Si può chiamare magia, illusionismo, prestidigitazione, ma l’obiettivo è sempre il medesimo: stupire e lasciare a bocca aperta il pubblico grazie a tecniche in grado di “illudere i nostri sensi in modo tale da farci scambiare per realtà ciò che è solo apparenza”.
A raccontare la storia di questo universo di illusioni non poteva che essere Silvan, il mago italiano più famoso, che nel suo libro La nuova Arte Magica. Illusionisti, trucchi e magie di tutti i tempi (La nave di Teseo, 2020) ci accompagna alla scoperta dei più grandi professionisti di questa arte, quelli che hanno saputo innovarne le tecniche, incidendo il loro nome negli annali della magia.
Dal celeberrimo Silvan, mago italiano, all’affascinante David Copperfield; dal grande Houdin al suo “figlio d’arte” Houdini; da Pinetti a Bosco; ecco una carrellata di illusionisti e prestigiatori che hanno stupito il mondo nel corso di quasi tre secoli. E i loro trucchi.
1. Houdini e Pinetti
- Houdini era il genio della fuga: sapeva liberarsi da qualsiasi catena
Erik Weisz, nato a Budapest nel 1874 e trasferitosi da bambino con la famiglia negli Stati Uniti, è forse il più famoso rappresentante del mondo della magia. Iniziò la sua sfavillante carriera mentre, per mantenere la famiglia, vendeva saponi e pettini.
Intanto, leggeva le storie di grandi maghi come Pinetti e Bartolomeo Bosco, e nel tempo libero coltivava l’hobby che più lo appassionava, cioè “quello delle manette: studiava congegni, chiavi, lucchetti”.
Dopo che nel 1895 vinse la sfida con la polizia di Gloucester (Massachusetts, USA) liberandosi dalle manette, capì che quella sarebbe stata la sua strada.
Si diede il nome d’arte Houdini in omaggio al grande maestro Robert-Houdin. I suoi spettacoli prevedevano una prima parte dedicata ai comuni giochi di prestigio e una seconda basata sulla sua specialità, l’escapologia, grazie alla quale riusciva a evadere, dopo essere stato legato e ammanettato, da qualsiasi prigione, fosse una cassaforte o un baule immerso in una piscina. Una peritonite se lo portò via il 31 ottobre 1926.
In inglese esiste il verbo to houdinize che significa “sottrarsi con la fuga”.
- Pinetti insegnò a un cigno a leggere
Giuseppe Merci, in arte Pinetti, nato nel 1750 a Orbetello (Grosseto) e passato alla storia della magia per la sua abilità, l’eleganza personale e lo sfarzo dei suoi spettacoli, lasciò a bocca aperta tutta Europa.
Si esibì privatamente anche a Versailles per la famiglia di re Luigi XVI. Tra i suoi numeri più famosi c’era quello in cui sfilava la camicia a uno spettatore senza che questi si togliesse l’abito.
C’era anche quello noto come “cigno sapiente”, che prevedeva la presenza di un cigno, il quale, galleggiando nell’acqua di un catino con vicino una tavola recante l’alfabeto, riusciva a “leggere” una parola scritta su un foglietto indicando col becco le lettere esatte.
Sposò la principessa polacca Clotilde Notoscki e morì nel 1816 o 1826 in Russia, lasciando orfani i loro due figli, che avevano avuto come padrino lo zar.
2. Bosco e Robert-Houdin
- Bosco, “re dei prestigiatori e prestigiatore dei re”
Bartolomeo Bosco, nato a Torino nel 1793, era capace di intrattenere i sovrani di tutta Europa tanto da meritarsi l’appellativo di “re dei prestigiatori e prestigiatore dei re”.
Fu anche un ottimo intrattenitore, in grado di creare “una perfetta intesa fra sé e il pubblico ch’egli sbalordiva, affascinava, incantava e ammaliava col gesto, col sorriso, con lo sguardo”.
Svariati i suoi numeri celebri: come le monete che comparivano misteriosamente all’interno delle uova o la catenina di un pescivendolo che si trasformava... in un’anguilla!
