Da Caligola a Teodosio il Grande, ecco la classifica degli imperatori romani più crudeli (a detta degli storici antichi).
Così prepotenti e disumani da farci addirittura rivalutare i governanti di oggi!
Scopriamoli insieme!
1. CALIGOLA E DIOCLEZIANO
- CALIGOLA - IL DEPRAVATO (12-41 d.C.)
Nel 37 si ammalò.
Quando si riprese divenne uno degli uomini più amorali e malvagi della Storia.
Gli si attribuirono rapporti incestuosi con le sorelle, accoppiamenti con le mogli dei suoi ospiti durante i banchetti, gesti folli come nominare console il proprio amato cavallo o pretendere che tutti lo adorassero.
Ordinò la tortura o l’uccisione di tutti coloro che erano in disaccordo con lui, anche su questioni banali.
- DIOCLEZIANO - IL PERSECUTORE (244-311 d.C.)
Fu il massimo persecutore dei cristiani nei primi secoli. Con un editto nel 303 costrinse tutti a convertirsi alla religione romana.
Chi si rifiutava inizialmente veniva imprigionato, poi la pena divenne più drastica: crocifissione o decapitazione.
In meno di 10 anni fece uccidere circa 3mila cristiani.
Fu lui a introdurre gli spettacoli al Circo Massimo durante i quali i seguaci della nuova religione venivano condannati a essere divorati vivi.
2. COMMODO E CARACALLA
- COMMODO - L’ESIBIZIONISTA (161-192 d.C.)
Figlio degenere di Marco Aurelio (uno dei più grandi sovrani di Roma), Commodo amava mettersi in mostra durante i giochi gladiatori.
Ordinava che venissero gettati nell’arena gli storpi, i gobbi e i menomati, per poi avere facilmente la meglio su di loro.
Ma la sua passione erano gli animali: abbatteva elefanti, infilzava giraffe, decapitava struzzi. Una volta uccise 100 leoni in un giorno, fino a provocare il disgusto tra gli spettatori.
- CARACALLA - IL VENDICATIVO (188-217 d.C.)
Nei primi anni regnò con il fratello Geta ma, non andandoci troppo d’accordo, lo uccise.
Per ragioni oscure (forse a causa di uno spettacolo che ridicolizzava l’imperatore), nel 215 fece massacrare tutti i 20mila abitanti maschi di Alessandria d’Egitto, per poi saccheggiare e bruciare la città. Inoltre eliminava chiunque gli sembrasse vagamente ostile all’impero.
Fu assassinato da una delle sue guardie mentre urinava sul lato della strada.
3. NERONE E TIBERIO
- NERONE - IL SERIAL KILLER (37-68 d.C.)
Poiché la madre Agrippina, per correggerne il brutto carattere (fin da piccolo Nerone rivelò un’indole sadica e violenta), gli portava l’esempio del fratello Britannico, saggio e virtuoso, Nerone prese a odiarlo.
Temendo che potesse un giorno portargli via il trono, lo fece avvelenare, rallegrandosi di fronte alla sua straziante agonia.
Ci prese gusto: con accuse sommarie uccise tutti coloro di cui non si fidava o che non gli piacevano, compresi la madre, le mogli Ottavia e Poppea e il precettore Seneca.
- TIBERIO - IL PEDOFILO (42 a.C.-37 d.C.)
Il figlio adottivo di Augusto e suo successore nel 14 d.C. non era portato per governare.
Preferì quindi delegare la gestione del potere al Senato e al prefetto del pretorio Seiano, per potersi dedicare a ciò che gli interessava di più: gli agi e il lusso.
Oggetto di pesanti critiche, nel 26 si ritirò a Capri per il resto della sua lunga vita, tornando a Roma in rare occasioni.
Nell’isola fece costruire la Villa Jovis dove passava gran parte del tempo molestando bambini e ragazzi. Tra loro c’era anche il suo futuro successore Caligola.
4. DOMIZIANO E MASSIMINO TRACE
- DOMIZIANO - IL SOSPETTOSO (51-96 d.C.)
Secondo alcune fonti fu lui a inaugurare la prima grande persecuzione contro cristiani ed ebrei (l’Apocalisse di san Giovanni, con i suoi toni catastrofici, fu scritta sotto il suo regno).
Comportandosi da sovrano assoluto, provocò moti di rivolta e congiure.
Reagì instaurando una sorta di “regime del terrore”: eliminava chiunque, anche tra i suoi più stretti collaboratori, fosse sospettato di tramare contro di lui.
Finì col peggiorare la situazione: morì vittima di una congiura, pugnalato nella sua camera da letto.
- MASSIMINO TRACE - L’INVASORE COMPULSIVO (173-238 d.C.)
Altissimo (oltre i 2 metri), è ritenuto il responsabile della crisi dell’impero del III secolo.
Non fidandosi di nessuno, uccise decine di amici, consulenti e benefattori.
Pensando di farsi apprezzare dal popolo con le conquiste territoriali, invase la Germania, la Sarmazia e la Dacia (Balcani), al prezzo di gravi perdite.
Al malcontento romano reagì marciando sulla città, ma le truppe erano tanto esauste che in molti disertarono o si rivoltarono contro di lui.
Massimino fu assassinato e la sua testa infissa a un palo ed esposta.
5. SETTIMIO SEVERO E TEODOSIO I
- SETTIMIO SEVERO - IL MILITARISTA (146-211 d.C.)
Di origini africane, fu il primo dominus (“padrone”, in contrapposizione al princeps, primo tra pari, che implicava la condivisione del potere col Senato) e il primo imperatore a trarre la propria forza dall’appoggio dell’esercito.
Perseguitò duramente i cristiani e gli ebrei mettendoli di fronte alla difficile scelta tra rinnegare il loro Dio ed essere decapitati (o crocefissi): fece giustiziare tra 1.000 e 3.000 credenti.
Rispettava soltanto l’esercito, da cui traeva il proprio potere (e che temeva potesse toglierglielo).
- TEODOSIO I - LO STRAGISTA PENTITO (347-395 d.C.)
Nel 390 ordinò il massacro di circa 7.000 abitanti di Tessalonica colpevoli di essersi ribellati all’esecuzione di un loro idolo sportivo, ordinata da Teodosio, e di aver linciato un alto ufficiale dell’imperatore.
Per questa strage Teodosio fu duramente rimproverato da sant’Ambrogio, vescovo di Milano, che gli negò in un primo momento il perdono, invitandolo a un lungo periodo di penitenza.
Dopo l’episodio, l’imperatore irrigidì la politica religiosa emanando i severissimi “decreti teodosiani” che vietavano i culti pagani.
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