)
Nu couché
1917-1918. Olio su tela, cm 59,9 x 92
Euro 158.100.000
Christie’s New York, 9 maggio 2015
La vita bohémienne a Parigi, la morte prematura a 35 anni in povertà e il suicidio della sua amata Jeanne Hébuterne hanno contribuito alla creazione del mito Modì.
Come pure le false sculture ritrovate nel 1984, dopo uno scherzo di tre ragazzi, in un canale di Livorno.
Ma i suoi ritratti, e ancor più quei nudi di una purezza che richiama alla mente le sculture arcaiche, sono da tempo nel mirino dei musei e del collezionismo internazionale più ricco e raffinato.
Al terzo posto della classifica delle opere più costose di tutti i tempi, dopo questo Nu couché (sur le cote gauche), troviamo infatti un altro Modigliani del 1917, aggiudicato a 157,2 milioni di euro, il 14 maggio 2018, da Christie’s New York.
Nel novembre 2003 il quadro era stato venduto dalla stessa casa d’aste per 23,4 milioni di euro.
2. Alberto Giacometti e Francis Bacon
3) Alberto Giacometti (1901-1966)
L’homme au doigt
1947. Bronzo dipinto, cm 177,5
Euro 126.800.000
Christie’s New York, 11 maggio 2015
Perennemente macerato dai dubbi, Giacometti non era mai soddisfatto delle cose che faceva e continuava a rielaborarle.
La sua lentezza è proverbiale. Il fotografo Eli Lotar cominciò a posare per lui all’inizio del 1964 e smise alla fine del 1965, dopo 400 sedute: in quasi due anni Giacometti realizzò solo tre piccoli busti.
Mettendo a nudo l’anima, ha messo in scena l’angoscia esistenziale dell’uomo del Dopo-guerra, rovesciando le convenzioni della scultura senza allontanarsi dalla figurazione.
Proprio come Francis Bacon fece nella pittura: infatti le opere dei due colossi dell’arte internazionale sono state protagoniste di una mostra imperdibile alla Fondation Beyeler di Basilea.
Mettendo in scena uomini che camminano, persone sedute e nudi femminili in piedi, tutti scarnificati, dove sembra contare l’essenza più che l’esistenza, Giacometti cercava la verosimiglianza che percepiva nell’arte greca, egizia e bizantina.
Oltre al record, nel 2014 un bronzo del 1950, Chariot, è stato venduto da Sotheby’s New York per 80,7 milioni di euro, e nel 2010 un’altra scultura di Giacometti, L’homme qui marche I, del 1960, è stata battuta da Sotheby’s Londra per 74,2 milioni di euro. Quest’opera è raffigurata sulla banconota da cento franchi svizzeri.
4) Francis Bacon (1909-1992)
Three Studies of Lucian Freud
1969. Olio su tela, trittico, cm 198 x 147 ognuna
Euro 106.000.000
Christie’s New York, 12 novembre 2013
«Quando ho cominciato a dipingere», rivelò al critico David Sylvester, «non avrei mai creduto che qualcuno avrebbe comprato i miei quadri».
Chissà cosa avrebbe pensato, nel 2013, vedendo un suo trittico battuto in asta a più di 100 milioni di euro.
Bacon ha dipinto capolavori che rispecchiano la lucida e brutale acidità con la quale interpretava la vita.
Per lui la pittura non deve più documentare la realtà ma risvegliare la sensibilità di chi la guarda e il soggetto deve emergere a poco a poco dall’inconscio.
Così ha rinnovato la pittura senza mai accostarsi all’astrazione, che detestava, ma pescando a piene mani nell’arte antica, nei dipinti di Velázquez, Tiziano, Grünewald, Rembrandt, El Greco e Goya.
Il Museum of Modern Art di New York acquistò il primo Bacon della sua collezione nel 1948, lanciando l’artista tra i grandi del Novecento.