O ancora, quello in cui lui stesso si poneva di fronte a un plotone di soldati armati di fucile pronti a far fuoco.
Si udivano gli spari, ma incredibilmente le pallottole finivano a terra davanti a lui, illeso, che lasciava gli spettatori a bocca aperta.
- Robert-Houdin fu il primo a tenere sospesa una persona in aria
Uno dei più valenti esponenti della storia dell’arte magica iniziò la sua carriera per sbaglio!
Nato a Blois (Francia) nel 1805 come Jean Eugène Robert, lavorava come orologiaio quando un libraio, invece di fornirgli il manuale per la riparazione degli orologi che aveva richiesto, gli mandò due volumi in cui erano illustrati e spiegati i numeri portati in scena da alcuni grandi maghi dell’epoca.
Jean Eugène li lesse ma non lasciò il lavoro di orologiaio.
Fu quando divenne esperto e rinomato che decise di applicare la sua abilità manuale anche al mondo della magia: presentandosi come Robert-Houdin (dall’unione del suo cognome e di quello della prima moglie), portava sulla scena i suoi ingegnosi automi, come il celeberrimo “Piccolo pasticciere del Palais Royal”, che durante gli spettacoli era in grado di confezionare pasticcini per gli spettatori su ordinazione.
L’apice delle sue esibizioni, quella che maggiormente colpiva il pubblico, era la cosiddetta “sospensione eterea” con “una donna sospesa in aria e sostenuta soltanto da un bastone appoggiato verticalmente, che va dalla sua ascella al suolo”.
Colpito da polmonite, morì nel 1871. Pochi anni dopo, la sua abilità venne omaggiata da un altro grande rappresentante della magia, Harry Houdini.
3. De Kolta e Goldin
- De Kolta doveva farsi prete, ma diventò mago e fece spettacoli per il clero di Roma
Secondo i desideri del padre sarebbe dovuto diventare un sacerdote, ma Joseph Buatier, nato a Lione nel 1847, uscì dal seminario a 20 anni e dopo l’incontro con un impresario, iniziò con il nome di De Kolta a fare il mago esibendosi a Ginevra e in Italia, dove intrattenne l’alto clero di Roma.
I suoi numeri divennero immediatamente popolari e incantarono l’Europa prima che lui attraversasse l’Oceano Atlantico per stupire l’America, dove morì nel 1903.
Come sottolinea Silvan ne La nuova Arte Magica, «egli presentava quasi esclusivamente giochi di sua invenzione. Sfortunatamente ha portato nella tomba il segreto di molte sue illusioni».
Celebre il numero in cui faceva scomparire una persona mentre saliva una scala e quello del dado che “miracolosamente” si ingrandiva.
- Goldin: la sua specialità era segare le donne in due
Goldin, nato a Vilna (attuale Lituania) nel 1873 con il nome di Hyman Goldstein, emigrò negli USA e si adattò a fare molti mestieri.
Un giorno assistette all’esibizione di un prestigiatore e ne rimase talmente affascinato che decise di allestire uno spettacolo suo. Era notevolmente dotato e in breve riuscì a esibirsi di fronte al pubblico, che però criticava il suo incerto inglese e la balbuzie.
Per ovviare al problema imbastì uno spettacolo silenzioso, “che consisteva in una grande quantità di giochi che si susseguivano come in un turbine – 45 in 17 minuti – quanti i suoi predecessori non ne mostravano in un’intera serata”.
Riuscì a stupire il mondo con i suoi numeri, tra i quali quello della “donna segata in due” con una gigantesca sega circolare: un numero che lo rese così famoso da dover creare sei compagnie per poterlo rappresentare nelle città dove non aveva tempo di comparire. Goldin morì nel 1939.
4. Blackstone e Pollock
- Blackstone iniziò costruendo scatole per i maghi
Blackstone, all’anagrafe Henry Bouton, nato a Chicago nel 1885, entrò nell’ambiente dei maghi come falegname: era incaricato di costruire scatole per trucchi o piccole attrezzature che venivano vendute da August Roterberg, fornitore dei maghi.
