Dai superpredatori con denti più letali di quelli dei grandi squali alle belve cannibali, fino a giganti capaci di mettere in fuga e persino uno Spinosauro.
Andiamo a scoprire dieci tra i più pericolosi carnivori che dettarono legge nel mondo preistorico!
1. MAJUNGASAURO E GIGANOTOSAURO
- MAJUNGASAURO
Questo dinosauro gigantesco ebbe il dominio su tutti gli animali del suo ambiente e c’è chi ritiene che fosse anche cannibale.
In cima alla nostra lista di carnivori impressionanti, il Majungasauro è al vertice per una ragione.
Questo incredibile predatore non è entrato nell’immaginario comune quanto il T. rex o il Velociraptor, ma ha completamente dominato il suo habitat, primeggiando senza rivali come predatore all’apice.
Cosa sappiamo realmente su questa formidabile bestia? Visse circa 70-66 milioni di anni addietro, verso la fine del periodo Cretaceo, sull’isola di Madagascar.
In qualità di predatore dominante, si presume che il Majungasauro si sia nutrito di tutti gli animali che popolavano l’ecosistema del Madagascar in quel tempo, inclusi l’Archeodontosauro, il Lapparentosauro e il Repetosauro.
È classificato come un abelisauro e differisce dagli altri teropodi per la presenza di un muso smussato e di un singolo corno sulla sommità del cranio.
Alcuni studi suggeriscono che la testa, molto singolare, e il muso del Majungasauro potessero indurlo ad abitudini predatorie diverse dagli atri teropodi carnivori.
La maggior parte dei teropodi avevano crani allungati e snelli, mentre gli abelisauridi come il Majungasauro avevano teste più tozze e smussate.
La struttura comune nei teropodi non consentiva una forte torsione del collo e così, come le attuali volpi, i lupi e gli sciacalli, dovevano mordere ripetutamente la preda per riuscire a ucciderla.
La forma del cranio e la sua densità, invece, permettevano al Majungasauro di infliggere un solo potente morso alla sua vittima, schiacciandone la testa o il collo con l’immensa pressione delle mascelle (la stessa tecnica che utilizzano oggi la tigre, il leone o il giaguaro).
Ci sono poi congetture che indicano come questa creatura fosse portata al cannibalismo. Recenti scoperte di resti del Majungasauro riportano, infatti, tracce di morsi inferti da denti appartenenti allo stesso animale, presenti anche nei resti di sauropodi scoperti nelle stesse regioni.
Poiché il Majungasauro era al vertice della catena alimentare in Madagascar, solo un membro della sua specie avrebbe potuto infliggergli ferite tanto micidiali, suggerendo che in periodi critici per la sopravvivenza avrebbe potuto mangiare i propri simili.
Se così fosse, il possente Majungasauro sarebbe l’unico teropode non simile a un uccello che si nutriva anche dei suoi simili. Almeno per quanto ci dicono i reperti finora trovati.
- GIGANOTOSAURO
Questa “lucertola gigante del sud” sarebbe stata un degno avversario persino per il possente e feroce Tyrannosaurus rex.
Proseguendo lungo la lista dei carnivori più impressionanti, una questione emerge nel valutare le loro caratteristiche, cioè l’importanza che rivestiva la taglia.
Certamente, con la sua stazza, il T. rex si sarebbe imposto agevolmente tra i predatori che spadroneggiavano sul Nord America ma nelle regioni che si sarebbero fuse a formare l’America del Sud, il colossale Giganotosauro avrebbe potuto contendergli la corona.
Visse tra i 97 e 100 milioni di anni fa, nell’età Cenomaniana (quasi 30 milioni di anni prima dell’ascesa del T. rex), trovando la sua casa ideale negli acquitrini paludosi di quello che oggi è il territorio argentino.