Oggi sono quattro le composizioni aggiudicate in asta a più di 50 milioni di euro, e 29 quelle che hanno superato i 20 milioni.
3. Jean-Michel Basquiat e Edvard Munch
5) Jean-Michel Basquiat (1960-1988) Untitled
1982. Acrilico su tela, cm 183,2 x 173
Euro 99.300.000
Sotheby’s New York, 18 maggio 2017
Nel 1981 le sue prime opere appese alle pareti di una galleria d’arte, quella di Annina Nosei a New York, suscitarono lo stesso effetto di una bomba.
Dopo la sua morte per overdose a soli 27 anni, l’artista Keith Haring disse che Basquiat aveva «vissuto come una fiamma: è bruciata luminosissima, poi il fuoco si è spento, ma le sue braci sono ancora roventi».
Ignorava qualsiasi regola, gerarchia, accademia. Dipingeva libere associazioni mentali e immagini prese dalla vita quotidiana e dalla cultura popolare.
Aveva la straordinaria capacità di cogliere e tradurre in pittura tutte le tensioni culturali, sociali e razziali che animavano l’America tra gli anni 70 e 80. Lui, nero, si sentiva oppresso da un razzismo strisciante.
Fab 5 Freddy, pioniere dell’hip hop, ricorda che «in quanto nero, sebbene viaggiasse in Concorde, Basquiat non riuscì mai a fermare un taxi in strada a New York».
Già celebre, fu umiliato nei grandi magazzini Bloomingdale’s, dove era entrato con Andy Warhol: voleva regalare alla madre un buono per acquisti da 3.000 dollari, ma quando tirò fuori la carta di credito gli chiesero i documenti.
Jean-Michel Basquiat si è preso la sua rivincita postuma. Oggi sono sei i suoi quadri venduti in asta a più di 30 milioni di euro, e 27 quelli che hanno superato i 10 milioni.
6) Edvard Munch (1866-1944) The Scream
1895. Pastelli su tavola, cm 81,3 x 58,4
Euro 91.300.000
Sotheby’s New York, 2 maggio 2012
Per dirla con le parole dello scrittore August Strindberg, Edvard Munch è stato il «pittore esoterico dell’amore, della gelosia, della morte e della tristezza».
A trent’anni, nel 1893, aveva dipinto il suo capolavoro: L’urlo, una figura umana ridotta ai tratti essenziali, è un’icona del Novecento conosciuta da tutti, ma è anche un emblema dell’angoscia dell’uomo moderno.
Munch ha dipinto questo soggetto diverse volte. Curiosamente, due di queste versioni sono state rubate, ma poi fortunatamente ritrovate, da due musei di Oslo, la National Gallery, nel 1994, e il Munch Museet, nel 2004.
Una terza versione ha spuntato un prezzo record quando, nel 2012, è stata offerta in asta da Sotheby’s.
L’artista stesso ha descritto con un tono visionario il soggetto dell’Urlo: «Una sera passeggiavo per un sentiero, da una parte c’era la città e sotto di me il fiordo. Il sole stava tramontando, le nuvole erano tinte di rosso sangue. Ho sentito un urlo attraversare la natura. Ho dipinto le nuvole come sangue vero. I colori stavano urlando».
4. Roy Lichtenstein e Andy Warhol
7) Roy Lichtenstein (1923-1997)
Nurse
1964. Olio e magna su tela, cm 121,9 x 121,9
Euro 88.500.000
Christie’s New York, 9 novembre 2015
Si appropriava di immagini sotto gli occhi di tutti e le introduceva nei suoi quadri. Le trovava nei fumetti, nella pubblicità e nei libri di storia dell’arte.
Caratterizzate da colori primari e piatti, oltre che dai punti regolari di un retino tipografico ingrandito, le sue tele ebbero successo fin dalla prima personale nella galleria newyorkese di Leo Castelli, nel 1962.
