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10 frasi da non dire mai al proprio partner

Negli Usa quasi la metà dei matrimoni termina con un divorzio.

In Italia, la situazione non è molto diversa: secondo i dati Istat più recenti (relativi al 2018), su 1.000 matrimoni si contano 311 separazioni e 182 divorzi, vale a dire quasi la metà dei matrimoni si sgretola e la percentuale, purtroppo, è in crescita.

In base ai dati di un ampio sondaggio condotto negli Usa nel 2018, il 65 per cento dei divorzi avrebbe alla propria radice una serie di gravi difficoltà nella comunicazione reciproca; nel 43 per cento dei casi, la rottura sarebbe legata all’incapacità di affrontare e risolvere insieme i conflitti.

Il sondaggio ha inoltre rivelato che uomini e donne individuano come “difficoltà nella comunicazione reciproca” fattori notevolmente diversi: gli uomini non tollerano le modalità petulanti, asfissianti e lamentose assunte dalle loro donne quando parlano; le donne, invece, lamentano il fatto che gli uomini non si sforzino di capire e prendere atto delle loro opinioni o dei loro stati d’animo.

John Gottman, un professore dell’Università di Washington che per 40 anni ha condotto ricerche sui delicati equilibri di coppia, ritiene che vi siano 4 tipi di problemi comunicativi alle radici di separazioni e divorzi.

Il primo è un criticismo immotivato e costante, e cioè un’attitudine sempre critica nei confronti della personalità del partner, la tendenza ad attribuirgli tratti negativi. Frasi predilette: «Sei un egoista…!» oppure «Con te non si riesce mai a parlare».

Il secondo è la tendenza ad assumere una posizione di superiorità rispetto al partner. Frasi predilette: «Sei un idiota!» oppure «Usa la testa una buona volta!».

Il terzo è l’attitudine ad assumere atteggiamenti difensivi. Frasi preferite: «Non è colpa mia! Sei sempre tu a essere in ritardo!».

Il quarto è assumere atteggiamenti di chiusura o negazione della comunicazione. Frasi predilette: «Chiudiamola subito: adesso non ho proprio voglia di discutere» oppure «Hai sbagliato momento: ora non ho tempo per parlare».

La comunicazione è un elemento essenziale in ogni rapporto umano e nella coppia lo è ancora di più: il dialogo è lo strumento indispensabile sia per costruire un rapporto nel tempo sia per affrontare difficoltà e problemi comuni.

Tutto ciò è vero, solo se per dialogo intendiamo una comunicazione profonda, non limitata a esigenze pratiche. “Caro, passami il sale, eccolo cara” non fanno un dialogo».

Sviluppare una comunicazione non superficiale non è facile: bisogna imparare a farlo e dedicare al partner tempo e disponibilità. Oggi abbiamo sempre meno dell’uno e dell’altra: il lavoro ci lascia poco tempo libero e la tv, i social network, internet, lo sport e gli hobby consumano quel che resta con voracità.

Non possiamo e non dobbiamo permettere che ciò accada: dobbiamo dedicare del tempo a noi stessi come coppia e a una comunicazione reale, non virtuale, con il nostro compagno o compagna.

Occorre, inoltre, evitare di pronunciare quelle frasi tremende che anziché aprire o agevolare un dialogo, spengono qualsiasi desiderio comunicativo.

Ecco 10 frasi da non dire mai al proprio partner!

 

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1. Mi ricordi il mio/la mia ex e dobbiamo parlare

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- "Mi ricordi il mio/la mia ex"

Ecco una frase terribile, soprattutto se gli ex cui si fa riferimento sono stati fonte di conflitti.
In genere, è sempre consigliabile evitare i riferimenti e i confronti con i partner del passato perché sono sgradevoli, imbarazzanti, a volte persino umilianti e lesivi per quelli attuali.
Ognuno di noi è unico e lo è anche il nostro partner: paragonarlo a qualcun altro significa sminuirlo, svuotarne la personalità, negare la sua unicità, in una parola offenderlo.
Inoltre, i paragoni con il passato hanno una notevole carica auto-distrutti- va: trasformano gli eventi trascorsi in presenze attuali, quasi sempre ingombranti e deleterie.
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- "Dobbiamo parlare"

Ecco un invito che in realtà risuona come la più fosca delle minacce.
Moltissime persone, soprattutto uomini, si irrigidiscono di fronte a queste parole e finiscono per sbarrare la porta a ogni possibile dialogo, fuggendo a gambe levate; meglio quindi non pronunciarle mai, a meno di non farlo con una massiccia dose di auto-ironia.
A un livello più profondo, la frase suona come un campanello di allarme: se per parlare occorre avanzare una richiesta del genere, allora c’è qualcosa che non va nella coppia.
Nella migliore delle ipotesi, il dialogo sincero non è mai diventato un’abitudine fluida e quotidiana.
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2. Te l’avevo detto e non mi lasciare

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- "Te l’avevo detto"

Questa frase e tutte le sue varianti (Cosa ti avevo detto?, Ci avrei giurato! ecc.) è una di quelle che fanno subito saltare la mosca al naso ed è comprensibile.
Chi la dice vuol dare di sé l’immagine di una persona intelligente, esperta o perspicace, al contrario della persona a cui la frase è rivolta e che implicitamente vien giudicata meno esperta o perspicace.
Detta da una mamma al proprio figlio (bambino o adolescente), suona come il classico rimprovero genitoriale, ma tra partner suona non solo come un’ingiustificata espressione di presunzione, ma anche come l’incapacità di prendere atto di un aspetto fondamentale della vita di coppia: non possiamo pretendere che il nostro compagno faccia tutto quello che noi vorremmo o desidereremmo né che non sbagli mai.
In una coppia, si deve essere liberi anche di sbagliare: diamo all’altro fiducia e libertà e lasciamo che a volte, soprattutto nelle piccole cose della vita quotidiana, sbagli da solo, senza per questo aggredirlo.
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- "Non mi lasciare"!