Questo animale massiccio aveva una lunghezza approssimativa di 12,5 metri ma l’esemplare più grande finora ritrovato raggiungeva 13,2 metri, per un peso di 13,8 tonnellate.
Membro del genere Carcharodontosaurus con “denti da squalo”, il Giganotosauro era un agile predatore, un teropode bipede con una lunga e stretta coda e due potenti zampe posteriori, con le quali si stima potesse raggiungere la velocità di 50 chilometri orari.
La sua coda gli consentiva di compiere curve strette e ottenere scatti notevoli. Le zampe anteriori, sebbene abbastanza piccole, erano più lunghe di quelle del T. rex, e probabilmente le utilizzava per squarciare le sue prede mentre le sue potenti mascelle ne spezzavano il collo.
I fossili del Maposauro, un consimile del Giganotosauro, sono stati trovati in grandi concentramenti, suggerendo che questo predatore, ancora più grande, avrebbe vissuto in branchi. Può darsi che questo valga anche per il Giganotosauro.
2. TYRANNOSAURUS REX E CARCHARODONTOSAURUS
- TYRANNOSAURUS REX
Salutiamo il “re tiranno”, il più noto tra i grandi carnivori della preistoria, anche grazie ai film di Hollywood.
Il potente T. rex era, assieme ad altri di questa lista, un bipede della famiglia dei teropodi e si guadagnò lo “scettro” sull’isola continentale di Laramidia, una terra che probabilmente in seguito si fuse con la catena degli Appalachi per diventare Nord America.
Visse 66-67 milioni di anni or sono, nel tardo Cretaceo, e fu uno degli ultimi dinosauri non simili agli uccelli sparire ancor prima dell’estinzione del Cretaceo-Paleogene, dovuta al cataclisma che portò alla distruzione del 75 per cento degli animali e delle piante sulla Terra.
Aveva un peso stimato attorno a 6,8 tonnellate e una lunghezza di 12,3 metri. Gli studi hanno condotto a molte teorie che portano alla duplice classificazione di dominatore assoluto, in cima alla catena alimentare, e di “spazzino”.
Tuttavia, prende consistenza l’idea che fosse un opportunista: un predatore che cacciava attivamente le sue prede ma che, nel contempo, si avvantaggiava di quelle uccise da altri.
I Tirannosauri fanno parte di una famiglia molto ben rappresentata, con più di 50 esemplari (molti dei quali costituiti da scheletri quasi completi) finora rinvenuti.
Questa abbondanza di reperti ha permesso agli scienziati di fare un quadro chiaro sul dimorfismo sessuale di questo potente lucertolone, con la scoperta di due diverse strutture corporee.
Queste due forme (“robusta” e “gracile”) hanno permesso di scoprire le caratteristiche dei maschi e delle femmine che portano nuova luce e pongono nuovi quesiti sulla presenza di numerosi individui nella stessa area di ritrovamento.
Infatti, c’è chi ipotizza che potessero anche avere una certa vita di gruppo.
- CARCHARODONTOSAURUS
Questo immenso animale aveva un piccolo cervello, ma era tanto grosso che forse non aveva bisogno di pensare.
Carcharodontosaurus saharicus è il più grande teropode del genere Carcharodontosaurus (ossia “lucertola dai denti di squalo”), con un peso da 6 a 15 tonnellate e una lunghezza incredibile, tra i 12 e 13 metri.
La testa del Carcharodontosauro era davvero enorme, però aveva una tra le cavità cerebrali più piccole in proporzione alla taglia dell’animale. Probabilmente non aveve grandi capacità mentali, ma forse neppure gli servivano.
Il nome gli deriva dagli enormi denti fitti ed è proprio grazie agli unici due denti, rinvenuti nella formazione rocciosa algerina detta Continental Intercalaire, che fu possibile la sua classificazione.
Si pensò inizialmente di classificare i due denti come appartenenti all’altrettanto immenso Megalosauro. Ma, in seguito a ulteriori scoperte di resti in Egitto da parte del paleontologo tedesco Ernst Stormer, il grosso carnivoro venne definito come specie a sé stante.
