5 arbusti meravigliosi per il vostro giardino 5-800x400

5 arbusti meravigliosi per il vostro giardino

Il lavoro, il traffico, gli impegni della vita quotidiana, i tempi ristretti, i ritmi serrati e un’unica conseguenza: lo stress. Per fortuna la natura è pronta a offrirci il suo ristoro: basta un angolo di verde ben curato e, come per magia, le preoccupazioni svaniscono e siamo pervasi da un senso di pace e serenità.

Un recente studio dell’OPENspace Research Centre dell’Università di Edimburgo ha dimostrato che stress, nervosismo e ansia si combattono con il verde. La natura è essenziale per il benessere psicofisico. Diversi studi hanno confermato che chi abita in edifici completamente privi di giardini o di altri scenari naturali tende ad essere più aggressivo e a vivere maggiori conflitti familiari, in media, rispetto a chi può vedere dalla finestra almeno un albero.

In più, le persone che abitano vicino a un parco tendono a vivere più a lungo. Il motivo, secondo un'équipe di scienziati dell'Università di Glasgow, in Scozia, sarebbe che il verde riduce la percezione dello stress e invoglia a una maggiore attività fisica.

Per i "fortunati" possessori di giardini, oggi vi proponiamo 5 arbusti meravigliosi da piantare nel vostro angolo verde, proponendo una descrizione generale della pianta, delle sue tecniche di coltivazione e delle curiosità ad essa relative. Buona lettura.

1. Il Glicine

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CLASSIFICAZIONE SCIENTIFICA
Dominio: Eukaryota
Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Fabales
Famiglia: Fabaceae
Sottofamiglia: Faboideae
Genere: Wisteria

Il glicine, genere di piante originarie dei corsi d'acqua della Cina e degli USA centrali e meridionali, comprende 10 specie di arbusti rampicanti, a foglie decidue, rustici. Le foglie sono composte da un numero dispari di foglioline. I fiori compaiono in primavera, prima che le foglie si siano sviluppate completamente, e sono riuniti in lunghi racemi; in alcune specie emanano un delicato profumo. Sono piante rustiche particolarmente adatte ai nostri climi. La loro coltura è facile e non richiede accorgimenti specifici. Tutti i terreni sono adatti, sia quelli argillosi e freschi, sia quelli poveri e secchi. Anche per l’esposizione non esiste alcun tipo di problema.

I glicini si possono moltiplicare per seme, ma le varietà prodotte danno piante con caratteristiche diverse da quelle dei progenitori. La semina avviene in marzo-aprile, sotto vetro, alla temperatura di 10-12°C. Le piantine, appena raggiunta un’altezza di una decina di centimetri (di solito a giugno), vanno invasate in contenitori di 15-20 cm e interrate in vivaio. Le annaffiature devono essere moderate, senza esagerare, se si vuole essere sicuri di ottenere fioriture abbondanti e compatte. Si consiglia una concimazione con fertilizzanti minerali poveri di azoto, che aiuteranno a tenere a bada gli afidi e acari. I fusti, nelle fasi iniziali di crescita della pianta, così come per molte rampicanti, necessiteranno di supporto. Solo con la maturazione della pianta, e quindi la solidificazione dei rami, tali supporti potranno essere rimossi.

La specie di glicine più nota e diffusa è la Wisteria sinensis (Glicine della Cina). Si tratta di un rampicante legnoso a rapido sviluppo, con piccole foglie caduche, di forma ovale, disposte lungo un picciolo centrale piuttosto rigido. I fiori, riuniti a grappoli più o meno lunghi, sono color lilla violaceo, leggermente profumati. In agosto, per la moltiplicazione, si prelevano dai rami dell’anno talee lunghe 8- 10 cm, con una porzione del ramo portante, e si piantano in cassone in un miscuglio di sabbia e torba. La messa a dimora si effettua con le radici avvolte in pane di terra, perché i glicini sopportano male il trapianto. La potatura deve essere fatta in luglio-agosto, tagliando i rami dell’anno all’altezza della quinta o della sesta foglia. In inverno si accorciano gli stessi rami, lasciando 2 o 3 gemme dalle quali si sviluppano i germogli che daranno i fiori. La wistaria sinensis è un rampicante legnoso, con racemi lilla o bianchi. È una pianta rustica e decidua che fiorisce in 2 o 3 anni dalla piantagione. Trattandosi di piante molto vigorose e dalle grandi potenzialità di sviluppo, non possono essere coltivate dove lo spazio è limitato. 

