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10 celebri gialli irrisolti

Li chiamano cold case, casi a pista fredda.

Sono i delitti irrisolti o i casi di scomparsa rimasti aperti perché in situazione di stallo: non si trova il colpevole, non si trova il corpo della vittima, non si trova alcuna prova, alcun indizio, alcun movente.

A volte, come nel caso Beaumont o in quello di Madeleine McCann, non si trova niente di niente.

Alcuni casi irrisolti – pochi a dire il vero – sono stati riesaminati di recente e risolti grazie alle nuove sofisticate tecniche forensi, rese celebri dai serial alla CSI (analisi del DNA e DNA phenotyping, tecniche di profiling, analisi delle tracce ematiche o Bloodstain Pattern Analysis, ricostruzione computerizzata in 3D della scena del crimine, ecc.).

Purtroppo la maggior parte dei cold case si congela nel tempo e sfida il nostro innato senso di giustizia: tutti la vorremmo per le vittime e tutti vorremmo la giusta pena per i criminali. La realtà, però, delude spesso.

Resta il fatto che alcuni “casi freddi” hanno segnato la nostra storia contemporanea, sono entrati a turbare l’immaginario collettivo, hanno modellato le nostre paure, sfidato le nostre ansie e cambiato per sempre le nostre abitudini.

Da Jack lo Squartatore al Mostro di Firenze; da Ylenia Carrisi a Madeleine McCann: ecco 10 celebri gialli irrisolti.

 

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1. Edgar Allan Poe e Jack lo Squartatore

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  • Come è morto il “re del giallo”, Edgar Allan Poe?
    Lo scrittore americano Edgar Allan Poe (1809-1849) è considerato il re del poliziesco e, per una strana ironia del destino, la sua morte è un cupo giallo irrisolto.
    A settembre 1849, Poe, appena 40enne, è a Richmond, dove ottiene la mano di Sarah Elmira Royster. È in forma e pieno di progetti.
    Il 28 settembre parte in treno per Baltimora con meta finale Filadelfia. Non ci arriverà mai. Il 3 ottobre viene ritrovato per strada a Baltimora: delira, è sporco e deperito. In ospedale pare riprendersi ma non riesce a raccontare che cosa gli sia successo.
    Il 7 ottobre muore. I giornali imputano la sua morte all’alcolismo, ma i sintomi non avallano l’ipotesi.
    Suicidio? Improbabile, dati i progetti matrimoniali. Fu aggredito? Molti all’epoca lo sospettarono, ma non c’erano indizi.
    Si pensò anche a meningite, epilessia, sifilide, avvelenamento da piombo o da mercurio.
    Nel 1996 il cardiologo dell’Università del Maryland Michael Benitez, sostenne che si poteva sospettare che lo scrittore fosse stato contagiato dalla rabbia, probabilmente attraverso il morso di un animale domestico. Tuttavia, come le altre ipotesi, anche questa non si appoggia a nulla e il mistero continua.
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  • Dopo 130 anni, nessuno sa chi era Jack lo Squartatore
    Quello di Jack lo Squartatore è il più celebre cold case della storia: alla mano di questo serial killer vengono attribuiti con sicurezza gli omicidi di cinque donne nel degradato quartiere londinese di Whitechapel fra l’agosto e il novembre del 1888.
    A giudizio di alcuni studiosi, il killer potrebbe aver ucciso più e più volte, forse addirittura 16, sempre nell’East London.
    Le cinque vittime certe erano tutte prostitute e le modalità di uccisione simili: gola recisa fin quasi alla decapitazione, taglio all’addome con asportazione di intestini e altri organi interni, mutilazioni del viso, tagli e ripetute violenze sui genitali (ma nessuno stupro).
    Sono passati 130 anni esatti e l’identità del serial killer resta ancora un mistero. Mitomani sconfessati, false piste, ipotesi non provate, oltre un centinaio di sospettati di tutti gli strati sociali si sono succeduti nei decenni, facendo impazzire tanto gli investigatori di Scotland Yard dell’epoca Vittoriana quanto gli odierni profiler dell’FBI.
    Ancora oggi molti specialisti e appassionati, i cosiddetti ripperologist (dal verbo to rip, strappare), mantengono aperte le ricerche, ma la mancanza di prove materiali rende inutili anche le più sofisticate tecniche di oggi (sono miseramente falliti gli esami del DNA del 2014).
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2. Lizzie Borden e Ettore Majorana