Fu proprio dopo aver esaminato le caratteristiche dei denti di questo animale che Stormer decise di affibbiargli un nome scientifico che viene usato per alcuni squali, cioè Carcharodon.
Sfortunatamente, molti dei reperti che Stormer e i suoi colleghi avevano raccolto andarono distrutti durante i bombardamenti degli Alleati su Monaco nella Seconda Guerra Mondiale, assieme ad altri reperti importanti come i resti dello Spinosauro.
Unica nota positiva, gli sforzi condotti dai paleontologi per saperne di più sul genere Carcharodontosaurus hanno portato alla scoperta di una seconda specie, C. iguidensis, nel 2007.
3. BISTAHIEVERSOR E AUCASAURO
- BISTAHIEVERSOR
Un altro teropode nordamericano del tardo Cretaceo: era un predatore dall’aspetto impressionante.
Originariamente scoperto in Nord America, presso la Kirtland Formation, questo tirannosauride ha il nome che deriva dalla lingua Navajo e dal greco: significa “il distruttore di Bitashi” (la località di ritrovamento).
Visse circa 75 milioni di anni fa, nel tardo Cretaceo, aveva una lunghezza stimata di 9 metri e un peso di 1 tonnellata.
Sebbene fosse più piccolo di carnivori suoi consimili, aveva alcune caratteristiche che hanno catturato l’interesse dei paleontologi di tutto il mondo.
Aveva più denti rispetto al “cugino” Tyrannosaurus rex, per un totale di 64 contro 54, e un paio di singolari fori sopra ciascun occhio, caratteristica che rimane un mistero.
Bistahieversor ha anche alcuni parenti meno noti, come il Lythonax (probabilmente il membro più antico della famiglia dei tirannosauridi), lo Zhuchengtyrannus (un grande predatore dello stesso periodo ritrovato nella provincia di Shandong, in Cina), il Teratophoneus (“assassino mostruoso”, scoperto in Grecia) e il Tarbosauro (un predatore di 6 tonnellate rinvenuto in Asia).
I suoi resti sono stati scoperti nel 1990, con un ulteriore set di fossili rinvenuti nel 1993, ma fu solo nel 2000, quando i due paleontologi Thomas Carr e Thomas Williamson riesaminarono questi resti, che si arrivò a concludere che si trattava di una nuova specie. Inizialmente catalogati come resti appartenenti all’Aublysodon (altra forma di carnivoro), Williamson e Carr teorizzarono che i resti fossero invece appartenuti al Daspletosauro, un altro genere di tirannosauride.
Dieci anni più tardi, il team tornò sulle convinzioni precedenti e concluse che non si trattava di Aublysodon né di Daspletosauro, ma di un nuovo genere di tirannosauride.
- AUCASAURO
Questo predatore di taglia media era molto veloce e probabilmente cacciava in branco.
L’Aucasauro era un teropode di media taglia, bipede che cacciava nel Sud America, in Argentina, nel tardo Cretaceo.
Visse durante la fase Santoniana (83-85 milioni di anni or sono) e probabilmente cacciava in piccoli gruppi, organizzati per attaccare prede massicce come il sauropode Saltasaurus, pesante 7 tonnellate.
Fa parte dei Carnotaurini, una sottofamiglia di teropodi che include il Rajasauro (originario dell’India) e il Carnotauro (anch’esso dell’Argentina).
L’Aucasauro aveva il muso tozzo, simile a quello del suo consimile Carnotauro; tuttavia, a differenza di questa più grande“lucertolona”, l’Aucasauro aveva creste sopra gli occhi anziché corna.
Sebbene l’Aucasauro sia tra i teropodi meno conosciuti, è anche tra i più studiati dal mondo scientifico, in quanto lo scheletro rinvenuto in Argentina nel 1999 è tra i più completi.