Altre specie di glicine molto conosciute sono le seguenti:

 

Un pergolato di glicine ravviva qualsiasi giardino o spazio aperto ed è semplice da costruire. Si usa anche per adornare cancelli, archi e muri. Un’arcata di glicine, oltre a rappresentare un elegante motivo ornamentale, offre una zona di ombra e protezione. L'esposizione al pieno sole in climi particolarmente caldi, con mancanza di circolazione d'aria, non comporta gravi problemi ma accorcia la fioritura. In questi casi una posizione a est o a ovest, piuttosto che a sud, diventa preferibile. II glicine non ama essere spostato dalla posizione originaria: se viene trapiantato è molto lento nella ripresa.

2. La vite Americana (Parthenocissus quinquefolia)

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CLASSIFICAZIONE SCIENTIFICA
Dominio: Eukaryota
Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Rhamnales
Famiglia: Vitaceae
Genere: Parthenocissus
Specie: P. quinquefolia
Nomenclatura binomiale: Parthenocissus quinquefolia (L.) Planch., 1887

La vite Americana è una pianta vigorosa e rustica, la quale forma fusti che possono arrivare a 15 metri di lunghezza.  Costituisce un vero rampicante “fai da te”: per tappezzare in breve tempo grandi superfici non ha nemmeno
bisogno di pali tutori. I numerosi viticci a uncino di cui sono dotati tutti i suoi rami, infatti, aderiscono a ogni minima asperità del muro e le foglie, formate ognuna da cinque foglioline, coprono in modo uniforme l’intera superficie. Il nome deriva dal Greco parthénos,che significa vergine, e da kissos,che significa edera. Quinquefolia per la forma delle foglie che sono palmato composte. Il primo a descrivere e a classificare la specie fu Carl Nilsson Linnaeus, divenuto Carl von Linné (Linneo), il padre della moderna classificazione biologica e scientifica degli organismi viventi, così come la conosciamo oggi. 

La pianta si accontenta di qualunque terreno, purché non acido, ed è molto resistente ai freddi. In autunno le foglie assumono una stupenda colorazione scarlatta; poi cadono, permettendo al sole invernale di riscaldare il muro. Coltivata sulla facciata di una casa, costituisce un ottimo isolante termico naturale, che si trasforma nel corso delle stagioni in modo per noi vantaggioso. I parthenocissus si piantano da novembre a marzo in buche profonde mezzo metro scavate in terreni freschi, profondi, preferibilmente argillosi, ai piedi di muri o alberi; è preferibile utilizzare piante munite della zolla.

È bene cimare i germogli delle specie a portamento eretto, per favorire la ramificazione e aiutare la pianta ad attaccarsi ai supporti. Se si eccettua l’eliminazione, durante l’estate, di tutti i rami malati e di quelli troppo fitti, la vite americana non necessita di altri interventi di potatura. La moltiplicazione avviene d’estate, prelevando talee semilegnose lunghe fra i 10 e i 15 cm; ogni talea deve essere piantata in un vaso riempito di sabbia. Le talee, una volta radicate, si trasferiscono poi in una terra più ricca.

Nella primavera successiva le piantine si trapiantano in vivaio, dove rimangono fino al momento della messa a dimora definitiva. Durante questo periodo non bisogna abbondare con l’acqua. La vite Americana è la pianta ideale per valorizzare vecchi muri di pietra e mascherare l’antiestetico cemento. Richiede poche cure e durante i dodici mesi assume molte gradazioni di colore. In primavera è consigliata una concimazione con fertilizzante organico e minerale a lenta cessione.

Generalmente il Parthenocissus è impiegato in pieno campo, ma per chi volesse può essere coltivato anche in vaso. Queste piante vanno tenute fuori di casa in un luogo luminoso e lontano da correnti d’aria calda e fonti di calore. Bisogna ricordare che in vaso l’esigenza idrica della pianta aumenta di molto rispetto a quando è coltivata in piena terra, quindi controllate spesso lo stato del terriccio soprattutto dalla primavera all’estate.