Desideroso di esibirsi come prestigiatore, adottò prima il nome d’arte di Frederick (“perché agli esordi acquistò a buon prezzo dei poster di un altro mago con questo nome”) per poi mutarlo in Blackstone, con il quale si affermò.
Il suo ricco repertorio alternava numeri classici per bambini, con coniglietti che sbucavano dalle tasche o dal suo cappello, a giochi per adulti che stupiva, ad esempio, facendosi prestare un comune fazzoletto e trasformandolo in un oggetto pronto a ubbidirgli e in grado di compiere movimenti e danze.
Dopo aver ispirato un fumetto, nell’ultima parte della sua vita si trasferì a Hollywood, dove morì nel 1965.
- Pollock, il mago più bello, diventò attore
Channing Pollock, nato nel 1926 a Sacramento, in California, si interessò al mondo della magia a 21 anni, dopo aver acquistato un mazzo di carte truccate da un venditore ambulante.
Nel 1951 si iscrisse all’istituto californiano per prestigiatori Chavez School of Magic per prepararsi a intraprendere la carriera di professionista.
Uomo decisamente affascinante, si specializzò nella manipolazione delle carte e nei numeri con le colombe, unendo abilità, carisma e presenza scenica.
I suoi numeri intrattennero il presidente degli Stati Uniti, la regina Elisabetta d’Inghilterra e il principe Ranieri e Grace Kelly.
Il suo volto divenne noto in tutto il mondo grazie all’apparizione nel film Europa di notte di Alessandro Blasetti (1958), che gli aprì le porte del cinema per numerose altre pellicole fino al 1967, quando decise di ritirarsi dalle scene.
Compianto da tutto il mondo magico internazionale, morì di cancro a 79 anni, il 18 marzo 2006.
5. David Coppelfield e Silvan
- David Copperfield è riuscito a far scomparire la Statua della libertà
Tra i maghi più famosi del mondo figura David Copperfield, nome d’arte di David Seth Kotkin, nato a Metuchen (New Jersey, USA) nel 1956.
Muove i primi passi nel mondo dello spettacolo come ventriloquo per poi passare alla magia con un numero di colombe sulla scia di Channing Pollock.
Dopo l’esordio del 1975 presso l’Hotel Pagoda di Honolulu, nelle isole Hawaii, Copperfield diventa noto in tutto il mondo grazie al suo illusionismo moderno che si adatta perfettamente alla televisione, come dimostrano i suoi show trasmessi sulle tv americane dal 1977 al 2001.
Tra le sue più acclamate esibizioni c’è l’attraversamento della Grande Muraglia cinese, la sparizione della Statua della libertà, la scomparsa di un Lear Jet (un aeroplano di 7 tonnellate) e l’incredibile teletrasporto umano nel quale Copperfield, in compagnia di uno spettatore, sparisce dal palco e si teletrasporta nelle isole Hawaii per poi riapparire nuovamente in scena.
- Silvan: il più famoso degli illusionisti italiani cominciò a 11 anni a fare spettacoli all’oratorio
Impossibile elencare i numerosi riconoscimenti internazionali ottenuti nella sua formidabile carriera.
A tutti è sufficiente il suo nome, Silvan, per riconoscere il più grande mago italiano noto in tutto il mondo, colui che ha saputo stupire generazioni con i suoi numeri magici e il suo indiscutibile carisma.
Nato nel 1937 a Venezia come Aldo Savoldello, si interessa alla magia sin da giovanissimo facendo il suo esordio a soli 11 anni all’Oratorio Don Bosco della sua città.
Professionista prima di compiere i 20 anni, incanta il pubblico di tutto il mondo esibendosi nei teatri più famosi senza mai dimenticare l’Italia dove, oltre a essere ospite di numerose trasmissioni televisive, conduce dal 1973 al 1990 Sim Sala Bim sulle reti RAI.
Tra i suoi più famosi numeri, vanno citati quello della donna fatta magicamente levitare, quello in cui viene tagliata in otto pezzi e quello della manipolazione di 140 carte in una sola mano, una vera e propria sfida di singolare destrezza a riprova della sua abilità.
Grande studioso della storia della magia, ha scritto numerosi libri e la sua autobiografia, La magia della vita. La mia storia, uscita nel 2015.