Un aspetto interessante del cranio ritrovato: la frattura scoperta in questa parte del corpo potrebbe essere stata causata dal morso di un suo simile, o forse potrebbe essere stato schiacciato dal peso di una preda troppo grande per la sua mole.
4. ACROCANTOSAURO E ALLOSAURO
- ACROCANTOSAURO
Questo predatore di grande taglia e munito di spine calcò le floride pianure alluvionali del Nord America.
Acrocanthosaurus (“lucertola con alte spine dorsali”) era un impressionante predatore bipede che cacciava nelle pianure del Nord America all’inizio del Cretaceo.
Come il Carnotauro, l’Acrocantosauro ha una sola singola specie nel proprio genere, ma imponenti concentrazioni di fossili sono state recentemente rinvenute nel Texas, in Oklahoma e nel Wyoming, suggerendo che questo grande dinosauro avesse territori di caccia davvero molto grandi.
Studiando il paleoambiente dell’Acrocantosauro possiamo dedurre che cacciava soprattutto sauropodi non giganteschi, tipo l’Astrodon e, come confermerebbero alcune ricerche, ma anche grandi sauropodi erbivori come il Sauroposeidon (che poteva raggiungere un’altezza di 17 metri).
In linea con molti altri teropodi non simili a uccelli, l’Acrocantosauro disponeva di due piccole zampe anteriori che erano troppo corte per raggiungere il terreno.
Non avevano funzioni locomotorie ma potevano servire nella caccia. Le ossa delle zampe anteriori non si univano regolarmente ed erano circondate da cospicui ammassi di cartilagine.
Questo particolare anatomico suggerisce che l’Acrocantosauro fosse incapace di allungare o stendere completamente gli arti anteriori; ciononostante, poteva muoverli in su o in giù con grande forza.
Avrebbe quindi potuto colpire la preda per il collo con gli artigli per poi azzannare il cranio per frantumarlo con le sue enormi mascelle.
Questo mostruoso carnivoro è noto anche per la presenza sulla schiena di una lunga cresta di spine ossee che sporgevano per 2,5 volte la lunghezza delle vertebre che le sostenevano.
La funzione di questa cresta rimane sconosciuta, ma si pensa che, come in altri casi, potessero servire a regolare la temperatura corporea, disperdendo il calore dal corpo, o a comunicare con altri individui della specie.
- ALLOSAURO
Veloce e possente, poteva aggredire qualunque altro dinosauro del suo tempo.
L’Allosaurus fragilis è stato tra i predatori più comuni durante il tardo Giurassico, ricavandosi un periodo di dominio nelle età Kimmerigiana e Titoniana, circa 145-157 milioni di anni addietro.
Aveva una lunghezza stimata di 8,5 metri, ma alcuni ritrovamenti mostrano che certi esemplari potevano forse raggiungere i 12 metri.
I fossili di A. fragilis sono stati ritrovati in Portogallo (nella famosa formazione di scogli di Lourinhã) e più lontano, in Tanzania, ma soprattutto nella Formazione fossile di Morrison, una lunga struttura di rocce sedimentarie che attraversa il Nord America centrale e il Canada.
Mentre, in quel periodo, il poco più grande Orvosauro dominava come predatore l’Europa, in questa regione americana l’Allosauro si pose al vertice della catena alimentare predando soprattutto ornitopodi, stegosauri e sauropodi come il Diplodoco e lo Stegosauro.
Come molti teropodi carnivori, l’Allosauro aveva un grande cranio, collo corto, coda considerevole e piccole zampe anteriori; usava le due potenti zampe posteriori per raggiungere velocemente la preda e poi costringerla in un angolo, attaccandola a morsi con le robusti fauci.
Ricerche sulla vita sociale e sulla caccia di questo predatore hanno fornito numerose teorie; alcuni ricercatori pensano che formasse gruppi socialmente organizzati mentre altri sostengono che cacciasse in solitario come molti altri predatori teropodi.