3. La bouganvillea

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CLASSIFICAZIONE SCIENTIFICA
Dominio: Eukaryota
Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Caryophyllales
Famiglia: Nyctaginaceae
Genere: Bougainvillea

La Bouganville è una pianta tipica delle zone tropicali e subtropicali dell’America del sud. Può avere a carattere rampicante o cespuglioso e prende il suo nome da Louis Antoine, conte di Bougainville,  esploratore, navigatore e ammiraglio francese, che la importò in Europa dopo una delle sue spedizioni in Brasile, perché rimasto incantato dagli splendidi colori di questa pianta. La bouganville o bouganvillea appartiene alla famiglia delle nictaginacee, che comprende circa 20 specie di piante rampicanti e cespugliose. Le foglie sono ovali o ellittiche, decidue o talvolta persistenti. Durante la buona stagione l’arbusto rampicante si copre di una fioritura di colore viola porporato, ma prestando un po’ di attenzione si nota che a colorarsi di porpora non sono i petali dei fiori, bensì le brattee, cioè foglie trasformate che avolgono il fiore vero e proprio, più piccolo e di colore bianco.

La Bouganvillea è una pianta molto semplice da coltivare. Nelle zone a clima temperato può essere allevata in piena terra, in zone soleggiate, con un terreno di medio impasto e caratterizzato da un buon drenaggio. Nelle zone dove gli inverni sono rigidi e le temperature invernali scendono al di sotto dei 5°C la pianta va rigorosamente allevata in vaso per essere portata in luoghi riparati durante i periodi freddi; necessita di una posizione soleggiata e sarebbe opportuno non esporla mai a gelate, la temperatura ideale per la sua coltivazione è di circa 18-24 gradi ma può resistere fino ai 35°C.

La moltiplicazione avviene per margotte aeree o per talea, in estate e a gennaio. Nel primo caso si ripiega il ramo e lo si blocca nel terreno. In circa tre settimane si formano piccole radici; a quel punto si taglia il ramo e lo si pianta in una composta sabbiosa. In inverno invece si prelevano talee di circa 15 cm di legno maturo, che vanno mantenute a una temperatura di 18°C. Le bouganvillee si possono piantare in qualsiasi tipo di terreno ben drenato, preferibilmente neutro o leggermente acido. Durante il periodo di riposo della pianta non è necessario annaffiare, mentre bisogna farlo quando riprende la vegetazione (cioè all’inizio della primavera), evitando però che il terreno si inzuppi per non favorire l’attacco dei marciumi.

È possibile anche la coltivazione in serra, in vasi riempiti con una miscela a base di terra di brughiera, sabbia e torba. Nei mesi estivi si somministra ogni settimana del fertilizzante  liquido e si annaffia frequentemente, ogni anno in febbraio-marzo si rinvasa. Come quasi tutti i rampicanti, la bouganvillea va aiutata con sostegni specifici e corretta nello sviluppo con energiche potature all’inizio della primavera. Dove la temperatura tende ad avvicinarsi allo zero è necessario predisporre una buona copertura con canniccio o altro; nel caso si opti per dei fogli di plastica trasparente, si lasciano delle aperture.

Le più coltivate specie del genere Bouganvillea sono le seguenti:

  • Bouganvillea glabra: una pianta rampicante che raggiunge, coltivata in piena terra, anche gli otto metri di altezza, mentre se allevata in vaso non supera i tre metri. E' una specie resistente alle basse temperature e fiorisce in estate-autunno producendo piccoli fiori di colore bianco-giallastro circondati da brattee di colore variabile dal rosa, al rosso, al viola. E', tra le diverse specie, la più fiorifera.
  • Bouganvillea spectabilis: una specie originaria del Brasile, a crescita rapida e di maggiori dimensioni rispetto alla precedente che fiorisce durante tutto il periodo estivo (giugno - settembre)  
  • Bouganvillea x buttiana: un ibrido, che si ottiene incrociando la Bouganvillea glabra e la Bouganvillea peruviana. 
  • Bouganvillea aurantiaca: una specie meno diffusa rispetto alle precedenti con brattee dal color rosso mattone scuro, molto sensibile alle condizioni climatiche che nha bisogno di climi particolarmente caldi per svilupparsi al meglio. 