Eppure Brian O’Doherty, critico del New York Times, aveva stroncato la mostra, scrivendo che vi erano esposte le opere del «peggior artista americano».
Altri sostennero che Lichtenstein non era neanche un artista, perché «i suoi dipinti erano solo noiose copie del banale».
Oggi Roy Lichtenstein, è considerato un maestro della Pop Art e 18 suoi dipinti sono stati venduti in aste internazionali a prezzi superiori a 10 milioni di euro.
8) Andy Warhol (1928-1987)
Silver Car Crash (Double Disaster)
1963. Tecnica mista su tela, cm 267,4 x 417,1
Euro 78.600.000
Sotheby’s New York, 13 novembre 2013
«Penso agli scrittori a spazio, quelli che vengono pagati in base a quanto scrivono. La quantità è la migliore misura di tutto, così mi sono messo in mente di diventare un artista a spazio»: la forma del dittico, come in Silver Car Crash, serve a raddoppiare le dimensioni dell’opera d’arte, visto che la seconda tela è priva di qualsiasi soggetto.
La grande star della Pop Art ha moltiplicato all’infinito le immagini, sempre le stesse, scelte tra quelle più iconiche, per creare un’arte che si rivela come una registrazione imparziale della realtà.
Le rubava dai mezzi di comunicazione popolare, o le prendeva negli archivi della polizia, freddi documenti di eventi tragici ma quotidiani.
Ai suoi occhi erano solo strumenti per raccontare la banalità della vita e della morte.
Oggi le sue tele sono tra le più costose in assoluto: in asta sei opere hanno superato i 50 milioni di euro, e trenta sono state vendute a più di 20.
5. Gustav Klimt e Mark Rothko
9) Gustav Klimt (1862-1918)
Portrait of Adele Bloch-Bauer II
1912. Olio, argento e oro su tela, cm190x120
Euro 69.700.000
Christie’s New York, 8 novembre 2006
Nel 1938 questo quadro fu sequestrato dai nazisti al marito della donna ritratta, Ferdinand Bloch-Bauer, un ricco industriale ebreo, e in seguito appeso al Belvedere, un museo di Vienna.
Ma un’erede di Bloch-Bauer, Maria Altmann, residente a Los Angeles dal 1942, ingaggiò una battaglia legale contro lo stato austriaco, ottenendone infine la restituzione.
L’anziana signora lo espose per qualche mese al LACMA, il Los Angeles County Museum of Art, e poi lo mise sul mercato.
Dipinto nel 1912, nel periodo fiorito di Klimt, che aveva preso il via nel 1910, è stato aggiudicato nel novembre 2006 da Christie’s a una cifra di poco inferiore agli 88 milioni di dollari (69,7 milioni di euro).
Prezzo record oggi per un artista che in vita non era apprezzato da tutti.
10) Mark Rothko (1903-1970)
Orange, Red, Yellow
1961. Olio su tela, cm 236,2 x 206,4
Euro 66.700.000
Fin dal 1949 le sue campiture di colore, prima dalle sontuose tonalità di rossi, gialli e arancioni, poi dalle tinte cupe, dominate dal marrone, dal violetto e dal nero, sembravano galleggiare sulla tela: un ampio spettro di colori che rifletteva lo stato d’animo, le emozioni e le inquietudini dell’artista, i cui dipinti erano rivoluzionari e segnarono una svolta epocale nella pittura astratta.
Ma il 25 febbraio 1970 Rothko fu trovato in un lago di sangue, al culmine di una crisi depressiva, proprio il giorno in cui alcune sue tele arrivavano alla Tate Gallery di Londra (ora sono conservate alla Tate Modern).
Nelle sue opere si nasconde la tragedia della vita, eppure negli anni Sessanta era uno dei pittori meglio pagati del mondo: i suoi dipinti erano in vendita a 130.000 dollari l’uno.
Oggi venti di essi sono stati pagati in asta più di 20 milioni di euro.