Non si sa come facciano: ma da Sherlock Holmes a Stephan Derrick, passando per padre Brown, miss Marple e Salvo Montalbano, la storia del giallo ha avuto come protagonisti tanti investigatori, a volte bizzarri e fuori dagli schemi, che sono sempre stati in grado di risolvere con il loro acume anche i casi più intricati.
Ecco i 10 detective più celebri, maestri del colpo di genio.
1. Sherlock Holmes e l’ispettore Derrick
- Sherlock Holmes: non disse mai “elementare, Watson”
Alto, magro, naso sottile aquilino e mento prominente e squadrato, tipico dell’uomo d’azione.
Una mente geniale, irrequieta ma razionale, in grado di risolvere anche i casi più complessi grazie a un talento naturale.
Buon violinista, schermidore e pugile, è un vero e proprio esperto di botanica ed è preparatissimo in chimica: sono queste le parole con cui lo scrittore scozzese sir Arthur Conan Doyle (1859-1930) descrive Sherlock Holmes, l’investigatore che fece esordire in Uno studio in rosso, pubblicato nel 1887 sulla rivista Beeton’s Christmas Annual.
Aiutato dal dottor John H. Watson, medico chirurgo dell’esercito coloniale britannico e suo fedele collaboratore, che gli fa anche da biografo e condivide con lui l’appartamento al 221b di Baker Street di Londra, Holmes presta il suo aiuto a Scotland Yard, celebre sede della polizia londinese, in quattro romanzi e 56 racconti nei quali compaiono anche il fratello Mycroft (che lavora per i servizi britannici), il suo unico amore (la truffatrice e ladra Irene Adler), e l’imprendibile nemico, il dottor Moriarty.
Protagonista di oltre 50 film e sette serie televisive (come la recente Sherlock, con Benedict Cumberbatch e Martin Freeman), Holmes non ha mai detto «Elementare Watson», battuta che è nata invece durante un adattamento teatrale.
- Derrick: l’ispettore che è anche un po’ psicologo
Sugli schermi italiani è arrivato nel gennaio 1979, ma in Germania Ovest, dove è stato creato dallo scrittore Herbert Reinecker (1914-2007), l’ispettore Derrick arrestava i criminali già dal 1974.
In forza alla polizia bavarese, Stephan Derrick, interpretato dall’attore Horst Tappert, fa la sua prima comparsa nell’episodio Il sentiero e, aiutato dall’ispettore Harry Klein, risolve casi per 25 stagioni e 281 episodi.
Derrick ha una lunga esperienza come investigatore che gli insegna a conoscere la psiche umana, soprattutto quella dei criminali.
Di lui si dice che sia ligio alla giustizia, comprenda ma non perdoni, ascolti ed eviti per quanto possibile di adirarsi. Della sua vita privata non si sa praticamente nulla.
Conosce bene la società della borghesia bavarese, soprattutto quella medio-alta, sa che le apparenze spesso ingannano e che non sempre il bene e il male sono come appaiono.
Unendo sensibilità umana e rigoroso rispetto delle leggi, Derrick si mette sulle tracce dei criminali privilegiando l’analisi psicologica a inseguimenti e sparatorie. E il risultato è garantito.
2. Tenente Colombo e Montalbano
- Tenente Colombo: 69 puntate tv sempre vestito uguale
Il nome di battesimo è Frank, ma nessuno lo sa con esattezza: per tutti è solo il tenente Colombo, detective della omicidi di Los Angeles.
Neanche della moglie si conosce il nome, nonostante la citi spesso e si capisca che la ama moltissimo, e nemmeno del cane, un basset hound, fedele compagno di indagini salvato dal canile.
Le origini del personaggio risalgono al 1960 con l’episodio televisivo Enough Rope: all’inizio i due creatori, Richard Levinson e William Link, lo avevano battezzato tenente Fisher, ma dopo due anni la serie fu interrotta per essere ripresa nel 1968 con un nuovo attore, Peter Falk (foto sotto), e un nuovo nome: tenente Colombo.
Sarà proprio Falk a dare al personaggio le caratteristiche che l’hanno reso famoso: un’apparente sbadataggine, poca cura nel vestire, l’indossare sempre un impermeabile beige, l’amare smodatamente il chili messicano e i sigari.