4. Le camelie

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CLASSIFICAZIONE SCIENTIFICA
Dominio: Eukaryota
Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Ericales
Famiglia: Theaceae
Genere: Camellia

La camelia (Camellia japonica), è una pianta della famiglia delle Teacee, introdotta in Europa dal gesuita moravo Giorgio Camel sul finire del XVII secolo. Il nome del genere si deve alla volontà del grande botanico svedese Carl Nilsson Linnaeus, divenuto Carl von Linné (Linneo) che volle in questo modo onorare la memoria del religioso. Si dice che la prima camelia in Italia fu piantata nel 1760  nel giardino della Reggia di Caserta, ma in Lucchesia esistono  esemplari altrettanto antichi e ancora generosissimi di fiori. Un tempo in Giappone i giardini erano ornati soprattutto delle specie Camellia japonica e C. Sasanqua (a fioritura invernale, da novembre a marzo), mentre in Cina si coltivavano la C. Reticulata e la C. oleifera, dalla quale si ricavava un olio di semi.

Un primo documento autentico sulla presenza di questo fiore in Europa fa riferimento al 1739 e riguarda la C. japonica, fiorita in Inghilterra nella serra di un certo Lord Petre. Nell’Ottocento la camelia conobbe una popolarità senza pari. Sembra che gli ibridi ottenuti sino al 1920 fossero quasi 10.000. Nei decenni successivi al 1920, per motivi inspiegabili, la camelia venne pressoché dimenticata. Fra le 267 specie di camelie fino ad oggi rinvenute, la più importante è sicuramente la C. japonica, regina indiscussa fra tutte, la quale, in virtù della sua versatilità e rusticità, è stata oggetto di numerosi incroci, che hanno dato origine a più di 2000 varietà coltivate. Si tratta di arbusto o albero, generalmente rustico, che può raggiungere i dieci metri di altezza. Presenta foglie verdi scuro, acuminate all'apice. La fioritura avviene tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera.

Altre specie di camelie molto conosciute sono: 

  • la Camellia Hiemalis: folto arbusto sempreverde eretto. Rustico, con foglie piccole e lanceolate. Fiori separati a coppia doppi o semidoppi.
  • la Camellia Oleifera: folto arbusto sempreverde che all'inizio della primavera produce grossi fiori bianchi o rosa.
  • la Camellia Reticulata: arbusto sempreverde, semirustico, con foglie ovali. Grossi fiori singoli in primavera.
  • la Camellia Rosiflora: Piccolo arbusto sempreverde, rustico, con foglie ovali verde scuro. Produce in primavera piccoli fiori rosa.
  • la Camellia Sasanqua: Arbusto o piccolo albero sempreverde, fitto, eretto a rapida crescita. Piccole foglie verdi lanceolate. A differenza della Camellia Japonica cresce bene in posizione soleggiata. Fioritura vistosa e profumata che si protrae da novembre a marzo.
  • la Camellia Tsaii: Arbusto sempreverde semirustico con piccole foglie verdi lanceolate. In primavera produce dei piccoli fiori bianchi.
  • la Camellia Vernalis: Arbusto sempreverde eretto a rapida crescita. Foglie lanceolate verdi. I fiori sono prodotti in inverno.

 

Le camelie sono piante arboree e arbustive sempreverdi, di grande valore ornamentale per la bellezza dei fiori e del fogliame. La fioritura è molto precoce: inizia già in febbraio. La coltivazione richiede un clima temperato e abbastanza umido (possono essere messe a dimora all’aperto in quasi tutte le regioni italiane) e un terreno non calcareo. La coltivazione della camelia è abbastanza facile: essendo pianta rustica l’attenzione va riposta nell’arricchire la zona intorno alla zolla con terriccio acido, cioè con Ph compreso fra 4,5 e 6. Non ama i raggi diretti del sole; va collocata in mezz’ombra in primavera e ombra in estate, esposta a nord o est.

Queste piante necessitano di annaffiature regolari, per tutto l'arco dell'anno, non sopportano periodi prolungati di siccità. In autunno è gradita una pacciamatura di torba o aghi di conifere, per mantenere l’umidità. Non va potata, se non per ripulire da parti secche o cimare rametti esili e allungati. Sebbene siamo abituati a considerare le camelie come cespugli da fiore, quindi arbusti di bassa taglia, in realtà si tratta di alberi che raggiungono altezze ragguardevoli (7-8 metri dopo 10-15 anni). Questo particolare è importante per definire le distanze d’impianto. In giardino è utilizzata come pianta singola o a gruppo (distanza di 3 o 4 metri fra pianta e pianta), o per creare siepi miste  con altre essenze sempreverdi. 