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  • È stata Lizzie Borden a uccidere suo padre a colpi d’ascia?
    È un caso clamoroso tornato alla ribalta grazie a un film del 2014, Lizzie Borden Took An Axe, a una miniserie del 2015, The Lizzie Borden Chronicles, e a un film uscito da poco nelle sale americane (non ancora in Italia), Lizzie.
    Alla fine dell’Ottocento la famiglia Borden abita in una modesta casa a Fall River, in Massachusetts (Usa), sotto l’autorità del ricco Andrew, così spilorcio da non voler pagare l’elettricità, l’acqua corrente e l’installazione di un bagno.
    Andrew si è sposato in seconde nozze con l’ambiziosa Abby e tiranneggia le due figlie di primo letto, Emma (42 anni) e Lizzie (32).
    La mattina del 4 agosto 1892 la nuova e giovane cameriera, Bridget Sullivan, scopre i cadaveri di Abby e Andrew: sono stati uccisi a colpi di accetta.
    Quando l’autopsia rivela che Abby è stata uccisa un’ora prima del marito Andrew, gli inquirenti escludono che l’assassino sia un estraneo e concentrano i sospetti su Lizzie, erede con Emma di una cospicua fortuna, pari a 8 milioni di dollari attuali.
    Processata, Lizzie se la cava: non ci sono prove evidenti a suo carico. I concittadini la ritengono colpevole ma lei non se ne cura: vive a Fall River in una nuova ricca casa e ha relazioni omosessuali.
    Muore a 63 anni. La casa del duplice delitto è oggi un bed & breakfast.
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  • Che fine ha fatto il grande fisico italiano Ettore Majorana?
    Sono passati 80 anni e ancora ci si chiede che fine abbia fatto il grande fisico italiano.
    Era nato nel 1906 da una grande famiglia siciliana, fu un bambino prodigio e divenne un genio precoce: si laureò in fisica e fu uno dei giovani ricercatori del gruppo noto come “i ragazzi di via Panisperna” perché in questa via di Roma aveva sede il Regio Istituto di Fisica.
    Qui, sotto la guida di Fermi, condusse studi ed esperimenti che portarono alla realizzazione del primo reattore nucleare sperimentale e alla bomba atomica.
    Fermi riteneva Ettore Majorana il migliore di tutti.
    Da Roma, il giovane Ettore si spostò a Napoli per insegnare presso l’Istituto di Fisica dell’Università.
    La sera del 25 marzo 1938 s’imbarcò su un traghetto diretto a Palermo, dove però non arrivò mai: fu visto l’ultima volta il 26 marzo 1938.
    Lo scrittore Leonardo Sciascia descrisse Majorana come avverso all’idea di lavorare alla costruzione di armi nucleari e avanza l’ipotesi che il giovane si fosse rinchiuso in convento.
    Secondo altri sarebbe diventato un barbone, per altri ancora sarebbe fuggito in Argentina o in Venezuela.
    I colleghi di via Panisperna si convinsero che fosse caduto dal piroscafo mentre la famiglia Majorana caldeggiò l’ipotesi del suicidio.
    C’è addirittura chi avanzò l’idea che fosse partito per la Germania per mettersi al servizio di Hitler. Tante ipotesi, nessuna certezza.
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3. Black Dahlia e il caso Montesi

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  • Black Dahlia, il caso che sconvolse Hollywood
    È un caso “nerissimo” che nel 1987 ha ispirato lo scrittore James Ellroy, autore del celeberrimo The Black Dahlia, registi (come Brian De Palma, director del film Black Dahlia del 2006) e numerosi musicisti rock e metal.
    Elizabeth Short era una bellissima ragazza di Boston e, come tante all’epoca, si trasferì a Los Angeles con il sogno di sfondare a Hollywood.
    Soprannominata “Dalia nera” per l’abitudine di vestirsi di nero, trovò solo particine in film pornografici, all’epoca illegali.
    Fu vista l’ultima volta la sera del 9 gennaio 1947 nel salone del Biltmore Hotel, dove chiese di fare una telefonata.
    Fu ritrovata morta la mattina del 15 gennaio, in un terreno semi-abbandonato della città.
    Era in condizioni terribili: nuda e interamente dissanguata, il corpo tagliato in due pezzi all’altezza della vita, con segni di torture, tagli al seno,
    mutilazioni agli organi genitali, il volto percorso da due tagli che dai lati della bocca arrivavano alle orecchie. Aveva solo 23 anni.
    Chi l’aveva seviziata e ridotta in quello stato? Le indagini coinvolsero centinaia di agenti e ispettori, la stampa seguì il caso alimentando un’attenzione morbosa, 60 mitomani si auto-accusarono, e 22 uomini furono i “principali sospettati” della Polizia.
    Sono passati 71 anni, ma non si è aperta alcuna pista solida.
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  • Caso Montesi: a uccidere Wilma fu il figlio del ministro?
    Alle 7.30 di mattina dell’11 aprile 1953, Wilma Montesi, 21anni, viene ritrovata cadavere sulla spiaggia di Torvaianica.
    La polizia voleva archiviare il caso, ma la stampa rivelò che in una villa di Capocotta, presso Torvaianica, si tenevano orge a base di cocaina.
    Spuntò un’accusatrice, soprannominata il “Cigno Nero”: rivelò che a gestire i festini erano il marchese Ugo Montagna e Piero Piccioni, figlio dell’allora potente ministro degli Esteri.
    Montagna aveva condotto Wilma a Capocotta, dove era stata drogata da Piccioni, aveva perso conoscenza e, creduta morta, era stata gettata in acqua, dove era morta per annegamento.
    Piccioni e il marchese tentarono di insabbiare il caso, ma lo scandalo divampò: il ministro si dimise, il figlio fu accusato di omicidio colposo, Montagna di favoreggiamento.
    Nel 1957 furono processati e assolti. Chi uccise Wilma? Ancora nessuno lo sa.
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4. Il Mostro di Firenze e Ylenia Carrisi