Le sue uniche armi sono l’intelligenza e l’intuito, che gli permettono di risolvere gialli in cui l’assassino in realtà si conosce sin dall’inizio, ma bisogna dimostrarne la colpevolezza.
In tutte le 69 puntate delle 11 stagioni della sua serie, infatti, Colombo non va alla ricerca del “chi” ma del “come”.
- Montalbano: investiga confortato dal mare che vede dal terrazzo
Andrea Camilleri lo aveva immaginato con una folta chioma e baffi, ma ormai, per tutti, Salvo Montalbano è lui, Luca Zingaretti.
Ideato dallo scrittore siciliano nel 1994 con il primo romanzo, La forma dell’acqua, il commissario di polizia è noto agli italiani grazie ai 36 episodi della fortunata serie tv.
Protagonista di 27 romanzi e 5 raccolte di racconti, vive a Vigata, ha una fidanzata genovese, Livia, e tre grandi passioni: il mangiare, il bere e la letteratura.
Acuto osservatore, è piuttosto testardo e quando si “incorna” su una cosa non ci sono santi. Il suo obiettivo è incastrare i colpevoli senza se e senza ma. Non si sforza di capirli né di commiserarli.
3. Hercule Poirot e Miss Marple
- Hercule Poirot: un belga a Londra
Sempre elegante anche se un po’ démodé, monsieur Hercule Poirot esordisce nel 1920 nel romanzo Poirot a Styles Court scritto dall’inglese Agatha Christie (1890-1976).
Trasferitosi in Inghilterra come profugo di guerra nel 1914, questo ispettore in pensione della polizia belga è un uomo piccolo, con pochi capelli tinti di nero, un paio di baffetti impomatati a punta e un inseparabile bastone da passeggio ornato da un pomello d’oro.
È titolare, assieme al capitano Hastings, di un’agenzia di investigazioni con sede al numero 14 di Faraway Street, a Londra: qui lavorano anche il maggiordomo George e miss Lemon, segretaria forse non troppo simpatica, ma impeccabile nel suo lavoro e nel saper preparare la tisana all’investigatore.
Gli arguti ragionamenti e le brillanti deduzioni che la mente di Poirot elabora permettono di risolvere anche i casi più ostici in 33 romanzi e 5 antologie di racconti che hanno ispirato 20 film e 2 serie televisive, la più famosa delle quali, Poirot, è andata in onda fino al 2013 per 13 stagioni e un totale di 70 episodi.
- Miss Marple: non le sfugge niente
Due occhietti azzurri vispi e attenti a cui non sfugge nulla: miss Jane Marple è un’astuta vecchietta un po’ pettegola, un po’ impicciona, ma con un piglio da vero detective, che fa il suo esordio nel racconto Il club del martedì sera pubblicato sul numero di dicembre 1927 del mensile britannico The Royal Magazine.
La sua creatrice Agatha Christie non dice molto del suo passato, ma sappiamo che vive a St. Mary Mead, immaginario borgo situato nella campagna inglese venticinque miglia a sud di Londra, non è sposata e non ha nessuno da accudire.
Si cimenta con il giardinaggio, anche se le sue attività preferite sono il pettegolezzo e l’osservazione delle persone.
Grazie al suo acume e alla sua mente brillante, miss Marple diventa la detective sui generis di 12 romanzi e 20 racconti risolvendo ben 47 casi di omicidio e mettendo in imbarazzo la polizia locale. In tv arriva nel 1956 ed è protagonista di 20 film (in Assassinio allo specchio del 1980 ha il volto di Angela Lansbury, la “signora in giallo”) e di due serie.
4. Maigret e padre Brown
- Maigret risolve i casi senza violenza
«Non posso fare a meno di mettermi nei panni degli altri»: anche se Jules Maigret, commissario della polizia parigina, può apparire burbero, in realtà è un uomo che si approccia con grande umiltà alle indagini e ciò che gli interessa è individuare le colpe per capirle.
Il suo metodo investigativo si basa su appostamenti e pedinamenti. Non commette mai atti di violenza o prevaricazioni.
Quando risolve il suo primo caso, nel 1931, il suo creatore, lo scrittore belga Georges Simenon, dice che ha 45 anni: con la sua bombetta in testa e la pipa in bocca, Maigret resta in attività fino a 65 anni risolvendo delitti, suicidi e rapine in 75 romanzi e 28 racconti.