Dal 1920 al 1970, l’Allosauro è stato classificato con un nome diverso, Antrodemus, un dubbio genere di teropodi localizzato nella stessa regione nordamericana.
Questa classificazione, durata 50 anni, venne ridiscussa nel 1976, quando il paleontologo James Madsen determinò che i resti usati per definire l’Antrodemus erano di origine incerta.
5. ALBERTOSAURO E CARNOTAURO
- ALBERTOSAURO
Anche se era più piccolo del T. rex, poteva cavarsela bene adottando tattiche di branco per la caccia e per la difesa.
L’Albertosauro faceva parte dei teropodi bipedi che popolavano le pianure del Nord America all’epoca del tardo Cretaceo, circa 70 milioni di anni or sono.
Fossili di questa specie, denominata Albertosaurus sarcophagus, sono stati trovati quasi esclusivamente nella regione dell’Alberta, in Canada, e questo spiega l’origine del nome.
Un adulto di Albertosauro misurava 9 metri di lunghezza, con un peso tra 1,3 e 1,7 tonnellate.
Alcuni paleontologi lo ritengono un predatore all’apice della catena alimentare in quella regione, anche se era un po’ più piccolo dei suoi consimili teropodi, come il Tirannosauro e il Tarbosauro; per questo altri ipotizzano che avrebbe cercato prede lontano dai terreni di caccia di questi cacciatori tanto enormi, nutrendosi spesso anche di carogne.
L’Albertosauro aveva la stessa postura e la stessa distribuzione delle masse muscolari degli altri teropodi del suo periodo, ma le zampe anteriori erano molto piccole in rapporto alla taglia.
Anche se questa caratteristica non avrebbe avuto grandi ripercussioni sulla cattura delle prede, la scoperta di una grande concentrazione di fossili di Albertosauro suggerisce che questo predatore poteva cacciare in gruppo, in modo da abbattere i grandi dinosauri erbivori e tenere lontani i predatori di taglia maggiore. Una strategia sempre vincente.
- CARNOTAURO
Un efficiente cacciatore che sfruttava la velocità e poteva anche lottare a suon di cornate con i suoi simili.
Il Carnotaurus sastrei, l’unica specie riconosciuta del suo genere, è il più grande predatore teropode rinvenuto in Sud America. Viveva nel tardo Cretaceo, da 70 a 72 milioni di anni or sono.
Nonostante il suo aspetto massiccio e impressionante, il Carnotauro aveva una struttura abbastanza leggera, con una lunghezza di 8 metri e un peso che si aggirava sulla tonnellata.
Il Carnotauro era anche tra i pochi teropodi bipedi ad avere due spesse corna che spuntavano dalla sommità del cranio. Poteva raggiungere velocità considerevoli, grazie ai femori ben sviluppati, a una muscolatura eccellente e a una agile coda.
Gli studi confermano che questo predatore usava le corna ossee per confrontarsi con i suoi simili negli scontri rituali.
Le sue mascelle non erano particolarmente potenti ma la loro struttura suggerisce che tendesse a infliggere piccoli e veloci morsi, per poi serrare la mascella come una morsa, alla stessa maniera del suo consimile teropode, l’Allosauro.
È stato rinvenuto solo uno scheletro di Carnotauro, nel 1984, presso la Colonia Formation in Argentina, ma questa singola scoperta ha permesso di accendere nuove luci nella moderna paleontologia.
Scoperto da un team capitanato dal paleontologo Jose Bonaparte, lo scheletro è stato trovato ancora composto, sebbene alcune parti, come il cranio, fossero staccate.
Nonostante qualche zona fratturata, il ritrovamento è ottimale e comprende persino alcune tracce della pelle che hanno fornito interessanti dettagli sul tessuto epidermico dei teropodi bipedi.