5. L’edera

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CLASSIFICAZIONE SCIENTIFICA
Dominio: Eukaryota
Regno: Plantae
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Ordine: Apiales
Famiglia: Araliaceae
Sottofamiglia: Aralioideae
Genere: Hedera L., 1753

Il genere Hedera della famiglia delle Araliaceae comprende numerose specie sempreverdi, rampicanti, molto apprezzate per il loro grande effetto decorativo. L’edera è una pianta rustica che si adatta a qualsiasi terreno e ambiente; tollera il freddo, l’ombra e persino l’aria più inquinata. Può essere coltivata, con il medesimo successo, in piena terra o in vaso, in appartamento e in giardino. Perfetta per ricoprire muri e rocce o per tappezzare le parti più in ombra del giardino, l’edera si pianta in autunno o all’inizio della primavera in terreni leggermente alcalini. Nelle posizioni ombrose o nelle pareti esposte a nord è preferibile coltivare l’edera a foglie verdi.

Il terreno va mantenuto umido per qualche settimana dopo la piantagione. Non sono necessarie protezioni invernali. L’edera è un rampicante resistente al freddo e non soggetto a malattie e parassiti. Si trova facilmente allo stato spontaneo e cresce in qualsiasi terreno. L’edera sale su tutti i materiali; guidata con sapienza, forma composizioni ed elementi decorativi di grande effetto. L’edera è importante nell’ecosistema naturale all’interno di parchi e giardini ed è sconsigliabile eliminarla: se l’albero è vivo e vigoroso, la presenza dell’edera ha un’influenza minima o nulla sulla pianta di supporto, mentre crea uno strato pacciamante nel terreno sottostante, che impedisce gelate e permette la conservazione durante l’inverno di bacche, utilissime per la vita di tanti uccelli, che trovano in esse una fonte indispensabile di cibo ed energia. 

Il modo migliore per far arrampicare l’edera contro un muro è quello di lasciarla correre su un traliccio in legno appositamente predisposto; i fusti principali devono essere assicurati a un supporto. L’edera coltivata contro i muri delle case si pota annualmente in febbraio-marzo e in estate, per evitare che si allunghi troppo e arrivi a coprire tetti e grondaie. Per la moltiplicazione, in luglio-agosto si prelevano talee apicali lunghe 10-15 cm che si fanno radicare in un miscuglio di torba e sabbia in parti uguali. Quando hanno radicato, le talee si invasano in contenitori di 8 cm di diametro e si conservano in cassoni freddi o in serra fino al momento della messa a dimora. In ottobre-novembre si possono anche prelevare talee lunghe una quindicina di centimetri dai rami lignificati, avendo cura di asportare la posizione apicale erbacea.

La concimazione è da effettuare nel periodo di crescita, da marzo a ottobre, quando le piante in attività vegetativa utilizzano i principi nutritivi dei concimi. Si debbono usare concimi adatti a ciascun tipo di pianta: azotati per le piante verdi, con fosforo e potassio per quelle da fiore. I concimi migliori sono liquidi, da mettere nell’acqua delle annaffiature. Oltre al giardino, ci sono diversi vantaggi per tenere l'edera in casa. Essa ha una straordinaria capacità di assorbire gli inquinanti, di umidificare l’ambiente e di essere facilmente coltivabile e resistente. Non resta altro, dunque, che popolare la casa di piante come l’edera. 

Esistono 15 specie nel genere Hedera ciascuna delle quali con numerose varietà tra le quali le più conosciute sono:

  • Hedera Helix: è la specie più diffusa ed è la comune edera che vediamo per le strade delle nostre città, a crescita molto rapida che può raggiungere i 30 m di altezza, con foglie di colore verde intenso, lucide spesso con macchie argentate lungo le nervature. Secondo studi della NASA l'Hedera helix ha notevoli capacità di captare e neutralizzare il 90%, del benzene ed oltre il 10% del tricloroetilene presente nell'aria, quindi hanno una grande capacità di depurare l'aria.
  • Hedera  Himalaica o Hedera Nepalensis: è una specie originaria del sud est asiatico e possono crescere fino a 30 m di altezza caratterizzate da foglie semplici non più lunghe di 15 cm di lunghezza.
  • Hedera Canariensis: è una specie originaria delle Canarie e del nord Africa non particolarmente rustica in quanto non sopporta il gelo se non per brevissimi periodi e non ama i luoghi troppo caldi visto che non tollera il sole diretto. 
  • Hedera Colchica: è originaria dell'Iran. Presenta foglie molto grandi, le più grandi del genere, lunghe fino a 25 cm e larghe fino a 20 cm.







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