Le abitudini sono comode in molti sensi, ma è meglio non incoraggiarle troppo.
Ci sono quelle buone e quelle cattive, cui facciamo più caso. Ma tutte le abitudini hanno una cosa in comune: si possono cambiare.
Ci vogliono tempo e pazienza, ma se comprendiamo i meccanismi con cui si insinuano nella nostra mente, possiamo rinunciare a quelle dannose e assumerne di positive.
Ma a cosa servono le abitudini? E soprattutto, come possiamo farne buon uso? Ecco 5 cose da sapere…
1. Il 40% delle tue azioni quotidiane sono eseguite in automatico
Lo dice uno studio della Duke University, ripreso dal premio Pulitzer Charles Duhigg nel libro "Il potere delle abitudini. Come si formano, quanto ci condizionano, come cambiarle".
«Quasi tutte le scelte che compiamo ogni giorno potrebbero sembrarci il prodotto di decisioni ponderate, ma non è così. Sono abitudini», scrive Duhigg.
«E, sebbene ognuna sia relativamente poco importante se considerata da sola, con il passare del tempo i pasti che ordiniamo, quello che diciamo ai nostri figli ogni sera, la nostra capacità di mettere da parte il denaro, la frequenza con cui facciamo attività fisica e il modo in cui organizziamo i pensieri e le abitudini di lavoro hanno un impatto enorme sulla nostra salute, produttività, sicurezza economica e felicità».
2. Le consuetudini ci fanno risparmiare energie
Ripetere un gesto abituale ci permette un risparmio di energia, che può così essere canalizzata per la realizzazione di attività più complesse.
Quante volte la mattina, per andare di corsa al lavoro, compiamo una serie di gesti abitudinari che ci permettono di essere più veloci senza dover riflettere ogni volta ex novo, per esempio, su quanto riempire la macchinetta del caffè, come piegare le lenzuola per rifare il letto o qualsiasi altra azione abbiamo già compiuto tante altre volte?
Questo ci consente di conservare energie canalizzando la nostra attenzione e concentrazione laddove ne abbiamo davvero bisogno.
Ecco come uscire da una routine nociva in 4 mosse.
Gli esperti suggeriscono di procedere così: identifica una routine che vuoi cambiare, sperimenta gratificazioni alternative, isola lo stimolo che la innesca, elabora un progetto per sostituirla.
L’esempio più immediato è quello della macchinetta che distribuisce snack: ci vai perché hai fame o per socializzare? Per sgranchirti le gambe o perché vuoi qualcosa che ti dia energia?
Una volta compreso a quale bisogno risponda la voglia di snack, ti sarà più facile cambiare.
Il cambiamento non può avvenire solo con l’eliminazione di un comportamento, ma deve prevedere il contatto con ciò che l’ha causato. Altrimenti c’è il rischio di ricascarci.
3. Ti ci vogliono 66 giorni per adottare un automatismo
Altro studio, questa volta della psicologa Phillipa Lally dell’University College di Londra.
66 giorni sono il tempo medio di cui hanno avuto bisogno 96 volontari per trasformare un’azione in automatismo.
Ma potrebbe volerci anche meno (o più), dipende dal nuovo comportamento che vuoi introdurre nella tua vita. Alcune abitudini si fissano anche solo in 15 giorni.
«Le abitudini sono comportamenti che eseguiamo automaticamente dopo averli ripetuti spesso in passato», scrivono i ricercatori.
«Questa ripetizione crea un’associazione tra una situazione (spunto) e un’azione (il comportamento), che viene eseguita automaticamente».
Insomma le abitudini sono in gran parte al di fuori della nostra consapevolezza.
4. I comportamenti virtuosi diventano abituali se non esigono troppo sforzo
Mettiamo che tu abbia deciso di seguire i consigli del tuo nutrizionista e aumentare la dose quotidiana di frutta e verdura di stagione.
BJ Fogg, ricercatore all’Università di Stanford, dove c’è un laboratorio per lo studio delle abitudini e dei comportamenti, ti consiglierebbe di fare il minimo sforzo iniziale possibile per introdurre la nuova abitudine, ma di essere coerente.
Il primo passo è cruciale: devi darti un obiettivo modesto. Non essere troppo ambiziosa, perché l’ambizione porta al fallimento.
Più sarà accessibile l’obiettivo, più ti sarà facile ottenerlo.
Consolidare il risultato giorno dopo giorno è il vero trucco per riuscire a prendere una nuova buona abitudine.
5. Che differenza c’è tra abitudine e dipendenza?
Consideriamo il fumo, il gioco d’azzardo, una dieta poco sana come abitudini che alla lunga possono danneggiarci.
Ma sono davvero abitudini? No, dobbiamo imparare a distinguere una cattiva abitudine da una dipendenza.
Solitamente definiamo cattive abitudini i comportamenti nocivi alla nostra salute, non rispettosi del nostro corpo: fumare, rosicchiarsi le unghie, alimentarsi in modo scorretto, spendere tempo e soldi in modo poco costruttivo e addirittura autolesionistico (il gioco d’azzardo e ultimamente la dipendenza dai social network, dai videogiochi e dai cellulari).
In realtà alcune di queste sono vere e proprie dipendenze. Come riconoscerle?
Dal grado di consapevolezza del problema, di forza di volontà necessaria per liberarsene e quindi possibilità di scelta.
Se siamo ancora in grado di avere il controllo sul comportamento, allora è solo un’abitudine e si può cambiare. Altrimenti è una dipendenza.