Protagonista di 14 film per il cinema e di circa 200 episodi televisivi, il volto più noto di Maigret in Italia è quello dell’attore Gino Cervi che l’ha interpretato in 16 sceneggiati dal 1964 al 1972.
- Padre Brown redime i criminali
La bontà fatta persona: così viene descritto padre Brown, sacerdote piccolino e rotondetto che lo scrittore britannico Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) fa esordire nel 1911 nel racconto La croce azzurra.
Sin dall’inizio mette in campo la sua acuta intelligenza e il suo infallibile intuito non per punire i colpevoli, bensì per redimerli, proprio come succede con il primo dei criminali che incastra, il ladro Flambeau, che diventa suo grande amico e collega investigatore.
Nei 53 racconti di cui è protagonista, padre Brown si trova faccia a faccia con il male della società e non manifesta mai un dubbio sulla fede, che anzi gli serve come strumento per capire e comprendere i desideri perversi che albergano nell’animo umano.
Il personaggio letterario si ispira a un sacerdote realmente esistito, padre John O’Connor, parroco irlandese della chiesa di San Cuthberto a Bradford (Inghilterra) che Chesterton conobbe nel 1903 e descrisse come un uomo basso, con una faccia dolce e un’espressione modesta ma maliziosa.
Protagonista di 2 film e 5 serie tv, in Italia è stato interpretato anche dal noto attore Renato Rascel (1912-1991).
5. Nero Wolfe e Pepe Carvalho
- Nero Wolfe: prima mangia, poi risolve
Nero Wolfe è un investigatore che non passa di certo inosservato: creato dallo scrittore statunitense Rex Stout (1886-1975) che lo fa esordire nel 1934 nel romanzo La traccia del serpente, Wolfe è un omone di circa 150 chili con due grandi passioni: la cucina, soprattutto i piatti prelibati che gli prepara il cuoco svizzero Brenner, e le orchidee che adornano il giardino pensile della sua casa sulla 35a strada di New York e che cura assieme al prezioso giardiniere Horstmann.
Solitario, iracondo e misogino, è innegabilmente bravo, anche se tutto il lavoro di fatica viene svolto dal suo uomo di fiducia, Archie Goodwin, spedito qua e là per rilievi, interrogatori o, talvolta, veri e propri inseguimenti.
Una volta che ha tutti gli elementi in mano (e solo dopo aver messo a tacere la sua fame), Nero Wolfe si accomoda sulla poltrona del suo studio e si immerge davvero nell’indagine: unisce i puntini, segue e abbandona piste investigative, individua sospetti.
Protagonista di 33 romanzi e 39 racconti, Wolfe è stato interpretato in 3 film e 4 serie tv, tra cui quelle italiane del 1969 con Tino Buazzelli e del 2012 con Francesco Pannofino (foto sotto).
- Pepe Carvalho brucia i libri che legge
Pepe Carvalho, investigatore di Barcellona, frutto del genio creativo di Manuel Vázquez Montalbán (1939-2003) inizia le sue avventure nel 1972 con il romanzo Ho ammazzato J.F. Kennedy.
Sul passato di Carvalho le notizie sono piuttosto vaghe: innamorato della prostituta Charo, ha partecipato alla lotta al regime franchista, poi ha lavorato alcuni anni per la CIA, sviluppando una forte avversione per i sistemi dei servizi segreti.
Ora invece risolve casi intricati assieme al suo assistente Biscuter che ha conosciuto in carcere dove era detenuto politico, mentre l’altro era finito dentro per furti d’auto.
Nella sua villetta nel quartiere Vallvidrera, Carvalho possiede una ricca biblioteca che conta circa 3.500 volumi, i quali vengono sistematicamente gettati nel camino una volta letti: «Ho letto libri per quarant’anni della mia vita e adesso li brucio perché non mi hanno insegnato a vivere!», dice lui.
Le sue indagini sono state raccontate in 5 film, il primo dei quali, Tatuaje, è uscito nel 1978 per la regia di Bigas Luna. Tre invece le serie tv l’ultima delle quali, nel 2003, aveva come protagonista l’attore Juanjo Puigcorbé (sotto).