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  • Il Mostro di Firenze ha ucciso 16 persone ma non ha ancora nome
    Tra il 1968 e il 1985, attorno a Firenze, si verificarono 8 duplici omicidi.
    Le vittime erano tutte coppiette, uccise con la stessa arma da fuoco; in 4 omicidi, fu asportato il pube delle donne uccise, negli ultimi 2, anche il seno sinistro.
    Un contadino di nome Pietro Pacciani fu condannato in primo grado e poi assolto in appello: morì prima del nuovo processo in Cassazione.
    Due suoi amici, Mario Vanni e Giancarlo Lotti, furono condannati per 4 degli 8 duplici omicidi commessi.
    Nel tempo si è però sospettato che dietro questi contadini, ci fossero i veri mandanti dei delitti.
    Si è parlato di riti satanici e pratiche magico-esoteriche, di una misteriosa setta e di alcuni insospettabili; ci sono stati sospettati entrati e usciti di scena, sviluppi collaterali come quelli che portarono a indagare l’omicido di Francesco Narducci, professore universitario di Perugia, morto nel 1985 nel Lago Trasimeno a 36 anni, o condussero a sospettare il coinvolgimento di Francesco Calamandrei, farmacista di San Casciano.
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  • Ylenia Carrisi: la figlia di Albano scomparve nel nulla 24 anni fa
    In Italia la scomparsa di Ylenia Carrisi ha destato e desta ancora oggi una profonda commozione.
    La bella e bionda figlia di Albano e Romina Power sparì ai primi di gennaio del 1994, a New Orleans, in Louisiana (USA). Aveva solo 23 anni.
    Il 31 dicembre 1993 aveva telefonato alla madre: i genitori non erano contenti di sapere che alloggiava presso il LeDale Hotel di New Orleans con un trombettista di strada, Alexander Masakela, molto più vecchio e con precedenti penali.
    Fu vista per l’ultima volta il 6 gennaio 1994 dalla proprietaria dell’albergo, Cindee Dale, che la osservò uscire verso mezzogiorno senza i suoi effetti personali (zaino, appunti, passaporto, macchina fotografica, bagagli e vestiti rimasero in hotel). Da allora di lei si è persa ogni traccia.
    Che cosa le è successo? È stata aggredita e uccisa? Rapita? Ha avuto un incidente? È stata drogata da Masakela? Si è gettata nel Mississippi? Nessuno lo sa.
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5. I fratellini Beaumont e Maddy McCann

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  • I fratellini Beaumont: 52 anni dopo, si cerca ancora il colpevole
    Il 26 gennaio 1966 vicino a Adelaide, i tre fratellini BeaumontJane, Arnna e Grant di 9, 7e 4 anni – prendono l’autobus per andare alla spiaggia di Glenelg Beach, a 5 minuti da casa.
    Non è strano che vadano da soli: i bambini di tutto il mondo giocano per strada senza sorveglianza e i genitori non temono i pedofili perché non ne sospettano l’esistenza.
    In spiaggia i tre bimbi sono visti giocare con un giovane biondo sui 35 anni, poi svaniscono e di loro non si saprà mai più nulla.
    Ancora oggi il governo garantisce una ricompensa di 1 milione di dollari australiani a chi fornirà indicazioni sui Beaumont.
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  • Maddy McCann sparì mentre i genitori cenavano
    Nessuno ha più saputo nulla di Madeleine McCann, una bimba inglese di 4 anni, rapita il 3 maggio 2007 a Praia da Luz, località di villeggiatura nell’Algarve (Portogallo).
    I suoi genitori erano a cena a 100 metri di distanza e lei avrebbe dovuto dormire con i fratellini, invece sparì.
    La copertura mediatica fu amplissima, si fecero raccolte fondi per sostenere le ricerche, politici e sportivi fecero appelli, i genitori supplicarono anche il papa e si offrirono 2,6 milioni di sterline a chiunque fosse in grado di fornire informazioni sul caso. Non si seppe mai più nulla.
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