Una frase d’amore? Niente affatto. Questa e tutte le frasi simili (Non mi tradire, Non mi deludere,
Non voglio perderti ecc.), soprattutto se pronunciate in tono supplicante, esprimono sottomissione, disperazione, estrema fragilità. Chi le pronuncia rivela una patologica dipendenza dal partner che non implica necessariamente il sentimento d’amore ma è condizione doppiamente distruttiva (per la coppia e per se stessi). Va superata con un terapista.
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3. I tuoi amici non mi piacciono per niente e sei proprio come tua madre

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- "I tuoi amici sono terrificanti e non mi piacciono per niente"

Nella metà dei casi una frase del genere viene detta per gelosia: è una reazione emotiva che tradisce insicurezza, infantilismo, possessività (i tuoi amici non mi piacciono perché temo che ti possano allontanare da me).
Ognuno deve imparare a rispettare l’autonomia del partner: questa è la regola della coppia sana.
Se gli amici dell’altro non ci piacciono, pazienza: non dobbiamo frequentarli per forza; gli amici di uno non necessariamente devono essere gli amici anche dell’altro.
Nella restante metà dei casi, una frase del genere rivela un’attitudine manipolatoria sottile e pericolosa. Quando scegliamo una persona, spesso crediamo di poterla separare dal suo retroterra culturale, dall’ambiente familiare, dal lavoro e dagli amici più cari.
È un’illusione pericolosa: una persona è anche il suo mondo e non possiamo amare qualcuno rifiutando l’universo che lo circonda. Gli uomini e soprattutto le donne commettono spesso questo errore e pensano di prendere una persona e cambiarla, rendendola più adatta alle proprie esigenze.
Questa attitudine manipolatoria tradisce una notevole immaturità e non va presa sottogamba: meglio affrontare il problema in modo aperto e, se risulta impossibile, chiedere aiuto a un terapista.
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- "Sei proprio come tua madre"

Non è mai un complimento, anzi il più delle volte è un insulto più o meno velato: dire qualcosa del genere al proprio partner è come dirgli: «Hai ereditato le peggiori e più nefande caratteristiche della tua famiglia».
In genere, così si comincia non un dialogo, ma una lite: chiamare in causa le famiglie d’origine acuisce sempre i conflitti.
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4. Quando mi hai sposato sapevi che ero così e tua madre è tremenda

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- "Quando mi hai sposato sapevi che ero così"!

Meglio non dire una cosa del genere. Prima di tutto, perché potremmo sentirci rispondere: «No, non lo sapevo, sennò col piffero che ti avrei sposato!».
In secondo luogo, perché tradisce un’attitudine francamente sgradevole: l’indisponibilità a smussare alcuni lati di sé, a negoziare, a trovare una soluzione conciliante, un compromesso, insomma ad andare incontro all’altro, attitudine che sta alla base della vita di coppia.
In terzo luogo, questa frase è anche un po’ stupida: il tempo, il matrimonio o la convivenza ci cambiano e anche tanto.
Non siamo più quelli che eravamo quando vivevamo da soli, anche se sono passati pochi anni. Il percorso di coppia è sempre una deviazione dal percorso da single e chi non vuol cambiare è meglio che non si sposi affatto.
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- "Tua madre è tremenda"

Ognuno può pensare: «Mia madre è tremenda», ma nessun altro è autorizzato a fare su di lei un commento analogo.
Gran parte delle separazioni sono causate dall’intromissione delle famiglie d’origine. Capita che i genitori del nostro partner non ci piacciano, ma sposare una persona di cui non si accetta la famiglia d’origine è una sfida che raramente si vince.
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5. Non ti merito ed é tutta colpa tua

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- "Non ti merito"

Ci sono due buone ragioni per evitare questa frase come la peste. In primo luogo, lo sanno tutti che questa è la frase strategica di chi, avendo già l’amante, vuole chiudere una storia e cerca di cavarsela con poco.
Se vogliamo lasciare qualcuno, facciamolo con coraggio, non in modo vigliacco (niente sms, per piacere), cercando di essere diretti ed evitando inutili e penosi giri di parole.
In secondo luogo, lo sanno anche i bambini che questa è una presa in giro ad alto tasso di ipocrisia, capace quindi di accendere una reazione rabbiosa.
Non sarebbe meglio sforzarsi di produrre qualcosa di più originale, sentito e pacato?
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- "È tutta colpa tua"

Incolpare qualcuno, instillare sensi di colpa o parlare in termini di colpa sono attitudini rozze dal punto di vista psicologico.
Inoltre, all’interno di una coppia, gran parte di responsabilità, errori e tradimenti, va condiviso.
La colpa è spesso di entrambi; può darsi che uno solo tradisca o sbagli, ma non per questo l’altro è vittima innocente. Insomma, come in una squadra affiatata, in una coppia occorre adottare la logica della condivisione. Incolpare qualcuno, addossandogli ogni responsabilità, blocca il dialogo.
«Vediamo che cosa possiamo fare per uscire da questa situazione»: ecco un modo di parlare assai più costruttivo.
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